La moglie del macellaio, Signora Erminia

  • Scritto da Luisa il 03/11/2021 - 03:05
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       “un po' di crono storia, quella della Signora Erminia devo anche dire che era la prima phiga che vedevo e toccavo da vicino diciassettenne non mi sembrava vero, avevo visto con gli occhi: mamma, Francesca, da bambino qualche compagnia di scuola.  Mentre quello che voglio raccontarvi era la prima che toccavo, vedevo con il volere della proprietaria, dopo di quel fatto è nata una relazione nascosta che dura ancora oggi con tutti i tipi, con il dubbio che sia il secondo figlio di otto e la figlia di cinque anni non abbiano lo stesso dna del marito…….  Ho ventisette anni il lavoro che svolgo mi appassiona, ne vedo, ne tocco molte durante il giorno: piccole, grandi, anziane. Per esser sincero non è stata mamma ad invogliarmi a quella che sarebbe stata la mia professione, bensì la mamma di Giulio compagno dai tempi dall’asilo, dopo che un martedì pomeriggio per colpa non di Giulio ma una complicata situazione familiare ha saltato un appuntamento ed io recatomi a casa sua era bisognosa di aiuto *leggi il capitolo zia Francesca*. Lui mi telefona il giorno dopo scusandosi, se ci possiamo vedere il giovedì, tra di me penso sua mamma gli ha detto qualcosa. Non avendo compiti ed altri impegni, vado da lui, suono il citofono, abbiamo segni particolari per cui non dobbiamo stare a chiedere, zia, mi aspetta sulla porta mi saluta e stranamente mi bacia, rimango basito, in cucina trovo Erminia (una bella donna da sempre nei miei sogni proibiti trent’anni forse alta 1,65/1,70 una terza il seno gonfio di latte, cappelli castani che arrivano sulle spalle) con in braccio il figlioletto Roberto di un mese e mezzo, abita al quinto in ottimi rapporti con Francesca, scesa per chiedere un consiglio, con Giulio parecchie volte siamo andati da Lei a cambiare delle lampadine, o aiutarla con le borse della spesa, ragazzini nulla più, qualche gelato e via a giocare, quando è rimasta incinta passato il primo trimestre è scesa al paese natale Sarno vicino alla suoi. Quel pomeriggio era una sorpresa, come sempre zia con la sua impeccabile gonna a pieghe chiede se voglio bere qualcosa; io un bicchiere d’acqua. Erminia, fa mille altre domande. Finito Giulio di vestirsi mi chiama salutiamo ed usciamo. Solito bar ci sediamo beviamo una birretta, scusandosi si mette a raccontare………... Risalendo sullo scooter una chiamata di zia: ****ho dato il tuo numero alla Erminia, era da lei per chiedere a chi poteva rivolgersi per fare un lavoro delicato, in mattinata era stata al consultorio per una visita di controllo al figlio, e si era informata per un clistere le hanno chiesto uno sproposito, facendomi capire della necessità nella scala abitavo: un OSS uomo ed una praticona la Cesira che non era pulita ed anche lei si faceva pagare,**** mentre per l’OSS era stata quasi obbligata a mettere della finta vegetazione alla ringhiera per evitare sguardi indiscreti. Non avevo rimesso piede sulla moto che ricevo un sms, “chiamami”, non avendo il numero memorizzato l’ho chiamato arrivato a casa: mi risponde. “Franca, mi ha detto di rivolgermi a te, perché avrei bisogno della tua opera, se va bene domani pomeriggio alle 16,30” Io: ok. Da premettere nella telefonata di zia mi ha accennato di cosa avesse bisogno e di portarmi tutto. Puntuale mi presento a casa sua, mi apre sotto, la porta di casa è socchiusa entro e vado in cucina è seduta sulla poltrona in camicia da notte che allatta, mi siedo, “E mi spiega di cosa ha bisogno, ritornata dal paese dopo una settimana non sono ancora andata di corpo, al consultorio l’ostetrica mi hanno consigliato di fare un clistere, e di non prendere altre porcherie”, continuando “Franca ha detto di rivolgermi a te, sempre disponibile anche per le punture” in effetti. Vedere allattare, è sempre stata una bella visione, quante volte ho immaginato di esser io al posto del neonato, ritornato con i piedi per terra, chiedo il necessario, una pentola dove far scaldare l’acqua, lei mi indica lo sportello e provvedo, mentre l’acqua si scalda dalla borsa della farmacia ho preso la sacca ed il sapone. Monto la gomma, e sondino vaginale versato il sapone e l’acqua, finito di allattare si è alzata per far fare il ruttino, mi guardo dove poterlo fare in cucina no, sia per distendersi che attaccare la sacca, idem in camera da letto non avevo l’asta reggi sacca, alla fine optato per la sala tolto un quadro sopra il divano e messo un telo ero pronto, lei mi racconta l’esperienza del parto, mandata a casa si sentiva pungere vicino l’ano quando si lava, con tranquillità “vediamo” mette il bimbo nella culla si appoggia al tavolo allarga le gambe, mi prende la destra e mi guida [io sono diventato rosso ] dove sente pungere “un punto dell’episiotomia la sentenza; per toglierlo una pinzetta da sopracciglia ed una forbicina sterili” lei: sono nel beauty in bagno, mette sul fuoco un pentolino io prese forbicine e pinzette le metto nel pentolino. L’acqua nella sacca era arrivata ad una temperatura ideale, lei con la culla io con l’armamentario ci trasferiamo in sala, si sistema con il sedere bene in vista, si notavano le smagliature, una mia cattiveria vedendole” non dai un la crema per le smagliature? Lei: mio marito no. E da quando ho avuto la certezza di essere incinta non mi ha più toccata. Altro mio affondo (riflettevo* ecco perché ha preso la mano e mia ha fatto toccare la patata*) neanche sesso. Lei: no niente. Infilo i guanti in lattice prendo il tubetto della vaselina ne spremo un po' sull’indice della destra con la sinistra allargo le culatte e infilo spingendomi anche dentro, sentendo il tappo mentre con il medio mi sono infilato davanti, quando fu dentro Erminia stringe le gambe ansimando (era crisi di astinenza). Dopo qualche secondo si rilassa tiro fuori entrambi le dita, il medio aveva la bava come le lumachine, e dopo aver unto il sondino lo metto dietro, apro la farfalla e mi metto ad armeggiare procurandogli un orgasmo. Arrivato all’ultimo quarto di acqua chiedendole di allungare le gambe, ho chiuso leggermente la valvola per rallentare il flusso in modo di evitare di doverla fare stare ferma per aspettare che il tutto ammorbidisse. Finita l’acqua ho tirato fuori il sondino e scappata in bagno a svuotarsi. Quello che è successo in quel bagno ve lo lascio immaginare. Rimesso a posto la sacca pulito la sonda, riappeso il quadro e tolto il telo che serviva in cucina, arriva rilassata con solo addosso il reggiseno e la culla pronta per la seconda operazione, dopo essermi lavato bene le mani, ed aiutato a sistemarsi sul tavolo era per me una visione fino a quel momento visto su qualche foto di giornali porno o qualche video, ero in estasi era a venti centimetri dal mio naso, preso le pinzette ho cercato di tirare il punto per permettere di tagliarlo un leggero sospiro e zac con le forbicine, le uniche mie parole ho finito, si tocca e non lo sente più si tira su e mi affonda la testa nella sua phiga quasi a volermi soffocare, sapeva di Chily, come non poterla leccare mmmmmmmmmmmmmm stava avendo un secondo orgasmo. Mi lascia andare,scende dal tavolo ed indossa uno scamiciato e mi accompagna, sono già sull’uscio che torna indietro prende la borsa e tira fuori 50 euro, questi sono per quello che hai speso in farmacia e un acconto.  E ………………… si continua  

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