"Non ti sembra giunto il momento di scoparla un po'? Non vedi come è bagnata questa troia?" Disse e il marito e la bolognese sussultarono, ma erano entrambi troppo eccitati per tirarsi indietro. Lei si inginocchiò e prese il membro del marito in mano, era davvero duro, lo lecco un po', era bollente. "Tu mettiti a pecorina troia." Disse alla bolognese che ubbedì. "Hai visto che bel culo ha adesso infilale il cazzo dentro porco." La cappella anche se molto grossa entrò facilmente in quel sesso caldo e molto bagnato. "Adesso scopala piano." Ordinò al marito mentre iniziò a stringere le tette della bolognese che erano davvero grosse e tonde. "Ti piace il cazzo di mio marito vero troia?" Le disse e lei rispose di sì ma si capiva che voleva essere scopata più forte.
Questo lo aveva solo immaginato in realtà si era toccata ed era venuta quando dalla cabina affianco aveva visto suo marito che schizzava in faccia, in bocca e sulle tette della bolognese. Erano tutti e tre tornati in spiaggia come se niente fosse, lei aveva scoperto quanto fosse eccitante vedere il membro del marito in un'altra bocca. Quella sera scelse lei il film da vedere e quando ci fu una scena di fellatio si diede da fare con il membro del marito, "allora sono più brava io o la bolognese porco?" Gli aveva chisto prima di spingere la sua cappella in fondo alla sua gola. Decise di punirlo quando lo sentì pronto per venire smise di succhiarglielo, "per oggi hai già dato adesso dormi maiale". Gli aveva detto lasciandolo con il membro palpitante. Poi si tolse le mutandine gliele diede e disse "sborraci sopra porco io vado a farmi una doccia." E si fece una doccia bollente toccandosi e venendo ancora pensando al pompino della bolognese al marito, quegli schizzi di sborra in faccia, se li sentiva addosso. Poi decise di fare un regalo al professore, gli fece un video mentre si toccava e squirtava sul telefonino e glielo mandò, con quello si sarebbe segato fino alla fine delle vacanze.
Si sentiva una donna felice, teneva per le palle, non solo in senso metaforico, due uomini anche se uno spesso la sottometteva, ma in fondo a lei piaceva anche quello. Anzi la cosa che forse la eccitava di più era proprio sapere che il marito aveva sempre, e dico sempre, il cazzo duro per lei. Le bastava pernsare a quello per sentire le mutandine diventare umide. Aveva imparato che non c'era niente di più eccitante dell'eccitazione stessa, il desiderio che diventava denso, e le erezioni del marito erano dei complimenti a suo modo, certo non molto romantici, ma lo erano. Valevano cento belle parole, quella cappella dura che era sempre rivolta verso di lei, quella insistente voglia di aprirla, erano quanto poteva aspirare ogni moglie dopo anni di matrimonio. Poi sapeva che suo marito, se non lo avesse soddisfatto lei, avrebbe portato quelle erezioni altrove, anche se sapeva bene che erano tutte per lei, da prima mattina, a quando si addormentava. Suo marito era ossessionato dal suo corpo, soprattutto dal suo culo, e da come lei gli domava il membro, con le mani con la bocca con il sesso e con il culo. Solo lei lo appagava e lo rendeva sempre pronto all'attenti.
Quel giorno decise di prendersi la prima vendetta, aveva fatto incontrare suo marito con la bolognese apposta. Anche se in realtà aveva pensato di vendicarsi a settembre con il professore di educazione fisica, le capitò una occasione così ghiotta che non fu in grado di resistere. Era una scena in fondo banale, da filmetto porno di bassa lega, ma era anche una cosa assai comoda per chi cercava una scappatella. Il bagnino, che l'aveva spiata quando aveva fatto la doccia nuda, non smetteva di guardarla, e se la trovava a passare senza il marito la fermava sempre con qualche scusa. Lasciò il marito all'ombrellone, con la raccomandazione di non osare più neanche guardare il culo della bolognese, e chiese al bagnino se le portava un gelato, "glielo porto subito all'ombrellone bello grosso signora." Aveva detto lui con il suo accento cantilenante, "no me lo porti in cabina che mi voglio cambiare." Aveva risposto lei. La eccitava che succedesse nello stesso posto dove il giorno prima il marito si era fatto fare un pompino dalla bolognese. Il bagnino bussò, era un ragazzo giovane, non molto alto ma muscoloso e con la pelle cotta dal sole, un viso un poco inespressivo, ma poco le importava del viso. Si fece trovare con il solo pezzo del costume di sotto, come se si stesse cambiando. Lui entrò con il gelato in mano. "Grazie che bel gelatone." disse lei e iniziò a leccarlo in modo esplicito. Il bagnino stava impalato a godersi lo spettacolo, la lingua di lei era davvero una lingua esperta. "E' molto freddo, ci vorrebbe qualcosa di caldo", disse lei avvicinandosi a lui e accarezzando il rigonfiamento del suo costume. Lui non si fece pregare e abbassò il costume tirando fuori il membro, era barzotto, era molto grosso. Iniziò ad alternare una leccata al genato con una leccata alla cappella salata del bagnino, la lingua fredda faceva venire i brividi al bagnino e il suo membro vibrava. Poi passò a succhiare il cono e la cappella con la panna in bocca che si scioglieva al contatto con la pelle bollente di quel membro che le riempiva totalmente la bocca. Il freddo del gelato, il caldo di quel cazzo, il dolce del gelato e il salato di quel membro si mischiavano nella sua bocca, si abbassò il costume e iniziò a toccarsi il clitoride, prima piano, poi sempre più forte. Aveva il sesso gonfio che colava, avrebbe voluto quel membro forte dentro, ma avrebbe aspettato quello del marito. Adesso spalmò il resto del gelato che era avanzato su quella verga congestionata e iniziò a leccarla dalla punta, lungo l'asta alle palle. La sentiva palmpitare e sussultare sotto i colpi della sua lingua, che scorreva veloce dal frenulo avvolgendo la cappella. Lo prese tutto in bocca fino a dove riuscì a infilarlo in gola e poi sentendolo esplodere lo tirò fuori, strinse la cappella con il palmo di una mano si mise a leccare le palle mentre lui si svuotava sulla sua faccia. La coprì tutta di sperma bollente. Lei la assaggiò era amara, ma buona. Lui uscì dalla cabina e lei si guardò allo specchio, suò marito si sarebbe eccitata a vederla tutta schizzata in viso, sì inumidì le dita con un po' di sperma e si toccò il clitoride fino a venire. Non si sentì in colpa anzi, era contenta di aver risposto subito al marito, però poi le venne voglia di essere gentile con lui, e prima di tornare all'hotel passò in un negozio di intimo e prese una giarrettiera e delle calze molto eccitanti. Lo faceva per il marito e un poco anche per il professore, ormai faceva sempre le cose pensando a tutti e due, e far rizzare due membri era più eccitante di uno, anzi il doppio. Si mise un vestito corto e sotto quelle calze che sapeva il marito avrebbe apprezzato, e fu così, lei sparecchiando si chinò in modo da far vedere l'orlo delle calze, e girandosi verso il divano vide il marito già con una erezione evidente. Si tolse il vestito, si mise un grembiule e iniziò a fare i piatti, come se niente fosse poi sentendo il marito alzarsi lo fermò. "Stai seduto sul divano e gurdami mentro sistemo la cucina intanto tiralo fuori e fatti una sega, ma senza venire ci penso io dopo." Il maritò obbedì, lei ogni tanto si girava a guardarlo, aveva il membro durissimi per l'eccitazione, la cappella imponente. Iniziò a bagnarsi ma continuò a fare le faccende lentamente, ogni tanto chinandosi in avanti sul lavallo per mettere ancora più in evidenza la rotondità del suo culo. Poi quandò capì che il marito non resisteva più si avvicino al divano e si appoggiò al tavolino, con le natiche accarezzava la cappella di lui, si spostò le mutandine mostrando il sesso gonfio e succoso, e iniziando ad accare il clitoride. Ogni tanto apriva un poco le labbra con le dita mostrando il sesso pronto per quella cappella dura e voluminosa, ogni tanto infilava un paio di dita dentro per mostrare quanto fosse bagnata. Poi prese il membro di lui in mano e iniziò a strusciarlo sul suo sesso, lo sentiva palmpitare e lo bagnava con i suoi umori, gli stringeva le palle e le accarezzava mentre il suo sesso faceva avanti e indietro sulla sua cappella sempre più congestionata. Il primo schizzo fu così potente che andò sul tavolino, gli altri le coprirono le natiche le mutandine e le calze nuove, era quello che voleva.
Con le calze macchiate dallo sperma del marito si fece un video mentre si toccava per il professore, che nonostante fosse in vacanza con la fidanzata, una bellissima ragazza con delle tette enormi e naturali, sembrava incapace di godere con lei. Per lei era quasi una missione benefica cercare di dargli piacere, sapeva che lui non aspettava ormai altro che le sue fotografie e i suoi video per segarsi e trovare un sollievo. Le sembrava quasi di sentire, oltre a quella del marito, anche la sborra di lui adosso, la sentiva sul culo, sulla figa, sulle tette, in faccia e in bocca. Era lei che lo faceva eccitare e venire, era il suo culo che lui desiderava ogni giorno ed ogni notte, era lei che riusciva a dare un sollievo al suo desiderio. Ogni giorno si svegliava con la certezza che quella sera avrebbe fatto sborrare non uno ma due cazzi, e come e quando voleva lei. Certo c'era sempre una grande differenza da come lo facevano, suo marito pretendendo e il professore aspettando che fosse lei a concedergli qualcosa, qualsiasi cosa. Ma entrambi dipendevano da lei questo era innegabile. Anche se suo marito spesso la sottometteva con forza, imponendogli la durezza del suo cazzo. Era un gioco perveso ma in fondo natuale, entrambi toccavano una parte sensibile del suo corpo e della sua mente, insieme sarebbero stati perfetti e forse lo erano. Fu mentre il marito la prendeva con forza da dietro che pensò che forse in autunno avrebbe potuto metterli insieme dentro il suo corpo, era quello il pensiero che la eccitava di più in fondo. Voleva il cazzo timido del professore in bocca, mentre quello spavaldo del marito le apriva per bene la figa e la faceva colare come solo lui sapeva fare. Certo sapeva che non sarebbe stato facile, ma solo il pensarlo la eccitava moltissimo. Chiuse gli occhi e mentre il marito le schiaffeggiava le natiche infilandole la cappella in fondo al sesso si mise due dita in bocca pensando al membro del professore. Sapeva di essere una donna bella e attraente, ma il fatto di sentire il membro del marito e del professore sempre eretti verso di lei la rendeva sempre più maliziosa. Da "vittima" delle erezioni del marito, aveva trovato il gusto di anticiparle e di provocarle, era con il tempo diventata una "vittima" sempre più consapevole dell'irruenza del marito. Aveva imparato ad apprezzarla e a goderne appieno, per il lato romantico che le era mancato, adesso aveva il professore per sublimarlo. Il professore dal calto suo si era ormai convinto che il corpo perfetto della sua fidanzata fosse quasi inutile, andava bene da ostentare in pubblico, con la dovuta punicizia si intende, ma nell'intimitò era ben poco eccitante. Lui si eccitava e veniva solo pensando alla sua collega, al suo culo sinuoso a come domava il suo membro con le mani e con la bocca.
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