Il mattino seguente, quando Luca e Beatrice arrivano in sala da pranzo, la Signora non c’è e il marito è immerso nella lettura dei giornali. Mezz’ora dopo i due ragazzi si stanno avvicinando alla macchina per tornare in città quando scorgono la Signora che passeggia in giardino, a poca distanza. Beatrice saluta la madre con un bacio a distanza mentre Luca la raggiunge per ringraziarla di persona
“Sandra, noi andiamo. Ti ringrazio molto… Dell’ospitalità. Spero che anche tu abbia gradito…”
“Grazie a te Luca, sei sempre il benvenuto. Fate buon viaggio, a risentirci presto.” tende la mano ma questa volta la presa di Luca è morbida. Lascia la presa accarezzando il dorso della mano con il pollice. La Signora apparentemente non si sottrae al gesto, magari tra qualche giorno la chiamerà.
Qualche giorno dopo Beatrice chiama la madre, dopo i soliti convenevoli, la figlia esordisce
“Oggi ho lasciato Luca”. La Signora impallidisce e rimane muta per qualche istante, sperando in cuor suo che Luca non le abbia raccontato di loro o peggio che sua figlia non abbia assistito… Chiede
“Come mai così all’improvviso? Sembravate così affiatati.”
“In realtà lo volevo lasciare da tempo ma non sapevo come dirglielo. Ieri abbiamo litigato e quindi mi è sembrato il momento giusto”
“E lui come l’ha presa?”
“Francesco dice abbastanza bene”
“E chi è Francesco?”
“Il suo compagno di stanza.”
“Bea, continuo però a non capire, perché hai voluto portarlo a casa per farcelo conoscere se volevi lasciarlo?”
“Te l’ho già detto, mamma: volevo che lo conoscessi. Anche papà lo aveva invitato più volte a cena.”
La Signora passa il resto del pomeriggio a pensare a quella situazione. La sera ne parla col marito che però risponde in modo evasivo
“Era il ragazzo di Bea, lei me ne parlava benissimo, talmente tanto che l’ho preso come stagista. Sono mesi che vivi come una reclusa, mi pareva una buona idea…”
“Ma non ti aveva detto che lo voleva lasciare? So benissimo che Bea ti dice tutto”
“Sì, sì me lo aveva detto, a malincuore…” e si lascia scappare un ghigno ”ma hanno caratteri troppo diversi”
La Signora si sente frastornata. Che marito stronzo! Lui e pure sua figlia, entrambi in combutta contro di lei. Lui conosce bene le sue “debolezze”, la sua è stata sicuramente una provocazione, sapendo che non vede nessuno da mesi. O forse semplicemente volevano cercare di darle svago. In entrambi i casi si sente umiliata e usata, tanto che il giorno dopo inventa una scusa e scappa nella casa al mare per stare un po 'da sola.
Siamo all’inizio di Giugno e nel paese ci sono ancora pochi villeggianti. La Signora sta passeggiando nel centro storico; l’aria frizzante mette la Signora di buon umore, l’avvenimento di quella sera e il litigio col marito sembrano ormai ricordi lontani. Mentre sta comprando della frutta ad un banco, sente qualcuno dietro di lei che a chiama
“Sandra, eccoti finalmente!” E’ Luca. La Signora non risponde e finisce la commissione, poi si gira e dice con il suo classico freddo distacco
“Luca, come mai da queste parti?”. I grandi occhiali da sole mascherano un sincero stupore. Si guarda in giro per verificare che non ci sia Beatrice con lui. Non c’è, sembra solo
“Sono qui con degli amici per il weekend lungo”. Luca mente malissimo e la Signora lo capisce subito ma sta al gioco
“Una incredibile coincidenza. Dove sono i tuoi amici?”. Luca si sofferma ad ammirare la cura nel vestire e la classe che continua a trasmettere quella donna, sia essa in vestaglia a casa o con jeans e scarpe da ginnastica al mercato. Sopprime il desiderio di baciarla in bocca e improvvisa
“Li stavo appunto cercando ma temo di essermi perso. Li raggiungerò più tardi in hotel. Tu sei sola? Hai voglia di bere qualcosa insieme?”. La Signora accetta.
Una volta seduti al tavolo del bar, davanti ad un aperitivo Luca si confessa. Confessa che in fondo non ha sofferto il fatto che Beatrice l’abbia lasciato, anzi è stato quasi un sollievo.
“Con rispetto, Sandra, ma tua figlia è proprio una stronza! Anche se non so bene da chi abbia preso. Tu sei una donna fantastica e tuo marito straordinario e molto affabile. Se la faceva da settimane con un nostro amico ed era talmente stupida da credere che non me ne fossi accorto!”.
“Francesco” la Signora dice istintivamente quel nome che Bea aveva nominato nella sua telefonata di qualche giorno prima
“Sì, lo conosci?” Sandra dice di “no” scuotendo la testa lentamente e poi torna ad ascoltare in silenzio il fiume di parole che escono da quel ragazzo e per la prima volta sente il desiderio di baciarlo. Ha una camicia bianca leggera che mette in evidenza il suo torace. Rivede per un istante il riflesso del suo corpo muscoloso sudato e teso a spingere il suo sesso dentro di lei. Un fremito le scorre lungo il corpo, tanto che è costretta ad accavallare le gambe per controllare il calore che lentamente sta crescendo.
“Qualche giorno dopo il nostro incontro ho chiamato a casa tua con una scusa ma mi hanno detto che non c’eri. Ho dovuto rompere le palle a Bea due giorni per farmi dire dove eri finita… Sono arrivato ieri sera. Stamattina sono andato a casa tua ma eri già uscita. Ed eccomi”
La Signora decide di mettere alla prova il ragazzo
“Non ho capito però cosa vuoi da me”
“Non lo so neanche io. Dopo quella sera non riesco a pensare ad altro. Ti voglio”
“In tanti mi hanno voluta, usata e poi gettata in un angolo, non saresti il primo”
“No, no, non fraintendermi, voglio conoscerti meglio, provo attrazione per te…” Luca è imbarazzatissimo, si rende conto solo in quel momento di aver agito di impulso senza neanche sapere bene il motivo di quel gesto.Vede Sandra alzarsi in silenzio, rimane immobile, probabilmente se ne sta andando. Luca decide di aspettare che si allontani per poi andarsene a sua volta e lasciarla in pace.
La Signora si alza e si dirige al bancone del bar. Parla brevemente con il barista e si fa dare una chiave, quindi apre ed entra in una porta dentro al locale e fa cenno al ragazzo di seguirla. Luca ha l’adrenalina a mille, quasi sotto ipnosi si alza e la segue, appena entra la Signora chiude la porta a chiave. Una decina di persone assistono alla scena ridacchiando e commentando.
La Signora fa sedere il ragazzo in un angolo del magazzino, gli apre la patta dei pantaloni e gli tira fuori il cazzo. Lo manipola quasi fosse un giocattolo, poi gli si inginocchia davanti e lo prende in bocca. Quello della Signora è più un omaggio al cazzo che un pompino: lo lecca con trasporto, percorre con le labbra e la lingua quella lunghissima asta, mordicchia il glande, i testicoli.
Luca rimane estasiato da quel pompino inconsueto e gode. Quando l’asta è in piena erezione la Signora si alza e va a sedersi in un altro angolo del magazzino, si ripassa il rossetto e poi, sempre con gli occhiali da sole addosso, apre la bocca formando una “O” e tira fuori la lingua. Immobile in quella posizione accoglie il glande di Luca. Il ragazzo lo appoggia prima timidamente sulla punta della sua lingua per farlo strisciare fino alla gola. Le labbra della Signora si adattano a quel corpo estraneo che la sta violando, il suo respiro si adatta per permettere al cazzo di poter penetrare più a fondo possibile.
La Signora si fa scopare in bocca. Le mani del ragazzo tengono ferma la testa mentre quell’arnese dal vigore inesauribile entra ed esce dalla sua bocca. In quel momento le sembra impossibile che una cosa così grossa sia potuta entrarle nel culo. Lei si sta facendo usare come l'hanno usata decine di uomini prima ma, malgrado questo, gode, è eccitata tanto da costringersi a non toccarsi.
L’orgasmo di Luca è ancora una volta violento. Fiotti di sperma escono dalla bocca della Signora che tossisce ma poi ingoia tutto.
I due si ricompongono e lasciano il locale. Mentre passeggiano la Signora rompe il silenzio
“Adesso che mi hai avuta, se vuoi puoi andartene”. Il “se” non è casuale, è sessualmente attratta dal ragazzo ma non può dimenticare il modo in cui il lui è entrato nella sua vita. Forse anche quell’incontro è stato pilotato da sua figlia o peggio da suo marito. Luca la guarda e risponde
“Andiamo a casa tua”
La Signora annuisce fingendo, come sempre, indifferenza. In realtà il suo cuore sta battendo all’impazzata. Decide di ignorare come Luca sia entrato nella sua vita e come abbia potuto trovarla. Non le interessa il motivo che spinge questo giovane ad intraprendere una relazione di sesso con una donna più vecchia di venticinque anni: il gusto del suo seme sulle labbra la inebria e lo strofinio dei jeans sulla sua fica peggiora le cose. Da anni non si sentiva così e se il prezzo da pagare è vedere calpestata la propria dignità, beh, ne vale la pena.
Una volta giunti a casa, la Signora getta a terra le borse, gli occhiali e si toglie le scarpe; sbottona lentamente in jeans guardando con malizia il ragazzo. Luca la imita con maldestra fretta, appallottola i vestiti gettandoli in un angolo del soggiorno: è completamente nudo. La Signora ammira il ritrovato vigore del suo cazzo e decide di mostrare la sua eccitazione. Si sfila gli slip e si siede sul divano a gambe aperte. Passa la mano lentamente sul suo sesso sospirando al passaggio delle dita sulle labbra aperte e bagnate.
Luca è nudo davanti a quella splendida donna che si masturba guardandolo. Nessuna donna prima gli aveva confessato in maniera così schietta il proprio desiderio nei suoi confronti. Si avvicina per baciarla in bocca ma lei si sottrae, ripiega quindi sul collo. La Signora si vergogna del suo corpo, Luca lo capisce dal fatto che è rimasta in maglietta e decide di limitarsi ad accarezzare i capezzoli che emergono dal tessuto leggero per poi scendere. Sfiora le labbra, Sandra ha un fremito di piacere e non riesce a trattenere un rumoroso sospiro.
Da oltre un anno un uomo non la toccava “lì”, ora la lingua ruvida di quel ragazzo la sta esplorando senza pudore ed estrae tutto quel piacere sopito da troppo tempo. Non riesce più a trattenere i sospiri di piacere che si fanno sempre più sonori e in fondo non le importa più di niente. Il primo urlo arriva quando la cappella lucida e gonfia la penetra, pochi secondi dopo arriva il primo dirompente orgasmo.
Luca è galvanizzato dall’orgasmo di Sandra. Inizia a scoparla con troppo vigore e la Signora è costretta ad allontanarlo
“Fermati, mi stai facendo male! Ancora non sai gestire quel tuo… Coso!” Si alza e va in bagno.
Quando torna Luca è seduto sul divano che l'aspetta, la sua voglia non è diminuita minimamente. A questo punto il ragazzo si aspetta che lei gli salga sopra a smorzacandela, come fanno tutte. Invece si stende di fianco e lo invita a stendersi a sua volta, dietro di lei.
La Signora lo sente scorrere dentro e fuori di lei, nella vagina, tra le natiche serrate, tra le cosce. Sensazioni nuove che non avrebbe mai pensato di sperimentare in un momento della vita in cui si fa fatica a provare ancora emozioni già vissute. Quel ragazzo pieno di sorprese la bacia, la carezza sotto la maglietta, la scopa con dolcezza e determinazione. Lei accompagna il suo ondeggiare con sapienti movimenti, una sua mano affonda su una natica per addomesticare il movimento al suo piacere. Il piacere, è tutto lì, intorno a quell’asta grossa e dura che la fa sobbalzare ogni volta che lui la spinge dentro di lei, sempre più a fondo. La Signora è sull’orlo del secondo orgasmo. Ad ogni colpo il suo corpo freme e il piacere è sempre più intenso ma non raggiunge l’apice. Una corsa che sembra infinita, una tortura che rimuove gli ultimi freni inibitori. Per la prima volta nella sua vita la Signora urla di piacere reale, non per simulazione
“Mmm! Non ti fermare… Più veloce… Oh sì, ancora”
…E Luca viene dentro la Signora ancora una volta seguito da lei, poco dopo. I due rimangono per lungo tempo in silenzio, abbracciati nella stessa posizione in cui hanno consumato quel rapporto così intenso. La Signora sente il liquido scorrere piacevolmente fuori dal suo corpo e lascia che macchi il divano: in questo modo avrà qualcosa che le ricorderà quel momento. Ad un certo punto si alza e dice senza girarsi verso l’ospite
“Forse è meglio che tu vada”
Luca rimane interdetto. Avrebbe voluto rimanere con lei per la cena e per la notte, invece lo sta trattando come un giocattolo.
“Come vuoi tu. Ti lascio il nome dell’hotel e il numero della stanza.” Sta per proporle un incontro per la cena o qualsiasi altra occasione, poi però preferisce alleggerire la pressione
“Starò in paese fino a domenica sera, mi farebbe molto piacere rivederti…”
La Signora non risponde, entra in bagno e si mette a piangere. Piange per quella esperienza che le fa tremare ancora le gambe, piange per il suo amante-ragazzino, piange perchè dopo tanti anni si è sentita ancora viva.
Luca sente lo scroscio della doccia; si veste e prima di uscire scrive il recapito dell’hotel su un foglietto e lo lascia sopra un mobile in ingresso.
Post New Comment