………………..continuando “Franca ha detto di rivolgermi a te, sempre disponibile anche per le punture” in effetti. Vedere allattare, è sempre stata una bella visione……………………….
Purtroppo il mio sogno non si era avverato, le prime volte la incontravo abbassava lo sguardo per terra, altre volte quando la incrociavo in ascensore che andavo da Giulio lei diventava rossa come un peperone, Erminia non ebbe bisogno del mio aiuto, il tempo scorreva Roberto cresceva ha otto mesi, la ricordavo con la carrozzina, poi il passeggino e lui che iniziava ad affacciarsi al mondo intorno i primi gridolini, gli strilli, sorridente, (rispecchiava quello che si leggeva su alcuni forum sullo stato femminile durante l’allattamento, e quello che si era detto durante le prime lezioni al corso). ……………………………… Fino ad un pomeriggio che, finito compiti e commissioni, ero nel box a divertirmi, uno squillo del cellulare penso ai soliti rompiscatole, no !! era Franca, “Ciao, hai impegni? Puoi venire?” …io: Arrivo, tempo di chiudere il box via con il motorino. Premo il tasto del citofono, risponde e sotto sotto un verso di un bambino, l’ascensore è occupato salgo le scale arrivo con l’affanno, lei in cucina, ha in braccio Roberto il figlio di Erminia, la mia domanda: cosa è successo. Sua mamma non riesce da dieci giorni ti ho già preparato quello che serve, (sul tavolo trovo l’attrezzatura, una bottiglia con acqua e camomilla), prendo il tutto e salgo, ha lasciato la chiave, entro chiedo permesso esce dal bagno con un asciugamano in mano, l’esclamazione per fortuna che sei qua, io; potevi chiamarmi senza aspettare, la sua risposta: non mi osavo. Indossa uno scamiciato a righe bianche e blu con delle ancore disegnate, chiuso all’altezza seno da due bottoni, ed altri due aperti che lasciano vedere il reggiseno bianco da allattamento, ci mettiamo in sala sistema l’asciugamano che aveva in mano, tolgo il quadro per appendere il contenitore di vetro di Franca e verso il contenuto ancora caldo, chiedo la cannula da applicare per prenderla nell’ultimo cassetto del mobile si piega a novanta gradi mettendo in mostra sedere e ……. che ormai vestita di un pelo riccio nero, mi porge il tubetto del gel. Mentre preparo, si toglie quello che può chiamarsi vestito, rimane in reggiseno, e si distende sul divano, lubrifico bene la cannula e rosellina (aveva dei piccoli taglietti quasi impercettibili dovuti forse agli sforzi per ……… )con la sinistra apro la culatta chiedo di fare un bel respiro, ed infilo la sona nei primi quattro/cinque centimetri entra con difficoltà, cercando un possibile varco la ruoto per permettere al liquido di entrare, si eccita con la scusa di massaggiarsi la pancia, si masturba si accorge, mi viene spontaneo chiederle quando non ha un rapporto mi risponde che la sera precedente, senza soddisfazione da parte sua, rimanendo a becco asciutto e la gigia reclamava, io con la mano destra sondino inserito massaggio il culo, Erminia è una delle poche donne che desideravo, avrei fatto carte false per averla tra le mie mani. Si fidata, fin da quando rientrata a casa quando era stato per togliere quel punto dimenticato, tra una chiacchera ed un massaggio, non penso che al momento non guardando la sacca fosse sceso un litro di acqua mi chiede di chiudere e di poter andare in bagno, cerco di trattenerla non resiste, tirandola fuori lei è scappata di corsa in bagno, osservando quanta acqua era entrata penso che potesse bastare, dal bagno arrivavano strani rumori, affacciandomi sulla porta mi guarda non arrabbiata che la osservavo, con la mia faccia di bronzo:” ti ho visto il sedere, ti ho visto la gigia, allattare, hai paura che ti mangio ?”. Lei, no assolutamente, non mi aveva mai vista nessuno seduta in bagno, non ti devi preoccupare, non sei la prima e neanche l’ultima. Lei si è rasserenata. [effettivamente escluso mamma, neanche da contare] era veramente la prima, dovevo bleffare, ed è un bleffo che poi mi è tornato molto, ma molto utile, Chiede se ho fretta, perché vuole farsi una doccia, tranquilla visto che Roberto e con Franca, io dico di no, e scherzando: vuoi che ti lavo la schiena non me lo fa ripetere due volte; Volentieri dice lei, lavo ed asciugo. Mentre si riveste metto in borsa l’attrezzatura per Francesca e scendiamo. Nel tratto tra il quinto ed il secondo piano, ci siamo messi la lingua in bocca come due ragazzini. Comunque l’avventura continua.
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