Mentre ritorno a casa rispondo al cellulare, Anna che mi informa che Marina ci ha invitato a mangiare la pizza a casa loro un altro anno è trascorso, la pizza a casa loro è una tradizione da quando ci frequentiamo con Anna, solitamente era un preludio ad un piacere o per sdebitarsi per una medicazione a Mattia, una serie di iniezioni a Tommaso ma mai un operato su Marina una bella signora capelli castano chiari 1,65 per 70 kili una 3^ abbondante di tutto. Strada facendo immaginavo la richiesta. Contatto Simona per la medicazione, mi risponde Greta ” è in doccia” gli suggerisce “digli di venire”. Io- mi dirigo da lei, cancelletto aperto porta della cucina anche, entro chiudo, la trovo in accappatoio dietro ai fornelli a preparare la cena, Greta nella sua stanzetta che gioca, la saluto con un bacio sulla bocca facendo attenzione, gli attrezzi sul tavolo, preparo vedendomi non fa altro che alzarsi l’accappatoio e si appoggia a 90° al tavolo allargo le gambe, ungo il buchino arrossato un goccio di crema sul sondino inserisco, e spunta Greta “mamma stai facendo” Simona “Greta, aiuta Piero prendi la garza e passagliela” la bimba ubbidisce ho finito e prendo dalle mani di Greta la garza per chiudere. Lei si alza e la prende in braccio spiegandogli che le fa male la pancia, sistemo il tutto con Greta in braccio mi apre la porta e mi saluta con un arrivederci al giorno dopo. Marina e consorte come consuetudine si concedono una settimana di pausa ferie. Prima di andare, passo da Giovanna a comprare un cabaret di paste, per non arrivare a mani vuote, mi viene ad aprire Mattia mi aspettano per cenare mentre ceniamo ci comunicano che sono due le settimane di ferie. Finito il padre esce per un torneo al biliardo nel bar sotto casa, Mattia e Marco vanno in camera a giocare con la Play. Rimaniamo in cucina si chiacchera Elisa inizia l’università, mi sembrava di leggere qualcosa nella testa di Marina, io stavo aspettando il fatal momento; Anna comunica che sarebbe meglio chiudere il nostro rapporto, perché come sospettavo frequenta un altro uomo decisamente questa doccia fredda non l’aspettavo adesso. Accetto e non discuto, Marina vuole far da paciere nulla purtroppo età diverse, mesto con la coda in mezzo alle gambe da cane bastonato, saluto la padrona di casa, i ragazzi che giocano davanti al televisore, Elisa si alza Lei mi accompagna mentre aspetto l’ascensore mi abbraccia e sussurra qualcosa all’orecchio sinceramente non capisco. Quando arrivo a casa mi infilo nel letto, rammaricato ero nell’addormentarmi quando mi arriva un messaggio: <hai capito cosa ti ho detto quando sei salito in ascensore?>. Rispondo, -<no>, dopo qualche minuto…………. Sono caduto nelle braccia di Morfeo. Al mattino dopo esser suonata la sveglia visto che non mi alzavo mia mamma è venuta in camera, guardando il cellulare più nessun messaggio, vedendomi: Vi siete lasciati. La mia risposta: Si, mi ha lasciato. Anche dalla sua faccia non prometteva nulla di buono. <da un qualche giorno che lo aspettavo, mi dispiace>. Mi alzo, e vesto dopo colazione mi avvio in ambulatorio, ri-caffè al bar davanti alla porta due Signore sulla sessantina vestite tutto in rosso abito sembrano due sorelle gemelle, apro la porta la prima entra si guarda attorno. Con indifferenza, mi chiede dov’è andata la Levatrice che solitamente trovava, le comunico che vista l’età ha chiesto il pensionamento. Senza batter ciglio mi consegna l’invio, la solita compilazione dei fogli, e firma per la privacy. Rosa 57 anni, terza abbondante di taglia sposata due figli, nonna. Donna imprenditrice, va dietro il paravento toglie il vestito e mutandine, si posiziona sulla sedia, il mio intervento è per avvicinarla, i segni lasciano intuire l’uso del filo interdentale, cosce e labbra infiammate, depilata, impossibile dialogare è sempre al telefono. Eseguo il prelievo, palpo, la pancia riesco a capire se la parte toccata fa male dalla faccia, mi comporto da bastardo per la poca considerazione nei miei confronti, su un guanto uno strato di gel infilo un dito e poi due nell’ano. Uno sguardo che sembra fulminarmi. Dopo essermi divertito tra girare e cercare eventuali fecalomi, ragadi ed emorroidi dico di rivestirsi. Le uniche mie parole a posto dietro, si alza si riveste e viene a sedersi la informo visitandola che dovrebbe indossare delle mutandine di cotone e non depilarsi. Ci salutiamo e l’accompagno con un arrivederci, avvisandola che gli esami gli venivano spediti a casa. Uscendo entra la seconda signora, visibilmente scossa della presenza maschile nello studio, sedendosi obbietta qualcosa < non sapevo, non sono stata informata, mi trovo a disagio>, mentre parlava cercavo di farmi un idea, la prima mia risposta <Signora nell’invio c’è scritto che il prelievo può essere effettuato da operatore qualificato/a, è libera di decidere da sola>, non volevo lasciarla andar via era più giovane della precedente più carina più alta. <se non vuole, nessuno la obbliga però io devo scrivere perché del rifiuto > Non potevo obbligare nessuno, la decisione è esclusivamente sua. A parlare ci siamo stati mezzora buona, e che avrebbe potuto trovare in un altro consultorio un uomo. la signora era convinta < chiede cosa mi serve> io < tessera sanitaria ed invito> dalla borsa prende entrambi, inserisco la tessera nel bancomat e mi si apre la sua sul pc, Marinella R…, 46 anni di Brescia nubile aggiornata solo qualche visita dal medico di famiglia, per raffreddori e mal di gola, nessun anticoncezionale o una visita preventiva. Professione impiegata amministrativa. Insieme compiliamo la cartella personale, mai sposata per far crescere i figli di sua sorella morta con il marito in un incidente stradale, mi racconta come ha fatto venire grandi i due nipoti con l’aiuto dei genitori sia suoi che del cognato. ha convissuto con un uomo più grande fino al tragico evento. Finita la compilazione della scheda, stampo la parte relativa alla privacy ne consegno copia, le chiedo di prepararsi alla visita. Guardandola alzarsi ha un bel corpo il vestito dona, vuole andare in bagno lo indico, fermo la porta, mi lavo esce dal bagno appoggia il vestito sulla sedia, rimane in intimo di pizzo bianco e toglie i sandali prima di rimanere senza nulla le chiedo si salire sulla bilancia, peso 63,5 kg ed altezza 1,65 durante la visita per stemperare quando ha avuto l’ultimo rapporto quello vaginale da dieci anni abbondanti, anale non ha mai provato. Avvicinandomi il corpo profumava di vaniglia, qualche pelo spunta dagli elastici della mutandina, gambe e corpo si seta. Iniziando via il reggiseno una bella terza con due bei capezzoli, prima la destra poi la sinistra si morde le labbra conoscendo il punto debole nella stragrande maggioranza del gentil sesso, mi soffermo a massaggiarli, voleva contenersi stava godendo. Tutto ok. La invito a rimetterlo e togliersi le mutandine, girandosi di spalle le toglie, si sistema sul lettino, palpo la pancia anche l’appendice, un leggero sussulto di dolore, ed inizio dall’esterno le labbra piccole e grandi senza un segno di rossore allargo ed inserisco lo speculum la cervice di una diciottenne prelevo i due campioni da strisciare sul vetrino, vedo delle punte rossastre all’interno della cavità vaginale. niente di grave, propongo una visita da effettuarsi calma, dopo l’applicazione di dieci giorni di pomata, poi la parte dolente l’esame anale <devo>…si, cerco di esser delicato nell’ampolla residui. finisco si riveste e l’aspetto seduto finendo di compilare la scheda comunico che riceverà i risultati direttamente a casa e lascio il mio numero di telefono consigliandola di dedicare un più tempo per Lei accetterà? L’accompagno alla porta guardandola allontanarsi. Entrano due donne madre e figlia giovani entrambi, la figlia ventenne un paio di leggins Scozzesi si siedono, inizia a parlare la mamma, per non incorrere di qualcosa di indesiderato vorrebbe una prevenzione per la figlia, chiedo se già avuto qualche rapporto, anche se la mano sul fuoco non la metto la figlia dice di no. Pillola, preservativo, cerotto, anello, IUD, puntura. Giorgia la figlia sembra interessata alla puntura, Continuando bisognava mettere in conto il tempo, la mamma punta sulla spirale che consiglio, anche per il tempo di durata fino a dieci anni, essendo giovane fa al caso suo, serviva un esame del sangue e la valutazione del gyne. Prescrivo gli esami da fare e di rivederci nei giorni a seguire. Ormai mezzogiorno aspettavo qualche minuto per non fiondarmi in mensa, nella saletta di attesa, ancora una persona non riconosco Elisa, borsa Tua di Braccialini con tanti cuori multicolori cuciti, gonna altezza ginocchio una maglietta mezze maniche. La chiamo entriamo faccio i complimenti per la borsa il vestito faceva di Lei un’altra persona abituato a vederla in tuta o qualche volta in pigiama. Seduta “chiede se sono rimasto male ieri sera,” ai una domanda di riserva, decisamente non bene, tralasciamo. Elisa 21 anni tra pochi gironi, occhi castani che parlano Devo dire me lo aspettavo, dalla borsa prende un pacchetto me lo porge, “mamma c’è rimasta male ieri sera, e poi ci siamo dimenticati” sono partiti per le ferie. (sotto sotto mi fregavo le mani,) scarto il pacchetto regalo e preparo l’iniezione, dischetto imbevuto nell’alcool e sono pronto, si butta letteralmente addosso, la sua bocca cerca la mia le lingue si intrecciamo minuti interminabili, ci interrompe il suo telefonino: la nonna se va da Lei a pranzare risponde di no. Ci sussurriamo parole dolci, sono tre anni che aspetto, anche io la mia risposta. Lei rammenta la prima in presenza di Anna, e sempre in presenza di altri occhi questa volta soli; si distende sul lettino, tiro su la gonna abbasso le mutandine rosa. Distesa uno spettacolo che aspettavo da quando feci la prima puntura allora diciasettenne, il buchino rosa la patata, come la tocco con il dischetto il freddo dell’alcool si irrigidisce, “rilassa il muscolo il mio ordine” un leggero pizzicotto e l’ago entra, lo affondo ed inietto estraggo e massaggio, si gira ho finito. Tiro su le mutandine l’aiuto ad alzarsi, mi cinge da dietro e mi bacia bussano, va ad aprire mentre io sistemo il lettino, e la scatola delle fiale entra una coppia di coniugi sulla cinquantina lei sessantina lui, la Signora ha in mano un pacchetto ritirato dalla farmacia interna di Terzihinan, mi hanno indirizzato dal quarto piano e prendere accordi per la cura. Certamente (il prodotto e le sue applicazioni erano stati illustrati durante la scuola), la terapia durava dieci giorni Maddalena il nome della Signora inizia subito, faccio presente che per almeno quindici minuti deve stare sdraiata, il marito in soggezione esce e dialoga con Elisa. Indossa un vestito con una leggera scollatura con foglie stampate senza calze abbronzata senza farsi molti problemi lo toglie rimanendo in camicietta verde e culotte abbinate al vestito, scarto la candela e la immergo nell’acqua si sistema sulla sedia, ben curata pelo corto profuma di Chilly con la sinistra allargo le labbra, ed infilo non posso che ammirare il suo corpo senza un filo di cellulite. Toglie le gambe dalle staffe e ci accordiamo per continuare nei giorni a seguire è giovedì il problema è il sabato e domenica, sono disponibilissimo per recarmi a casa. Lascio il mio numero. Scende si riveste ed usciamo. Ormai quasi le tredici con Elisa andiamo alla mensa, un veloce giro al self-service e ci sediamo, unici due posti liberi erano al tavolo del Dott.Renzo (mio tutore) e della Dott.sa Sara, presento Elisa come amica [Renzo era a conoscenza della mia relazione con Anna, non però che era finita].la Dott.si informa se è venuta la Signora in verde, confermo trattala bene che è riconoscente. Pranzando sia il Dottore che Lei mi chiedono se voglio andare in Reparto, la mia risposta per adesso preferirei restare dove sono. Finito di pranzare, mi riaccompagna in ambulatorio, con un arrivederci in serata. Da tre anni ho lei in testa, ed essendo libero, non volevo perderla devo anche accertarmi che non sia gelosa. Il mio pomeriggio vola, Mavi che viene per la terapia. La telefonata di Simona che è libera, se voglio passare prima di rincasare sono tutti tasselli per una ottima serata.
Il resto alla prossimo giro
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