(tratto, come gli altri racconti della serie, dal romanzo "La Signora" di Massimo Nilaz)
La Signora si sveglia in tarda mattinata. Le fanno male tutti i muscoli, non è più una ragazzina e certe performance si pagano, soprattutto se non le pratichi da molto tempo. Il corpo di quel ragazzo le sta facendo perdere la ragione. Passa in rassegna tutte le storie importanti della sua vita. Luca è il più giovane in assoluto, gli altri sono stati tutti coetanei o al massimo più giovani di qualche anno. Luca quindi, ancora Luca, le sensazioni della notte passata fanno eco al nome che ripete nella mente. La Signora si alza dal letto e si prepara ad andare a fare colazione con una nuova, ritrovata energia.
Quando Luca passa in hotel dopo pranzo, trova un messaggio per lui in reception.
“Vediamoci al solito ristorante questa sera alle 20:00. Vesti elegante. S.”.
Luca entra nel panico: non ha con sé un vestito elegante, non da sera, perlomeno. A pensarci meglio non ha mai avuto vestiti eleganti. Inoltre non ha i soldi per rimediarne uno in così poco tempo. Decide così di attrezzarsi alla peggio con quello che ha. Indossa un paio di pantaloni chiari e una camicia bianca in lino con collo alla coreana. Si fionda quindi dentro il primo negozio di abbigliamento per comprare una giacca economica.
Arriva al ristorante con un quarto d’ora di anticipo e scorge Sandra seduta al bar che parla con un uomo. È seduta su uno sgabello con le gambe accavallate. I capelli sono raccolti e fanno risaltare il suo viso tondo e armonioso; solo chi la conosce da anni potrebbe notare che la Signora ha preso qualche chilo di troppo. Un ciuffo riccio sbarazzino copre una porzione del viso e le dona freschezza. Il vestito azzurro che fascia il corpo fino al ginocchio è sobrio e le sta benissimo. I sandali tacco dieci con plateau dello stesso colore del vestito imprigionano i piedi con un gioco di lacci intrecciati.
La Signora sta parlando per ammazzare il tempo con un tizio che sta cercando di rimorchiarla quando vede arrivare il ragazzo. Nota con un certo disappunto che si è vestito stile “Miami Vice”. Il vestito gli sta bene, con un corpo del genere sarebbe difficile trovare qualcosa che non gli doni, ma il modo in cui si muove, i suoi modi impacciati lo fanno sembrare ancora più giovane. La donna si pente di aver fatto una proposta del genere, soprattutto in un luogo così affollato. Ha tolto la fede, ma in ogni caso la conoscono in molti e suo marito, sempre alla ricerca di consensi per motivi politici, non ha certo bisogno di finire invischiato in uno scandalo sessuale. Alla fine decide di improvvisare, fa un cenno a Luca e lo presenta all’uomo.
«Ciao Luca, eccoti». Si alza e lo bacia sulla guancia.
Con quei sandali, Sandra arriva quasi all’altezza del suo mento, Luca ricambia il saluto.
«Ti presento…»
«Mauro, piacere» interviene l’uomo facendo finta di ignorare il vuoto di memoria della Signora.
«Mauro, certo. Lui è Luca, il fidanzato di mia figlia.» Luca dà una rapida occhiata a Sandra che ricambia con un’espressione più che eloquente: sta al gioco.
«Piacere» i due si danno la mano.
Mauro è il classico uomo di mezza età in fuga da una vita matrimoniale che sembra una locomotiva che corre su un binario dritto verso un abisso. Stava aspettando la moglie per cenare quando una magnifica donna si è seduta di fianco a lui al bar. Sandra, questo il nome con cui si è presentata, ha un viso familiare. Mauro parla e ascolta continuando a chiedersi invano dove può averla vista. È una donna di classe che sta cercando avventure: pur avendo tolto la fede, il segno è rimasto ben evidente sull’anulare e questo lo galvanizza. L’adrenalina raggiunge l’apice quando scopre che il suo ospite per la cena è il ragazzo di sua figlia e non un amante. Nel salutarla decide quindi di proporsi per un aperitivo per uno dei prossimi giorni. La Signora annuisce e si avvia verso il tavolo. Mauro guarda il movimento fluido di quel corpo che sembra quasi sfilare lungo la stanza e dentro di lui prende forma una certezza: quella notte scoperà sua moglie pensando a lei.
La Signora si sente come una ragazzina al primo appuntamento. Sbircia oltre il menù e si chiede come sia possibile che il suo commensale la ecciti così tanto. Sente il perizoma fradicio di umori e fatica a modulare la voce per non far trapelare l’emozione. Vede che anche lui è nervoso, ha tentato più volte di iniziare una conversazione chiedendo cose su di lei, ma la Signora non ha voglia di parlare di se stessa, così gli chiede ancora una volta dettagli su come ha conosciuto Beatrice, sua figlia, e dello stage nell’azienda di suo marito. Almeno così può far finta di ascoltarlo e pensare ad altro.
Luca è nervoso. E quando è nervoso, parla. Le racconta dell’università e della tesi di laurea su cui sta lavorando. Rimane generico sul fatto di aver conosciuto Bea a una festa e di averla portata a letto dieci minuti dopo essersi presentato… insieme ad altri tre amici. Racconta di aver sempre saputo che sua figlia ha relazioni contemporanee con più ragazzi. Tralascia però che le relazioni molte volte le aveva, oltre che nello stesso momento, anche nello stesso posto. Lo stage nell’azienda del marito? Un caso fortuito che Bea sapesse che l’azienda del padre fosse disponibile a erogare stage, meno casuale il fatto che Luca abbia voluto conoscere la ragazza proprio per arrivare al padre e quindi al lavoro. Mentre parla, guarda la donna e capisce che non lo sta ascoltando; in un altra situazione questo lo avrebbe scocciato, adesso invece prova sollievo: può parlare senza prestare estrema attenzione a cosa dice.
La Signora si guarda in giro. Il ristorante è poco affollato, qualche tavolo più in là c’è l’uomo conosciuto poco prima al bar. È in compagnia di una donna sulla quarantina che sta leggendo un opuscolo, lui invece guarda nella sua direzione sorridendo. Torna a prestare attenzione al ragazzo e coglie al volo una sua frase per chiedere.
«Cosa ti ha detto di me Beatrice? Non ho ancora capito come mai ti ha invitato a casa se tra voi era già finita.»
«Beatrice mi ha sempre parlato benissimo di voi» la Signora fa un gesto con la mano e ripete la domanda.
«Andiamo, dai. La verità.»
Luca sorride e afferma cercando di imitare la figlia.
«Che spesso sembra tu abbia un bastone nel culo.»
La Signora viene presa in contropiede dal modo diretto in cui lo dice.
«E tu cosa pensi?»
Luca rimane in silenzio qualche secondo poi decide di eludere la domanda spostando la discussione su temi più caldi. Si avvicina alla commensale e sussurra.
«Che non lo avevi fino a che non mi hai conosciuto.»
La Signora spalanca gli occhi verdi, poi scoppia a ridere seguito a ruota dal ragazzo.
Rimangono a guardarsi e a ridere per qualche minuto, poi Luca incalza.
«… e mi piace quando ce l’hai. Tu?»
La Signora nasconde per un attimo una mano sotto il tavolo, poi la porge a Luca.
«Non penso ad altro.»
Luca accarezza la mano della Signora e apprezza gli umori che imbrattano le dita.
«Indossi ancora il vibratore?»
La Signora lo guarda storto.
«Si sentiva così tanto?»
Luca fa un cenno di assenso.
«È stato come scopare in tre.»
All’inizio Luca non capiva cosa fosse quella cosa dura che percepiva attraverso il sottile lembo di carne che lo separava dalla vagina della Signora. Durante la pompata aveva iniziato a percepire le vibrazioni e aveva capito.
«A quanto pare sei un ragazzo che ha già fatto un sacco di esperienze.»
Luca annuisce una seconda volta evitando di dire che quelle erano le esperienze che faceva con sua figlia.
«Non mi hai risposto però. Adesso lo stai indossando?»
La Signora fa un cenno di “no”.
«Il perizoma però è lo stesso di quella sera. E sono già pronta.»
Le gira la testa, quella discussione la sta eccitando a livelli insopportabili. Stringe le gambe per soffocare quel calore che sente, se fosse a casa… se non ci fosse gente, si concederebbe all’istante. Adesso però non può, deve contenersi.
«Sei stupenda, vorrei leccarti tutta. Hai messo un bustino senza reggiseno. Ti eccita il contatto della stoffa sui capezzoli? Sono turgidi, vorrei strizzarteli.»
La Signora deglutisce e inumidisce le labbra con la lingua. Si sta sciogliendo come una scolaretta, deve rimanere lucida, ma suo malgrado risponde.
«Mi eccita anche l’aria. Da quando ti ho incontrato, non voglio altro…»
«Che cosa vuoi? Voglio che tu me lo dica.»
«Ti voglio dentro di me, a fondo» sospira «quando si gonfia. È duro, è dolce» si passa ancora la lingua tra le labbra.
«Lo vorresti in bocca adesso, di’ la verità. Ti piace il sapore del mio sperma?»
Lei abbassa la testa e annuisce, le mani sono giunte tra le gambe sotto il tavolo. Luca continua.
«E poi dall’altra parte. Fino in fondo.»
La donna ha una contrazione tra le gambe.
«Adoro allargarti… entrarti dentro e poi spingere ancora e ancora, fino in fondo. Hai un culo stupendo, da vera…»
Sandra alza il viso, i suoi occhi verdi si fondono con i suoi in uno sguardo di disapprovazione. Luca capisce che sta esagerando e si zittisce. Una gamba accarezza quelle nude della donna.
Le mani di lei sotto il tavolo si fanno strada sotto la gonna, si guarda in giro per assicurarsi che nessuno la stia guardando.
Mauro non crede ai suoi occhi, Sandra si sta masturbando! Chissà cosa si sta dicendo con quel ragazzo. Quella donna deve essere proprio una gran troia, uno dei prossimi giorni deve trovare il modo di avvicinarla. Sta per alzarsi e, con la scusa di andare in bagno, passare vicino al tavolo, ma in quell’istante anche la coppia si alza, paga il conto, esce.
Mezz’ora dopo il viso della Signora è schiacciato sul piano della tavola della cucina. Sta ansimando. È piegata in avanti, il busto appoggiato sulla tavola, la gonna alzata fino ai fianchi, le gambe divaricate. Non può muoversi e non lo desidera, il ragazzo dietro di lei la domina con vigore. Sente i testicoli di Luca che sbattono a intervalli regolari contro le labbra schiuse e vogliose. L’agonia del piacere che prova è insopportabile. Luca la sta impalando ancora una volta in modo deciso, lei si sente piena e usata.
Un vicino di casa avrebbe sentito le sue urla e lo sbattere ritmato della tavola sulla parete della cucina, un uomo e una donna che sfogano desideri repressi da troppo tempo.
Luca la sta scopando al limite della lucidità mentale, più sente la donna urlare e più profondo è il colpo che infligge: secco, deciso, regolare, inesorabile. La Signora si allarga con lo stesso ritmo per attendere la penetrazione, stringe per godere al massimo del suo passaggio.
Qualcosa di caldo sta bagnando le gambe di Luca, più tardi si accorgerà che durante l’amplesso la Signora ha squirtato. L’orgasmo di Luca è lungo e spasmodico, poi si accascia sul pavimento. Lei rimane nella stessa posizione della scopata e raggiunge l’orgasmo masturbandosi.
Fanno la doccia insieme, il desiderio animale si è placato e adesso si scambiano carezze e baci. Sandra concede le sue labbra a quelle del ragazzo. È felice di costatare che Luca ci sa fare con la lingua anche quando bacia sulla bocca. Si spostano in stanza da letto, dove i due amanti proseguono a esplorare i rispettivi corpi. Il loro amplesso continuerà per tutta la notte.
(tratto, come gli altri racconti della serie, dal romanzo "La Signora" di Massimo Nilaz)
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