La storia della mia famiglia - 02 - Una spiegazione figa: l'inizio

  • Scritto da Indy il 06/11/2021 - 15:11
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Benvenuti a questo secondo capitolo. Spero che il primo vi sia piaciuto.

La storia che andrò a raccontare è una storia puramente inventata. I fatti e gli avvenimenti non sono reali. L'unica cosa di reale che c'è sono i luoghi in cui il racconto è ambientato. 

Grazie mille per la vostra attenzione e buona lettura. 

 


 

La mattina dopo mi ero svegliato presto, e senza fare rumore, con mille pensieri in testa mi ero diretto verso la cucina sperando di fare colazione in tranquillità. Eppure appena entrato vidi mia sorella e mia madre che erano arrivate prima di me e che erano intente a mangiare mentre parlottavano animatamente tra di loro.

Eppure quando entrai calò di colpo il silenzio.

Per rompere il silenzio che si era creato borbottai un buongiorno, quasi biascicato, presi una tazza dalla credenza e mi versai un po’ di caffè che loro avevano preparato, aggiungendo chili di zucchero per coprire il gusto amaro. Nel frattempo mia madre si era alzata ed era uscita dalla cucina lanciando occhiate furtive verso Anna a me.
 
Cosa avevano da guardarsi così solo dio lo sapeva.

E poi venne la risposta. O meglio una domanda, stupida, a bruciapelo, e quella fu la risposta. Almeno una parte di essa, che mi fece andare il caffè per traverso e sgranare gli occhi.

-Allora ti è piaciuto lo spettacolo di ieri sera? Ti sei divertito?

Non sapevo cosa dire. A lei intendo. A mia sorella, l’unica timida e insicura della famiglia. O forse mi sbagliavo?

La guardai allora come se avesse detto la cosa più assurda e facendo finta di nulla me ne andai.

-Sai che sei strana? Non so assolutamente di cosa stai parlando. Ora se non ti dispiace vado a cambiarmi che ho altro da fare che ascoltare le tue stupidaggini.
Le risposi.

Poi senza aspettare la sua risposta me ne andai a lavarmi e poi a vestirmi.

Una volta pronto uscii di casa e con calma mi diressi all’università. A piedi. Almeno mi sarei calmato un po’.

Eppure continuavo a pensare e a ripensare a cosa avesse detto Anna.

Non combinai molto durante le lezioni e quando finirono cercai di prendere la strada più lunga prima di tornare a casa.

Quando entrai, sembrava tutto tranquillo. Ma le voci tornarono dentro la mia testa. Eppure erano così vivide finché non divennero reali appena mi avvicinai alla camera dei miei.

La porta era aperta, spalancata. E li vidi loro due a scopare come ricci. Mamma era sopra papà che la prendeva a gran colpi squassando la sua figa mentre lei godeva come una pazza, passandosi di tanto in tanto la lingua sulle labbra.

Poi come la notte precedente lei aprì gli occhi, e mi fissò mentre un sorriso affiorava sulle sue labbra.

Inconsciamente indietreggiai ma fui bloccato da un muro dietro alle mie spalle. Sorpreso mi girai, sbattendo contro Anna mentre mia madre si alzava dal letto.

Erano nudi, tutti e tre che mi guardavano, sorridendo, e più lo facevano più mi sentivo confuso.

-Siete tutti matti?!
Urlai con quanto fiato avevo. Senza poi aspettare alcuna risposta cercai di andarmene.

Mia sorella fu però più veloce di me, e come se nulla fosse, repentina, mi prese la testa tra le sue mani e mi bacio ficcandomi la lingua in bocca.

Non so come mai, ma questo mi aiutò a calmarmi.

Mentre le nostre lingue giocavano senti altre due mani che mi toccavano, partendo dal petto, per poi scendere sempre più giù, fino a raggiungere il cazzo che ormai stava scoppiando nei pantaloni. E così senza rendermene conto iniziai a partecipare pure io, dando inizio a qualcosa che non sapevo se ero in grado di fermare.

Se mia sorella era stata in grado di baciarmi e mia madre, perché di lei si trattava, di toccarmi il cazzo perché non potevo fare pure io? E così prendendo il coraggio a due mani, queste le posai una su una zinna di Anna mentre con l'altra cinsi da dietro il culo di mamma così da essere abbracciato come in un sandwich. E iniziai a palparle.

D'altro canto mi staccai dal bacio con mia sorella solo il tempo di prendere un po' di fiato e aprii gli occhi.

Mia sorella era là, davanti a me che mi sorrideva ancora. E poi poi lo vidi. Lui, il caposaldo della nostra famiglia, mio padre che dietro di lei le baciava il collo e la schiena.

Ci staccammo da quell'abbraccio e mentre mia madra mi prendeva tra le sue braccia mio padre accompagnava mia sorella sul letto.

-Guardali...
Mi sussurro all'orecchio mordendo poi delicatamente un lobo e iniziando a spogliarmi.

Quando fui nudo, con il cazzo duro, me lo prese in mano e mi condusse sulla poltrona che stava di fronte al letto, si sedette e mi fece accomodare insieme a lei tra le sue gambe aperte. E poi iniziò a segarmi dolccemente mentre eravamo tutti e due rivolti verso il letto, con me seduto su una sua gamba.

Mio padre aveva fatto distendere la figlia sulla schiena e dopo averle aperto le gambe aveva iniziato a leccarle la figa.

-Lecca porco depravato.
Gli diceva, e lo incitava a farlo accarezzandogli i capelli e scosciandosi più che poteva mentre inarcava la shiena e si accarezzava i cappezzoli duri come chiodi.

Poi dopo uno sguardo d'intesa mio padre si alzò e si posizionò con il cazzo sulla figa di Anna mentre le gambe di lei se le faceva passare sulle sue spalle.

Senza dirle niente poi appuntò la cappella e con un colpo di reni le entrò dentro facendola urlare.

Mia madre intanto, dopo avermi fatto alzare si era inginocchiata davanti a me e con lo sguardo fisso su di me aveva accolto il mio cazzo nella sua bocca iniziando a farmi un pompino lento e studiato. Era una fornace. Solo questo. Sapeva come muovere le labbra, come ingoiare tutto il cazzo e come solleticarlo con la lingua. Sapeva cosa mi piaceva solo sentendo i mugolii che emettevo. E i miei si univano a quelli di mia sorella.

Ad un certo punto non resistetti più e le sborrai dentro. Non so bene quanto tempo fosse passato ma sapevo che non mi importava molto. Anche mio padre venne dentro di Anna e poi la cinse abbracciandola mentrei lei tremava per l'immenso orgasmo che stava avendo in quel momento.

Mi sedetti poi sfinito sul divano mentre mamma mi baciava e mi accarezzava.

Dopo un lunghissimo tempo o almeno così mi sembrava, chiesi soltanto:

-Da quanto va avanti tutto questo e com'è possibile che io non mi sia accorto di nulla?

l'unica risposta immediata che ricevetti fu il loro sorrriso pieno di amore e comprensione. Poi iniziarono a spiegarmi ogni cosa.

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