La storia della mia famiglia - Capitolo 05

  • Scritto da Indy il 21/12/2021 - 18:22
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Eravamo seduti da quindici lunghi minuti sui nostri rispettivi posti in attesa del decollo, eppure l'aereo, era ancora fermo  in attesa della torre di controllo per l'autorizzazione alla partenza.

Mentre i miei genitori erano tranquilli e avevano gia viaggiato, io e mia sorella eravamo elettrizzati per essere la nostra prima volta.

Così mentre mia madre e io eravamo seduti assieme, mia sorella si era messa vicino a mio padre.

Poi dalla cabina di pilotaggio il comandante ci aveva comunicato la partenza.
-Benvenuti a bordo del volo Alitalia AZ-1466 per Fiumicino Roma. Vi comunico che fra dieci minuti inizieremo le procedure di decollo. Nel frattempo allacciate le cinture di sicurezza e seguite le indicazioni delle assistenti di volo. 

Una volta che il comandante aveva finito di darci il benvenuto una delle assistenti di volo si era posizionato in corridoio tra le due file di passeggeri e la voce di un secondo assistente ci era giunto attraverso gli altoparlanti che erano sparsi per l'aereo. 
-Signore e Signori, desideriamo richiamare la vostra attenzione su alcune dotazioni di sicurazza di questo aeromobile. 
Stava dicendo. 
Poi avevo continuato:
-Osservate come allacciare,stringere e slacciare la cintura di sicurezza. Questo aereo dispone di otto uscite d'emergenza: due porte nella parte anteriore della cabina; quattro finestrini alari e due porte nella parte posteriore. Localizzate quelle più vicine a voi. Un sentiero luminoso sul pavimento faciliterà la loro individuazione. In caso di necessità, l'alloggiamento che contiene le maschere per l'ossigeno si aprirà automaticamente, prendete una maschera ed attivatela tirando energicamente verso di voi. Portatela sul viso coprendo naso e bocca e respirate normalmente. Il salvagente si trova nella tasca sotto la vostra poltrona: in caso di necessità, indossatelo come vi stanno mostrando gli assistenti di volo; agganciate le cinghie sul davanti e tirate le estremità in modo che aderisca bene. Raggiungete l'uscita e gonfiate il salvagente solo prima di abbandonare l'aereo,tirando le maniglie rosse. Se fosse necessario soffiate nei tubi di gomma. Se utilizzate un finestrino d'emergenza, gonfiate il salvagente solo fuori della cabina.
Il salvagente è munito di una luce che si attiva tirando l'apposita cordicella. Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a prendere visione delle norme di sicurezza riportate sul cartoncino posto nella tasca della poltrona davanti a voi.
Alitalia ringrazia per l'attenzione e vi augura una piacevole permanenza a bordo. 

Per tutto il tempo la hostess, mentre la sua collega dava le istruzioni, agitava le braccia e ci indicava ogni singola cosa, rimanendo calma e con un sorriso che a quanto pare mi aveva attizzato, facendomi indurire il cazzo, che ormai stava per scoppiarmi nei pantaloni. 

Una volta che le istruzioni erano state date il copilota aveva dato l'ordine di sedersi e allacciare le cinture anche agli assistenti di volo. 
-Cabin crew take a sit for takeoff - Assistenti di volo prendete posto per il decollo. 

Poi aveva iniziato il rullaggio e dopo alcuni minuti, una volta sulla pista, aveva accelerato e aveva iniziato a staccarsi dal suolo e piano piano aveva raggiunto l'altezza di crociera. 
Dopo circa due minuti dagli speeker ci era giunto il comunicato di avvenuto raggiungimento dell'altezza di crociera:
-Signori e signore, vi comunichiamo che abbiamo raggiunto la nostra altezza di crociera, e quindi sto per spegnere il segnale di "allacciare le cinture". Potete passeggiare dove volete, ma vi prego di restare dentro l'aeromobile fino all'atterraggio. Fa un po' freddo fuori, passeggiando sulle ali potreste modificare i parametri di volo. 

Cosi aveva poi chiuso la comunicazione mentre uno scroscio di risa si era propagato per tutto il velivolo. 

Io d'altro canto ero rimasto ancora con il cazzo duro e per quanto cercassi di pensare ad altro non ci riuscivo proprio. 
E la colpa era tutto di quell'assistente di volo. Capelli castani corti, occhi anch'essi castani, un corpo snello e delle labbra rosse che solo a guardarle mi faceva provare emozioni stranissime alla base del ventre.
 
-Tutto bene? 
Mi aveva chiesto poi inaspettatamente l'angelo dai capelli castani il cui nome sulla targhetta riportava Rose. 

Colto alla srovvista automaticamente avevo unito le mani a coppa per portarle subito sul pacco e cercare quindi di nascondere la mia vergogna. 
-S.... Si. V... Va tu... tuttt... tutto b...be...bene.
Avevo risposto più imbarazzato che mai. 
Lei allora, sempre sorridendomi, se n'era poi andata via verso la coda dell'aereo così che con un bel sospiro mi ero sistemato sul sedile cercando una posizione più comoda ma senza riuscirci. 

Dopo circa dieci minuti vedendo che avevo ancora il cazzo duro mi ero alzato e con calma, cercando di rimanere il più possibile calmo mi ero diretto verso il bagno per darmi una rinfrescata e magari svuotarmi un po' i coglioni. 

Raggiunto il bagno in coda all'aereo avevo, come di mia consuetudine abitudine, bussato, e dato che nessuno rispondeva avevo avvicinato la mano per aprire e quando stavo per tirare la maniglia la porta si era spalancato di colpo e una testa castana si era affacciato. Non avevo avuto neanche il tempo di capire chi fosse che con una mano ero stato trascinato nel bagno angusto e quando mi ero girato verso il mio assalitore ero rimasto di stucco. 
Era l'assistente di volo che nuda dalla cintola in giù mi stava guardando, e con una mano si stava sgrillettando ficcandosi dentro, di tanto in tanto, dalle due alle tre dita. 
-So che ti vuoi scaricare. Per questo sei quì vero? Purtroppo lo spazio è piccolo per darci dentro ma se per te va bene, la bocca e le mani possono essere a tua disposizione. 
Mi aveva sussurrato all'orecchio

Senza dire altro, con una mano aveva continuato a martoriarsi la fica ormai zuppa dei suoi umori, mentre con l'altra aveva prima tolto i miei pantaloni e poi aveva iniziato a segarmi lentamente. 

Quando aveva visto che poi stavo iniziando a mugolare dal piacere senza smettere di segarmi aveva portato l'altra mano intrisa dei suoi succhi sulla mia bocca per evitare che facessi casini. 

Così facendo, lei aveva lasciato le gambe aperte e io per non provare piacere da solo, avevo messo una mano sulla sua figa e mentre con il pollice le massaggiavo il clitoride con le altre dita avevo iniziato un lavoro di dentro e fuori dalla sua fica che grondava umori. Con l'altra libera le avevo a mia volta tappato la bocca. 

In poco tempo l'avevo fatta raggiungere l'orgasmo mentre a mia volta le avevo sborrato nella mano. 
Una volta che ci eravamo dati una calmata ci eravamo poi rinfrescati e ci eravamo rivestiti, le avevo dato un bacio mettendoci tutta la passione che potevo e in un orecchio le avevo sussurrato:
-Grazie mille. Sei davvero stupenda! 

Poi ero uscito e con calma ero ritornato al mio posto felice come non mai anche se con il senno di poi mi ero reso conto che non potevo trovare una frase così stupida e banale da dirle. 

Dopo circa quindici minuti Rose era tornata con in mano un caffè, anche se non lo avevo ordinato, e me lo aveva dato. 
-Ecco il caffè che aveva chiesto. 
Aveva esclamato, e girandosi poi verso mia madre e l'altro passeggero seduto vicino a noi aveva chiesto:
-Vi porto qualcosa da bere o da mangiare anche a voi? 
Ricevendo una risposta negativa da loro aveva sorriso di nuovo e poi era ritornata dalle altre colleghe fermandosi di tanto in tanto a chiedere agli altri passeggeri se avevano bisogno di qualcosa. 

Io d'altro canto avevo iniziato a bere il caffè che mi aveva portato e quando avevo sollevato il bicchiere avevo notato un piccolo foglietto appiccicato con del nastro adesivo sul bicchierino. 

Con cautela avevo quindi tirato verso di me il tavolino reclinabile che avevo di fronte a me, avevo staccato lo scotch e preso in mano il bigliettino epoi avevo appoggiato la tazzina sul tavolino. Poi avevo aperto il bigliettino. 
Sopra c'era scarabocchiato un numero di cellulare e sotto:
"Grazie. Chiamami quando vuoi." 

-Hai fatto colpo vedo. 
Aveva detto mia madre che per tutto il tempo aveva osservato ogni mia mossa e con noncuranza aveva letto anche il bigliettino. 

L'avevo così guardata e sorridendole avevo prima annuito e con la faccia da ebete mi ero poi girato verso il finestrino godendomi il resto del viaggio. 

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-Cabin crew take a sit for landing. - Assistenti di volo prendete posto che stiamo per atterrare. 
Era giunto dagli altoparlanti la voce del comandante che ci annunciava che eravamo arrivati a metà del nostro viaggio poiché da roma avremo poi preso un altro volo diretto questa volta all'aereoporto di Algeri.

-Signore e signori, benvenuti all'Aeroporto di Fiumicino Roma. Per la vostra sicurezza, vi preghiamo di rimanere seduti e di allacciarvi le cinture di sicurezza e di tenerle allacciate fino a quando la luce delle "cinture allacciate" sopra di voi non sarà spento. Una volta atterrati e quando il motore sarà stato spento come anche il segnale sopra di voi indicherà che potrete togliere le cinture, potrete alzarvi. Controllate di aver recuperato tutti i vostri effetti personali, facendo attenzione a quando aprite le cappelliere, poiché durante il volo i vostri bagagli potrebbero essersi spostati.
Grazie per aver scelto di viaggiare con Alitalia e a nome mio e dell'intero equipaggio, vorrei ringraziarvi per esservi uniti a noi in questo viaggio e non vediamo l'ora di vedervi di nuovo a bordo nel prossimo futuro. Buona giornata e buon soggiorno!

Così si era concluso il discorso del capitano e una volta allacciate le cinture, l'aereo aveva virato e una volta puntato il muso verso la pista aveva iniziato la discesa per poi atterrare poco dopo sulla terraferma. 

Io per tutta la durata della manovra avevo tenuto la mano di mia madre mentre con gli occhi guardavo Rose che era seduta sui seggiolini per gli assistenti di  volo situati di fronte all'aereo proprio dietro alla cabina del capitano. 

Ero così catturato dal suo sorriso che non mi accorsi molto dell'atterraggio non finché mamma non mi diede una strizzata ai coglioni e il dolore mi risvegliò dal mio stato di trance. 
-Coraggio è ora di scendere che abbiamo l'altro aereo da prendere. 
Stava dicendo. 
-Se non ci sbrighiamo rischiamo di perderlo. 

Così con riluttanza mi ero alzato e una volta aperto le cappelliere avevo preso la valigia e assieme agli altri passeggeri mi ero diretto verso il portellone. 
Avevo così incrociato lo sguardo con la bella castana ancora una volta e senza riuscire a spiaccicare una parola avevo aperto più volte la bocca ma nessun suono era riuscito ad uscire. 

Sconsolato allora ero sceso dalle scale vista la fila di persone che doveva ancora uscire. 
Una volta a terra però mi ero fermato e sapendo di fare la figura dell'idiota avevo subito raggiunto i miei, li avevo fermati e avevo chiesto una penna a mio padre, l'unico che sapevo potesse averne una visto che aveva portato con se anche il blocchetto degli assegni. 

Lui dopo avermi squadrato, aveva aperto il suo borsello e da una tasca aveva tirato fuori la penna e me lo aveva porso. 
Io in tutta furia lo avevo preso e avevo scritto sulla carta d'imbarco il mio numero. 
Lasciai la penna e la valigia alla custodia e dei miei e rifeci il percorso all'indietro. Una volta sulla scala chiesi scusa ai passeggeri che stavano ancora scendendo e con fatica iniziai a risalire i gradini fino a raggiungere il portellone aperto. 
E poi la vidi. 
-Scusami. 
Avevo iniziato. Patetico. 
-Scusami ma volevo ringraziarti e darti questo. 
Avevo detto a lei, a Margherita. 
Poi senza aspettare una sua risposta le avevo messo in mano la carta d'imbarco e sempre tenendola le avevo dato un bacio. 
-Chiamami se ti va. 
Avevo concluso. 
Poi avevo rifatto le scale chiedendo scusa a tutti e una volta raggiunto i miei avevamo varcato il gate per l'aeroporto insieme. 

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