La sweet della Brianza, diventata, suo malgrado, collezionista di cazzi e grande ingorda di sborra.

Come io Gabriella, tranquilla moglie e mamma, divento la dolce sweet della Brianza.

Sono sposata da 30 anni, mio marito, Antonio, non è un cattivo marito è dolce ma quando gli ormoni lo pompano parte alla ricerca di sensazioni forti e mi debbo inventare mille strategie  per contenere la sua esuberanza.

Abbiamo due figli oggi entrambi maggiorenni un maschio e una femmina.

Fu dopo la nascita della femmina che cominciò a lanciare con noncuranza dei messaggi prima subliminali poi espliciti.

Dovete sapere che la mia attrattiva è un seno immenso, due poppe sesta misura coppa D che fatico a contenere. Per il resto ho un corpo niente male una fica stretta due cosce ben tornite il tutto comunque armonioso.

Proprio il seno diventa il bersaglio delle sue voglie, comincia con il fare battute tipo “Cazzo che meraviglia ti si è ingrossato ancora con la maternità io impazzisco per lui, dovresti vedere come ti guardano gli uomini e anche le donne”

Io inizialmente ignoro queste battute tanto lo so che è vero, quando lavoro debbo sempre mettere la mano davanti allo scollo se mi chino sennò, senza farsi notare, tutti si fermano a guardare.

Inizia poi con il raccontarmi di immagini porno viste sui giornaletti, me li mostra, donne libere che davanti al marito si fanno prendere, sborrare in bocca.

Cerco di non assecondarlo, mi fa vedere dei video porno sempre con soggetti del genere e le sue battute sono sempre del tipo:” Queste si che sono donne! Non ti piacerebbe essere come loro?”

Nicchio non voglio che pensi mai che la cosa mi interessi sennò chissà dove finiamo.

La nostra vita sessuale non è particolarmente attiva a lui piace essere spompinato e mi ha fatto affinare l’arte del pompino, per me nulla, dopo due colpi viene ed io rimango a bocca asciutta.

Nei mesi successivi insiste, racconta di suoi compagni di lavoro che favoleggiano di mogli molto libere da loro portate in certi club privati dove si fanno montare a turno da ragazzotti assatanati.

L’escalation prosegue, una sera mi dice vestiti un pò sexy andiamo a fare un giro, ti offro un gelato. E’ estate mi vesto con una gonna corta, calze autoreggenti, sandaletti e una camicetta che fatico ad allacciare.

Le mie bombe sono li un vero serbatoio di latte nascoste dal reggiseno ma non troppo.

Ci fermiamo per la strada a prendere il gelato, il cameriere che ci serve balbetta e si vede chiaramente dai suoi sguardi che è tra l’imbarazzato e l’eccitato da tanto bene della Natura.

Mi chiedo cosa sta meditando ma non debbo attendere tanto per avere la risposta.

Tornando a casa passiamo vicino ad un grande piazzale dove sono spesso parcheggiati i camionisti a riposo.

Gira nel piazzale, gli dico” Cosa fai?” “Non preoccuparti-risponde-stai tranquilla ci sono qua io”

“Che vuoi dire?” “Niente non aver paura divertiamoci un po'”.

Evidentemente conosceva il posto, sapeva cosa sarebbe successo. Si ferma in un angolo buio e lampeggia verso alcuni TIR li fermi. Io non so più che dire, mi manca il fiato, che cazzo ha in mente? Vedrete che l’espressione va presa alla lettera.

Dopo un po'  vedo prima una, poi due, poi tre persone che scendono e si portano vicino alla macchina.

“Andiamo via Antonio non mi piace questa situazione”” Stai calma non ti succederà nulla gestisco io la cosa, tu fai quello che ti dico” Vedo quegli uomini avvicinarsi ancora lui li incoraggia segnalando con i fari.

Avrei poi saputo che era uno di quei posti dove le coppie in cerca di avventura andavano per incontrare altre coppie o singoli.

Uno è un ragazzo dell’età di mio figlio, penso in quel momento, e la cosa mi da fastidio.

Mi dice “Togli la camicetta” “No dai andiamo via” “Toglila non succede nulla li tengo a bada io”

Ero impietrita non me l’aspettavo e un po' per evitare discussioni un po' per curiosità inizio a sbottonare la camicetta. “Toglila” me la sfilo e ormai quel balcone del desiderio era davanti allo sguardo di quegli uomini. Due immensi globi bianchi inguainati dal reggiseno nero di pizzo.

“Tira un po' su la gonna fai vedere lo stacco delle calze sulle cosce.” Mi sento svenire mi sento in trappola mi manca la forza di reagire e siccome tardo lui con la mano spinge su la gonna in modo indecente.

Offerta lì allo sguardo di quegli uomini era una sensazione che non avrei mai immaginato, mi sentivo la padrona dei loro sguardi, li dominavo con le mie forme.

A quel punto lui con gesto teatrale mi fa girare verso il finestrino, lo abbassa e con rapide mosse allenta il gancio del reggiseno, poi lentamente lo fa cadere e un tripudio di tette si presenta agli sguardi di quegli estranei. Non so se ho sentito bene ma ho avuto l’impressione di un mormorio che si levava dal gruppetto.

Lui mi dice “Alza le braccia fai vedere come sta su, che forma meravigliosa” Io eseguo sempre tenendo d’occhio quegli uomini, cosa avrebbero fatto?” Uno di loro, il più giovane il più intraprendente, si avvicina a vedo che con gesto rapido abbassa il pantaloncino, era estate e quindi indossava un capo morbido largo, comodo da sfilare. Rimane in slip. “Oddio Antonio che cazzo mi fai fare?” “Nulla vedrai che bello magari ce l’ha più grosso di me, non ti piace grosso?” Mi sfugge un “Si mi piace”. Quello si avvicina al finestrino e abbassa lo slip, era eccitato e vedo sgusciare un membro grosso e lungo, almeno in paragone di quello di mio marito. Con mia meraviglia il pube e le palle erano completamente rasate.

Non è ancora completamente eretto e intravedo una goccia di eccitazione in punta. Era il mio primo cazzo dopo quello di mio marito. Io mamma e moglie riservata ero davanti ad un cazzo estraneo.

Il tempo trascorreva con lentezza quei gesti mi sembravano al ralenti e vedo che l’uomo lo prende in mano e quella nerchia si ingrossa “Ti piace troia?“ mi dice. Sono stravolta da quell’insulto ma non sapevo che era il mio destino o così aveva deciso mio marito.

Lui mi dice “Guarda che bello toccalo!” “No Antonio no lasciami stare non voglio andiamo via” “Tu scherzi quelli si incazzano e ci rovesciano la macchina, toccalo! “Mi sentivo il sangue affluire al cervello ero in confusione e con un gesto meccanico allungo la mano e lo sfioro “Troia ti piace? prendilo in mano” dice quello sostenuto dalle minacce di mio marito che era diventato irascibile perché fortemente eccitato dalla situazione. Mi dico “Che sarà mai? in fondo sono curiosa di sentirne la rigidezza.” E avvolgo quell’asta con le dita, sento una massa nodosa, vedo chiaramente le vene che lo avvolgono, un afrore di maschio raggiunge il mio naso. “Eh poveretti stanno tutto il giorno in cabina non è che hanno docce a disposizione e poi d’estate si sa in poco tempo il beneficio della doccia svanisce.” penso tra me e me.

“Segalo, dai” dice mio marito, guardo quel ragazzo e penso di nuovo a mio figlio.

Impacciata sposto la pelle del glande e scopro una cappella gonfia lucida, lui mi asseconda incitandomi, “Dai troia vuoi vedere come ti schizzo?” insisto a scoprire la testa, lo avvolgo con il palmo della mano mi rendo conto “Oddio sto facendo una sega ad un estraneo” Mio marito mi dice “Accostati al finestrino, non vorrai disperdere la sborra, con quelle tette così smaniose di essere innaffiate?” Eseguo ormai coinvolta nel gioco ma timorosa di quello che stava per accadere. Mio marito mi dice “Toccagli le palle vedrai come sono morbide e piene di sborra” Allungo la mano e strizzo dolcemente lo scroto mi piace è morbido alla stretta e temo di fargli male ma quello si eccita ancora di più

Riprendo a scuotere quell’uccello ormai rassegnata alla conclusione considerando che così avrei finalmente chiuso la serata che in parte era un incubo in parte mi dava un’ebrezza mai immaginata: Il dominio del desiderio del maschio. Sento l’affanno del ragazzo capisco cosa sta per accadere e stringo forte il pene, un movimento in avanti del bacino mi fa capire “Ecco ci siamo”. Quello comincia a dire “Troia è tutta tua troia ti sborro  sulle tette” e un getto caldo viscido bianco decora la zona del capezzolo, i successivi raggiungono il solco mi sento sporca vorrei fuggire ma quello insiste “ Che troia che sei, prendila puttana”.

Poi lentamente finiti i getti si ritrae e si allontana. Mio marito è li eccitato, gli dico “Sei contento?” Adesso basta andiamo via” intanto mi asciugo un po' schifata quello sperma “Eh no, non vorrai lasciare a bocca asciutta (pardon a cazzo asciutto) gli altri due?”

Infatti si stavano accostando ormai certi della conclusione che li aspettava. Ero stravolta, volevo che finisse presto e nel contempo ormai ero entrata nel gioco.

I due si avvicinano abbassano pantaloncini e slip e mostrano due membri uno lungo e sottile l’altro cicciotto e corto. Ero decisa a farli godere subito purché tutto finisse e afferro prima uno e poi l’altro con le due mani cominciando a segarli, erano duri e tesi, i due ansimavano indubbiamente avrebbero presto dato fine alla loro “sofferenza” ma a questo punto mio marito mi dice: “ Prendili in bocca” “ Cosa? Ma tu sei pazzo, no non voglio. Basta così” “Basta lo dico io “lui mi fa.

Un po' per timore un po' per remissione mi accosto di più al finestrino e prendo lentamente in bocca quello più sottile, ha un sapore aspro, diverso da quello cui sono abituata. Mi fa un po' schifo veramente ma mio marito è lì che spinge “Dai così tutto in gola fallo godere!” Quello che non si aspettava un tale trattamento, al sentire le parole di mio marito spinge l’uccello verso di me e cerca di farlo andare più giù. Più giù di tanto non può andare, sento la bocca piena da quella cappella estranea, avverto il desiderio che la spinge, mi rendo conto che debbo governare la cosa altrimenti finisce che mi sborra in gola e non lo voglio.

Lo tiro fuori, gli do tre colpi secchi ad abbassare la pelle quello si inarca, ce l’ho fatta sento che sta per gettare il seme e lo devio verso il mio seno, Getti caldi lussuriosi si depongono sulla mia pelle ma va bene così ho evitato la sborra in gola.

L’uomo, sulla cinquantina, si ritrae e mi rendo conto che un altro prende il suo posto. Antonio dice alzandomi la gonna “Guarda che belle calze, che cosce… onoriamole “Vedo che si sta abbassando i pantaloni e in un attimo è con il cazzo di fuori. L’altro capisce e comincia a segarsi, Antonio apre lo sportello e mi fa girare verso l’esterno mentre si mette a cavalcioni per arrivare alle mie gambe. Vedo il bianco della pelle in contrasto con il bordo doppio delle autoreggenti e penso: “Peccato mi spiace le ho pagate 20 euro” Freneticamente l’uno e l’altro scappellano e coprono la testa del pene, conosco mio marito e so che non resisterà, infatti dopo poco inizia a mugolare spingendo il bacino e coprendo con fiotti piccoli le cosce.

L’altro ancora più eccitato dalla situazione si lascia andare e mi svuota le vescicole seminali da quel caldo seme sulla balza delle calze quel bianco fa un bel contrasto con il nero del nylon. Un afrore di sperma riempie l’abitacolo. Finito tutto cala il silenzio. Lui mi dice “Ti è piaciuto?  hai visto che in fondo non era così difficile? Se ti va lo rifacciamo” ed io “Non credo”.

Mai frase fu così poco profetica, da quella sera la mia carriera di troia  iniziava e si sarebbe protratta per anni.

Ma questi saranno argomenti di prossime uscite.

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