La vedova McBride e i suoi figli 2

  • Scritto da rokirae il 13/10/2020 - 10:10
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2.
Certo, nella nuova situazione, Rose e i suoi figli si sentono in trincea, isolati, esposti alle minacce e alle ritorsioni. Restano sempre a presidiare la proprietà, stanno in guardia in attesa delle provocazioni e delle intimidazioni che sicuramente Kirchener non mancherà di rivolgere loro. Rose dice loro che però non devono dare segni di paura o di debolezza, devono farsi vedere in giro come se nulla fosse, anzi mostrarsi ancora più fieri e coraggiosi di prima. E i due ragazzi si stringono ancora di più a protezione della madre e raddoppiano gli sforzi per portare avanti la fattoria. Jimmy lavora sui campi come un toro, anche Sam emula il fratello almeno per impegno e dedizione. Rose cura la casa e la stalla, ma quando necessario si rende utile anche nel lavoro agricolo. 
Come quel giorno che Sam resta a letto febbricitante ed è lei ad affiancare Jimmy nella semina. A guardare il primogenito a torso nudo a combattere con le asperità dei terreni le sembra di rivedere all’opera il compianto marito e quasi si commuove. Invita il figlio a rifiatare un pochino, si siedono sotto un albero a dissetarsi, lei gli deterge amorevolmente il sudore, e Jimmy ha un momento di debolezza e appoggia la testa sulla sua spalla sinistra, proprio a pochi centimetri dal suo rigoglioso seno che tracima dalla scollatura. E’ un attimo, una scintilla: i pantaloni di Jimmy si rigonfiano all’improvviso, imperiosamente, accompagnati dal sospiro profondo di chi tenta di reprimere l’impulso; Rose non può fare a meno di notarlo e sospira anche lei con un certo affanno. Le vengono subito alla mente le mutande dei figli che spesso la mattina ritrova imbrattate di sborra, e pensa subito ai turbamenti notturni di due giovani che avrebbero bisogno di sfogarli con donne vere. Istintivamente passa un braccio intorno alla testa di Jimmy e la stringe a sé, facendola scivolare proprio sulle sue tette prorompenti; e, mentre Jimmy affonda il suo viso nella morbidezza opulenta di quelle tette, lei allunga l’altra mano verso il pacco ingrossato del figlio e lo massaggia insistentemente. Jimmy sospira con gli occhi semichiusi, Rose gli sposta la testa fino ad avvicinare un suo capezzolo turgido alla bocca di lui, il ragazzo si avventa a succhiarlo e quasi ad abbeverarsi, con una foga che fa sobbalzare la madre: “Piano, Jimmy, non coi denti ….. e già, ne sono passati di anni da quando lo facevi con la stessa foga!”. E, mentre Jimmy continua a suggere il capezzolo materno e a palpare voglioso quelle tette voluminose, Rose gli sbottona la patta, tira fuori quell’uccellone rampante e lo masturba con dolcezza, fino a farlo schizzare potentemente nella sua mano. Poi, con fare carezzevole gli sussurra: “Vedi, tesoro, hai bisogno di trovarti una donna, la tua donna, quella che deve darti i tuoi figli, e a me i miei nipoti!”
Jimmy è confuso, quasi non si rende conto di ciò che è avvenuto all’improvviso, arrossisce, è visibilmente imbarazzato, farfuglia delle scuse: “Perdonami, mà, io non volevo …..”. Rose gli sorride, gli dà un bacio sulla fronte e lo rassicura: “Tranquillo Jimmy …. sono stata io a lasciarmi andare …. ma è stato bello ….. su, torniamo al lavoro!” A fine giornata sono entrambi molto stanchi. Rientrati in casa, si sincerano sulle condizioni di Sam, consumano in silenzio una rapida cena e vanno a letto.
Ma quel che è accaduto sui campi non è qualcosa che può essere rimosso così facilmente. Entrambi non riescono a prendere sonno. Jimmy è ancora molto turbato, sente di aver violato un tabù, ma gli sembra di essersi affacciato alla porta del paradiso. Anche Rose ancora non si spiega come sia stata capace di accedere ad una così ardita intimità col suo figlio maggiore, ma al tempo stesso ha avvertito netto il risveglio di quella femminilità che aveva sepolto insieme col corpo esanime del marito cinque settimane prima. Jimmy non era solo il figliolo che si era attaccato al suo seno come nei suoi primi anni di vita; era anche quel maschio aitante e quel bel cazzo scalpitante che aveva impugnato con voluttà e portato ad una emulsione trionfale.
Jimmy si rigira smanioso infinite volte nel suo letto, poi si alza e, dopo aver dato uno sguardo al fratello malato che dorme nel letto accanto, si avvia a piedi nudi verso la stanza della madre. Anche Rose è sveglia, in preda a turbamenti speculari, anche se, quando la figura di Jimmy si staglia nella penombra sulla porta della sua camera, fa finta di dormire. Jimmy si ferma dinanzi al letto materno quasi a soppesare l’irreversibilità del passo successivo, ma poi si infila di soppiatto in quel letto proprio al posto che era stato di suo padre e si accosta al corpo caldo della madre apparentemente dormiente. Rose finge ancora di dormire, ma il cuore le batte forte, anche lei sente che le cose in famiglia rischiano di stravolgersi definitivamente. Quando sente il corpo fremente del figlio aderire al suo, quando avverte quel cazzo duro che preme sulle sue chiappe generose e quelle mani tremanti che le accarezzano i fianchi e le sfiorano delicatamente le tette, si ridesta ed esclama ansiosa: “Jimmy, ma che ci fai qui… ma no, tesoro, questo non è possibile …. dai, calmati!”
Ma Jimmy non è più in grado di controllarsi. Ha tirato su la vestaglia da notte della madre, ha già schiacciato il suo membro pulsante nel solco delle chiappe materne e stringe con forza con le sue mani irrobustite dal lavoro quei seni giunonici, emettendo quei sospiri e gemiti di voluttà propri di un maschio ingrifato dalla voglia di possedere e sottomettere la sua femmina. Rose è davvero combattuta, vorrebbe fermare quell’assalto sacrilego, ma sente anche tornarle gli istinti della carne, dopo più di un mese di inconsueta astinenza. Ragion per cui la sua è una resistenza tenue, che la furiosa concupiscenza di Jimmy spazza via in un attimo. 
E subito dopo per entrambi è un impazzimento dei sensi. Jimmy affonda il suo cazzo tra le cosce della madre come è solito calare la vanga nel terreno da arare. Rose si inarca per riceverlo meglio cingendo le sue gambe intorno al culo del figlio. Jimmy non ha molta confidenza col sesso femminile, ha scopato un paio di volte con vecchie prostitute nel Kentucky, poi la sua vigoria sessuale l’ha sfogata esclusivamente nelle frequentissime masturbazioni. Mamma Rose è per lui una divinità scesa in terra, un corpo opulento da conquistare e dominare, il prototipo della donna da letto. E ora su quel corpo scarica tutta la sua inesauribile voglia di vivere e di godere, palpando le coscione e le chiappone materne, strizzandole le tettone, trivellando la ficona pelosa e già sbrodolante di Rose, che riassapora le furibonde cavalcate notturne del compianto marito e non riesce a trattenere gemiti e gridolini di estasi amatoria. Sì, Jimmy le ricorda proprio suo padre Josh, lo ricorda nella complessione fisica, nella muscolatura, anche nella virulenza con cui assesta i colpi. Si amano con una passione bruciante, i loro corpi caldi si fondono in un delirio dei sensi che culmina in una contestuale abbondante sborrata. Alla fine giacciono sudati e sfiniti con le gambe incrociate e con le mani che non smettono di accarezzarsi senza alcun pudore.
Quella notte il loro mondo è tutto nel calore e negli umori di quel letto e nella famelica voglia di possedersi reciprocamente. E dunque non si accorgono che, richiamato dal riecheggiare di quei gemiti, Sam si è levato dal suo letto e che, nonostante la febbre, dietro la porta della loro camera assiste incredulo allo scandalo del loro amplesso e si masturba rabbiosamente.

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