Simone è nel salotto, seduto sul divano. Il capo chino, lo sguardo nel vuoto. Dalla camera da letto sente i gemiti di piacere di sua moglie e del suo amante. Ode il rumore del letto che sbatte contro il muro: il ritmo è direttamente proporzionale alle loro urla. Lei esclama sempre più forte "Ah sì! Ah! Oddio, oddio, oddio!Sì! Sì, cazzo, sì!"
Simone ha il cazzo duro. Ma stavolta non gli è concesso assistere. Se lo tocca con la mano, lo tira fuori dalla zip e si masturba piano, senza l'intenzione di sborrare. Vorrebbe essere nella stanza e guardare almeno la sua splendida moglie Simona che si fa chiavare da un altro uomo. Sono sposati da dieci anni e proprio dal giorno del loro matrimonio è iniziata questa storia. O meglio, dalla sera dell'addio al nubilato.
Simone apre il cassetto dove sono riposti gli album dei ricordi. Estrae proprio quello del matrimonio. Osserva lui e sua moglie al ristorante mentre si baciano. Lui ha la testa rasata, giacca e pantaloni scuri, camicia bianca e fiore all'occhiello. Lei con uno splendido vestito bianco da sposa. Sfoglia l'album e vede la loro foto in macchina con l'autista. Lui ha un'espressione turbata e sottomessa, lei la mascella serrata a nascondere un sorriso sarcastico come se stesse desiderando qualcosa in particolare. Davanti, l'autista Gianfranco che li guarda in modo strano. Gianfranco ha una giacca grigia, camicia bianca e una cravatta a strisce bianche, fuxia e blu. I capelli castani, nonostante avesse passato la cinquantina. Sfoglia ancora e sbucano le foto dell'addio al nubilato. Osserva la sua bellissima moglie davanti alla Limousine bianca. Ha un sorriso splendido, a tutti i denti, sigaretta nella mano destra. Simona è vestita completamente di nero. Solo la testa coperta da un velo, sotto il quale scendono dei capelli scuri e ondulati. Ha un viso dolcissimo e solare, occhi castani. Simone sfoglia ancora l'album e osserva le foto della sua amata moglie. Ne vede una in cui c'è Simona insieme a sua sorella Daniela, nella Limousine. Quest'ultima con uno smanicato rosa, capelli più chiari rispetto alla sorella. Altrettanto bella.
Nella mente di Simone si proiettano i ricordi di quella fresca e mite sera d'aprile.
Quella volta Simona era al locale con le amiche e con la sorella. Fecero baldoria, bevvero un po' fino a diventare alticce. D'un tratto, mentre Simona neanche se lo aspettava, entrò un bellissimo uomo che indossava solo un jeans e una camicia aperta che mostrava il petto nudo e completamente depilato sul quale scendeva una cravatta scura. L'uomo aveva un fisico scolpito, muscoloso in modo naturale e non eccessivo. La barba incolta e sguardo penetrante. Iniziò a ballare in modo sensuale, avvicinandosi sempre di più a Simona. La donna si sentì dapprima leggermente imbarazza, benché divertita. Si mise le mani davanti agli occhi, ridendo. Scosse la testa apostrofando alle amiche e alla sorella "voi siete pazze!". Quando però vide la forma del bellissimo membro dello spogliarellista, lungo e duro sotto gli slip dopo che si era tolto i jeans, l'espressione di Simona cambiò. Da leggermente divertita diventò piacevolmente turbata, eccitata. Le venne l'acquolina in bocca e una sensazione di calore nel basso ventre. Si alzò e iniziò a ballare con lo sconosciuto. In modo del tutto spontaneo, i due si avvicinarono facendo combaciare il cazzo e la fica. Lei sentì la bellissima protuberanza. Ballava ma non rideva più. Non poteva negarlo: voleva scopare, voleva fottere, voleva essere chiavata da quel bonazzo!
Le amiche notarono che Simona si stava lasciando andare e cominciarono a scattarle delle foto. Daniela, la sorella, era un po' preoccupata per ciò che stava accadendo. Da un lato era divertita e compiaciuta che Simona avesse gradito la sorpresa, dall'altro temeva che si stesse cacciando nei guai e voleva impedirglielo. Ci volle solo un attimo per perderli di vista entrambi. L'uomo la portò con sé in una camera privata. La sbattè sul letto, lei lo tirò a sè per la cravatta e lo baciò sulla bocca, infilando la sua lingua. Lui ricambiò e il cazzo gli divenne più duro. Lei glielo tirò fuori dalle mutande e cominciò a masturbarlo, mentre succhiava le labbra e la lingua di lui. Simona si piegò in avanti, rimanendo seduta sul letto, si avvicinò verso il cazzo di lui e glielo prese in bocca, succhiandolo fino alle palle. Poi lo costrinse a stendersi sul letto. Iniziò a leccargli i muscoli del petto, guardandolo con i suoi occhioni in modo provocante, scendendo con la lingua fino a giù. Gli leccò le palle e gliele succhiò, inondando l'uomo di saliva. Arrapato più di lei, lo spogliarellista la afferrò e la baciò in bocca, abbracciandola e stringendole il suo bellissimo culo. Lo spogliarellista si afferrò il cazzo nella mano destra e alzando il vestito di Simona, spostò le mutandine della donna e lo spinse delicatamente nella sua fica. Simona tirò fuori la lingua. Egli fece lo stesso e si slinguazzarono, succhiandosela a vicenda. Le labbra diventavano sempre più umide, morbide. Lo spogliarellista penetrò più a fondo Simona e iniziò a chiavarla sempre più forte. Il pensiero del matrimonio, in quel momento, era completamente scomparso dalla mente di Simona. Dopo averla chiavata per circa una mezz'oretta, l'uomo tirò fuori il cazzo e avvicinandosi al volto di lei, le sborrò sul viso e sulla bocca. Simona leccò lo sperma e lo ingoiò. L'uomo ricambiò masturbando la donna con la mano, facendola impazzire di piacere fino a farla venire. Quando lei raggiunse l'orgasmo, l'uomo le leccò fica. Finito, le sorrise. Era stato bellissimo. Ma in quello stesso momento sentirono un urlo di gioia spiritoso e degli applausi: le amiche di Simona e la sorella avevano assistito a tutta la scena di nascosto e le avevano scattato delle foto.
"Ma che fate? Stupide!" Lei divenne rossa di vergogna, dalla paura le venne da piangere, quando gliele mostrarono.
"Stai tranquilla, Simone non saprà nulla. Le foto le tieni per te, non ce le teniamo noi e non le facciamo vedere a nessuno!" e risero. Anche Daniela, che aveva bevuto ancora, adesso era soltanto allegra. Anche lo spogliarellista, scusandosi per essersi lasciato andare troppo, pregò di non mostrare quelle foto a nessuno, o avrebbe perso il lavoro. Fu rassicurato e andò via.
"Accompagnatemi a casa" intimò lei, imbronciata, adirata, delusa dalle amiche e dalla sorella.
"Dai, Simona" disse Daniela "in fondo non sei ancora sposata, non hai fatto nulla di male!"
Simona non rispose. Era troppo arrabbiata. Non solo con loro, ma con se stessa. Si sentiva in colpa nei confronti di Simone.
Tornata a casa di sua madre, andò direttamente a dormire, con la scusa che era stanca. "Che cosa ho fatto?" pensò e scoppiò a piangere silenziosamente sul cuscino, prima di addormentarsi. Ebbe sogni inquieti. Erotici, ma tristi. I sensi di colpa la divoravano. Si svegliò malinconica. Ripensava alla sera prima ed eccitazione e pentimento si mescolavano nel suo animo e la confondevano.
Doveva dirglielo. A costo di mandare all'aria il matrimonio, ma non poteva tenersi dentro questo segreto. Voleva essere onesta con colui che sarebbe stato suo marito.
"Simone, ti devo parlare" disse lei tristemente il giorno dopo, quando si incontrarono. Simone si sentì stringere il cuore: sapeva che quando una donna dice così, non è mai nulla di buono. Impallidì e le labbra gli si seccarono: che lei volesse lasciarlo proprio mentre il matrimonio era imminente? Stavano per uscirgli della lacrime dagli occhi.
"Dimmi" fece l'uomo con voce soffocata.
Lei cercò di trattenersi ma il suo volto si contrasse e scoppiò a piangere "ti ho tradito, Simone...ieri sera...con lo spogliarellista. Potrai mai perdonarmi?"
Simone restò di sasso. Adesso fu lui a provare emozioni contrastanti: era triste, geloso...eppure immaginare la moglie a chiavare con un altro, lo eccitò.
Dapprima non disse nulla. Dopodiché, si avvicinò a lei, la abbracciò e la baciò sulla bocca.
"Ma che fai?" domandò lei, confusa, con gli occhi sgranati e il volto ancora rigato di lacrime.
"Io ti amo, Simona. E so che anche tu mi ami. Ti sei solo divertita ieri sera, ma so che ami me. E dato che sei stata così sincera con me, voglio esserelo anche io con te: ho sempre avuto queste fantasie su di te. Immaginarti a scopare con altri mi eccita. Perciò, non ho nulla da perdonarti: anzi ti ringrazio. Ti amo ancora di più, adesso. Mi piaci ancora di più. Sappi che puoi farlo con chiunque, quando vuoi. La prossima volta, anzi vorrei assistere".
Lei era confusa. Dapprima si sentì offesa e un po' disgustata. Poi pensò che questo tipo di relazione non le sarebbe dispiaciuto affatto: scopare con chiunque ogni volta che voleva? Meraviglioso! La donna si asciugò le lacrime e sorrise: "quelle stronze mi hanno scattato delle foto, vuoi vedere?"
Lui spalancò gli occhi, eccitato ed entusiasta "Sì, assolutamente!"
Simona gli mostrò tutto ed egli avvertì dentro di sè uno strano turbamento: inquietudine, gelosia, umiliazione ed eccitazione. Iniziò a tremare. Baciò la moglie e fecero l'amore. Avrebbero conservato quelle foto tra i ricordi più belli. Simone aveva sempre sognato di vedere la sua futura mogliettina dalla faccia di un santerellina nelle vesti di una gran puttana. Il cuore gli batteva forte e capì di essersi innamorato ancora di più di lei. La amava sempre di più.
Arrivò il giorno del matrimonio. Simona era stupenda nel suo lungo abito bianco, scoperta soltanto dal collo alle spalle e le braccia. Non c'era alcuna scollatura che mostrasse il seno. Si trovava a casa di sua madre, in compagnia dei fotografi che immortalvaano la sua bellezza e la sua semplicità. A Paolo, uno dei due fotografi scappò una risatina mentre mormorava qualcosa al collega Riccardo, chissà quale battutina. Forse era arrivata qualche voce al loro orecchio riguardo a ciò che era successo alla novella sposa la notte dell'addio al nubilato. Chissà se non erano solo chiacchiere. Ma chiacchiere piacevoli, eccitanti, che stimolano la fantasia di ogni uomo. Simona dovette accorgersene, ma anziché provare imbarazzo, divenne più maliziosa, più disinibita. Sapeva che al marito non fregava niente dei predgiudizi sociali e che non gli sarebbe dispiaciuto sapere che aveva fottuto anche con loro. La fotografavano in varie pose. Si sfilò le scarpe bianche, mostrando dei bellissimi piedi. Immortalarono anche quelli. Li guardò maliziosamente, inumidendosi le labbra e abbassando lo sguardo verso i loro pantaloni per controllare le loro eventuali erezioni. Sorrise. Sorrisero anche loro. Il cuore di tutti e tre cominciò a battere a mille.
La donna si leccò le labbra e si inginocchiò verso Riccardo, baciandogli il cazzo da sopra i pantaloni. Piano piano gli sbottonò i jeans e gli baciò le mutande, poi infilò la mano dentro e lo masturbò, mentre Paolo divertito scattava le foto. Lei prese a succhiarglielo e fu bellissimo udire lo schiocco del succhio quando staccò la bocca dal cazzo e si voltò verso Paolo che la fotografava mentre lei era con il cazzo di Riccardo in mano. Simona guardava l'obiettivo con sguardo malizioso, da vera puttana. Paolo si avvicinò a Simona, le alzò il velo e, sfilandole le mutande, le gettò via sul pavimento. Iniziò a leccarle il buco del culo e, alternando, le leccò anche la fica. Questa volta era Riccardo a scattare foto. Tutti e tre ridevano, divertiti, e godevano. Alternavano risate e gemiti di goduria, cercando di non farsi sentire troppo, dato che dall'altra parte della casa c'era la madre di Simona che avrebbe potuto udirli. Paolo tirò fuori il cazzo e chiavò Simona da dietro, mentre Riccardo glielo metteva in bocca. I due fotografi si immortalavano a vicenda, con le loro macchine fotografiche che ora avevano appeso al collo, attenti anche a evitare gli urti che avrebbero potuto romperle. Riccardo non resistette molto e, senza avvisare Simona, le sborrò in bocca. Lei sputò fuori un po' di sborra per non soffocarsi, ma il restante se lo leccò sulle labbra e lo ingoiò. Riccardo le immortalò il suo stupendo viso angelico che pieno di sborra era ancora più bello del solito. Paolo continuava a chiavarla, sempre più forte. Al contrario di Riccardo, resistette di più e la avvisò "Sto venendo!" sussurrò.
La donna cambiò posizione, si tolse il membro dalla fica e si avvicinò con il volto al cazzo di Paolo, che emise sborra a fiotti sulla sua faccia e che lei si leccò con la lingua, assumendo delle espressioni maliziose, come un'assetata di cazzo. Anche questo momento fu immortalato. Ora i due dovevano ricambiare. Le leccarono la fica e a turno la masturbarono fino a farla venire. Erano tutti e tre rilassati, avvampati di calore. Ripresero fiato e si sistemarono. Simona sorrise "mandatemi subito le foto, voglio vederle. Ora andate via, che devo finire di prepararmi, fra un po' ci sarà la cerimonia in chiesa".
I due fotografi salutarono e andarono via. Simona era emozionatissima. Sentì bussare. Era Daniela, elegante, splendida e con un sorriso malizioso, domandò "è come penso?" Simona le aveva confessato le fantasie del marito. Non le rispose, se non con un sorriso. Si capirono.
Mentre erano in chiesa e si scambiarono gli anelli e il prete disse loro di baciarsi, Simona confessò a Simone ciò che era successo con i fotografi "mi sono scopata entrambi" mormorò lei. Egli la guardò con ammirazione e amore e la baciò più intensamente. "Voglio vedere le foto" sussurrò lui.
"Te le farò vedere, amore mio" rispose lei sottovoce. Anche quelle foto, ovviamente, sarebbero state conservate nell'album.
In macchina, seduti nel retro, i due sposi novelli si guardavano innamorati. Lui aveva la faccia turbata, lei uno sguardo leggermente più malizioso.
"Le foto, amore mio".
Le gliele mostrò. Non riuscì a trattenere un sorriso quando vide che il cazzo del marito si era indurito al solo guardare quelle foto. Lui però non sorrise. Era arrapatissimo al pensiero di essere cornificato e di scoprire la troiaggine insospettabile di sua moglie. Gianfranco, l'autista, li guardò con sospetto dallo specchietto. Simona se ne accorse e lo guardò con i suoi sorrisi maliziosi. Quei sorrisi maliziosi che aveva ultimamente, che non aveva mai avuto fino alla sera prima dell'addio al nubilato. Quei sorrisetti da puttana. Scambiò uno sguardo d'intesa con suo marito. Simone annuì. "Vuoi vedere una cosa, Gianfranco?" domandò lei, divertita, con malizia.
"Che cosa?" domandò Gianfranco, mentre svoltava con l'auto e senza distrarsi.
"Eh, mi sa che ti devi fermare, però!"
"Faremo tardi al ristorante..."
"Voglio solo farti vedere delle cose..."
Gianfranco accostò dove possibile e Simona gli mostrò, non solo le foto scattate quel giorno, ma anche le foto dell'addio al nubilato. Gianfrancò arrossì, poi impallidì. Tremò.
"Sei tu?"
"Sì".
"Complimenti" balbettò senza fiato.
Lei gli sorrise maliziosa. Scambiò un sorriso anche con suo marito. Simona si avvicinò a Gianfranco e lo baciò sul collo, gli mise un mano sopra i pantaloni. Lo tirò per la cravatta e lo baciò sulle labbra con la lingua, vide che il cazzo cominciava a indurirsi e se ne compiacque. Gli sbottonò i pantaloni e gli tirò fuori il cazzo dalle mutande, chinandosi con la testa e prendendoglielo in bocca facendo avanti e indietro con la testa.
"Oh sì, cazzo" disse Gianfranco "che gran puttana!" e vide dallo specchietto che Simone era dietro a farsi una pugnetta, guardando la moglie che faceva un magnifico bocchino all'autista. Simona si voltò un attimo verso il marito e lo baciò sulla bocca, infilandogli la lingua, in modo da fargli sentire il sapore del cazzo che lei stava succhiando.
Gianfranco la afferrò e la fece passare davanti, le alzò il velo da sposa, le sfilò le mutandine e, facendola sedere su di sè, la chiavò brutalmente. La strinse a sè, baciandola in bocca da dietro. Simone si segava sempre più forte.
"Guarda che puttana che è tua moglie!" esclamò Gianfranco ansimante, tutto accalorato e sudato! "Guarda che troia ti sei appena sposato!"
E Simone, arrapato, si masturbava più forte ancora.
"Sì, sì, sono una troia!" gridava Simona cavalcando il cazzo dell'autista "una vera troia e tu, Simone, sei un gran cornuto".
"Sì, mia Dea".
Simona cambiò posizione e si fece chiavare davanti, adesso. Gianfranco si alzò di scatto e puntò il cazzo sul viso di Simona, inondandolo di sborra. Simona ordinò al marito di baciarla ripulendole la sborra dal viso. Simone obbedì. Gianfranco la masturbò e la fece venire. Ora dovevano ripartire. Era ora di andare al ristorante. Erano in ritardo.
Al ristorante si svolse una bellissima cerimonia. I due sposi avevano anche un cameriere personale, un uomo un po' anziano e calvo di nome Cesare, e una stanza tutta per loro.
Mentre erano nella propria stanza, in intimità, a baciarsi, Cesare bussò alla porta.
Vide Simona mezza nuda e arrossì d'imbarazzo. "Mi avevate chiamato?"
"Certo!" aveva detto Simona inumidendosi le labbra. "Vieni qui!" lo attirò a sé con un gesto della mano. Cesare si avvicinò senza comprendere esattamente cosa stesse succedendo. Simona si alzò e andò verso di lui, appoggiando la fica sul suo cazzo, facendosi cingere la vita e spingendosi sul membro del cameriere, per sentirlo di più. Si voltò e fece un balletto con il culo sul suo cazzo.
"Ma signora, cosa fa?" finse di protestare il cameriere. Guardò Simone che era lì immobile, con il cazzo che gli si induriva. Quando Simona decise di abbassare i pantaloni e le mutande di Cesare, anche Simone tirò fuori il cazzo.
"Non masturbarti finché io non masturbo lui" ordinò Simona. "Sì, amore mio" rispose Simone, con sguardo immobile.
Simona leccò la punta del cazzo al cameriere, facendoglielo diventare ancora più duro. Poi glielo afferrò in mano e cominciò a segarlo. "Adesso segati anche tu!" ordinò al marito. "Grazie, mia divina Dea" rispose Simone cominciando a menarsi il cazzo. Simona fece un bellissimo bocchino al cameriere: glielo leccava, glielo succhiava, giocava con la lingua intorno alla cappella e sulle palle. Si alzò, baciò suo marito in bocca. Poi sbottonò la camicia bianca del cameriere, si spogliò completamente e fece spogliare anche Cesare. Si mise a pecora, gli afferrò il cazzo e se lo infilò nella fica. "Chiavami, Cesare!" ordinò Simona. Cesare la scopò, arrapatissimo, osservando con piacere la pelle del culo che ondulava ogni volta che lui la sbatteva e soprattutto udendo i gemiti di goduria della donna. Simone guardava e si faceva la sega, sempre più forte, ma attento a non sborrare, come gli aveva ordinato la moglie. "Dai, Cesare, adesso nel culo, daiii!"
Cesare estrasse il cazzo dalla fica di Simona e sputandoci sopra, cambiò direzione, infilandolo piano piano nel culo di Simona, che subito cominciò ad ansimare di piacere misto a dolore. "Sì, dai, spaccami, sfondami!" esclamava lei.
"Oh sì!" urlò Cesare "sto per sborrare!"
La donna allora si fece togliere il cazzo dal culo e mostrò i suoi bellissimi piedini con i quali toccò il cazzo di Cesare, il quale comprese, sborrandoci sopra.
"Vieni immediatamente qui, Simone, pulisci come sai tu!"
Simone, con il cazzo in mano, si precpitò ai piedi della sua donna e glieli leccò, pulendole tutta la sborra. La moglie rise divertita. Il cameriere fu mandato via. Era sconvolto ma finse di nulla.
I due sposi si baciarono appassionatamente. "Hai goduto, amore mio?" domandò Simone.
"Tantissimo" rispose lei "e tu? Sei eccitato?"
"Non si vede?" disse lui con il cazzo duro, al quale non era ancora permesso sborrare. Simona rise. Era stata una serata stupenda. Simone le succhiò la fica fino a farla venire.
Dopo dieci anni, Simona e Simone sono sposati felicemente. Nella vita di tutti i giorni, Simona sembra una donna semplice a modo. Di tanto in tanto, però, lei si lascia andare in orge, in presenza del marito, o con singoli amanti, amici. Ora Simone guarda soddisfatto le foto del proprio matrimonio e di quei bellissimi momenti.
"Simoneeee!" sente udire dalla camera da letto "vieni qui".
Simone corre, vede la moglie con la bocca piena di sperma e il suo amante coricato accanto a lei tutto nudo e il cazzo ancora duro, benché abbia sborrato.
"Baciami, Simone e puliscimi la boccuccia".
"Sì, amore mio". Simone si avvicina e la bacia sulla bocca, leccandole la sborra per ripulirla. Il suo nuovo amante sorride divertito. Sa che però adesso è ora di andarsene. Saluta i due coniugi e va via. Simone si masturba, annusando e baciando i piedi di sua moglie. Poi glieli lecca. Simona fa il conto alla rovescia per farlo sborrare quando decide lei. Arrivata allo zero, Simone sborra urlando di piacere. Fa cadere tutto sul pavimento ed è costretto a pulire.
Oggi come allora, Simone e Simona si coricano nel loro letto matrimoniale, abbracciati, si baciano e si addormentano rilassati, sereni e felici.
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