Siamo ritornati alla vita di tutti i giorni e, per tre giorni, nessuno di noi due ha fatto cenno a quanto successo con Massimo. Solo la terza sera, sdraiati nel nostro letto, Marco, dopo avermi baciato è salito su di me e mi ha penetrata: riconosco che, nell'occasione, ho chiuso gli occhi ed ho immaginato che il membro che si stava agitando nella mia fica fosse la splendida mazza di Massimo e, all’istante, ho avuto un orgasmo che mi ha fatto vibrare tutta. Marco che ha goduto assieme a me, mi ha lasciato il tempo di esprimere tutto il mio godimento, poi, dopo avermi baciato sulle labbra, mi ha guardato dritto negli occhi.
«Non è necessario che tu chiuda gli occhi per immaginare che il mio piccolo membro sia la splendida mazza che ti ha fatto godere, giorni fa. Per carità, mi fa piacere che tu immagini che sia lui che ti sta scopando, perché questa sensazione, questo desiderio, mi rende molto felice e non posso non ammettere che tutto quello che ho provato nel vederti godere con lui e, soprattutto aver potuto godere insieme a voi, è stata una goduria che ancora scorre nelle mie vene, inebria la mia mente e mi eccita così tanto, che come hai notato è bastato poco, perché raggiungessi il piacere e godere dentro di te. Abbiamo vissuto qualcosa di speciale e, onestamente, non vedo l’ora di ripetere questa fantastica esperienza. Però devo anche dire che nutro qualche perplessità sul fatto che vuole anche il tuo culetto: temo che quella grossa mazza possa farti molto male, quando ti sfonderà il culo.»
Ho guardato mio marito con enfasi, perché, da persona intelligente, aveva subito capito che il mio chiudere gli occhi era stato un espediente per focalizzare il mio ricordo su quel momento in cui avevo davvero fatto la troia fra le braccia di quel maschio, così dotato e dominante.
«Ti amo e ti reputo la persona più importante della mia vita. Massimo ci ha fatto godere moltissimo e sono sicura che godremo ancora di più la prossima volta. Questa certezza mi deriva dal fatto che saremo già consapevoli di ciò che ci aspetta e di quello che lui si aspetta da noi. Ti ringrazio per avermi spronato a vivere questa esperienza, ma ti chiedo, con tutto l’amore che io provo per te e quello che tu provi per me, di rimanere sempre al mio fianco, di assecondare questo gioco e permettere che lui possa ancora farci vivere emozioni così intense, come quelle che abbiamo appena vissuto.»
Lui mi ha stretto, mi ha abbracciato e, con le lacrime gli occhi, mi ha baciato ebbro di felicità. Nelle tre settimane a seguire, abbiamo sentito altre volte Massimo, il quale ci ha confermato l’appuntamento per una nuova esperienza da vivere con lui. Il giorno in cui ci siamo presentati nuovamente nella villetta in riva al lago, indossavo un abbigliamento completamente diverso da quello sobrio e morigerato di sempre. Questa volta, nascosta sotto un impermeabile lungo, avevo una minigonna davvero corta, calze autoreggenti, un esiguo perizoma, tacchi alti ed un reggiseno che esaltava ancora più la procacia delle mie tette, facendole apparire più abbondanti di quello che sono. Anche il trucco era adeguato al mio ruolo da perfetta puttana: le labbra, ricoperte da un rossetto dal colore acceso, esercitavano un palese invito a infilarvi dentro la splendida mazza che, di sicuro, il padrone mi avrebbe dato. Appena giunti da lui, ci ha immediatamente chiesto di spogliarci nudi e, quando ha visto ciò che indossavo, si è molto complimentato con mio marito.
«Bravo, cornuto, vedo che hai perfettamente capito cosa intendo, quando ti chiedo di offrirmi la tua troia in abbigliamento da vera puttana. Oggi faremo qualcosa di nuovo che, di certo, non avete ancora sperimentato. Per prima cosa, voglio che tu indossi questa tuta catsuit nera da donna, intera, senza cavallo, a rete e poi ci raggiunga in camera da letto.»
Senza aggiungere altro, mi ha preso per mano e insieme siamo entrati nella camera da letto e, come la volta precedente, ho iniziato a spogliarlo lentamente e con lo sguardo basso, dopo di che lui si è disteso sul letto. Io ho preso ad adorare il suo corpo, facendo scorrere la mia bocca e lingua su ogni centimetro della sua pelle. Quando ero sul punto di prendere di nuovo in bocca quella splendida mazza, che dura e vogliosa svettava davanti ai miei occhi, Marco è entrato nella stanza ed entrambi ci siamo girati verso di lui.
Vederlo con indosso quella tuta da donna, con un perizoma così striminzito che a mala pena gli copriva il membro, mi ha lasciato alquanto sorpresa, mentre Massimo ha mostrato totale compiacimento per quel che vedeva.
«Brava puttanella! Così sei esattamente come ti volevo. Da oggi in poi sarai la puttanella che farà compagnia a quest’altra troia che mi sta leccando il cazzo. Vieni, avvicinati, perché per te ho un incarico molto importante. Apri quella piccola scatola che vedi sul comò, poi ti inginocchi dietro di lei e prepari il culo di tua moglie, perché oggi è giunto il momento che provi quanto piacere può ricevere una donna nel prendere un bel cazzo nel culo.»
Sono rimasta decisamente sbalordita, ma, nello stesso tempo, intimorita, però anche desiderosa di vivere questa esperienza che aveva un che di perverso. Marco si è subito dato da fare per realizzare questo progetto. La sua lingua ha preso a scorrere lungo il solco delle mie natiche e, per un attimo, mi sono irrigidita, ma poi ho iniziato a rilassarmi nel concentrare la mia attenzione sul cazzo di Massimo: sentivo dietro di me Marco che mi lubrificava il culo, inserendo prima un dito e, di certo, anche del gel, perché ho avvertito qualcosa di fresco che, delicatamente, blandiva il mio forellino posteriore.
Delicatamente mi ha introdotto prima un dito e, dopo averlo fatto scorrere bene dentro, ne ha raggiunto un altro con altro gel. Se all’inizio provavo un po’ di fastidio, dopo ho cominciato a sentire che mi stavo rilassando ed ero pronta a ricevere dentro di me quella mazza che stava lievitando nella mia bocca. Ero pronta e sentivo la mia intimità completamente bagnata per l’emozione ed il piacere che stavo per provare, quando Massimo si è alzato e, allungata una mano, ha preso un'altra piccola scatola e l'ha data a Marco.
«Cornuto, apri questa scatola e prendi ciò che vi trovi dentro. Dopo averlo ben lubrificato, fallo scivolare dentro il culo di tua moglie.»
Mi sono girata di scatto a guardare ed ho visto un cuneo lucente nelle mani di Marco e, poiché era poco più piccolo del membro che stavo tenendo in mano, mentalmente ho provato uno strano brivido, associato ad un po’ di timore di non esser in grado a prenderlo nel culo. Marco, molto delicatamente, dopo averlo lubrificato, ha cominciato a spingerlo e, lentamente, ho sentito che nell'entrare, mi dilatava il culo. Quando è scivolato oltre lo sfintere, ho avuto una strana sensazione di pienezza e, per un attimo, non ho capito quale fosse lo scopo di Massimo, perché ero convinta che, una volta pronta, mi avrebbe aperto il culo senza tanti complimenti, mentre invece ora mi trovavo con quello strano oggetto dentro, che mi dava sensazioni contrastanti. Nello stesso momento in cui Marco ha espletato ciò che gli era stato ordinato, lui mi ha fatto salire su di sé facendo sistemare lo spacco della mia fica sopra quella splendida trave, e poi, sorridendo, mi ha ordinato di prenderlo tutto in corpo. Per un attimo sono rimasta titubante: avevo qualcosa che mi ostruiva il culo e l’idea di accogliere quella splendida mazza, che la volta precedente mi aveva aperto in due, mi sembrava eccessiva. Lui ha notato la mia esitazione e, facendo una faccia un po’ contrariata, mi ha spinto di lato e, dopo aver ordinato Marco di tenere le mie gambe ben in alto, ha appoggiato la cappella fra le labbra della fica ed è scivolato dentro con decisione. Ho sentito la mia fica tendersi e questa volta ancor di più, perché avvertivo anche quell’altro intruso nel culo. Lui mi ha guardato fisso negli occhi e, con estrema soddisfazione, ha commentato la lenta penetrazione a cui mi stava sottoponendo.
«Brava la mia puttanella! Lascia che ti sfondi per bene la fica e tu, cornuto, guarda questa puttana come lo prende nella fica con in culo un cuneo che, in questo caso, potrebbe essere un altro membro. Sicuramente, fra poco, avrà ancora un orgasmo devastante.»
Era vero, sentirmi riempire davanti e dietro mi aveva sconvolto così tanto che immediatamente il mio corpo ha preso a tremare per un orgasmo incredibile.
Era esattamente quello che aveva annunciato lui; mi sentivo completamente piena. Lo sentivo scorrere dentro di me e strisciare sul cuneo che avevo dietro, e questo mi dava sensazioni impensabili in entrambi i buchi. Marco ci osservava estasiato e, dopo l’ennesimo orgasmo, Massimo si è sfilato da me e mi ha fatto rigirare, facendomi sistemare inginocchiata davanti a lui. Ha chiesto a Marco di sdraiarsi sotto di me, come la volta precedente.
«Ora, cornuto, voglio che tu faccia due cose. La prima è di togliere il cuneo dal culo di tua moglie, poi afferrare il mio cazzo ed appoggiarlo al suo culo; devi pregarmi di sfondare il culo di questa troia e di farla godere come non hai mai provato in vita sua. Dopo dovrai distenderti sotto di lei, per assistere, anche questa volta, da una posizione privilegiata, alla messa in culo di un vero cazzo. Cerca di essere una brava puttanella e di osservare con attenzione come le spacco il culo, mentre dovrai leccare la sua fica, perché voglio che goda tantissimo. Guarda bene, perché, la prossima volta, sarà tuo il culo che sfonderò.»
Appena finito di esporre il suo programma, ho sentito quel membro poderoso scivolare dentro di me ed ho sentito i muscoli anali tendersi al suo passaggio. Mentre all’inizio era un vero fastidio, subito alleviato dalla lingua di Marco che, ubbidiente, ha preso a leccarmi il bottoncino sulla fica, onde distrarmi dal lieve dolore che provavo nel sentirmi sfondare il culo. Quando ho sentito il suo corpo aderire al mio, mi è pervenuta la sua voce pacata che mi invitava a rilassarmi.
«Brava la mia puttanella! Lo hai tutto nel culo! Ora rilassati e non pensare a niente. Concentra la tua mente sulla lingua che ti sta leccando la fica e, ben presto, sentirai tutto il piacere possibile nel prendere il mio cazzo in culo.»
Fatto un respiro lungo, mi sono lasciata andare e, ben presto, ho sentito quel membro scorrere lentamente dentro e fuori il mio culo. Ad ogni affondo lo sentivo aprirsi sempre più, consentendo un passaggio sempre più agevole, finché l'iniziale dolore o fastidio, si sono trasformati in un piacere nuovo ed intenso, mai provato in vita mia. Lui mi stantuffava il culo con estremo vigore, mentre la lingua di Marco mi faceva impazzire. La sentivo scorrere lungo lo spacco della mia fica e, quando Massimo era tutto dentro di me, quella lingua scorreva anche sulle grosse palle di lui che, compiaciuto, mi pompava con maggior vigore. È stata una lunga cavalcata, durante la quale ho provato tre orgasmi, poi, sfinita, mi sono girata verso di lui e con voce implorante ha supplicato di sborrare.
«Ti supplico, padrone, riempi il culo di questa troia, perché sono così sfinita che non riesco a resistere oltre ai colpi che la tua splendida mazza mi sta dando nel culo.»
Lui ha sorriso, poi, compiaciuto, ha chiesto a Marco di sfilarsi da sotto di me e di sdraiarsi supino al mio fianco, cosa che lui ha fatto immediatamente. Massimo mi teneva ancora per i fianchi ed ha preso a limare il mio culo in maniera molto più energica, finché, d'un tratto, tenendomene dentro poco più della sola punta e, con un grido per niente umano, mi ha schizzato due getti nel culo, per poi sfilarlo di colpo e, spintami di lato a Marco, ci ha ordinato di avvicinare le nostre facce. Un attimo dopo, lui sferzava i nostri visi con tre getti poderosi di sborra, che ci hanno colpito, oltre le guance, gli occhi e la bocca, mentre lui, ansimante di piacere, gioiva a far questo.
«Brave le mie puttanelle! Guardate come vi battezzo! Da oggi voi due sarete le mie adorabili puttanelle.»
Quando l’ultimo schizzo ha ricoperto il nostro viso, lui si è avvicinato ulteriormente e, subito, le nostre bocche, ancora impastate del suo seme, sono andate a pulire quella splendida mazza, leccando fino all’ultima stilla di piacere che sgorgava. Infine, soddisfatto, ci ha intimato di ripulire i nostri visi, leccando la sua sborra fino all’ultima goccia, nel mentre si è allontanato per fare la doccia. Allora, come sempre, io e Marco abbiamo preso a ripulire i nostri visi da quel nettare, per poi baciarci con tutto il trasporto possibile. È stato bello afferrare quel momento tutto per noi: essere soli nella nostra intimità, e guardarci negli occhi è servito a radicare in ognuno di noi la certezza che l’esperienza appena vissuta era stata artefice di emozioni tanto intense, quanto impensabili.
Quando ci siamo rivestiti e, prima di salutarci, Massimo ci ha consegnato un’altra piccola scatola e, una volta aperta, abbiamo visto che conteneva un altro plug, questa volta destinato a Marco.
«A partire da oggi, quando siete nella vostra intimità e per almeno un’ora al giorno, entrambi dovete tenere inserito quest'arnese. Voglio che i vostri culetti si abituino ad esser ingombrati da questi oggetti, cosicché, la prossima volta, sarà molto più agevole per voi accogliere e godere del mio cazzo mentre vi sfondo il culo, perché è questo il mio prossimo desiderio.»
Quando eravamo sulla via del ritorno, Marco mi ha chiesto delle sensazioni da me provate mentre ero inculata da Massimo. Dopo un attimo di riflessione, gli ho risposto che era stato qualcosa di veramente bello, molto appagante e soprattutto gratificante per la mia femminilità, in quanto ero stata capace di far godere anche un uomo esperto come Massimo. Ho però letto una lieve preoccupazione nei suoi occhi, ma, essendo davvero esausta, non ho indagato più di tanto su cosa potesse preoccuparlo. Nei giorni a seguire, le sensazioni che avevamo provato ci suscitavano nuove scosse di piacere indescrivibili e contrastanti: un misto tra emozione, eccitazione, timore, imbarazzo. Queste sensazioni persistevano in me, anche quando mio marito non c'era, perché ogni volta che indossavo il plug, sentivo dentro di me un piacere sconvolgente. Marco, invece, era restio a inserire il suo cuneo nel culo. Lo avvertiva come un fastidio, mentre io, più lo mettevo, più lo desideravo. Dopo una decina di giorni, sono anche uscita a far la spesa insieme Marco, senza nessun indumento intimo, ma indossando il cuneo che, per tutta il tempo che sono stata in giro con lui, mi ha trasmesso emozioni fortissime, sensazioni bellissime. Stare tra la gente senza intimo e, soprattutto, con il plug nel culo, mi davano sensazioni di piacere tale che, quando sono tornata, Marco mi ha scopato nello stesso modo in cui aveva fatto Massimo, facendomi godere tantissimo, perché, anche se il cazzo di Marco non era grosso come quello di Massimo, la presenza del cuneo dietro, mi suscitava quasi le stesse sensazioni provate con l'altro. Man mano che il tempo passava, desideravo sempre più trovarmi di nuovo fra le braccia di Massimo; chi, invece era un po’ preoccupato, era Marco, che sapeva benissimo che, la prossima, sarebbe stata la sua volta a prenderlo nel culo. Finalmente è stato organizzato un nuovo incontro. Appena giunti, ci siamo spogliati nudi e Marco ha indossato la solita tuta in rete, e questa volta, Massimo l’ha portato in camera assieme a me. Subito, l’ha fatto mettere in ginocchio e gli ha ordinato di leccargli il cazzo, mentre io, inginocchiata dietro di lui, dovevo preparargli il culo. Sentivo Marco teso, nervoso e, di questo, se ne è accorto anche Massimo, che l'ha esortato a rilassarsi.
«Puttanella, rilassati! Lasciati andare, perché comunque avrò il tuo culo. Se ti rilassi, riuscirai a godere, altrimenti ti sfondo il culo e per te sarà più difficile godere.»
Egli faceva dei profondi respiri, ma, quando spingevo il mio dito nel suo culo, sentivo che serrava le chiappe e questo non era certo rilassarsi. Alla fine, sono riuscita a mettergli due dita dentro e lui ha emesso un gemito. Allora Massimo si è posizionato dietro di lui, mentre io gli tenevo le chiappe allargate, e lui, dopo avergli cosparso il buco di gel, ha appoggiato la cappella: entrambi abbiamo ricevuto l'impressione che Marco non fosse ben disposto a prenderlo dentro.
«Guarda, puttanella, come ora sfondo il culo a quest'altra troietta. Guardami bene, perché adesso rompo il culo a tuo marito, e voglio che sia lui a chiedermelo.»
Marco era ancora teso, ma ciononostante, con voce tremula, lo ha pregato di sverginare il suo culo.
«Padrone, ti prego: rompi il culo a questa tua puttanella, che vuole tanto sentire la tua mazza dentro di sé.»
Massimo ha iniziato a spingere, mentre Marco inarcava la schiena quasi a voler ritardare l’intrusione. Massimo lo ha sculacciato ripetutamente e, poiché lui era restio a rilassarsi, mi ha ordinato di sdraiarmi sotto di lui e di prendergli il cazzo in bocca, cosa che ho fatto immediatamente. Quando ha visto che avevo il cazzo di mio marito in bocca, Massimo, con un affondo deciso, ha spinto una buona metà del proprio cazzo dentro il culo di Marco, che si è irrigidito all'istante, e ha emesso un grido di dolore, lo ha esortato a non spingerglielo tutto dentro. Massimo invece è scivolato dentro di lui, per poi restarvi immobile, mentre Marco si agitava, perché avvertiva un gran male. È rimasto immobile per lunghi istanti, mentre io gli succhiavo il cazzo cercando di farlo godere e questa attività ha un po’ alleviato il suo dolore. Massimo si è lentamente sfilato per poi riprendere ad affondare dentro di lui con più delicatezza e, quando si è reso conto che ormai scorreva abbastanza bene, ha preso a stantuffarlo con ritmo. D'improvviso il cazzo di Marco si è gonfiato nella mia bocca ed ha goduto con un gemito soffocato, perché aveva tutto il viso schiacciato contro il cuscino. Massimo ha notato che Marco era venuto ed allora ha preso a limargli il culo con maggior forza e vigoria.
«Lo sapevo che eri una puttanella! Hai appena goduto, mentre ti sfondavo il culo! Sei un'adorabile puttanella! Da oggi in poi, mi godrò i vostri culi a mio piacimento e farò in modo che restino sempre ben larghi ed accoglienti.»
Ha proseguito a pomparlo ancora per un po’, poi si è sfilato e, dopo avermi ordinato di inginocchiarmi al fianco di Marco, lui è uscito dal suo culo e con un affondo deciso è entrato nel mio. Mi sono sentita aprire, ma essendo ben allenata dal plug, il mio buco lo ha ricevuto agevolmente ed ho subito iniziato a godere, mentre Massimo elogiava la mia lascivia a prenderlo nel culo.
«Questa sì che è una puttanella ubbidiente! Lei ha tenuto il culo ben aperto, utilizzando il cuneo che le avevo dato, mentre tu, di certo, non ne hai fatto buon uso. Per questo ti punirò e, a partire da oggi, lo dovrai tenere almeno tre ore al giorno, tutti i giorni, ben piantato nel culo.»
Nel dire questo, si è sfilato da me e lo ha spinto con forza nel culo di Marco, che ha emesso un grido di dolore. Ci ha scopato entrambi, a lungo ed io ho goduto moltissimo, fin quando ci ha di nuovo fatto avvicinare i volti per scaricarci in faccia tutto il suo piacere.
Quando Marco ha avvicinato il suo viso al mio, ho visto che era rigato dalle lacrime per il dolore provato e, quando Massimo è venuto, glielo ha letteralmente ricoperto di sborra. Ha poi preteso che fosse Marco a pulirgli il cazzo, con il viso tutto impiastricciato del suo piacere. Io l'ho osservato e, sebbene avessi immaginato una sua tendenza alla sottomissione, non pensavo potesse essere così forte. Rimasti soli, ho leccato il viso di Marco con estremo piacere e con le labbra ricoperte della sborra di Massimo, l'ho baciato con immensa passione. C’era tutto l'amore possibile in quel bacio, oltre la profonda soddisfazione nel constatare che il mio uomo, dopo avermi regalato quella grande soddisfazione, era ancora capace di godere nel sentirsi umiliato, sottomesso, ma pur sempre innamorato di me. Dopo quella volta, anche Marco ha preso l’abitudine a tenere inserito il plug nel culo e questo ha agevolato moltissimo la sua sodomizzazione. Col passare dei mesi, la nostra esperienza è diventata una relazione. Lo desideravamo entrambi. Entrambi volevamo soddisfare i capricci di Massimo, che poi, in realtà, erano anche i nostri: godere con quel maschio stupendo che, ogni volta, ci regalava emozioni fortissime, che rimanevano presenti in noi per tutto il mese, fino alla volta successiva. È durato oltre un anno quel rapporto più che amicale, poi, improvvisamente, la moglie di Massimo si è ammalata di una grave malattia e lui ha dovuto dedicarsi a lei, tralasciando noi. Lo abbiamo incontrato una sola volta, ma ormai il gioco si era interrotto e l’alchimia delle volte scorse non c’era più, perché, come dice un vecchio adagio: il cazzo non vuol pensieri! Massimo, invece, era chiaro che di pensieri ne aveva tanti e molto più importanti di quelli di far godere noi, così lo abbiamo lasciato andare per la sua strada. Oggi siamo consapevoli che Massimo è stato un grande. Senza l'esperienza fatta con lui, probabilmente saremmo ancora a chiederci se farlo o meno. Aveva saputo guidarci con una certa autorevolezza, non avulsa da momenti di autentica lussuria, e, per questo, ne abbiamo avvertito moltissimo la mancanza. Ancora oggi siamo alla ricerca di un maschio maturo esperto, dominante quanto basti, che, con il suo modo di fare, il suo modo di stimolarci, ci faccia tornare a vivere quelle stesse intense emozioni che abbiamo provato con lui.
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