L’inganno
Vincenzo, Enzo per gli amici, ho trent’anni e da dieci sono sposato con Lucia, 28 anni bellissima donna; ci amiamo alla follia da sempre praticamente e cerchiamo di non far addensare nubi sul nostro rapporto.
Finora ci siamo riusciti con una grande disponibilità e, soprattutto, con una grande lealtà che ci induce e parlare a cuore aperto anche di emozioni, desideri e voglie strane; in qualche modo, abbiamo verificato che parlare evita qualsiasi equivoco, confronto o disguido e ci consente sempre di spianare i problemi prima che incancreniscano.
Quello che mi sta girando per la testa, in questi tempi, è il desiderio di sperimentare qualche ‘trasgressione’ sessuale, all’interno di una logica di complicità e di scelte, per così dire, ‘paritarie’ utili a lasciare sfogare le nostre esuberanze senza per questo offendere o, peggio, umiliare la dignità e l’orgoglio personale di ciascuno dei due.
Lucia non sembra accettare bene l’ipotesi, perché l’idea di fare sesso con un maschio che non sia io, l’unico uomo che abbia conosciuto, ripugna alla sua coscienza ed alla sua cultura radicata; accetta con difficoltà il concetto che il sesso fine a se stesso è solo uno strumento al servizio del piacere che comunque contribuisce a migliorare l’esistenza, soprattutto se non coinvolge intenzioni e sentimenti più alti, ma si riduce ad un atto naturale come concedersi una cena particolare o un qualsiasi piacere fine a se stesso; se si prendono precauzioni, una penetrazione non lascia traccia e dopo, come recita un detto popolare, ‘una lavata, un’asciugata e tutto torna nuovo’.
Poiché però non voglio insistere su questo mio pallino, di cui per la verità non so ben valutare la portata e le possibili conseguenze, non insisto e lascio che sia lei a maturare le sue scelte, dal momento che, conoscendola, so che basta insinuare un dubbio perché lei provveda da sola ad approfondire, studiare e poi decidere addirittura impossessandosi delle cose e sviluppandole in una precisa direzione.
Lucia infatti si appassiona al tema e molto spesso trovo il computer aperto su pagine specifiche dedicate allo scambio di coppia, segno che lei ha già elaborato una visione per la quale l’ipotesi più vicina a quello che io avevo proposto è proprio lo scambio di coppia in cui tutto si può svolgere all’insegna della chiarezza tra noi, della parità delle scelte e delle conseguenze, insomma può consentire di non prevaricarsi o offendersi in alcun modo.
Evito di entrare nell’argomento, aspettando che sia lei a parlarmene per valutare insieme le possibilità di passare dalle chiacchiere ai fatti, dalla progettualità all’azione; me ne parla una sera, a letto, dopo un amplesso che, per la pressione forse del problema che stiamo valutando, è risultato particolarmente intenso e ricco d’amore, oltre che di passione e di entusiasmo.
“Ho studiato tutto quello che concerne la tua ipotesi di ‘trasgressione’. Fondamentalmente, non riesco a sottrarmi al disagio di pensare ad un altro uomo sul mio corpo, un estraneo che si impossessi di me e mi faccia provare le emozioni, le sensazioni, il piacere che finora solo con te avevo provato. E’ vero, però, che, distinguendo il sesso dall’amore, sono in grado perfettamente di cogliere dalla sessualità il piacere immenso che posso derivarne, specialmente se mentalmente quelle azioni sono dedicate a te, a noi e all’amore che ci unisce. Direi che possiamo anche fare qualche primo passo per approcciarci a quell’esperienza; se non mi convincesse, facciamo sempre in tempo a tornare indietro.”
Vorrei capire meglio e chiedere in che cosa consistono i primi passi di cui parla; ma ho paura che qualunque obiezione possa incrinare la limpida serenità con cui mi ha parlato e creare degli ostacoli; preferisco stare zitto, abbracciarla con amore per significarle la mia gioia per la scelta fatta ed attendere il chiarimento che non tarda.
“Ci sono dei siti di incontro dove è possibile prendere contatti e scegliere le persone con cui rapportarsi in questa nostra ‘avventura’; domani organizzo un nostro profilo ed entriamo in chat con qualcuno che vediamo con idee simili alle nostre; dobbiamo farlo insieme perché la cosa interessa tutti e due; forse ci sarà da approfondire la conoscenza reciproca ed avremo bisogno di estrema chiarezza anche con estranei; insomma, da domani comincia il percorso per avvicinarci ad una coppia con cui scambiarci, in tempi forse non lunghi, quanto meno qualche amplesso.”
La sua fredda determinazione, in questo come in tanti altri casi, un poco mi disorienta, per non dire che mi spaventa; ma, in fondo, ha materializzato proprio il mio pensiero e non resta che starle dietro e, se necessario, a fianco; da quella sera, passiamo lunghe ore sul computer a intrecciare rapporti di amicizia telematica, selezionando di volta in volta le proposte che ci arrivano da ogni parte, scartando quelle evidentemente volgari, pornografiche o violente e raccogliendo quelle che ci sembrano ispirate da buon senso, eleganza e apertura mentale.
Sergio e Daria sembrano essere sempre nettamente un poco più avanti nelle nostre preferenze; si sono presentati come ‘coppia disponibile’ ed abbiamo scoperto che parlano un linguaggio assai vicino al nostro; stanno insieme da oltre dieci anni, hanno un vissuto ‘normale’ e sono abbastanza autonomi da non dipendere da uno dei due; hanno una regolare vita sessuale,ma amerebbero ‘trasgredire’, con delicatezza ed eleganza, facendo leva sulla sensibilità di lui e sulla determinazione di lei, un poco come avviene tra me e Lucia.
Dopo le prime informazioni generiche, ci trasferiamo sul colloquio privato per sentirci un po’ più liberi di comunicare anche notizie, sensazioni, emozioni, desideri particolari; il quadro si definisce sempre meglio e vengono fuori i dati professionali; Lucia e Daria insegnano, anche se in Istituti diversi; io e Sergio lavoriamo in settori simili, anche se per aziende diverse; scegliamo all’incirca le stesse mete per le vacanze e nutriamo sogni simili per i viaggi futuri; se le cose funzionassero, non escludiamo l’ipotesi di viaggiare insieme qualche volta; i gusti, alimentari, culturali, letterari, insomma tutti, sono per lo meno paralleli e possiamo parlare dell’ultimo libro in lettura, del film visto di recente, del disco o del locale preferito con una certa disinvoltura e scoprendo affinità sempre maggiori.
Quando Daria avanza la proposta di farci vedere in piena evidenza e in qualche posa più privata, Lucia esprime una timidezza imprevista; poi, sollecitata, accetta di farsi scattare qualche istantanea che renda giustizia alla sua bellezza; la stessa cosa fanno i nostri amici e l’impressione è decisamente positiva; senza essere grandi bellezze, tutti e quattro possiamo esibire però un fisico assolutamente apprezzabile ed apprezzato, preludio ad un piacere che tutti speriamo concreto e prossimo da realizzare; non arriviamo, almeno per il momento, alle inquadrature ‘intime’ o ‘osé’ per lasciare che sedimenti ancora la fiducia e l’amicizia che ci sembrano realizzarsi felicemente.
La proposta di passare a comunicare in skype, per guardarci in faccia mentre parliamo, arriva come la scoperta dell’acqua calda; in un clic siamo di fronte, noi nella nostra casa e loro nella loro, che per fortuna è situata nella stessa città, anche se in un quartiere residenziale dalla parte opposta; decisamente, la loro abitazione è più bella, moderna e funzionale; la nostra però conserva il ‘sapore’ delle case antiche, a ridosso del centro, e si porta dietro il fascino della storia, in qualche modo; tutti e quattro siamo in grado di apprezzare l’eleganza di certe sfumature e i complimenti non sono né formali né convenzionali.
Quando li vediamo a figura intera, che si muovono disinvoltamente nel loro ambiente, non posso fare a meno di notare che Daria è molto più bella di quanto la davano le foto e che è dotata di un fascino notevole, specialmente per i modi decisi che mi mettono quasi soggezione; anche Lucia colpisce nettamente sia lui che lei ed è oggetto di molta ammirazione da parte di ambedue; faccio finta di risentirmi perché a noi maschietti non sono riservati complimenti, ma ne ridiamo apertamente.
Rompendo gli indugi, Daria decide di esporsi tutta al giudizio e prende a spogliarsi in webcam e, quando i suoi seni ‘esplodono’ sotto la camicetta e senza reggiseno, mi coglie un mezzo infarto; quando Sergio le prende un capezzolo e, dopo averlo sfregato alquanto provocandole un evidente piacere, si abbassa a succhiarlo voluttuosamente, lo devo pregare smettere per non farmi eiaculare nelle mutande; Lucia, però, ha risposto alla sollecitazione, il suo seno è ora davanti a me in tutto il suo splendore, sotto lo sguardo allupato di Sergio; ed è lei ora che subisce lo stesso trattamento di stimolazione manuale e orale.
Daria mi chiede di zoomare sul capezzolo di Lucia e si abbassa a baciare lo schermo.
“Sei bisex?”
Mi vien fatto di chiedere; Lucia mi guarda interrogativa; Daria, che ha colto lo sguardo, si rivolge a lei.
“Non ti spaventare; mi ha solo chiesto se sono per l’amore saffico. Si, lo sono, ma non è obbligatorio che lo metta in pratica tra noi se Lucia, come vedo, non è disponibile.”
“Che diavolo dici? Semplicemente, è un cosa nuova per me; dammi il tempo di assorbire e sarò a mio agio; anche i tuoi capezzoli mi stimolano a succhiare come un poppante.”
“Se non abbiamo intenzione di fare sesso telematico, smettiamo con queste divagazioni ed entriamo nel vivo. Perché non pensiamo di incontrarci in un caffè in centro, a questo punto? Col lavoro che facciamo una pausa pranzo può servire a incontrarci ‘dal vivo’ e, per quel che mi riguarda, confermare una prima impressione che è ormai già qualcosa di più.”
Decidiamo che il venerdì a mezzogiorno può essere l’occasione giusta e rimaniamo intesi per l’incontro al bar del centro; se c’era bisogno di una spinta a convincerci che la proposta era fattibile, l’abbraccio che ci scambiamo in piazza, davanti al bar più frequentato della città, ce ne dà molte di più; il corpo di Daria che si muove sinuoso nel mio abbraccio, di semplice amico che la saluta, fa scattare il fratellino là sotto, che si erge in tutta la sua potenza e si fa sentire sull’inguine di lei; la stessa cosa sono convinto che succede tra Lucia e Sergio; se volevamo verificare l’esistenza di una ‘chimica’ coinvolgente, la certezza ce l’abbiamo già.
Seduti al tavolo a sorbire un aperitivo, cominciamo a parlare concretamente di un incontro possibile un sabato sera, per non avere impegni di lavoro la mattina seguente; e l’alternativa si pone tra uno dei due appartamenti o un locale pubblico; Sergio propone il terreno neutrale di una Spa appena fuori città dove si possono affittare camere, evitandoci di dover travolgere uno dei due appartamenti coi disagi inevitabili; io non mi pronuncio e lascio alle donne la scelta; concordano con lui; prima, però, Daria allunga una mano sotto al tavolo, usando la tovaglia per coprirsi, e viene a tastare il mio uccello da sopra al pantalone.
“Non ti disturba che cerchi di capire a cosa vado incontro, vero?”
La guardo sorridendo e le faccio.
“Soddisfatta?”
“Credo proprio di si; siamo in un territorio che frequento.”
Lucia non ha capito e mi guarda sorpresa; le spiego.
“Daria ha voluto accertarsi che la mia dotazione fosse sufficiente per le sue esigenze e non lasciasse a desiderare o non eccedesse le sue voglie.”
Non pare convinta e Daria è costretta a dirle fuori dai denti.
“Ho voluto vedere come ce l’ha grosso, per non trovarmi di fronte a un uccellino troppo piccolo o ad un mostro che non avrei sopportato.”
“Ah, è vero non ci avevo pensato. E dimmi; posso fidarmi o devo verificare anche io?”
Sergio protesta che una verifica piacerebbe anche a lui, ma Daria lo previene.
“Assolutamente nessun problema; non proprio gemelli, ma nello stesso ambito e, spero, con le stesse capacità di successo. Comincio ad essere bagnata.”
Lucia la bacia delicatamente sulla bocca, mentre io rimango basito dall’intraprendenza, e le sussurra.
“Se vanno bene per te, sono certa che mi faranno tanto bene. Anche tu cominci a piacermi molto, non solo idealmente.”
Bisogna arrivare ad una conclusione e decidere una data; domani stesso sembra non improponibile, a patto che si espletino subito gli adempimenti per la prenotazione e per l’iscrizione; Sergio garantisce che può farlo dall’ufficio e che domani ci intenderemo per trovarci dopo cena.
“Ragazze, noi abbiamo il rientro in ufficio; voi, se volete, potete anche andare a fare un giro di shopping.”
Ci salutiamo con un abbraccio e io ne approfitto per stringere per un attimo Daria e sentire il suo ventre teso e piatto contro il mio bacino, con un nuovo accenno di ‘risveglio del fratellino’ che lei avverte contro il suo sesso, attraverso i vestiti, il suo e il mio, e l’intimo mio e suo, di cui non conosco la consistenza.
Quando a sera rientro a casa, Lucia mi racconta che con Daria è andata poi nel centro commerciale in piazza e l’amica, ad un certo punto, l’ha convinta a seguirla in bagno, dove sono entrate insieme, un po’ come le alunne a scuola, e, chiuso il chiavistello alle loro spalle, dopo averla avvertita che, se non voleva, poteva uscire anche subito, Daria l’ha abbracciata e si è lanciata in una sessione saffica di grande impegno facendole provare l’amore tra donne, un’esperienza di cui aveva solo vagamente sentito dire ma che si è rivelata meravigliosa, affascinante, indimenticabile.
Le chiedo di raccontarmi i dettagli, mentre io la penetro con foga e con amore, lanciandomi in un amplesso di cui non ricordo pari, tanto l’episodio narrato mi eccita e mi spinge ad amarla; mi dice che l’amica l’ha subito baciata e leccata su tutto il viso, provocandole infinite emozioni di libidine che attraversavano tutto l’apparato sessuale e si scaricavano nell’utero con violente contrazioni.
Quando la bocca è scesa sui capezzoli, mentre una mano le artigliava tutta la vulva fino all’ano, l’orgasmo è esploso quasi inevitabile e sorprendente; ha risposto ricambiando pari pari quello che Daria aveva fatto a lei e le ha scatenato lo stesso feroce orgasmo vaginale; poiché però, come io ben so, Lucia si impadronisce delle cose e le perfeziona, si è spinta oltre e le ha inserito tre dita di una mano nella vagina, martoriandole il clitoride e, con l’altra mano, ha infilato due dita nell’ano rendendosi conto che è molto più aperta di lei e che le due dita ruotavano liberamente.
Il gesto ha stimolato molto Daria, che è esplosa, in rapida successione, nel secondo enorme orgasmo; sono uscite subito dopo, per timore di destare curiosità con la porta troppo a lungo chiusa; ma hanno dichiarato tutte e due di essere felici dell’esperienza.
La cavalco con entusiasmo ed eiaculo con abbondanza quasi eccessiva, stimolato dal racconto; per un attimo, temo che la mia Lucia possa intraprendere la strada di un’intesa da cui rimango escluso; ma mi basta guardare il viso sereno dopo l’orgasmo, per capire che ha soltanto fatto una nuova, entusiasmante scoperta, ma che il posto nel mio letto, con il mio sesso e con il mio amore, è sempre per lei fondamentale all’esistenza; e mi addormento accanto a lei che già dormiva sazia.
Il sabato mattina Lucia ha lezione; non una giornata pesante, ma comunque da passare a scuola con gli obblighi soliti; io rimango a casa e mi occupo di piccole faccende, come in tutti i nostri sabato; la preparazione fisica non mi richiede particolare impegno, tranne una doccia un poco più lunga, la rasatura e la scelta della vestizione; seguo la cottura dei cibi che lei ha preparato dal mattino, prima di uscire; e gioco a fare il ‘grande chef’ ridendo di me stesso.
Lucia, invece, deve fare un po’ di corse, appena esce da scuola, perché sono molte le cose di cui occuparsi; dopo il pranzo, che sbriga con la solita energica rapidità, mentre io mi vado a rilassare sul letto, lei si precipita in bagno e comincia la sua preparazione; è inutile che le ricordi che per quello che andiamo a fare è perfino superfluo farsi troppo elegante, perché tutto sarà puntato sulla nudità e sulla passione travolgente; come è giusto, mi risponde che farsi bella è un suo dovere di donna, non legato all’occasione specifica; mi ritiro in buon ordine e lascio che imprechi perché non è andata dal parrucchiere e la piega dei capelli non la soddisfa.
Quando esce dal bagno, è un’autentica visione celestiale, bella da farmi impazzire, seducente, affascinante, meravigliosa; sto quasi per saltarle addosso, quando il telefono squilla; è Sergio che mi avverte che iscrizione e prenotazione sono a posto e che ha comunicato che andremo dopo cena, quindi non ceniamo al ristorante; Lucia mi impone di passarle il telefono e di farla parlare con Daria, alla quale chiede come è opportuno vestirsi per quell’occasione; ricevute le indicazioni, chiude la telefonata.
Sono curioso, naturalmente.
“Come ti vestirai?”
“In maniera semplice e funzionale!”
Prende dall’armadio un abito soffice di stoffa frusciante, per me è seta, ma la mia opinione non vale, e indossa una sorta di semplice ‘sari’ chiuso da un nodo; per dimostrami l’uso, apre il nodo e il vestito scivola a terra lasciandola totalmente nuda; la guardo sbalordito.
“Solo questo e i sandali, senza intimo!”
“Praticamente, nuda, quindi!”
“Vuoi che indossi una corazza, per andare a fare sesso? E’ la soluzione più bella ed efficace.”
Non ho niente da dire.
Ceniamo alle sette, per essere in orario con gli amici che andranno con la loro macchina e ci aspetteranno al parcheggio del locale; fino alle otto e mezza, abbiamo appena il tempo per il caffè, per rassettarci e per uscire, io in abbigliamento casual, jeans e maglietta, lei con il suo straordinario abito ed una piccola giacca contro il freddo, del tutto superflua, in verità; prendiamo la macchina ed alle nove meno cinque minuti, con la tempestività a cui sono abituato, parcheggio davanti all’edificio; uscendo dall’auto e prima di incontrare i due, chiedo per l’ultima volta a Lucia se è convinta di quel che stiamo facendo; mi fa le boccacce e mi ricorda che è tardi per i pentimenti; ma mi assicura anche che ha tanta voglia di una serata indimenticabile.
I due sono già arrivati, hanno parcheggiato un poco più avanti e li troviamo immediatamente; le donne si lanciano in un abbraccio appassionato che sa di intesa omosessuale; ci guardiamo io e lui e allarghiamo le braccia; poi tocca anche a noi la stretta della donna dell’altro, con annesso bacio profondo e lunga strusciata eccitante; entriamo nell’edificio, presentiamo i biglietti di prenotazione e ci avviamo verso la sala comune, dove convergono bar ristorante ed accesso alle sale private; ci sediamo ad un tavolo e Sergio va a prendere delle bibite; le ragazze si spostano verso la pista da ballo dove vengono avvicinate da due aitanti giovanotti che le invitano a ballare.
Sulla pista, Lucia scopre immediatamente che il ragazzo che la stringe fra le braccia non ha nessuna intenzione di ballare, ma che la sta solo abbracciando e le sta facendo sentire fra le cosce, sotto l’inguine, la possanza di una mazza quasi doppia di quella del suo uomo e che con quella le sta sollecitando lussuriosamente la vulva, fino a provocarle un primo leggero orgasmo; si volta verso l’amica e la vede impegnata nella stessa manovra; quando ha il suo orgasmo, Daria spinge indietro il ragazzo con cui sta pomiciando e l’altro si allontana immediatamente; Lucia fa la stessa cosa e si trovano libere di tornare al tavolo coi loro uomini.
“Cristo, sono così veloci qui? Non mi ha dato il tempo di pensare e quasi mi possedeva qui in piedi!”
“No, Lucia; è una questione di esperienza; appena abbiamo detto no, si sono allontanati; devi essere tu a non lasciarti dominare; loro ci provano; tu decidi se starci o mandarli via.”
Si siedono e bevono alcuni sorsi; poi Daria rompe l’imbarazzo del silenzio generale.
“Allora, decidiamo questa serata nostra o devo richiamare i giovanotti del ballo?”
“No, no; adesso mi faccio dare la chiave e andiamo nella nostra camera.”
Sergio si sente colto in fallo; Lucia ha, al solito, un’altra domanda.
“Daria, ma tu sei esperta di questo locale. Lo frequenti spesso?”
“No, non spesso; è chiaro però che per noi non è una novità; l’abbiamo già frequentato e sappiamo per certo che è un buon posto, con tutte le garanzie necessarie, soprattutto per chi è in cerca di avventura.”
“Vuoi dire che vengono anche persone non organizzate, in caccia di rapporti occasionali?”
“Scusa, ma tu quei due ragazzi, come li hai classificati?”
“Ah, giusto; scusa; non mi riesce ancora di cogliere tutto l’insieme.”
Sergio torna con la chiave e ci guida verso le scale che accedono alle sale nel piano superiore; apre la numero cinque, entriamo e chiude alle spalle; non ho nemmeno messo un piede all’interno che mi sento avvolgere dall’abbraccio di Daria che mi incolla le labbra sulla bocca e, con la sinistra, afferra il mio sesso dentro i pantaloni; le invado la bocca con la lingua e le perlustro denti e palato leccando in maniera sensuale e succhiando la sua lingua come un piccolo pene; spinge il ventre contro la mia mazza, già eretta e dura come il marmo, e cerca l’orgasmo rapido; le appoggio le mani sulle natiche e stringo il ventre contro il mio; guardando di sottecchi, vedo che Sergio ha abbrancato Lucia e ha portato le mani su di lei, una sul seno eccitato ed uno fra le cosce, forse su una vulva già rorida di umori.
Spingo Daria delicatamente verso il letto e ve la sdraio; mi sfilo rapidissimamente pantaloni, maglietta, mocassini e slip e mi fiondo nudo su di lei, che provvede a denudarsi rapidamente facendo scivolare, come la mia compagna, un abito serico giù dalle spalle fino a terra; ci rotoliamo nudi sul lettone, e presto ci raggiungono Sergio e Lucia ambedue totalmente nudi; vedere la mia donna nuda tra le braccia di un altro uomo, mi procura una rapida fitta che mi blocca; la stessa cosa deve essere successa a Sergio che vedo impalato a guardare Daria stesa vogliosa sotto di me.
Ormai è uno standard; Daria si accorge del nostro disagio e agisce; abbraccia Lucia e la bacia voluttuosamente sulla bocca; lascia scivolare la bocca lungo la gola e il petto fino a raggiungere un capezzolo; mentre lo tormenta con labbra e denti, infila una mano fra le cosce ed artiglia la vulva, a mano piena, strusciandola forte sul monte di venere, spingendo fino a portare la punta delle dita sull’ano.
Quando Lucia urla l’orgasmo, mi risveglio all’improvviso dallo stordimento e mi fiondo sulle due, giro il corpo di Daria fino a stenderla su quello della mia compagna; da dietro, infilo l’ariete tra le natiche e lo faccio arrivare all’imbocco della vagina; spingo solo un poco e sono tutto dentro; manda un leggero gemito mentre la penetro e credo che trasmetta la sensazione a lei che le sta sotto, perché anche Lucia geme come avesse un orgasmo.
Tirando Daria per le anche, le impongo di porsi carponi col sedere spinto dalla mia parte e adatto la penetrazione ad una ‘pecorina classica’ che mi consente anche di prendere le sue tette e usarle per dare la spinta più forte.
Preso dalla foga amatoria, sfilo per un attimo il membro dalla vagina e lo posiziono sull’ano; una sola botta decisa e sono tutto nel retto; lei emette solo un gemito più forte e schiaccia le natiche contro il mio ventre per farmi sentire il suo godimento; comincio a pompare con energia e mi godo il piacere dell’asta accarezzata dallo sfintere stretto intorno e dal canale rettale che domina il sesso e lo possiede; è meravigliosa, la percezione dei glutei che mi sbattono sul ventre e mi danno la sensazione di copulare con tutto il sedere, con tutto il corpo; caccio indietro la tensione all’orgasmo che mi prende subito e mi sfilo dal suo corpo per raffreddare i bollori.
“Che ti succede?”
Mi chiede Lucia che, da sotto, ha assistito a tutta la manovra.
“Niente. Rischio di eiaculare e non voglio concludere così presto!”
“Non pensare nemmeno per un attimo di lasciarmi così a secco tanto presto!”
E’ il minaccioso avvertimento di Daria che si porta Lucia addosso e la fa sistemare a 69, leccandole con foga la vulva e spingendola a sistemarsi per poter leccare dall’ano alla vagina continuamente; Sergio, quando vede il sedere di Lucia proteso con ano e vulva in piena vista, si accosta col suo membro duro e lo infila nella vagina della mia donna; lei risponde con un lungo gemito di piacere.
Il sesso mi si innalza prepotente e mi accosto dall’altra parte, alla bocca di Lucia nella quale infilo il sesso duro e voglioso; dopo averlo succhiato a lungo, lo prende con due dita e lo porta decisamente sulla vulva di Daria, sotto la sua bocca; entro nella vagina, mentre Lucia lecca l’asta che scivola dentro; la cavalco scatenato mentre Sergio fa lo stesso nella vagina di Lucia; l’orgasmo arriva improvviso, ma la mia compagna mi impedisce di frenarlo e lo lascia esplodere nell’utero dell’amica mentre Sergio eiacula nella sua; quattro urla scomposte segnano l’orgasmo simultaneo.
Andiamo avanti per un bel poco, in questa alternanza tra copule etero e incroci saffici, tra penetrazioni anali e amplessi vaginali, masturbazioni, fellatio e tutto il repertorio possibile; vedo Lucia scatenarsi in tutto; lo prende due volte in vagina ed una nell’ano da Sergio, mi concede il retto e la vagina, lesbica a più non posso con Daria ed esplode in almeno una decina di orgasmi di grande potenza.
Quello che succede verso le due di notte me lo ha raccontato, anni dopo, Lucia, perché a quel punto pare che Daria abbia offerto a me e al suo compagno un bicchiere d’aranciata in cui ha versato clandestinamente delle polveri che ci hanno spedito subito nel mondo dei sogni; a quel punto si sono rivestite ed ha invitato Lucia ad accompagnarla fuori; lei l’ha seguita fiduciosa; fuori della sala, dopo avere posto il cartello ‘non disturbate’, le ha rivelato che, come aveva già fatto, ha propinato a noi due un sonnifero che ci terrà fuori gioco per almeno due ore e che loro potevano godersi quelle due ore per lanciarsi in altre esperienze non legate alla coppia ma alla propria lussuria; se Lucia non se la sentiva, poteva tornare in sala e riposare con noi; se ne aveva voglia, poteva fare altre preziose esperienze, che per nessuna ragione dovevano però essere condivise con noi, per non mandare in crisi o decisamente in vacca le nostre relazioni.
La mia compagna, affascinata dall’ipotesi di una totale e assoluta libertà per circa due ore, decide di fare l’esperienza; come al solito, pensa che in qualunque momento poteva tirarsi indietro; non ha fatto i conti, naturalmente, con la lussuria che, quando scatta, cancella tutti i buoni propositi.
Guidata da Daria, entrano in un sala ampia con un grande letto e alcuni personaggi intorno; scelgono due giovani neri, li fanno entrare e si sdraiarono sul letto, dopo aver fatto cadere a terra il vestito; i due salgono immediatamente sul letto, le abbracciano, le manipolano per qualche minuto e le penetrano immediatamente; Lucia si meraviglia che la sua vagina riceva naturalmente e senza sforzo il membro, di bella consistenza, del ragazzo nero; ma poi riflette che ha appena copulato ampiamente con due maschi ben dotati e che i suoi muscoli sono ben predisposti; quando il ragazzo è dentro e comincia a cavalcarla, Daria si gira dalla sua parte, la bacia con molta intensità e prende a titillarle i capezzoli; l’orgasmo che Lucia raggiunge è di quelli che non si dimenticano e si aggrega a quello di Daria che ha subito lo stesso trattamento.
L’amplesso dura per oltre un’ora e il membro , dopo avere stancato la vagina, passa nel retto e lo monta a lungo con grande goduria di Lucia che scopre il piacere di un sesso nuovo e diverso che la possiede; Daria più volte ordina ai due ragazzi di cavalcarle a lungo, quanto più possono, e di avvisarla quando non ce la faranno più; resistono per un’ora, poi implorano che li lascino eiaculare; Daria li autorizza e tutti e quattro urlano all’unisono quando gli orgasmi esplodono violenti nell’intestino delle ragazze.
Sembra finita; ma Daria ha ancora una proposta in serbo; visto che sono appena le tre e il sonnifero è attivo fino alle quattro, chiede a Lucia se se la sente di sperimentare la sala del Glory Hole e le spiega che dalla falsa parete che hanno di fronte, dai fori predisposti, sbucano membri maschili che possono usare come gradiscono; inoltre, alcuni spettatori sono pronti ad intervenire dal vivo se lo richiedono; Lucia, a quel punto, non si tira indietro e la invita a procedere.
Infila una mano in un foro alto e da quello sbuca un membro notevole, sicuramente di un nero, che Daria afferra e porta alla bocca, dando inizio ad una fellatio storica; da fori laterali emergono mani che le palpano il seno e le tormentano i capezzoli; Lucia si rivolge ad un foro parallelo e inserisce la mano; il membro che sbuca è ancora più bello e grosso dell’altro e lei vi si dedica con la bocca con grande entusiasmo; mani uscite dai fori laterali le artigliano le tette e le manipolano sapientemente i capezzoli.
Daria invita due ragazzi dall’esterno e, quando le sono vicini, offre il sedere e indica quello di Lucia; i due prontamente le penetrano nell’ano con mazze nodose e grosse; Lucia ha qualche piccolo fastidio iniziale, poi comincia a godere e si perde nell’estasi dei sensi; i due le cavalcano nel sedere per una buona mezz’ora; quando i sessi sottoposti a coito orale esplodono eiaculando in bocca, Daria incita i ragazzi a godere nel retto e quelli esplodono con un orgasmo che le scuote dalle viscere facendole godere per l’ennesima volta; quando si sono scaricati, le ragazze vanno nell’angolo dove c’è una doccia, si sciacquano, riprendono i loro abiti e ritornano alla camera cinque da cui erano uscite.
Lucia è frastornata, in parte dalla manovra fatta dall’amica per ingannare i compagni, in gran parte per il piacere provato a copulare senza guida e controllo; in parte, proprio per questo abuso di libertà, per un grave senso di colpa che si sarebbe portato per tutta la vita fino a quando, anziani ormai e con la passione raffreddata, mi avrebbe confessato quell’errore di gioventù che non avrei voluto perdonare per il tradimento alla fiducia, non tanto per l’esperienza fatta e che gli avvenimenti successivi avrebbero reso ben poca cosa.
Sta male dentro, Lucia, quando si riposiziona sul letto dove mi aveva lasciato e comincia a svegliarmi il più teneramente possibile; Daria, anche in questo, è più brutale e costringe Sergio ad un risveglio brusco; nessuno dei due riesce a ricordare cosa avessimo fatto dopo gli amplessi iniziali e non capiamo come avessimo passato tante ore a dormire come ghiri; ma non ci resta che fidarci delle nostre donne e ci svegliamo addirittura felici dell’esperienza fatta.
Nel parcheggio, ci accomiatiamo da loro ma Lucia mi dice chiaro che non intende impegnarsi in una nuova esperienza di quel genere, sicché glisso quando Sergio mi chiede se ci rivedremo; torniamo a casa in armonia, serenità ed amore; sono felice che Lucia abbia superato quella prova con estrema disinvoltura; lei viaggia appoggiando la testa alla mia spalla e lo interpreto come un gesto di amore e di gratitudine per l’esperienza fatta.
Solo molto più tardi, in seguito alla confessione di Lucia, ho capito perché, dopo quella notte, lei non volle più avere nessun contatto con Daria e Sergio; ma a sua volta spero abbia capito perché, dopo la sua confessione, i nostri rapporti non sono stati più gli stessi e che per il resto della vita abbiamo convissuto sopportandoci, con pochissimo amore e assolutamente senza nessuna fiducia reciproca.
Ma soprattutto, spero che abbia capito perché, immediatamente dopo, per evitare di rompere il matrimonio quando ormai sarebbe apparso per lo meno ridicolo, visto che per tanti anni ci eravamo accettati e sostenuti, non abbia reagito alla corte spesso indiscreta di colleghe ed amiche, specialmente sue, con la lealtà e con la fedeltà che avevo sempre rispettato, ma l’abbia costretta ad accettare, o forse a sopportare, frequenti ‘lavori straordinari’ assai improbabili e viaggi non preventivati per ‘controlli di lavoro’ non meglio identificati, con l’assistenza di affascinanti ‘vice’ e ‘segretarie’ che solo la notte, in albergo, chiarivano la loro reale funzione.
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