Al ritorno dall'Umbria, mi resi conto che la mia felicità non poteva più essere al centro di tutto. Guardando Lucrezia e suo marito, sorridenti e complici, capii che la felicità di mia figlia doveva venire prima di ogni altra cosa. Era una scelta difficile, ma necessaria. In quel momento, guardandoli, capii che l'amore più grande era quello che provavo per mia figlia. Abbandonai così ogni vago desiderio per Riccardo, troppo giovane e troppo legato a lei per poter essere mio. Fino a quando il dolore non si fosse attenuato, decisi di isolarmi, di concedermi il tempo necessario per guarire.
Fu in quel periodo di isolamento che si insidiò in me una nuova curiosità. Osservando e ammirando le signorine in webcam, scoprii un mondo che non conoscevo. Inizialmente, era solo un modo per passare il tempo, ma ben presto divenne un'ossessione. Un giorno, mi ricordo pure la data esatta il 6 gennaio 2015, spinta da un impulso irrefrenabile, decisi di mettermi alla prova. Mi registrai e, in una giornata di pioggia, accesi la mia prima live. Fu un'esperienza travolgente, che mi permise di esplorare aspetti di me stessa che tenevo nascosti.
Fu strano per me, una donna di quasi 60 anni, bionda e formosa, mettermi alla prova. Ma c'era qualcosa di elettrizzante nell'idea di mostrare una parte di me che tenevo nascosta. Organizzai tutto nei minimi dettagli: due webcam strategicamente posizionate, un computer pronto a catturare ogni mio movimento, la stanza in penombra, illuminata da candele profumate. Indossai l'intimo più provocante che avessi, una maschera nera che copriva i miei occhi, e mi posi davanti alla telecamera. Sentivo il cuore battermi forte mentre premevo il pulsante di avvio. All'inizio, ero nervosa, ma poi, man mano che i commenti positivi iniziavano ad arrivare, mi sentii più a mio agio. Mi trasformai in un'altra persona, più sicura di me, più sensuale. Era come se avessi finalmente trovato il mio posto nel mondo.
Mille occhi puntati su di me. Il numero cresceva inesorabilmente, e con esso aumentava anche la mia eccitazione. Giocavo con le luci, creavo un'atmosfera soffusa e sensuale. Sotto la maschera, i miei occhi brillavano di un fuoco inatteso. Con gesti lenti e studiati, accarezzavo il mio corpo, velando appena il seno, lasciando immaginare ciò che si nascondeva sotto i tessuti. Le donazioni, piccole attenzioni che mi arrivavano da mondi lontani, erano come incantesimi che mi spingevano sempre oltre.
La notifica mi avvisò di una nuova richiesta. Un privato. Un sorriso malizioso mi curvò le labbra. Cinquanta euro per un incontro virtuale? Il potere era nelle mie mani. Potevo accettare, rifiutare, giocare con le aspettative del mio interlocutore. L'idea mi eccitava. Il profilo era completamente vuoto, un'ombra sullo schermo. Mi chiesi chi si nascondesse dietro quell'anonimato. Respirai profondamente e cliccai su 'accetta', pronta a interpretare un nuovo personaggio.
Appena avviai la video chiamata, notai dei boxer neri avvolti nella penombra. Una voce sottile e tremante mi raggiunse: 'Ciao... cioè, ciao'. Sentii un brivido percorrermi la schiena, un'ondata di calore che mi invase improvvisamente. La voce mi sembrava appartenere a un ragazzo giovanissimo, ma mi riassicurai: sul sito si potevano registrare solo maggiorenni. Lo sentii ansimare, cercando le parole giuste. 'S-sembra che... cioè, mi piace molto come sei...' balbettò. Immaginai le sue guance ardere di un rosso vivo, nonostante la penombra. 'Tu sei davvero bella.'
Restai muta per un attimo, gustandomi la sua evidente imbarazzo. Poi, con voce sensuale e lenta, sussurrai: 'E tu sei molto più di quanto sembri'. Lo vidi agitarsi, i suoi fianchi si contrassero sotto il tessuto, e fui certa che le mie parole lo avessero colpito nel segno. Con un sorriso malizioso, mi avvicinai lentamente alla webcam, sfiorando con le dita il bordo dello schermo. 'Vuoi che continui?' sussurrai, sentendolo ansimare dall'altra parte dello schermo.
Mi guardai allo specchio, ammirando il mio riflesso. Con un movimento lento e sensuale, sollevai leggermente la spallina del mio reggiseno, lasciando intravedere un frammento di pelle morbida. Sentii il suo respiro affannarsi ancora di più. 'Ti piace?' chiesi, gli occhi fissi nella telecamera. Mi feci più audace e abbassai totalmente la coppa destra, mostrando il relativo seno che coprii con la mano. Lui non disse una parola, ma notai che si era afferrato il pene da sopra le mutande. Un gemito soffocato mi raggiunse dall'altra parte dello schermo. Sentii il mio corpo irrigidirsi. Con un movimento lento, sfiorai il mio capezzolo, sentendolo indurirsi. "Cosa aspetti?" sussurrai.
Mi avvicinai alla telecamera, la luce soffusa illuminava il mio corpo. Mi tolsi lentamente il reggiseno, lasciando cadere il tessuto a terra. 'Guardami', sussurrai, gli occhi fissi nei suoi. Con un sorriso malizioso, accarezzai delicatamente il mio seno. 'Vuoi che continui?'"
Un 'sì' appena udibile uscì dalle sue labbra tremanti.
"Non essere timido, tesoro. So che lo vuoi. Fammelo vedere." Dici questo con un tono dolce e seducente, quasi sussurrando. Ti avvicini di nuovo alla telecamera e sussurri direttamente nel microfono. "Dimostrami quanto mi desideri.”
Con un gesto incerto, quasi contraddicendo la sua timidezza, si liberò dalle mutande, rivelando un pene che mi lasciò senza fiato. Non riuscivo a credere che un ragazzo così timido potesse nascondere una tale virilità. Mentre lo osservavo accarezzarsi con delicatezza, un'eccitazione selvaggia mi invase. Con un filo di voce, aggiunse: "E tu? Potrei vedere la tua passera?
Lo accontentai subito, un sorriso malizioso dipinse le mie labbra mentre mi sedevo sul letto. Con movimenti lenti e sensuali, sfilai le mutandine di seta, lasciandole scivolare ai piedi del letto. Allargando le gambe, le richiusi con un gesto lento, quasi teatrale, per poi riaprirle, mostrando il mio intimo peloso. Accarezzai delicatamente le mie labbra, fissando l'obiettivo con uno sguardo provocante. 'Questo ti piace, vero tesoro?
"Tu... sei così... bellissima," balbettò. "Sembri uscita da un sogno." Sotto il peso di tante lodi, mi sentivo invincibile. Fissando lo schermo, mi sembrava quasi che il suo membro si ingrandisse ancora di più, un'illusione che mi eccitava a dismisura. Rimasi immobile, gambe divaricate, leccandomi lentamente le labbra. Gli lanciai un bacio provocante e sussurrai: 'Tesoro, hai ancora dieci minuti. Dimmi cosa vuoi, proprio tutto.' La sua risposta mi elettrizzò: 'Voglio vederti godere, voglio immaginare di essere io a farti impazzire.' Senza esitazioni, mi fiondai sotto il letto e afferrai il mio giocattolo preferito. Un sorriso malizioso dipinse le mie labbra mentre lo preparavo.
Accarezzai la sua superficie liscia, le venature mi solleticavano, un'anticipazione del piacere che mi attendeva. Lo presi tra le labbra, un sospiro soffocato sfuggì dalle mie labbra. Aumentava il ritmo frenetico della sua mano, sfregando il membro con sempre maggiore forza. La pelle luccicava sotto la luce dello schermo, mentre i muscoli delle sue braccia si tendevano.
Lo provocavo, guardandolo negli occhi, 'Ti piace come te lo succhio?'
Feci scorrere la cappella fino alla passera, aprendo le gambe per le telecamere. Con movimenti decisi, mi abbandonai al piacere, il mio corpo tremava ad ogni penetrazione. Mi distesi sul letto, gambe divaricate. Con un movimento lento, portai una mano al seno, accarezzandolo con le dita. Con l'altra mano mi scopavo sempre più intensamente, esplorando ogni centimetro della mia vagina.
"Vedi cosa mi stai facendo? Mi stai facendo impazzire. Sei così potente, così irresistibile. Non cercare di negarlo."
Lui, quasi incredulo: "Ma... non credo, lei è la mia dea."
"Non devi dire niente. Solo senti. Senti come ti desidero. Fammi sentire una donna, vieni dentro di me, tesoro. Ti voglio."
Feci in tempo a rialzarmi e a vedere il liquido seminale macchiare il lenzuolo sotto di lui, qualche goccia scintillante raggiunse perfino l'obiettivo della webcam, offrendomi uno spettacolo inaspettato e intimamente voyeuristico. Mi sentii lusingata da quella dimostrazione così viscerale del suo piacere, come se mi avesse coinvolta in un modo profondo e intimo.
Lo salutai con un tono dolce, ricordandogli che ora sapeva esattamente dove trovarmi. Spensi la webcam, sentendomi trionfante. Avevo ottenuto la reazione che cercavo, e l'avevo catturato. Con un sospiro di soddisfazione, mi abbandonai al piacere di un orgasmo solitario, rivivendo mentalmente i momenti più intensi del nostro incontro virtuale.
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