L'oggetto del desiderio 1 ( I collant di mia suocera )

  • Scritto da Vasco73 il 21/04/2020 - 14:38
  • 8.6K Letture

 

Adoro i matrimoni. Le signore danno il meglio o il peggio di loro dipende naturalmente dal gusto. Quella mattina ero a servizio di mia suocera, che da divorziata, sarebbe stata sola al matrimonio della sua seconda figlia. La prima la sposai io qualche anno fa. Mia moglie impegnata da dama di accompagnamento e mio cognato a portare all'altare la sorella più piccola. Quindi, non appena pronti e dopo aver portato mia moglie da sua sorella, diressi l'auto verso casa di sua madre. Mi fece salire, e come immaginavo era in preda all'emozione.
Mi aprì la porta scalza indossando la sola camicetta, appena lunga da coprire le anche, ma non le cosce avvolte da un collant nero leggerissimo tutto nudo, che a occhio doveva essere molto costoso. Il fisico la sorreggeva ancora, le gambe ben tornite e il culo morbido ma non cadente, vestiva un paio di slip che era una via di mezzo tra un perizoma e una mutandina normale, però di pizzo blu,il quale bordo non copriva i segni lasciati dall'abbronzatura dell'estate precedente. Cosa che a me arrapava moltissimo. Feci fatica a toglierle gli occhi di dosso. Mi dovetto sforzare a farlo. Lei parlava, parlava, in preda all'isterismo del siamo in ritardo, e io tornavo con la mente a quando, preso dalla follia, molti anni prima approfittavo della sua assenza in casa, per rovistare nei suoi cassetti dela biancheria.Fu un periodo nel quale stavo raggiungendo la maturità sessuale, ma non mi aveva ancora abbandonato la curiosità adolescenziale che mi portava a dover sapere cosa indossavano le signore sotto le gonne. Devo ammettere che le portai via diversi collant. Presi anche a provarli eccitato e le sborrate dentro quelli in bagno appena smessi non si contavano. Una volta ne trovai uno nel cassetto color carne con la riga quasi nuovo. Il fatto che l'avesse indossato mi eccitava ancora di più e mi rincresceva di non essere stato presente quando lo aveva fatto. In effetti, lo avevo visto qualche settimana prima ancora nella confezione nuova, e non avevo avuto il coraggio di aprirlo per farci quello che facevo con gli altri suoi collant. Stavolta me ne fregai, e messo in tasca, la stessa sera lo feci indossare a mia moglie, che sapeva della mia passione per questo indumento, e pensò l'avessi comprato per lei. Si lamentò solo del fatto che era di una taglia più piccola, e non si rese conto che io mentre la scopavo stavo pensando a sua madre, facendo scorrerere le mani sulle cosce e tastando la riga posteriore con le dita, come un folle in preda ad allucinazioni. Sborrai come non mai, tenendole le gambe piegate in alto, e andando ad imbrattare il collant con la riga sul retro delle due cosce esposte. Ci mancò poco che non urlai il nome di sua madre facendolo. Il giorno dopo, mi chiese di tutto quell'eccitamento, un pò scherzando e un pò preoccupata. Se solo sapesse di quella volta che  pranzai da sua madre ed eravamo soli... Prima di mettermi a tavola, andai in bagno a lavarmi le mani, e trovai un collant color caffè sulla lavatrice. Credo appena smesso. Ero indeciso se tenerlo e portarmelo via, fottendomene altamente delle domande che lei avrebbe potuto farsi, anzi, incoscientemente non vedevo l'ora che mi chiedesse di tutti quei collant mancanti o di quelli che lasciavo pieni di sborra nel cesto della biancheria, così da confessarle la mia deviazione e vedere che effetto le avrebbe fatto. Non ne capivo il rischio...ero folle. Comunque li presi, li misi in tasca e speravo lei entrando in bagno ne scoprisse la sparizione. La cosa mi eccitava. Il vino, e due ottimi piatti da lei cucinati aumentarono la mia libidine. Presi a toccare i collant nella tasca, mentre parlavamo. Poi riparato dal tavolo alla vista li tirafuori e li feci penzolare liberamente appoggiandomeli su di una gamba. Cosa che lei per forza avrebbe dovuto notare andando e venendo dalla cucina per portare in tavola le cose. Nulla. Non se ne accorse, o forse fece finta di nulla. Alla fine decisi per sborrarci dentro, e lo feci masturbandomi da sotto al tavolo mentre la guardavo parlare. Naturalmente non potei urlare di piacere, ma fu una sborrata epica. Li appallottolai e li misi di nuovo dove li avevo trovati distendendoli. Nemmeno quella volta mi disse nulla o disse qualcosa a qualcuno, almeno credo. Per completezza di racconto dei ricordi, aggiungo che quando da solo a casa, le telefonavo e mi masturbavo al telefono chiamandola con una scusa, o anche solo per sapere come stava. Se rispondeva mio suocero, allora ancora con lei, me la facevo passare subito, e mi eccitavo sapendo che a lui seccava questo modo di fare che avevo, ovvero di non considerarlo mai abbastanza. Il sogno era di farlo cornuto ogni qualvolta usciva di casa, ma questo al tempo della loro unione non si avverò mai. Tornando alla mattina del matrimonio, posso dire con sincerità che erano ormai anni che non ero più succube di questa mio diciamo così feticcio, un pò i pensieri, la famiglia, il lavoro e via dicendo, mi accontentavo di quanto offriva mia moglie, e avevo abbandonato questi pensieri adolescenziali. Però ora, tornavano prepotenti. Mi offrì un aperitivo, e berlo a stomaco vuoto, fece il suo effetto. Tra l'eccitazione montante e l'alcool, ero in preda alla libidine. Seduta ad un passo da me, c'era lei con le cosce bene in vista nel collant nero velatissimo. Il mio cazzo pulsava come non mai. Cominciai a guardarla sfacciatamente, e le feci anche i complimenti per le gambe, naturalmente cominciando dalle calze che aveva indossato. Non fece una piega, disse solo che ero dolce e gentile come sempre. Ero ad un passo da allungare finalmente le mani e toccargliele quelle cosce... Infine lei si alzò e andò a finire di vestirsi. Resistetti alla voglia di andare nel suo bagno a farmi unsa sega liberatoria. Volevo godermi quella mattina, dove tutti pensavano io mi stessi annoiando a morte dietro ad una donna ormai in pensione da anni. Invece ero a mille.
Tornò e devo dire era molto elegante. La gonna a tubo aderente ma non troppo, la camicetta che lasciava intravedere il reggiseno di classe, pieno delle sua tette ancora sode e immagino morbide. La scarpa nera lucida ed il tacco pronunciato le davano un aria di donna elegante e sexy. Le presi il soprabito e ci avviammo verso l'auto. Le aprii la portiera, e lei inconsapevolmente fu generosa nel mostrarmi di nuovo le cosce. La gonna salì e potei tornare a vedere quanto visto di sopra, lo spettacolo delle sue cosce nel nylon nero tiratissimo. Avevo preso a prestito un auto d'epoca da un amico, volevo darmi un pò di tono quel giorno ed cercare di essere spiritoso. I sedili erano di quella finta pelle marrone chiaro, e non tutte le cuciture erano integre. Questo provocò una smagliatura a quegli splendidi collant che lei aveva indossato. Si disperò, quasi si arrabbiò per l'accaduto. La smagliatura correva allinterno della sua coscia destra verso l'inguine. Mi mostrò il tutto prendendosi la coscia con la mano e forzandola con le dita che affondavano nel nylon del collant. Mi stavo sborrando nei calzoni.
Mi pregò di tornare indietro per potersi cambiare.
Le chiesi se non ne avesse un paio con lei di ricambio e lei rispose affermativamente. Così le proposi di fermarci in un bar e lei avrebbe potuto cambiarsi nella toilette. La accompagnai fino al bagno delle donne, entrai con lei e poi aspettai appena fuori dal piccolo ricovero che offriva un muretto vicino al wc, voltandomi dalla parte opposta naturalmente. Lei si cambiò e sistemò di nuovo il vestito. Vidi che  aveva il collant smagliato in mano e con lo sguardo cercava un cestino dove gettarlo, con la scusa della fretta, e la mia faccia tosta, la presi per il polso della mano dove teneva le calze, e togliendogliele dal palmo gli dissi che ci avremmo pensato dopo dove buttarli, magari strada facendo.  Così dicendo li misi in tasca, e lo feci senza curarmi d'altro di fronte a lei. Ora le sue gambe erano appena più opache, risultato del collant diverso che aveva indossato, che era di quelli non setificati, e la quale trama ricorda un pò quelli economici. Infatti lei non ne era soddisfatta. Salendo in auto, Questa volta dopo di me, mi offrì alla vista il bordo inferiore a metà coscia del corpetto che uscì per un lungo secondo dalla gonna. Chi di voi ha questo genere di passione sa che effetto può fare. Rappresenta un pò il confine. Quando lo scopri e non in modo accidentale, vuol dire che ci si prepara ad una scopata indimenticabile e il collant probabilmente finirà strappato al suo cavallo, proprio per favorire la penetrazione senza toglierli. Di nuovo mi trovai a toccare in tasca i suoi appena tolti e ne ebbi quella sensazione che fossero ancora caldi. Infine procedemmo verso la chiesa senza altre parole.  Seduti in prima fila, la tensione, la sua, non calava. Mi prese la mano, stringendola forte. La lasciai fare sorridendo divertito a mia moglie che in lontananza fece una faccia come dire, che ci vuoi fare? La sposa entrò, tra la musica e gli invitati in piedi, come noi ed infine ci accomodammo in attesa dell'inizio della funzione. La mia mano rimase nella sua, e la sistemò tra me  e lei sulla panca- Muovendo le dita, potevo sentire sul loro dorso la sua coscia sotto il tessuto della gonna. Prima lo feci distrattamente. Poi iniziai a farlo di continuo. Lei mosse le sua di dita, come ad accarezzare le mie. Dubito lo fece coscentemente, ma mi piacque moltissimo. Infine, alla fine di una preghiera, torno a prendermi la mano sinistra, e la sistemo insiema alla sua sulla gamba in pieno sopra la coscia. L'effetto dell'aperitivo stava scemando, ma il mio cazzo rimase durissimo per tutta la durata della cerimonia. Infine uscimmo sull'ingresso della chiesa e attendemmo gli sposi per il rito del riso e delle foto. Ne approfittai per farla scivolare davanti a me, con la scusa che così poteve vedere meglio gli sposi, vista la ressa. Non attesi molto. Mi appoggiai, dapprima piano. Poi sempre più convinto. Le non fece una piega, Non si mosse, ma nemmeno si allontanò da me. Continuava anestetizzata dall'emozione del momento a salutare e parlare con chi la chiamava o la guardava. Stavo scoppiando. Infilai la mano in tasca, piano presi il collant, chiudendolo bene con non ne uscisse nemmeno un pezzetto e non si vedesse, e con una mossa rapida,lo infilai nei calzoni prima, e poi con non poca fatica tra il mio cazzo che  esplodeva e le mutande.L'idea era quella di poter sborrare senza macchiarmi troppo, mentre mi appoggiavo al suo culo morbido. Ma dovevo fare in fretta, il riso era gia stato gettato e c'erano solo più le foto sulle scale che mi attendevano. Naturalmente mia moglie mi raggiunse e scambiammo due parole. Io non mollavo di tenere sua madre per le spalle, per evitare mi sfuggisse, e l'impresa aveva del comico. Potevo solo spingere, se mi fossi mosso sarebbe stato troppo evidente. Insistetti nella posa, mentre mi amoglie si spostava di fianco allo sposo, io spinsi delicatamente mia suocera di fianco a sua figlia in abito nunziale. sentivo il glande avvolto nel nylon del collant. Lo diressi a contatto con il culo di mia suocera, e una volta contro di lei, presi a muovermi pianissimo ma con forza, fottendomene di tutto il resto. Lei si mosse a sua volta, forse per tenere l'equilibrio e bastò questo per come ero eccitato a farmi sborrare una quantità di sperma che pensavo di non essere capace di  produrre. Mi venne da inarcare il corpo per il piacere provato durante l'eiaculazione, così dovetti tirarla un pò a me affinchè il contatto non cessasse. Contai almeno cinque fiotti di sborra, e poi un'infinita serie di contrazioni la quale ognuna mi dava un piacere incredibile mai provato. Appoggiai infine il mento sopra la sua testa, come in un gesto affettuoso.
Ero terrorizzato dal guardare i calzoni davanti, mi aspettavo la macchia fosse evidente. Invece il tessuto del collant dentro le mi amutande tenette bene assorbendo tutto lo sperma. Inoltre il mio cazzo perdendo di tonicità, andava lasciando spazio al tessuto che raccolse praticamente tutto. Spossato, e poco lucido, mi accorsi che mia suocera ora era di fronte a me parlandomi. Credo prese la mia espressione per emozione, tanto che mi fece una carezza sul volto e disse qualcosa di tenero. Mi chinai su di lei per ricevere un bacio destinato alla guancia, cambiai invece la mia posizione all'ultimo, approfittando della confusione la baciai leggero, sulle labbra a ringraziarla per l'orgasmo  esplosivo appena avuto, del quale lei fu artefice inconsapevole . (segue)
 

 

 

 

 

Post New Comment

Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.