Presi fiato e lasciai moglie e suocera ad aspettarmi nei pressi della chiesa, così che potessi andare a prendere l'auto nel parcheggio poco distante. Appena salito, mi liberai del collant che ancora tenevo nelle mutande. Lo misi sotto al sedile del passeggero facendolo passare da dietro tra i sedili anteriori e posteriori. Gettarli a terra era troppo rischioso. Temporeggiai un attimo pensando che forse col bacio avevo esagerato, e se tutto era andato bene fino ad allora, quello forse aveva compromesso la giornata che ancora appariva lunga. Mi accesi una sigaretta, e sceso dall'auto guardai in direzione di dove mi stavano aspettando. Mi apparve tutto normale, si stavano abbracciando, e così mi tanquillizai. Poco dopo, le feci salire. Mia moglie prese posto a fianco a me, mentre mia suocera alla quale avevo aperto la porta posteriore per accedere al posto dietro al mio, sedette invece dietro mia moglie anticipandomi e aprendosi lo sportello da sola.
Il corteo di auto andava snodadosi veloce, invitati al ristorante sposi al parco per le foto. Scambiavamo le impressioni delle ore trascorse. Erano entrambe raggianti, e per la sposa, e per la riuscita fin li della cerimonia. La vista delle gambe un pò scoperte di mia moglie, mi fece tornare di nuovo la voglia. Le posi una mano sopra la coscia e la feci salire per quanto potei sulle calze bianche che indossava. Lei lasciò fare per qualche momento. Poi vedendo che sua madre si sporgeva verso di noi per parlare mi cacciò spostandomi la mano velocemente. Mia moglie tolse le scarpe, consigliando di fare lo stesso a sua madre, così da posticipare il gonfiore serale assicurato.Mi accorsi che il loro parlottare ad un certo punto diventò monologo da parte di mia moglie, mentre mia suocera restava in silenzio. Guardai per quel che potevo cosa stesse facendo, e con la coda dell'occhio vidi che muoveva il piede sinistro ora sotto ora fuori dal sedile che le stava davanti. Mi venne in mente il suo collant. Trattenni il fiato.
La vidi chinarsi dallo specchietto retrovisore. Poi si rimise composta con un'espressione di incredulità e pò di rossore in viso. Infine riprese i discorsi con sua figlia, prima telegrafica, poi col passare dei minuti di nuovo allegra e entusiasta.
Arrivati al ristorante, mi precipitai in bagno, per darmi una rinfrescata, poi andai subito a cercarmi da bere e mi misi a guardarmi intorno. Non c'era una donna che non fosse bella e sexy, complice la mezza stagione, tutti agghindate, con le calze e i tacchi, e ben truccate. Per me il paradiso.
Mi misi poi alla ricerca dei miei parenti, inoltrandomi nel grande giardino, vidi mia moglie parlare con degli amici, mi avvicinai salutai e continuai il mio giro. Mi resi conto di non aver salutato gli sposi, preso com'ero a godere del culo di mia suocera, anche se in modo indiretto. Trovai un collega di mio cognato, col quale avevamo fatto qualche cena insieme, parlammo un pò, poi mi sentii toccare una spalla, mi voltai ed era mia suocera, che sorridente mi chiese di indicarle dove fosse mia moglie. Lo feci, non si accontentò chiedendomi di accompagnarla. A metà percorso si fermò e iniziò a parlare, prima con un giro di parole, poi direttamente mi chiese del collant, il suo, sotto al sedile.
Risposi che non mi pareva il caso di buttarlo per strada, e che quindi era finito li sotto in attesa di tornare a casa. Scosse la testa e fece un mezzo sorriso, infine disse che io sapevo bene a cosa si riferiva. Risposi con malcelata calma che poteva spiegarlo anche a me. Tentennò un attimo, giusto il tempo che un nostro amico invitato, ci raggiunse non concedendole modo di proseguire. Potevo esserne preoccupato e invece mi eccitai di nuovo, un pò ne diedi colpa al prosecco, poi nella mia testa mi dissi vada come vada, prima o poi doveva saltare fuori, oggi ho esagerato. Fui quindi pervaso dal ragionamento che se doveva darmi dei problemi che almeno non fosse solo per un paio di collant imbrattati di sborra. La mia. Mi misi sui suoi passi, intanto si era allontanata col nostro amico. Non la persi di vista fino a quando si presentò il momento propizio e la raggiunsi. Si era appena servita di un calice anche lei. Mi avvicinai e toccai il suo bicchiere col mio, rispose con un sorriso ed un - Salute. Poi le dissi brutalmente che si aveva ragione, e mi scusavo dell'accaduto. La vidi aprire e chiudere la bocca, come per dire qualcosa che non usciva. Non avevo menzionato nulla, ne collant, ne sborra, ne del suo culo e del mio strusciamento per goderci sopra. Il solo fatto di darle ragione la sconvolse ed entrambi sapevamo esattamente di cosa si stava parlando. Di nuovo si avvicinò qualcuno e dovemmo smettere di parlare. Quindi arrivarono gli sposi e andammo a tavola. Feci di tutto, compreso il maleducato per sedermi a fianco a lei, e quando mia moglie dalla parte opposta del tavolo ci vide, sua madre si offrì di cederle il posto, si sentì rispondere che andava bene così, e quindi si rassegnò ad avermi come vicino alla sua sinistra. Nella confusione ripresi il discorso, miravo a metterla in imabarazzo pur rischiando un alterco pubblico. Così tra un discorso incrociato con altri e la confusione generata dai -Viva gli sposi, riusci a farle sentire con chiarezza che la desideravo da tempo immemore, e che quanto successo non era altro che un modo di sfogarmi. Mi chiese di preciso cosa facessi per sfogarmi. Questo fece cessare il mio coraggio da prosecco. Non era facile dirle che mentre mi masturbavo fantasticavo su di lei e poi sborravo nei suoi collant, quelli che le prendevo dal cassetto. Si alzò, per andare in bagno e da come tirò il tovagliolo sul tavolo capì che non era per nulla contenta di quanto le avevo detto. Giocai il tutto per tutto, raggiungendola anche lì. Attesi nei pressi che uscisse, e quando la vidi la presi per un braccio, tirandola verso di me, contro il muro del corridoio, dietro ad un attacapanni mobile che raccoglieva i soprabiti degli gli ospiti e che ci nascondeva entrambi in buona parte alla vista degli altri.
Quando prese a protestare ringhiando,le presi il volto tra le mani e la baciai premendo forte la mia bocca contro la sua. Lei si ribellò ancora di più. La tenni talmente forte che non riuscì a distanziarsi. Forzai il bacio, prima da sentirne i denti con la lingua, poi mi feci spazio nel piccolo spiraglio che lasciò mentre mi spingeva con le mani sul torace, infine rispose al bacio e mi diede la scossa sentire la sua lingua morbida avvolgersi alla mia. Non premeva la bocca, vero, però mi stava baciando anche lei, e fu travolgente sentirne il sapore ed il suo tremore mentre lo faceva. Provai a spingere il mio bacino contro il suo, e mentre ero convinto di avercela fatta, la sentii piagnucolare un no, che non lasciava dubbi. Fu intenso e da togliere il fiato ma mi impose di fermarmi li. (segue)
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