L'oggetto del desiderio 5 ( simulazione)

  • Scritto da Vasco73 il 23/04/2020 - 15:44
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Studiai in che modo potevo raggiungere l'obbiettivo finale, ovvero portarmi a letto mia suocera. Sentivo che insistere era deleterio, mentre tornare a un corteggiamento non serrato, forse poteva dare risultati migliori. Oltretutto, questo alternare tra l'essere deciso e tornare indietro, mi pareva la spiazzasse a mio vantaggio. La chiamavo comunque ogni pomeriggio dall'ufficio e facevamo una breve conversazione. Io cercavo di essere spiritoso quel tanto che basta, e ogni tanto le chiedevo dei particolari, per lei insignificanti ma per me eccitanti. Il problema era calmare quell'eccitazione in qualche modo. Non mi andava di masturbarmi come un ragazzino in bagno, e lei era più propensa a stare  a casa ora, quindi anche una visita ai suoi cassetti in camera da letto era diventata molto poco frequente. Se ne presentò però l'occasione un sabato che sapevo sarebbero uscite insieme con mia moglie. La portai da sua mamma, e attesi fuori in auto nascosto, che uscissero. Volevo riprovare la sensazione di stordimento, nello stare tra le sue cose più intime. Vidi uscire l'auto di mia suocera dalla rampa, e mi mossi, reggiungendo il suo appartamento. Chiusa la porta alle mie spalle, nel silenzio sentivo di nuovo il cuore battere a mille. C'era il suo profumo in giro. I sabot di legno col tacco che usava in casa, appena fuori dalla zona dove teneva le sue scarpe, sulla poltrona in camera un abito leggero da tutti i giorni il resto era in grande ordine. Mi diressi all'armadio, ne feci scorrere le mani tra i suoi vestiti. E li mi venne un idea. Avrei preso un suo abito e alcuni accessori da tenere con me. Anche il fatto che si sarebbe arrabbiata mi intrigava. Ne scelsi uno elegante dritto, smanicato, con il collo a taglio rettangolare e uno spacco sul lato. Il colore era blu ma non troppo scuro. Poi passai ai suoi cassetti. Un collant blu anche quello, di quelli economici, infine presi una collana di perle chiare semplice, e le sue scarpe bianche con degli inserti blu anche quelli. Quasi un abito da cerimonia devo dire. Non mi preoccupai, ne di nascondere le cose per portarle via, ne di chiudere le ante dell'armadio e i cassetti. Volevo si accorgesse che ero stato li. Il programma era che lei avrebbe riportato mia molgie a casa nostra, quindi non mi rimase che aspettare di vederle rientrare sotto casa mia, e poi l'avrei chiamata.
Così fu, quando ripartì la sua vettura dopo aver scaricato mia moglie attesi giusto il tempo che arrivasse a casa sua e la chiamai. Mi rispose seccata, capì subito tutto. Le dissi di stare buona, che non avevo fatto nulla di male, ero solo stato da lei per sentirne la presenza. Mi diede del malato mentale ( e ci stava...). Promisi che non sarei più andato a mettere il naso da lei, mentre non c'era, e infine le dissi ciò che avevo preso. Smise di parlare, la sentivo solo respirare al telefono. Poi aggiunsi, che avrei portato a casa il tutto dicendo che lei mi aveva chiamato e che voleva la portassi a mia moglie perchè non voleva più usare abito e scarpe. -Perchè?! . Risposi che volevo avere qualcosa di suo per me. Replicò seccatissima se non mi fosse bastato il collant del giorno delle nozze di sua figlia. Le dissi che aveva fatto una brutta fine, e che ora giaceva abbandonato per strada. Infine dissi, - Fa come vuoi, io vado a casa e dico mi hai chiamato per passare a prendere queste cose, se vuoi anticipami, chiama Laura e diglielo, se no faccio da me, casino o non casino. E riattaccai. Presi tempo andando a bere un aperitivo dall'altra parte della città, poi feci ritorno a casa. Una volta entrato con tanto di abito sulla stampella e scarpe in mano, mia moglie mi disse - Ah, è questo che mi ha detto mamma mi avresti portato. Un regalone ! Tirai un sospiro di sollievo e l'eccitazione crebbe. Dopo cena, chiesi a mia moglie di provare l'abito di sua madre, le dissi che era molto carino e che così se ci fossero state da fare modifiche poteva gia portarlo lunedì in sartoria. Prima lei nicchiò, poi acconsetì. Io rimasi in sala sedtuo in poltrona ad aspettare. Dopo pco arrivò e mi disse -Altro che modifiche, qui manca una taglia. Le dissi che in effetti le stava un pò troppo aderente, e la portai in camera da letto dove c'erano degli specchi così da potersi guardare meglio. A piedi nudi, si girava , e osservava parlando. Io non sentivo nulla di quanto diceva. Andai in bagno dove aveva lasciato le scarpe bianche e blu, poi in ingresso dove avevo nella tasca della giacca anche i collant presi da sua madre. Tornai,e dissi che così però era incompleto l'esperimento. Mi misi ai suoi piedi, e con dovizia le feci mettere le calze, lei rideva non capendo dove volessi arrivare, io invece serissimo le toccavo le cosce e cercavo di mettere bene il collant, anche quello più piccolo di una taglia, non se ne accorse quasi, poi le scarpe, quelle andavano bene, infine la collana che era sul comò, e le chiesi di raccogliere i capelli. Questo non coincideva con il taglio corto di mia suocera ma mi sarei accontentato. Un pò la somiglianza, un pò l'eccitazione, mi si ovattò l'udito e mi girava la testa. Abbassai le luci, e la spinsi sul letto, prima seduta, poi supina. Le andai sopra che ancora parlava, le chiusi la bocca con un bacio lungo mentre cominciavo ad esplorarla tra le cosce. Prese a mugolare eccitata. Perse una scarpa mentra la giravo a pancia sotto, poi la presi di peso a le sollevai solo il bacino. Il vestito non saliva facilemente perchè era stretto, alla fine le scopersi il culo, strappai il collant e ci tuffai la faccia cominciando a baciarla e a leccarne il sesso. Se lei non capiva più nulla io ero perso completamente. Girata così, non vedendola in faccia, mi sembrava sua madre, ed era li sul mio letto in attesa di prendere il mio cazzo durissimo. La scaldai più del solito, poi la penetrai, godendomi per ogni centimetro che le stavo mettendo dentro, in maniera esageratamente lenta. Poi presi a scoparla vigorosamente, come se non avessi abbastanza tempo, tenendola per i fianchi. Sapevo come le piaceva godere, quindi dopo qualche minuto le dissi a voce alta - Insieme daiii, godi! Quasi mi spinse fuori dall'intensità dell'orgasmo bagnandomi tutti i coglioni. Godetti anche io, dentro di lei pensando di farlo dentro mia suocera. Avevo trovato un modo di sfogarmi, prima di raggiungere il mio scopo.
 

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