Lorenzo e Sonia

Lorenzo e Sonia

Nella mia attività, me ne capitano di belle, di strane, di comiche, insomma di tutti i colori; fare il massaggiatore, con molta qualità, è meno facile di quanto si creda, anche perché entrano in gioco fattori estranei completamente allo specifico del massaggio; certamente la cosa più dolce e intrigante che mi è capitata, è stata fare un massaggio a Sonia, una donna oltre la quarantina, bionda, alta, ben messa in tutte le curve, assolutamente inattaccabile sul piano della fedeltà.

Me ne aveva parlato il marito Lorenzo, un cinquantenne solido, attivissimo ma col tarlo di verificare se sua moglie avrebbe accettato di copulare con un altro, davanti a lui che non interveniva, e di parlargliene dopo, mentre a casa si godevano un loro amplesso; ne avevano parlato spesso, specialmente mentre facevano sesso; ma lei era tenace nel respingere ogni proposta che non fosse la copula canonica col marito, nel letto matrimoniale.

Il modo in cui Lorenzo mi descriveva i loro incontri mi faceva sembrare di essere lì, ai piedi del letto, mentre si stuzzicavano; lui, col fallo piantato tenacemente in vagina, la montava assai lentamente e cercava di farla godere di testa, più che di utero; lei, ferma alla missionaria, sentiva gli orgasmi montarle a mano a mano che lui insisteva e alla fine concludeva con una eiaculazione che inondava le lenzuola; il dialogo, più o meno, doveva suonare così.

“Sonia, ti piace fare sesso?”

“Perché che stiamo facendo? Mi stai possedendo, mi pare; ed io godo moltissimo; quindi mi piace.”

“Non dicevo se ti piace il sesso nel matrimonio; qui c’è amore antico, c’è convivenza dolce e gratificante di tanti anni. Intendevo copulare con un altro maschio, con un altro fallo.”

“Vai al diavolo tu e le tue paturnie; di sesso mi basta il tuo che non è poca cosa; fammi godere e sta zitto.”

“Se dovessi scegliere una mazza per fare solo sesso, a chi lo chiederesti?”

“Ho capito, ti va di eccitarti e di godere di testa; non vorrei nessuno di quelli conosciuti; ad attizzarmi nella direzione che dici tu potrebbe essere solo un fallo sconosciuto che mi cogliesse non impreparata ma eccitata e disponibile; se trovi un fallo simile, in una situazione come quella che ti ho descritta, può darsi che mi monti la voglia di tradirti; ma è assai difficile.”

“Beh, intanto prova a lavorare di fantasia e, mentre ti possiedo, prova a pensare che sia il sesso di uno sconosciuto quello con cui stai copulando … “

Sonia quasi involontariamente, si trovò ad immaginare un sesso che si accostava al suo corpo e la stimolava; lo usava in tutte le varianti che aveva imparato da suo marito e, sul fallo di lui che la montava, ebbe un orgasmo straordinario; Lorenzo capì che aveva operato il transfert, la guidò delicatamente nell’orgasmo e, a commento, le disse.

“Hai avuto un orgasmo meraviglioso, prima di testa e poi di vagina; sei grande, quando ti ci metti!”

Secondo Lorenzo, l’idea di ricorrere al massaggio era nata una mattina al mare, mentre se ne stavano stesi a prendere il sole; era ancora primavera, ma loro sfidavano anche le intemperie per godersi la spiaggia; lei era in topless; vicino a loro, due ragazzi si baciavano, si coccolavano e si eccitavano evidentemente e violentemente; ad un tratto il lui, con la scusa di passarle sul corpo una crema solare, si sedette su di lei e cominciò a carezzarla, dalla testa alla vulva.

Attirò l’attenzione di Sonia e le fece osservare come il sesso del ragazzo si andava a poggiare sul monte di venere poi scivolava tra le cosce rasente la vulva; senza togliersi i costumi, i due stavano copulando alla grande; prese il tubetto della crema solare e accennò a versarne sui suoi seni; lei si ribellò all’idea di quel che voleva fare suo marito, si girò bocconi e gli si presentò di schiena; Lorenzo non si perse d’animo, le montò sul sedere e prese a frizionare.

Tra le altre cose, Sonia aveva un bellissimo lato B e suo marito fu felice di sentire contro la prostata la compattezza delle natiche in cui si era spesso e volentieri infilato col sesso; la massaggiò delicatamente per qualche tempo, eccitandosi; poi, quando la mazza non era più contenibile dal costume, la fece scivolare fuori e la appoggiò nel solco tra le natiche; sua moglie ebbe un’istintiva reazione e si agitò tutta.

“Che diavolo fai? Dove vuoi arrivare?”

“Al buchetto; è un po’ che non me lo dai … “

“Str…o, in questa posizione è impossibile; mi faresti un male cane; maledizione, mi hai fatto eccitare da cani; spostalo in vagina e speriamo che non ci veda nessuno!”

Lui fece scivolare l’asta lungo il solco tra le natiche, sentì sulla punta l’umido della vagina e spinse; il membro scivolò dentro delicatamente; per non farsi vedere mentre la montava si dedicò al massaggio della schiena; percorse sapientemente tutte le vertebre e sentì che Sonia godeva intensamente; quando le ‘massaggiò’ l’osso sacro e le infilò il medio nell’ano lei esplose in un orgasmo eccezionale che soffocò mordendosi un braccio su cui aveva poggiato la testa.

“Hai visto che farlo davanti alla gente ti eccita da morire?”

“Str…o, è stato il massaggio che mi ha mandato fuori di testa; dove lo hai imparato?”

“Non ho imparato niente; un massaggio professionale è un’altra cosa … “

“Mi piacerebbe farne qualcuno, se non altro per risistemare un poco le mie ossa … “

“Se veramente vuoi, cerco un buon professionista e ti prenoto qualche seduta … “

“Va bene; ma non credo proprio che un professionista abbia in mente il massaggio che mi hai fatto tu … “

“Ti è piaciuto?”

“Moltissimo; il resto me lo prendo a casa; ma non ci provare più; non in pubblico, almeno; ti faccio fare una figuraccia … “

“Promesso; parola di bravo ragazzo … “

Fu così che Lorenzo si decise ad assumere informazioni e trovò in internet i miei dati; capì, tra le righe e per informazioni da ‘passaparola’ che ero disposto anche a massaggi ‘particolari’ e mi venne a parlare.

“Senti, Alberto, mio moglie vorrebbe fare dei massaggi terapeutici; io però vorrei che si sciogliesse non solo nei muscoli; … insomma, capisci che è molto chiusa, quasi talebana; … vorrei insomma che uscisse dall’esperienza più aperta, disponibile … “

“Sei disposto a lasciarmi campo libero fin dove si arriva?”

“Però vorrei assistere; non partecipare o essere fisicamente lì, ma assistere … “

“Al Centro siamo perfettamente attrezzati anche per questo. Tu l’accompagni al Centro; io faccio finta di allontanarti, ma rientri e ti nascondi dietro quel paravento; quando avremo finito, vai via e l’aspetti fuori. Se ti va, l’idea può essere questa.”

“Mi va.”

“A che punto mi devo fermare?”

“Dove riterrete tu e lei; io voglio solo vederla copulare; sono convinto che con te si rilasserà, sei un così bel ragazzo.”

“Ok; fissa quattro o cinque sedute, una a settimana; e cominceremo dalla prossima.”

Furono puntualissimi ed alle undici erano davanti a me, nello studiolo; esaurimmo gli adempimenti preliminari; poi pregai lui di lasciarci soli e di tornare dopo un’ora, quanto sarebbe durata la seduta di massaggio; Lorenzo baciò delicatamente sua moglie e uscì; vidi che prendeva il telefonino; se anche filmava, era solo un problema suo; oltretutto, quella volta, non volevo azzardare che pochissimo, per sciogliere Sonia dalle sue remore; con la coda dell’occhio vidi aprirsi e chiudersi la porta dietro il paravento.

Mandai Sonia a spogliarsi nel bagnetto e tornò con un telo e lo slip di carta sui fianchi e sui seni; la feci stendere bocconi sul lettino e ammirai il suo meraviglioso profilo posteriore, su cui risaltava un sedere bellissimo, tornito, sodo, da grande copula; mi imposi il tono professionale e partii col massaggio; tra il collo e i glutei, sentivo che godeva della manipolazione, che i muscoli si rilassavano e che lei apprezzava fortemente il piacere della terapia.

Partii poi da piedi e le massaggiai le gambe e le cosce; cercavo di rendere il movimento il più terapeutico possibile, ma ricorrevo anche a tutti gli espedienti che conoscevo perché fosse, al tempo stesso, sensuale ed eccitante; lei cominciò a vibrare e ad agitarsi; in breve, la sentii rilassarsi e godere; quando arrivai ai glutei, evitai con cura lo slip di carta che mi intralciava l’accesso alle parti intime; fu lei infine a dire.

“Puoi anche toglierlo, non mi pare il caso di lasciarlo lì a ostacolare.”

Andai decisamente all’attacco del suo centro di piacere e mi dedicai a lunghe carezze sull’interno coscia e sulle natiche fino ad entrare decisamente nello spacco ed ‘assaggiare’ ano e vulva; ormai era chiara la sua partecipazione goduriosa alle mie manovre e non esitai, all’altezza del clito, a strofinarlo con le dita finché la sentii mandare un sospiro enorme, segnale inconfondibile dell’orgasmo che era arrivato imprevisto e ben accetto.

La feci girare e non ebbe esitazioni a mostrarmi la vulva depilata, carnosa, rorida di umori che aveva scaricato abbondanti sul lettino, e i seni perfetti, quasi prepotenti, che spingevano al cielo due capezzoli come grosse fragole; riuscii a carezzare, per massaggiare, il ventre fino al monte di venere, lo stomaco e mi lanciai alla fine sui seni che palpai per tutta la rotondità; diedi solo due strizzatine ai capezzoli duri come acciaio, per mantenere il tono della terapia.

Il massaggio però era diventato chiaramente l’alibi per una lunga masturbazione, cercai di fermarmi al di qua del giustificabile, visto il personaggio chiuso, che non aveva però esitato a lasciarsi andare quando le avevo tolto lo slip; fu un’ora di piacere intenso, sofferto tra accelerazioni e fermate improvvise; aveva il viso rilassato e sereno, quando le dissi che poteva rivestirsi dando appuntamento alla settimana seguente.

Da Lorenzo seppi che era tornata a casa assai carica e aveva voluto immediatamente fare l’amore; aveva confessato di essersi eccitata e di avere goduto, ma attribuiva tutto alla sua personale interpretazione dei miei tocchi ai quali non aveva assegnato quella volontà di stimolazione di cui li avevo caricati; era certa di aver fatto tutto da sola, lasciandosi andare ad un piacere fino ad allora totalmente sconosciuto.

“Credimi, Lorenzo, è stato qualcosa di imprevedibile; le sue mani sul corpo mi hanno ricordato tanto le carezze tue quando mi stimoli nei preliminari; mi sono sentita immersa in un vaso di miele e la vagina non dipendeva più dalla mia volontà; l’orgasmo è arrivato che quasi non me n’ero accorta; ti senti offeso?”

“No; e perché, poi? Hai goduto, non hai neanche copulato; peccato che io non abbia potuto assistere … “

Godeva mentalmente anche di questo piccolo fraintendimento e la montò come un mandrillo; il video realizzato, che gli testimoniava il piacere di lei, diventò presto il suo compagno di giochi preferito; lo rivide milioni di volte e non smetteva di eccitarsi osservando il corpo di sua moglie contorcersi, trattenendosi, sotto le mie carezze; oltre ad usarlo come stimolante prima di ogni copula, si sorprese molte volte a masturbarsi sulla visione.

Il secondo incontro si avviò sulla falsariga del primo; i due vennero insieme, sbrigammo le pratiche preliminari, lui fece finta di uscire e rientrò dietro il paravento, armato di telefonino per la ripresa; lei uscì dal bagno completamente nuda, stavolta, e mi sfiorò il pacco, passando; feci finta di non capire per non calcare la mano; quando si stese bocconi sul lettino, partii a due mani, di cui una sulla schiena, per il massaggio, e l’altra sulle natiche per accarezzarla; sospirò a lungo a segnalare il piacere.

Interruppi la stimolazione per percorrere tutta la spina dorale con tocchi studiati per farla rilassare ed eccitarla; sentivo i brividi che si trasmettevano direttamente alla vulva e mi soffermavo sui punti erogeni che avvertivo più reattivi; il primo orgasmo arrivò rapido e la squassò; mi fermai per lasciarla respirare, poi aggredii direttamente la vagina e le massaggiai il perineo dall’ano alla vulva dilettandomi a giocare con le grandi labbra.

Si girò autonomamente e mi presentò vulva e seni in piena eccitazione, coi capezzoli ritti come chiodi; avviai una carezza eccezionale, manipolando sapientemente, infilai dentro due dita, presi il clitoride e lo strofinai finché non esplose con un getto di umori; la sua mano scattò improvvisamente e me la trovai sulla patta che afferrava il sesso ormai al limite estremo della resistenza; aprii il camice per darle accesso; sotto, ero nudo.

Avviò una masturbazione lenta e sapiente, che mi mandava in orbita; io le titillavo il clitoride con due dita; con l’altra mano palpavo il seno e stringevo tra le dita un capezzolo; dietro il paravento, sentivo netto il rumore della masturbazione che Lorenzo si stava praticando osservando la scena; di colpo, le presi il polso e fermai la sua masturbazione; rimisi a posto il camice e la feci stendere per il massaggio; per oltre mezz’ora, mi limitai alla terapia.

Sonia godeva infinitamente; il languore che il primo violento orgasmo le aveva provocato non era stato del tutto assorbito e favoriva il godimento del massaggio; in apparenza, sembrava che avessi ripreso coscienza del mio dovere di massaggiatore e mi occupassi della terapia; in realtà, ero molto eccitato e mi ero fermato solo per godermi successivamente la sua mano sul membro in maniera più efficace e compiuta.

Esaurita la parte maggiore del lavoro, accostai il sesso al suo corpo, da dietro al camice; lei si stese supina, allargò le gambe e portò la mano sull’asta, sfilandola dal camice; riprese la sua lenta masturbazione, mentre io mi dedicavo con passione alla sua delizia; escludemmo altre forme di stimolazione e realizzammo tre masturbazioni, lei col mio membro, io nella sua vagina e Lorenzo, dietro al paravento, col suo sesso; quasi certamente godemmo simultaneamente.

Sonia si rivestì dopo essersi data una rapida lavata e uscì dandomi appuntamento alla volta seguente; nel corso della telefonata che seguì e che preventivamente avevamo concordato, Lorenzo mi raccontò che era giunta all’auto col viso congestionato dall’emozione; appena chiusi in casa, lo aveva letteralmente aggredito con un bacio appassionato, aveva tirato fuori il sesso e l’aveva masturbato; lui l’aveva quasi obbligata a smettere per copulare come dio comanda.

Mentre lui la cavalcava, Sonia gli aveva confessato la masturbazione reciproca.

“Forse hai ragione tu, amore; mi è piaciuto manipolare il sesso di Alberto; ma non credo proprio di riuscire ad andare oltre quello; neanche me la sento di averti presente quando lo faccio; qui, sola con te, il senso di colpa lo riesco a controllare, ti posso guardare negli occhi e dire che l’amore è intatto, anche se mi sono presa tanto piacere a sentirmi scorrere tra le dita la pelle del membro che scappellavo, la gioia di sentirlo pulsare e gonfiarsi del piacere di essere manipolato.

Ma se ti penso vicino al lettino mentre mi faccio titillare, sollazzare, stimolare, eccitare da un altro; quello non so se lo reggerei; il senso di colpa mi soffocherebbe forse; saprei di calpestare ogni principio della nostra convivenza; se per te va bene, ti racconterò tutto quello che mi sentirò muovere dentro, in certe situazioni; ma non chiedermi di farti assistere; non credo proprio di potercela fare.”

Lorenzo non trovò risposte ad una confessione così accorata; non voleva forzarla; aveva i filmati che gli consentivano di soddisfare il suo lato voyeuristico e poteva anche lasciare che lei seguisse i suoi timori; si chiedeva cosa potesse succedere in prospettiva e mi raccomandò ancora di non forzare la mano; gli garantii che Sonia mi piaceva da morire e certamente, in altre condizioni, non mi sarei risparmiato e non le avrei evitato niente; in quel caso, rispettavo gli accordi.

Il terzo incontro, che poteva essere quello decisivo, si caricò di sensi diversi e profondi, ce ne accorgemmo dal disagio che provavamo sin da quando arrivarono al mio studio e sbrigammo la parte burocratica; al momento di farlo uscire, ci fu tra me e Lorenzo uno sguardo intenso e significativo, forse lui avrebbe voluto rimangiarsi l’impegno e non portare il patto alle estreme conseguenze.

O forse ero io che avrei voluto tirarmi indietro; in fondo, anche la signora con cui avevo appuntamento dopo Sonia non avrebbe esitato a darmi la vagina, se glielo avessi chiesto; ma questa situazione mi aveva intrigato sin dal primo momento, avevo visto la libidine crescere in lei fino a prenderlo in mano e farmi esplodere nella più ricca ed intensa eiaculazione che ricordassi; un passo più avanti potevo farlo, anche senza arrivare a penetrarla, come mi sarebbe piaciuto.

Lui alla fine uscì, per rientrare dietro il paravento, come aveva fatto nelle precedenti occasioni; lei andò in bagno e tornò completamente nuda, più sensuale del solito e con stille di goduria che già comparivano sulle grandi labbra; si stese sul lettino ed io cominciai a massaggiarla da dietro, sulle spalle e sulla schiena; poi scesi sui piedi e risalii sulle gambe e sulle cosce; quando sfiorai le natiche, il membro mi balzò e fece vela sotto il camice; lei se ne accorse e lo artigliò da sopra l’indumento.

Mi sforzai di resistere e ficcai le mani nello spacco fra le natiche, masturbandola apertamente in vagina e nell’ano; sentivo che vibrava, fremeva, stringeva il sesso e gemeva in continuazione; il primo orgasmo fu rapidissimo; si bloccò per un momento, poi si girò e mi presentò vulva e seno in piena evidenza; la palpai dappertutto; dal paravento mi arrivavano, ma lei non poteva coglierli, i gemiti di Lorenzo che stava godendo e soffrendo per quella strana copula con le mani; la feci godere ancora.

Ad un tratto, con un gesto repentino, Sonia aprì il camice, sfilò il membro, lo masturbò finché non lo vide durissimo; sul meato urinario era apparsa una goccia di precum; la sua lingua saettò rapida a raccoglierla; poi non si fermò e ruotò intorno alla cappella obbligandomi a soffocare un urlo; le labbra si aprirono ed avvolsero l’asta, accarezzandola mentre la lingua continuava a lambire; scivolò con la testa in avanti e il sesso le penetrò fino alla gola.

“Sonia, dimmi la verità; non hai fatto fellazioni solo a tuo marito e poche volte; sei troppo brava a succhiare per non essere esperta.”

“Ti sbagli; è vero che li faccio spesso, anche molte volte a settimana; ma, finora, solo a mio marito; il tuo è l’unico sesso estraneo che la mia bocca ha assaggiato; mi piace molto sentirlo entrare in bocca, titillarmi il palato, stuzzicarlo con la lingua; mi piace molto sentirmi ingombrare la cavità orale fino all’ugola, fino alla gola; sono emozioni che ho già provato con Lorenzo e non mi sogno neppure di fare confronti; con lui, l’amore rende tutto meraviglioso.

Mi piace succhiare lui, moltissimo; ma adesso so che è un piacere più generale, la sensazione di godimento che mi da un sesso in bocca; forse devo ripensare tutto; ma ho troppi interrogativi, e tutti confusi, nella testa; se ti turba la situazione, smettiamo subito, corro da Lorenzo e gli faccio una fellazione da favola, visto che mi hai eccitata.”

“Sonia, tu sai perfettamente che io non lo sto facendo per amore, ma solo per eccitazione improvvisa; se vuoi andare a fare l’amore anche con la bocca a tuo marito, vai pure; se trovi piacere a succhiare la mia mazza, sono qui e non scappo. Decidi tu.”

“Voglio assaporarti fino alla fine, fino a sentire lo sperma spruzzare in gola. Poi parlerò con Lorenzo e mi farò perdonare; ma adesso il sangue mi bolle tutto, voglio succhiare la tua mazza fino in fondo.”

La fermai e, prima che potesse riprendersi, andai ai piedi del lettino, le spalancai le cosce e mi fiondai sulla vulva depilata tumida, grondante, invitante; cominciai a leccare, succhiare, mordere, titillare con le dita finché non squirtò apertamente sul lenzuolo; sembrò quasi spaventata; le feci segno di stare serena; leccai e succhiai amorosamente tutto quello che aveva scaricato con l’orgasmo; lasciai che si rilassasse e mi spostai verso il suo viso; afferrò di nuovo il sesso e se lo portò alle labbra.

Mi sentii ad un tratto trascinato in un vortice di piacere che non avevo mai provato; ero entusiasta di quella bocca che accoglieva il membro come in un delicata vagina vergine e lo faceva scorrere lentamente e lussuriosamente su e giù lungo il palato, accarezzandolo con la lingua lungo il percorso; si gonfiava oltre ogni limite e mi scaricava fulmini di piacere contro le vertebre, mi sentivo le ginocchia piegare e mi tenevo in piedi con la forza di volontà.

Mi abbandonai al piacere di sentire la lingua solleticare la cappella, nei punti più sensibili e delicati, la mazza fuori dalla bocca accarezzata e titillata dalle sue mani leggere e delicate, il sesso nella bocca muoversi avanti e indietro lungo il palato; mai una copula era stata così dolce, così intensa, così desiderata; sentivo lo sperma premere sulla prostata e spingere per spruzzare; ebbi appena il tempo di avvertirla, poi l’orgasmo esplose nella sua bocca.

Ebbe un breve sussulto; piantò la lingua davanti al meato, mentre continuava a succhiare imperterrita, strappandomi l’anima dal sesso; raccolse tutto in bocca, anche se avevo coscienza che fosse l’eiaculazione più intensa e più ricca che ricordassi; tentai di prendere un fazzoletto per farla sputare dentro; ma lei ingoiò di colpo, passò ancora la lingua sul sesso che cedeva di colpo e si sgonfiava tutto, lo succhiò delicatamente, lo leccò per raccogliere le ultime gocce, finalmente lo lasciò cadere giù.

Si alzò dal lettino e andò in bagno; vi si trattenne un poco, immaginai per lavarsi le scorie dalla vagina e dalla bocca; uscì completamente vestita; sussurrò un dolcissimo ‘grazie’ e si schernì quando cercai di baciarla; andò via lasciandomi ancora in trance per l’enorme fellatio che mi aveva fatto; non l’avrei rivista più; la conclusione della vicenda me la raccontò Lorenzo nella telefonata conclusiva che sempre ci facevamo dopo la seduta di ‘massaggio’.

Sonia era andata diretta alla macchina; aveva evitato il bacio che lui cercava di darle, come sempre.

“Gli hai fatto una fellatio e temi che mi possa disturbare il sapore del sesso nella tua bocca?”

“E’ così, ma solo in parte; è il senso di colpa che mi uccide, adesso; parliamone a casa, mentre facciamo l’amore, capisci che intendo? Voglio che mi fai fare tanto amore; di sesso ne ho abbastanza.”

A casa, lei lo spinse immediatamente sul letto, lo spogliò e lo prese in bocca, quasi a compensare la fellazione che aveva praticato a me; lui la fermò, se la portò addosso e la costrinse a impalarsi all’amazzone, per parlare meglio.

“Cosa ti succede? Cosa sarà, dopo?”

“Ho capito quello che intendevi dirmi; mi piace il sesso; ma soprattutto mi piace il ‘tuo’ sesso; non è grave apprezzare un altro fallo; ma devo imparare ad apprezzarlo con te; se in questo momento foste insieme, tu e Alberto, nel mio letto, so che mi farei montare senza esitazione da tutti e due, tenendone uno in vagina ed uno in bocca, o uno nel retto e uno in bocca o in vagina e nel retto contemporaneamente; ma mi sentirei comunque in colpa perché sarei in vantaggio su di te.

Mi hai fatto scoprire che è bello dare al tempo stesso amore a te e sesso anche a un altro; ma è egoistico se sono io a godere il doppio; tu a due contemporaneamente non puoi dare amore e sesso … “

“Sbagli, amore mio; potrei comunque succhiarti l’anima dalla vagina mentre sfondo il retto di un’altra; il problema è decidere cosa vogliamo fare; tu ipotizzavi un trio; ma esiste la doppia coppia e lo scambio di coppia; il problema è decidere se vogliamo fare sesso, insieme, e in quale modo; cercare come, quando e con chi viene dopo. Tu puoi sceglierti amanti che ti piacciano, senza dovere prenderti quello che ti ho costruito io … “

“Hai combinato tu, tutto questo?”

“Si, amore; e ti guardavo mentre succedeva; anzi, ti ho anche filmata. Vuoi rivederti?”

“Non adesso; poi parleremo a lungo; intanto, fammi fare l’amore; fammene fare tanto. Avremo tempo per decidere come vogliamo goderci la vita e il sesso; è chiaro che mi piace copulare, anche con altri falli; ma lo dovremo decidere e forse fare, ma sempre insieme … “

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