L'origine della fantasia

Sono un ragazzo della provincia napoletana, mai interessatosi alla possibilità di scrivere racconti cuckold prima d'ora. Sono una persona riservata, e mi reputo inoltre un ragazzo che ha un discreto numero di esperienze nella vita, sempre affascinato dalla filosofia: "meglio poche ma buone". Nella tenera adolescenza ho cominciato a sviluppare il mio profilo cuckold, e di lì in pochi anni ho avuto le mie prime esperienze in tal contesto. Oggi ho 25 anni, sono laureato, e mi reputo un ragazzo piacente. Nonostante la mia indole sportiva, non ho mai avuto un fisico #tuttomuscoli, anche per mia scelta. Le mie partner sono state generalmente tutte molto carine fisicamente. Non mi reputo una persona molto perversa, e sono anche abbastanza romantico. A letto penso di essere un buon partner, le mie dimensioni sono forse poco superiori della media italiana, ed inoltre non mi reputo un uomo molto sicuro di se stesso, ed è per questo che qualche errore nella vita reputo di averlo fatto. Fatta una breve introduzione della mia storia ci tengo a precisare, che era qualche giorno che avevo l'esigenza di scrivere ciò che pensavo, fantasticavo ma sopratutto ciò che ho vissuto. Ho elencato le mie caratteristiche, per far capire a chi legge che non sono un pervertito, piuttosto un curioso. Tra le mie qualità sicuramente ci sono quelle di analizzatore di ogni singola persona io incontri. Oggi comincierò dall'origine, portandovi alla fonte della mia fantasia e al mio primo approccio con delle esperienze cuckold, cercando di trasferirvi quante più senzazioni possibili, piuttosto che cercare di essere un narratore standard.

[Luglio 2014] 19 anni festeggiati da qualche giorno, esame di maturità lasciato alle spalle. Questi eventi non mi hanno mai trasmesso molte sensazioni positive. I miei genitori mi hanno sempre insegnato che tutti i risultati che conseguivo, non necessariamente si dovevano trasformare in incoraggiamenti con una pacca sulla spalla. Questo verso determinati contesti mi portava ad essere molto apatico, a differenza di ciò che succedeva ai miei amici. Di amici non ne avevo molti, mi portavo dietro amicizie nate all'asilo. Una comitiva di circa 5 o 6 persone, a cui si aggiungeva qualcuno e scompariva qualcun altro saltuariamente. Francesca era la mia ragazza che mi aveva accompagnato in quegli ultimi due anni. La nostra relazione non era fiorente, e proprio in quel periodo litigavamo spesso perchè io facevo fatica a dedicargli delle attenzioni che lei voleva. Mi diceva spesso di pensare troppo ai miei amici, e troppo poco ad un futuro con lei. Insomma, la mia strafottenza mi portava a filtrare certi discorsi e ad evadere cercando relax nel tempo da passare con i miei amici. Lei non odiava i miei amici, aveva piacere a starci insieme, e quindi spesso si passava il tempo tutti insieme. Era tradizione tutte le estati passare del tempo a casa sua, in quanto i genitori lavoravano tutto il giorno, e noi potevamo usufruire tutti della sua piscina, del suo giardino e della sua casa. Lei mostrava piacere ad ospitarci, e i miei amici da buoni approfittatori riuscivano sempre a non farsi sfuggire nulla mostrando una sfacciataggine che quasi mi dava anche un pò fastidio. 

 

Francesca non era obiettivamente una bellissima ragazza, e a distanza di anni posso dire che la mia relazione con lei è nata e si è evoluta a causa delle mie insicurezze. Anche essendo un ragazzo piacente, avevo timore ad interfacciarmi con ragazze carine fisicamente, in quanto partivo dal presupposto di non poter regalargli tutto ciò che desideravano. Sicuramente aveva delle qualità Francesca che risiedevano nel fatto che: aveva delle belle bocce, era la persona con cui si fa pace con un bel pompino, e non rifiutava mai le mie richieste. I difetti erano diversi: era abbastanza in carne, non era molto esperta, e non si faceva troppi problemi a fare sceneggiate avanti alle persone. Insomma, non era una ragazza che tutti avrebbero guardato sbavando, ma non era brutta nemmeno al punto da non farsi notare.

 

Un giorno di Luglio, in una solita giornata in piscina a casa sua con gli amici post pranzo tutti ci rilassammo tra una sigaretta ed una birra, e un mio amico di nome Vincenzo arrivò da poco avendo pranzato a casa. Vincenzo si tolse subito il suo bermuda, in modo da mettersi il costume e di lì già notai che il suo costume a slip era imbarazzantemente largo sopratutto a livello del cavallo. Tale larghezza non indispettiva vincenzo, nemmeno dopo averglielo fatto notare. Un pò per vergogna di ribadirglielo, e un pò per non essere pesante decisi di lasciare passare, e di lì a poco tutti si buttarono in piscina, compreso io. Non sono stato mai un grande amante dell'acqua, ma amavo il sole e quindi dopo essermi calato in piscina tornai sulla mia sdraio mentre francesca era ancora nella piscina, e io riuscivo a vedere le sue braccia poggiate su un materassino gonfiabile, in disparte dai miei amici, coricava con una guancia sullo stesso materassino. Presi sonno forse per qualche minuto, e al mio risveglio la scena era sempre la stessa. Mi alzai e mi recai verso la piscina dove Francesca era in uno stato di relax quasi paranormale rimanendo nella stessa posizione mentre i miei amici erano poco più in là che scherzavano, bevevano e si schizzavano l'acqua. Notai, da buon osservatore che però tra i movimenti gli slip di vincenzo facevano fatica a mantenere compratto il suo pacco, anzi di tanto in tanto il testicolo scappava anche fuori. Comunque, non parlai, e non glielo feci pesare e proseguì poi svegliando Francesca che però decise ulteriormente di rilassarsi stendendosi sul lettino. Prendendo il cellulare e mettendomi all'ombra, tra i miei amici però riconoscevo un comportamento strano da parte di Vincenzo che fissando Francesca sul lettino si zittì e la guardava in continuazione. Era tipico di vincenzo avere questi comportamenti, in quanto non aveva avuto molte esperienze nella sua vita, un pò perchè non era molto carino, un pò perchè non ci sapeva fare. Ci piaceva prenderlo in giro sul fatto che poteva essere un aspirante porno attore dato che pur essendo il più basso della comitiva, era quello che senza ombra di dubbio stava messo meglio con le dimensioni.

 

Non mi diede fastidio quel comportamento da parte di Vincenzo, o meglio, mi diede fastidio solo nel momento in cui uscendo dall'acqua e sedendosi sul bordo della piscina allungando l'occhio presentava un erezione abbastanza visibile, che quasi mi fece pensare: "ma cos'hai tra le gambe?".

 

Si fece sera, i miei amici andarono via e io mi trattenni ancora un pò con Francesca nel suo giardino e ancora sdraiati sulle sdraio lei mi chiede cosa ci fosse che non andava. Io le confessai che stavo pensando a quello che era successo nel primo pomeriggio, mentre lei era sul lettino probabilmente dormendo. Lei prima annuì, poi ci fu un silenzio di qualche minuto, procedendo poi a dirmi che anche lei si era accorta di quella situazione, e non si era mossa per non farlo sentire in imbarazzo. Io mi alzai e sulla sdraio assunsi una posizione da seduto, la guardai e dissi: "hai veramente visto tutto?". Lei mi disse si, e io le chiesi cosa avesse pensato, e lei mi rispose che fondamentalmente poteva essere che stesse pensando a qualcosa, ma dubitava che ci fossero effettivamente cattivi pensieri su di lei. 

 

La serà raggiunsi gli amici al parco dove solitamente ci incontravamo, e passammo una piacevole serata, fino a che a fine serata feci di tutto per rimanere solo con vincenzo, gli volevo parlare. Non ci riuscì e rimandai al giorno dopo dove ci saremmo visti nuovamente a casa di francesca. Tornai a casa e quella notte per me non passava mai, in quanto la sofferenza del caldo mi faceva ancor di più tenere il cervello acceso. Pensai che nonostante avessi sempre frequntato spogliatoi praticando sport, mai mi ero soffermato sulle misure di noi uomini. Non me ne ero mai fatto un problema, anche perchè pensavo di non star messo male. Quella stessa sera nascque  in me però la necessità di chiedere a Francesca per una donna quali fossero le misure ideali, e quindi il giorno dopo anticipai i miei amici, e mi recai prima a casa di lei di circa un'ora. Avevo abbastanza imbarazzo nel parlarne, e quindi cercai di trovare le parole giuste facendo dei rimandi alla situazione di cui le avevo parlato la sera prima. Lei rispondeva a tono, e si mostrava disponibile nel parlare di questa cosa, senza alcun imbarazzo. Si venne al dunque quando decisi di avanzare una critica al comportamento di vincenzo, figurando un comportamente relativamente infastidito. Portai avanti questa scena per qualche minuto fino al momento in cui lei mi rispose: "LAscialo pure stare, è pur sempre l'unica cosa positiva che ha!". 

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