……..mi dice che è una puntura di Plasil fattale dalla vicina quattro giorni prima, così ho spiegato che il livido poteva starci però l’iniezione avrebbe dovuto farla nella parte superiore esterna, indicando con il…………………….
Venerdì mattina, il cellulare che vibra sinceramente penso che non sia la prima volta, forse stavo sognando. Rispondo dall’altra parte una voce di donna giovane “Ciao scusa se ti disturbo, mamma ha detto di chiamarti” Dimmi pure. “Lei Allegra: -ho chiamato la guardia medica mamma da mezz’ora rimette, ed ha la diarrea è mi ha detto che non riesce a venire prima di un’ora, l’unica indicazione urgente se abbiamo in casa del ZOFRAN o Plasil iniettabile-.” Nella mia borsa ho tutte e due. Finisco di vestirmi e corro da loro, Chiedo alla ragazza dove posso lavarmi le mani, il bagno è occupato dalla mamma che continua ad avere dei coati, entra prende un asciugamano e la saponetta e mi indica lavandino. Prendo il necessario dalla borsa la fiala di Zofran 8mg/4ml finito di aspirare il medicinale nella siringa preparo il batuffolo di cotone con l’alcool arriva Mariagrazia bianca con una camicia da notte a mala pena le copriva la phiga, mi saluta e mi ringrazia di non averla fatta aspettare. Vedendomi pronto non fa altro che appoggiarsi al tavolo con i gomiti la camicia si alza da sola mettendo in mostra il suo sedere bianco, mentre guardo dove iniettare, sulla destra è ancora visibile il livido bluastro della vicina, gli occhi mi vanno a finire sulla rosellina rossa fuoco. Mi dice che a forza di asciugarsi era infiammata, ho visto, finito di iniettare il medicinale posato gli attrezzi, dalla borsa prendo un guanto ed il tubetto dell’aloe, le allargo le culatte e con la destra spalmo sulla rosellina un po' di crema, entrando Allegra la figlia ventenne rimane schioccata nel vedere la mamma appoggiata al tavolo ed un uomo che le spalma la crema, riprendendosi subito, chiede se ho bisogno di aiuto ho qualcos’altro; io:- semplicemente un paio di mutandine ed un salva slip-. Ritornando porge il tutto alla mamma, mi tolgo il guanto e metto via il tutto. Nell’avviarmi alla porta ricordo che alla sera è meglio ripetere l’operazione crema, e di farmi avere notizie. Finito il primo intervento decido di andare a fare colazione all’ospedale, dove trovo seduti al tavolino il Dott. Renzo e Ingrid Caposala del reparto, ormai anche Lei sull’onda della pensione. Me la presenta, la signora la conoscevo perché era venuta in aula a farci da istruttrice, mi raccomanda lo blocca subito con un “lo conosco il tipo”. Mentre faccio colazione, entra una signorina che ha un viso familiare, non mi caga lei ed io continuo tranquillo. [mi stavo scervellando a ricordare chi è?] la sorella di Alfo, mio compagno di asilo divisi poi in terza media per via degli studi ma rimasti amici. Decisamente era rimasto di lei uguale il naso inconfondibile, ai tempi delle medie e lei alle superiori era piatta, sembrava che San Giuseppe le fosse passato sopra con la pialla senza seno senza sedere, adesso vicina ai trent’anni una bella terza di seno, un sedere che ti diceva mangiami, vestita con una maglietta ed un paio di pantaloni larghi, chiede un caffè ed una brioche. Finisco, mi congedo, passo dal laboratorio analisi a prelevare i vetrini, in anticipo tempo di accendere il computer e l’ecografo sento bussare la porta, quando la apro, chi mi trovo davanti? Mavi, imbarazzata nel vedermi la invito ad entrare e la faccio accomodare. Prima della visita, per metterla a suo agio parliamo dei vecchi ricordi quando ci insegnava a fare le equazioni di matematica con Alfo che non ci volevano entrare in testa, della sua vita il continuare a cambiare lavoro per quello che aveva studiato e si è anche laureata, dopo mesi o qualche anno con la semplice scusa veniva licenziata per mancanza di lavoro. Prende l’invito, e me lo porge mi serve per il codice personale della cartella ASL che è sulla lettera di accompagnamento del prelievo, compilando il questionario e leggendo le domande su qualcuna ha dei tentennamenti a rispondermi, faccio presente che tutto quello che viene scritto sul foglio serve per scongiurare malintesi, e che dalla mia bocca per segreto non potevano uscire parole. Chiedo se periodicamente si fa l’autoesame del seno oltre ad eventuali mammografie, mi risponde di si e che acconsentiva a palparle. Faccio presente che dovrei anche metterle un dito dietro, storce il naso, a malincuore risponde su alcune si sofferma nello special modo quando arrivo ai rapporti sessuali vaginali e anali. Mi risponde: oltre quello orale il vaginale ci ha provato sentendo dolore non ha mai voluto farlo. Deduco che avrei avuto qualche difficoltà ad inserire lo speculum in vagina. Finito firma anche per la privacy, le chiedo di recarsi dietro il paravento e spogliarsi, ancora prima di svestirsi mentre blocco la porta onde evitare di vederla aprire per errore, Mavi chiede dopo può andare a far pipì, rispondo dietro il paravento c’è il bagno. Inizia a spogliarsi via la maglietta, il reggiseno, sandali pantaloni e perizoma nero, (che era più un filo interdentale che perizoma) infila i gambaletti verdi e va in bagno, esce si siede sul lettino/sedia ed iniziamo la palpazione alle mammelle, vedendole sotto la maglia ed il reggiseno avrei giurato che fossero al silicone invece sue cento per cento belle sode, dicevano succhiami a gran voce. Durante la palpazione si sono inturgiditi, mentre lei si mordeva le labbra significare che stava godendo. Finito il seno, l’aiuto a scendere ed a sistemarsi in posizione mettendo le gambe sulle staffe inizio con la visita, l’osservazione dei genitali per rilevare l’eventuale presenza di processi infiammatori a carico dell’apparato genitale, palpandole la pancia un piccolo dolore in basso sulla destra l’appendice leggermente infiammata per il resto tutto ok, inserito lo speculum piccolo mi preparo per l’esame del pap-test , tolto, dito in vagina appoggiando la mano sull’addome; mi servE per verificare sia la forma che il volume di utero e ovaie. tutto ok, Gel sul medio e con una certa delicatezza lo infilo nell’ano, pensava di averla passata liscia, nell’ispezionare l’ultimo tratto e l’ampolla rettale al tatto sento come delle croste, potevano essere sedimenti di feci o sangue, non ero convinto Mavi vedendomi mi ha chiesto se c’era qualche problema, in effetti ho spiegato che per quanto riguarda i fecalomi poteva esser normale, non era normale del sangue, per stare tranquilli senza allarmarsi: spiego come sto operando come successo con Simona ed un'altra Signora più grande. La sera stessa vedevo i risultati, (anche se qualche buon risultato lo avevo già ottenuto) provare con dell’emolliente inserito con una peretta. Esco il dito, e rimango che al massimo domani mi sarei fatto sentire per telefono per concordare come intervenire. Si alza, si riveste l’accompagno con un arrivederci. La giornata continua tra una paziente e l’altra tra età differenti, tra un consiglio di un anticoncezionale ed un pap-test. Non vedevo l’ora che arrivasse la sera per star tranquillo, perché con Anna la storia volgeva al termine dopo quasi tre anni di stretta amicizia io non volevo impegnarmi ufficialmente lei purtroppo aveva le sue buone ragioni di consolidare un rapporto. Finito il turno, nel rientrare a casa nell’ingresso Nicolò con la mamma che rientravano dalla passeggiata, Enrica indossava la gonna segno che è ancora impedita mi fa gli occhi languidi ho un conto in sospeso e non vede l’ora di saldarlo. Uscendo dall’ascensore ricevo un messaggio, Simona: mi ricorda che questa sera i bambini non ci sono, se voglio possiamo cenare insieme. Rispondo di si, “-Ho preparato una cenetta leggera, insalata di riso, fica e prosciutto crudo, macedonia”. rispondo. Faccio una doccia una maglietta un paio di pantaloncini passo da fiorista acquisto dei fiori. Un altro messaggio ”Passa dal cancello in giardino ed entra dalla portafinestra della cucina”, volo a casa sua, entro in cucina e sento il rumore l’asciugacapelli, chiedo permesso mi risponde sei arrivato mi avvicino alla porta del bagno “” pensavo di trovarla nuda”” indossava uno scamiciato che copriva abbondantemente le ginocchia, Due minuti che ho finito vedendomi sulla porta. Entrando ho poso i fiori sul tavolo mi abbraccia stringendomi a se, senza perdere tempo ho ricambio stringendola, da quando l’ho vista il giorno della donazione ho detto: non mi scappa. Stringendola non indossava reggiseno e tanto meno mutandine. Mi ringrazia, ed inizia a preparare la tavola nel mentre conversiamo della nostra vita quotidiana, molto interessata ed attenta alla mia, chiedo se sarebbe gelosa di avere un uomo che svolge quel lavoro, si gira e mi guarda in faccia la sua risposta non saprei. Ci sediamo a tavola, chiedo come mai non si è sposata con il padre dei suoi figli, mi risponde che convivevano bene così, fino all’arrivo del socio del suo ex, iniziamo a cenare il riso in un attimo è finito, aspettavo il prosciutto con i fichi, allora ho capito la sua intenzione. Arriva con la macedonia di frutta ed il gelato, con la scusa di farmi vedere la casa, le camerette dei bambini, la sua camera da letto, sul comò in bella mostra il materiale che mi serve per la medicazione. Fatto il giro, chiedo di poter andare in bagno, sulla lavatrice mutandine e reggiseno, sul portasapone della doccia il rasoio, nella tazza del wc un mucchio di peli corti e ricci, (tra di me penso, voi vedere che si è depilata) dopo aver sbrigato le mie esigenze mi lavo le mani e Simona mi dice nell’armadio un asciugamano, tolto il copriletto si stava togliendo il vestito sotto era nuda e senza peli, mi guarda e dice: prima fica o prosciutto. Per essere onesto meglio iniziare con la frutta, mi avvicino mentre tolgo la maglietta lei armeggia con la cinghia e la cerniera dei pantaloni, il mio cazzo fuori dagli slip, Simona lo aveva in bocca. Per farmi godere non c’è voluto molto, distesi sul letto a 69 leccavo il clitoride, è stata più veloce di me nel venire tanto da morsicarmelo. In una manciata di secondi mi sono ritrovato sotto con lei sopra che mi cavalca impalandosi, e godere una seconda ed una terza volta, non rimanendo indietro sono venuto. Sfiniti ci rilassiamo lei continua a giocare con il mio affare, ed io a stuzzicargli il seno, ad un certo punto avendolo in mano mi guarda ”facevo una considerazione , quello del mio convivente che era più corto e più grosso, molte volte di metterlo dentro però sentivo un male” Mentre dietro non ha mai voluto provare dice, Io serio quando vuoi proviamo sono sempre disponibile. Durante le mie visite, parlando con Signore/ine, le Signore oltre i cinquant’anni il 50% lo ha preso, tra i quaranta e cinquanta il 65%, tra i trenta ed i quaranta il 75%, tra i diciotto e trenta si arriva al 93%. Quasi tutte alla mia domanda se hanno qualche volta provato il 98% ha risposto affermativo. Lei: proviamo? Dopo esserci riposati mi alzo e vado in bagno a rinfrescarmi e fare pipì, arriva con l’asciugamano in mezzo alle gambe mi dice mi hai riempita effettivamente le ero venuto tre volte ed ero in astinenza. Finisco lascio il bagno libero, sento aprire e chiudere degli sportelli del mobile, arriva in camera con un asciugamano nuovo ed un flacone di olio Johnson dei bambini, chiedo a cosa serve, beatamente mi risponde per quando mi metti il coso dietro. Aspettandola io ho preparato la siringa con l’aloe, si inginocchia sul letto dopo aver sistemato cuscini ed asciugamano mette in mostra la sua rosellina, violata da qualche dito per ispezione anale e nulla più, metto sull’indice del Luan e con delicatezza infilo il dito, ravano nel suo ……… non trovo più nessuna crosta, esco il dito, lei rimane ancora con il sedere per aria mi chiede se c’è ancora qualcosa, non voglio dirle subito che è pulita la tengo nel dubbio, mentre cerco l’olio e cospargo il mio coso in tiro chiedo di cercare di collaborare e se sentisse male mi fermo. Ormai pronti le poggio la cappella sull’ano e inizio a spingere un piccolo urlo misto tra dolore e piacere inizio a pompare non avevo molta sborra riuscivo a farle raggiungere anche a lei l’orgasmo, entrambi sfiniti si allunghiamo incollati con il coso piantato dentro cercando di riprendere fiato. Dopo cinque minuti si ritira e mi alzo inietto la crema e chiudo il tutto con una garzetta. Ci rivestiamo io senza dubbio, lei infila il pigiama, mi abbraccia mi ringrazia della bella serata e mi accompagna e chiude il cancello. Con un arrivederci a domani
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