Marinella seconda parte
Abbiamo continuato saltuariamente i nostri incontri, compatibilmente con la vita coniugale di Marinella, al lavoro siamo stati molto prudenti ed attenti cercando di non far capire a nessuno della nostra relazione.
Oggi al telefono mi ha chiesto di incontraci all’uscita dal lavoro e già dal tono della sua voce ho intuito che di certo non era per il solito nostro incontro. Come sempre siamo usciti in differenti orari, mi sono incamminato per prendere la “500” e poi di corsa al solito posto. E’ lì sul marciapiede, mi fermo e la lascio salire. Ci avviamo in fretta verso il solito localino, parcheggio ed entriamo è nervosa e stranamente silenziosa. Ci accomodiamo al nostro solito tavolino in fondo alla sala. Mi prende la mano e con un fil di voce “mi lascio con mio marito, divorzio, purtroppo devo tornare in casa dai miei genitori”.
Quasi singhiozzando “d’ora in poi non possiamo vederci come abbiamo fatto fino ora”. La guardo sotto quella luce fioca, mi sembra una gattina impaurita “va bene, come vuoi tu. Posso aiutarti in qualche modo?” mi risponde freddamente, quasi come se la causa di questa situazione sia proprio io “ non mi chiamare tu, mi faccio viva io quando ho la possibilità” al che le dico “guarda che quella è l’ultima cosa a cui sto pensando, vorrei sinceramente poterti aiutare in qualche modo”. Per tutta risposta mi stringe la mano, poi mi carezza il viso e i suoi occhi fissano i miei e sembrano riaccendersi di quella luce che ben conosco, ma è un attimo. Si alza di scatto “adesso devo andare, scusami ma devo proprio andare” e con un sorriso amaro “non fare…. ” la sua frase resta sospesa nell’aria come se temesse di parlare, si alza e tendendomi la mano si avvia verso l’uscita. La riaccompagno dove era prima ad aspettarmi, nessuno dei due dice una parola, prima di uscire fa scorrere la mano nei miei capelli, mi bacia e scende dall’auto.
Passano i giorni e al lavoro siamo sempre niente di più che due colleghi, una frase scambiata di fretta, un sorriso rubato e in me manca sempre più la sua presenza, cerco di immaginare se per lei è lo stesso o stia già dimenticandomi, magari è già nelle braccia di un altro.
State pensando allora hai preso una cotta, proprio una brutta cotta. Eh si lo confesso mi accorgo di addormentarmi pensando a lei, mi sveglio e il primo pensiero è per lei, controllo continuamente il cellulare sperando di trovare un suo messaggio, ma niente sempre niente, scomparsa all’improvviso dalla mia vita.
I mesi trascorrono noiosi e lenti, interminabili.
Oggi, al lavoro ci incontriamo, quasi ci scontriamo, le cadono delle cartelline, ci abbassiamo entrambi per raccogliere il tutto ma inaspettatamente “quando usciamo aspettami dove sai” i suoi occhi sono fissi nei miei “non fare tardi” si alza ringraziandomi, ad alta voce, per l’aiuto e si avvia frettolosamente nel corridoio.
Finalmente è l’ora di uscire dal lavoro, non ho mai tanto atteso questo momento come adesso. Corro a prendere la 500 e finalmente sono davanti a Marinella che senza perdere tempo entra in auto. Mi guarda e sorride “ho due notizie da darti, una buona l’altra dipenderà da te se cattiva o buona, quale vuoi per prima”.
Le rispondo con tono scherzoso “dai non tenermi sulle spine, dimmi quella che preferisci” al che mi fissa negli occhi e sento un brivido scendere giù per la schiena e poi “finalmente sono libera, si libera come l’aria, ho lasciato anzi sto divorziando da mio marito. Sono mia, nuovamente mia, padrona della mia vita”. Senza accorgermene mi sono fermato, la guardo sbalordito da quella sua irruente felicità. Un clacson mi riporta nella vita reale, ho un sobbalzo mi rendo conto di cosa ho fatto. Alzo la mano in segno di scusa, poi come trovo uno spazio per fermarmi mi ci precipito e mi fermo, mi giro verso di lei che ha ancora quell’aria eccitata. Riprende a parlarmi “non ti importa? Non dici niente” sembra delusa, poi mi incalza ”vuoi sapere l’altra? O non ti interessa?”.
Cerco di darmi un contegno più consono “si figurati, mi fa piacere che tu abbia dato una svolta così netta alla tua vita. Si sono curioso, dimmi vai avanti”. Per un attimo abbassa lo sguardo, tutto ad un tratto sembra aver perso quella esuberanza di prima, mi fissa nuovamente negli occhi, per scorgere ogni mia più piccola reazione “se per te le cose tra noi non sono cambiate, ho pensato che potremmo…, sai adesso che sono libera…, stare insieme, si! vivere insieme cioè nella stessa casa. Capisci cosa voglio dire?”
Vorrei fare il sostenuto, prendere tempo per non capitolare subito, ma il cuore già mi batte a mille. La stringo in un forte abbraccio, le nostre labbra si schiudono in un bacio ardente, incuranti della gente che passa.
Ride spensierata, riacquista tutta la sua sicurezza “allora non mi hai dimenticata e nemmeno io! Stamattina quando ti ho urtata volevo aver un pretesto per parlarti, toccarti anche per un solo attimo, avevo paura che tu mi avessi dimenticata”. Le accarezzo piano il viso, i capelli “dimenticarti? Sono stati mesi di tormento, averti sempre intorno e non poterti parlare, abbracciare, baciare”.
Ancora una volta più risoluta di me “adesso perché non mi porti al nostro solito posticino ho tanta voglia di te adesso e se non ti sbrighi ti salto addosso qui per strada” e finisce la frase con una sonora risata.
Mentre guido, Marinella appoggia la testa sulla mia spalla, mi bacia sul collo e lentamente fa scivolare la mano dal petto giù, giù fino all’inguine e sentendo la mia eccitazione “ah, anche lui non si è dimenticato di me, ha ragione l’ho trascurato troppo!”.
Per i nostri incontri amorosi, prima della sua “scomparsa” avevo trovato un affittacamere in periferia, niente di particolare ma è pulito, accogliente il proprietario è molto discreto, così siamo corsi lì sperando di trovare una camera libera.
Ci riconosce “bentornati, è trascorso un po’ di tempo dall’ultima volta, volete la solita?” prende la chiave e la poggia sul banco. Marinella fa prima di me afferra la chiave e mi tira per mano. Entriamo e appena chiusa la porta mi bacia, sento la sua lingua intrufolarsi in cerca della mia, le sue mani sono diventate 10, 100 mi sento preso da quel vortice di passione per lungo tempo represso. In pochi minuti siamo già nudi, affondo la mia testa tra quelle gambe affusolate e la sento gemere sotto i colpi della mia lingua, poi “aspetta, non è giusto che lui deve aspettare ancora, su dai sdraiati” eseguo e capisco cosa vuol fare “adesso ci penso io al tuo tesoro” e comincia a leccarmelo e succhiare mentre mi offre la sua vagina già umida e vogliosa. Riprendo a tormentare il clitoride poi passo lentamente a scorrere con la lingua tra l’ano e la vagina mentre lei con lenti gesti delle dita va su e giù sul mio cazzo ed alterna questo movimento tra la mano e la bocca nella quale sono entrato tutto fino quasi a farla soffocare. Si sposta e fa cadere copiosamente la saliva sul mio pube: è calda. Golosa lo riprende subito in bocca. Continuiamo ancora per molti minuti, poi è lei a sdraiarsi posizionando un cuscino sotto il suo bel culetto e mi chiede “adesso ti voglio dentro di me” ed allarga le gambe per concretizzare la sua richiesta. L’accontento subito adagiandomi sul suo corpo fremente e comincio a insinuare il mio cazzo nella sua vagina ma lei non lo vuole ancora e con la mano lo afferra, lo sposta e lo strofina sul clitoride, la sento gemere. Ci baciamo nuovamente, adesso è pronta e sempre tenendolo stretto nella mano lo sposta nell’ingresso del paradiso. Con calma lentamente comincio a penetrarla, Marinella accompagna i miei movimenti col bacino ed incrocia le gambe su di me assecondando ogni mia spinta. Aumento il ritmo e sento che lei si lascia andare, sprofonda sempre più nella passione, geme, poi piccole grida che si fanno sempre più forti, e si lascia andare a un lungo orgasmo. A mia volta sento che sono quasi al limite, senza perdere tempo la faccio girare e aprendo le natiche lascio cadere un po’ di saliva sull’ano vi appoggio il glande ed entro lentamente. Si sta schiudendo per accogliermi tutto, mi muovo sempre più in fretta e con più forza. Ecco nuovamente i suoi gemiti, le piccole grida aumentare fino ad avere un altro orgasmo. Lo tiro via e lo offro alla sua bocca bollente e mi trovo in paradiso!
Ormai è scesa la notte, ancora ansimando, ci guardiamo fissi negli occhi senza parlare, restiamo così non so dire per quanto tempo.
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