MATILDA

  • Scritto da donaldduck il 19/05/2020 - 19:00
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Matilda

 

 

Siamo negli anni ’80 a Genova, luoghi e nomi sono di fantasia per ovvie ragioni ma la storia è vera, un mio cugino Nando e sua moglie Matilda, entrambi trentenni, non hanno ancora figli così spesso sono a casa nostra. Nando è un rappresentante di commercio e ed è costretto a stare molto fuori per il suo lavoro. Matilda è casalinga, come tante donne all’epoca, essendo toscana non ha familiari con sé pertanto si è molto legata a mia madre e trascorre molto tempo con noi. A volte mi aiuta a fare i compiti ed averla accanto così dolce ed amorevole, non mi vergogno a dirlo mi eccita, forse sarà l’età, gli ormoni che cominciano a scalpitare o indubbiamente il suo fisico molto attraente. Il solo ricordarla anche adesso, non lo nascondo, mi turba. Come si fa a dimenticare la tua prima esperienza di vera vita? Ma ritorniamo al racconto, spesso, come dicevo, per aiutarmi nei compiti è in piedi dietro la mia sedia e si china sulle mie spalle e nell’appoggiarsi mi fa sentire il suo caldo e morbido seno. A volte mi rimprovera per qualche mio errore altre mi accarezza dolcemente e mi loda per il mio impegno con quella sua voce suadente, quasi un sussurrare. Man mano che andiamo avanti con questi suoi aiuti pomeridiani, la sera quando vado a letto comincio ad immaginare, sognare un incontro con Matilda con lei nuda ed io che l’accarezzo le stringo quei suoi morbidi seni e fantasticando, fantasticando comincio a toccarmi fino a venire e poi mi rendo conto con delusione che è tutto un sogno solo un desiderio che non posso far avverare.

I giorni passano tra una ripetizione diurna e una masturbazione serale Matilda è diventata quasi una ossessione nella mia mente e nella mia mano. Ormai siamo quasi in estate la scuola ed i compiti finiranno presto e che sarà di quel dolce strofinare del suo seno sulle mie spalle?

Col caldo ovviamente la gente si veste di meno ed oggi la mia cara Matilda si è presentata con una maglietta molto scollata che lascia intravedere abbondantemente il suo generoso seno, quell’incavo che tante volte ho sognato di baciare, toccare di strofinare li in mezzo il mio pene e di bagnarlo copiosamente col mio sperma. Lei si è fermata sulla porta della mia camera quasi ad intuire quello che stavo immaginando, sono sicuro di essere diventato rosso come un peperone, il sangue mi è salito subito in testa e non solo. In quel momento avrei voluto dirle quanto la desideravo ma dalla mia bocca più di un patetico “ciao…” non sono riuscito a dirle. Lei però oltre al mio rossore si è accorta anche di come cresceva qualcosa nella patta dei miei pantaloni e maliziosamente mi ha detto “ahh, vedo che stiamo diventando finalmente un uomo”.

Quindi camminando verso di me accentua l’ancheggiamento dei fianchi e tirando indietro i suoi capelli color oro riesce a mettere ancor più in evidenza il suo decolté, quasi come se volesse far uscire quel suo bel seno rosa dalla scollatura della maglietta.

Stranamente invece di venire alle mie spalle, come ha sempre fatto, va a sedersi sul mio letto che è di lato alla mia scrivania.  In quel momento è comparsa mia mamma sulla porta che rivolgendosi a Matilda le ha chiesto se potesse trattenersi da noi tutto il pomeriggio perché lei ha da sbrigare delle commissioni e non vuole lasciarmi solo in casa.  Matilda annuisce e la rassicura che non ha fretta e che può prendere tutto il tempo che le occorre.

Mia mamma ci saluta e si avvia, sentiamo la porta che si chiude alle sue spalle.  Mi sento, improvvisamente, assalire da una strana sensazione, è la prima volta che mi trovo solo in casa con una donna, e che donna. La testa comincia a girare, fantasticare ma non è supportata dal coraggio anzi per la prima volta mi assale un senso di vergogna per aver desiderato e fantasticato sulla moglie di mio cugino e subito mi concentro sullo studio.

Apro libri e quaderni forse anche più del necessario ma giusto per darmi un’aria disinvolta che non facesse trasparire il desiderio fortissimo che si sta impossessando della mia mente e del mio corpo.

“Allora oggi il mio giovane ometto cosa deve studiare?” e accorgendosi che mi sono voltato verso di lei, con un sorriso malizioso accavalla le gambe con un gesto lento ed ampio, quasi al rallentatore, che mi permette di scoprire che oltre ad un bel seno Matilda ha anche un bel paio di gambe lisce affusolate, non che non me sia mai accorto ma così sensualmente date in pasto ai miei avidi occhi è la prima volta.

Inoltre per attizzare ancora di più il fuoco che brucia dentro di me fa cadere la scarpa in terra e nel volerla riprendere, senza alzarsi dal letto, si abbassa e chinandosi mi offre una bellissima visione del suo seno.

Ormai sono completamente nel pallone farfuglio qualcosa senza senso e inaspettatamente poi mi esce anche un “quanto sei bbella” con gli occhi fuori dalle orbite quasi sbavando “si! sei proprio bbellissima!”.

Matilda fissandomi negli occhi si alza lentamente, avanza verso di me ancheggiando lentamente senza mai distogliere lo sguardo dai miei occhi. Si avvicina sempre di più “Oggi sei fortunato, faremo una lezione speciale spero che ti piacerà” e continua a fissarmi negli occhi, ormai è dietro le mie spalle e come ha sempre fatto appoggia dolcemente il suo seno sulle mie spalle, allunga il braccio e poi la mano verso di me “ma cosa abbiamo qua?” con tono imperioso. Appoggia la mano sulla patta dei pantaloni “sento qualcosa di duro…” e comincia a muovere la mano delicatamente ma sempre con più insistenza.

Sono terrorizzato non so come reagire una parte di me vorrebbe cacciarlo fuori e dirle prendilo in bocca, succhiamelo ma il coraggio mi manca e sto zitto lasciando a Matilda ogni iniziativa e lei apre piano la lampo e fruga dentro. Poi con forza afferra il cazzo lo tira fuori e lo carezza con delicatezza, con gentilezza come se si potesse rompere. Mi sembra di sognare sento la sua voce come se venisse da una nuvola “Ti piace, dimmi ti piace” a stento rispondo “Siii, si”.

Allora mi prende per mano “Su adesso alzati” come un automa obbedisco, sono in piedi vestito con il cazzo che esce dritto e duro dai pantaloni. Matilda mi lascia la mano e me lo afferra nuovamente ma per portarmi con se quasi avesse una maniglia in mano, mi porta vicino al letto e lentamente comincia a slegarmi i pantaloni, li abbassa, abbassa anche gli slip.

Si siede sul letto e ricomincia a carezzarmi ma non solo sul cazzo mi sfiora i fianchi le gambe il torace ed ogni tocco è come una scossa elettrica, una piacevolissima scossa elettrica. Poi a sua volta si leva la maglietta la fa scorrere sulla testa che scompare per un attimo mettendo in vista quel seno che tanto ho sognato, con calma leva anche il reggiseno ed ai miei occhi compaiono due bellissime collinette con due areole violacee e due capezzoli turgidi. Istintivamente li tocco innocentemente e lei mi insegna “ecco fai così, bravo, ancora, si, siii, fai così” di scatto si alza e fa scendere lentamente con tanta sensualità la gonna dai fianchi giù, giù, giù… fino ai piedi.

Mi fissa nuovamente negli occhi per carpire ogni mia reazione e lentamente fa cadere anche gli slip sempre con tanta sensualità.

Non so come non sia già venuto solo per lo spettacolo che ho davanti. Con voce ancor più dolce e sensuale “ hai mai visto prima una donna nuda?” a stento rispondo “Nnnoo” e resto incantato ad osservare il suo pube ricoperto di quella folta peluria. Mi prende la mano e la poggia lì sul suo pube, è caldo “carezzami non aver paura non ti mangia mica” e sorride stendendosi, poi, sul letto “Dai vieni qui” allarga le gambe e mi attira verso di se accogliendomi sul suo corpo profumato e caldo. Sono imbarazzatissimo non so cosa fare e lei se ne accorge e con voce sussurrante “adesso non fare niente resta così su di me, ti guido io passo, passo. Ti avevo promesso una lezione speciale e questa è quella che farà di te un uomo”.

Non so come ma riesce a muoversi, sembra una onda del mare la sento che si inarca e si distende, si inarca e si distende ancora e ancora. Con questi movimenti fa strusciare il mio cazzo sul suo clitoride per diverso tempo, non so quanto. Poi d’improvviso ansimando “Adesso ti voglio dentro” e con la mano mi aiuta a metterlo dentro. Ha capito subito che da solo non ci sarei riuscito.  Poi con quei suoi movimenti ad onda e con le mani sulle mie natiche, comincia a spingermi verso di lei, dentro di lei. Non contenta mi avvolge con le gambe e da più spinta ai suoi movimenti con sempre più forza. La sento gemere ed affannare, spingere e lasciare, avvolto in quel paradiso di umori e profumo di donna non resisto molto e scarico all’improvviso tutto il mio sperma dentro di lei che ancora gemendo mi sussurra amareggiata “ma come sei già venuto”, dopo una breve pausa, “non fa niente tanto ci sono abituata, non va meglio con quello stupido di Nando”.

Rimaniamo così per non so quanto tempo, poi una volta uscito dal suo corpo umido e caldo, mi guarda e quasi supplicando “adesso rivestiamoci può venire tua madre e non sarebbe bello farci trovare così.

Aiutandomi a rimettere in ordine osserva il mio pene che si è ormai afflosciato, lo carezza con amorevole tenerezza e lo bacia poi guardandomi fisso negli occhi quasi a fulminarmi con un tono fermo e quasi minaccioso “quello che è accaduto oggi non lo deve sapere mai nessuno! Giuramelo!” e quasi a suggellare questo giuramento mi bacia teneramente sulla bocca.

Da allora ha continuato a frequentare la mia famiglia anche quando, dopo alcuni anni, si è lasciata con mio cugino,  non siamo mai più andati oltre e ne si è mai più ripetuto, tutto è restato come se non fosse mai accaduto nulla tra noi.

Ho mantenuto la mia promessa: nessuno mai ha saputo di questi momenti di pura felicità che ho provato con lei e che davvero mai più ho riprovati ne con le varie fidanzatine di turno ne con la mia attuale compagna.

Le dedico queste mie righe, anche se non credo potrà mai leggerle.

 

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