Mi presento, sono Giuliana R.

  • Scritto da Luisa il 11/08/2021 - 11:55
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Mi chiamo Giuliana R. sono nata il 06 Marzo 1969, in provincia di Bologna. Sono alta 1,65 mt. peso 60 chili capelli castani, occhi nocciola, porto una terza abbondante sia di reggiseno che mutandine. Sposata a vent’anni con un uomo cha amavo ed era la mia vita conosciuti a casa di un’amica comune quando avevo sedici anni dopo due di amicizia e due di fidanzamento ci siamo spostati, il matrimonio e durato sei anni fino a che ho scoperto che lui mi tradiva, le prime volte non riuscivo a capire perché quando si cambiava, le mutande davanti erano sempre sporche di marrone, parlando con altre amiche mi hanno aperto gli occhi dicendomi: frequenta qualcuno/a e fa rapporto anale. Io non avevamo mai provato ed in tutta sincerità non lo avevo mai chiesto.Scoprii che si vedeva con un uomo. Decidemmo di separarci, ognuno per la propria strada, io rimasi in casa (essendo di mia proprietà) e lui fuori. La vicina di casa Teresa, suo marito Lino ed il mio sono colleghi di lavoro era una OSS e lavorava in una clinica, capitava quando era libera dal lavoro di passare molto tempo insieme, finchè una sera mi chiese visto che non trovavo lavoro di aiutarla con due figli Luca di cinque anni e Martina di tre aveva bisogno di una baby sitter, dopo poco trovai impiego in una impresa di pulizie. Che mi occupa ancora adesso diventando socia con altre due mie colleghe Eleonora cinquanta tre anni due figli, alta 1,60 una bella terza abbondante capelli a caschetto neri molto spigliata (non ha peli sulla lingua) e Caterina quarantasei anni un figlio alta 1,70 una seconda capelli lunghi fino a fondo schiena bionda, una star (tranquilla). Separata anche lei non ha più cercato uomini o tali, regolarmente ci vediamo a casa mia per passare una serata in libertà totale, alcune volte in costume altre in intimo, insomma ci divertiamo dopo avere mangiato una pizza e bevuto una birretta. A ventinove anni la mia esistenza cambio letteralmente, Lino e Teresa per il loro anniversario di matrimonio vent’anni gli è stata regalata una crociera di quindici giorni nel mediterraneo, decisero di lasciare Luca sotto la mia sorveglianza a casa e Martina (mia figlioccia di battesimo) la mandarono da una zia. Domenica ed il lunedì passarono, io mi sentivo depressa, stanca e svogliata, non certo ero me stessa; finito il lavoro martedì; passo dal medico di famiglia per farmi prescrivere qualcosa spiegando i sintomi, senza esitare pensavo a pastiglie invece prescrive tre scatole di Epargriseovit. nel rientrare uno stop in farmacia acquisto medicine e siringhe. Sotto casa Luca mi sente e viene ad aiutare a portare la spesa, la sera si sarebbe fermato a cenare, sistemo la spesa lasciando sul tavolo l’ultimo sacchetto quello della farmacia, Vedendolo mi dice:” e queste?” rispondo “quando ritorna mamma vediamo, intanto tu prepara tavola e mi faccio una doccia senza chiudere la porta”. dal bagno sentivo che stava preparando tavola cercando nei vari sportelli, una pausa di silenzio, l’impressione di sentir rompere le fiale delle iniezioni, pensavo la testa mi fa brutti scherzi, invece; arriva sulla porta e mi chiede dove tengo alcool e cotone, io:”sotto il lavabo c’è l’alcool e li i dischetti del cotone; a cosa ti serve ti sei tagliato? “Luca “candidamente per farti la puntura” sono andata in trans, da una confidenza fattami dalla mamma sapevo che .........lei preferiva farsele fare dal figlio che ha la mano leggera quando ne aveva bisogno piuttosto che il marito.Farmi vedere da Luca non c'era nessun problema non mi aspettavo mai una cosa del genere. “se il dottore ti ha prescritto una cura non poi mica aspettare quindici giorni per farla?” Ero fritta. Ritorna con la siringa pronta, finisco di asciugarmi indosso un reggiseno e mi allungo, metto le braccia sotto la testa sento il freddo dell’alcool che mi massaggia la natica e poi: zac! l’ago il liquido, entra senza dolore come se nulla fosse. Ed il massaggio, e la parola finito, rimango ancora qualche minuto a massaggiarmi lui butta via la siringa e viene a vedere se avevo bisogno mi aiuta ad alzarmi e lo bacio in bocca, (ero calda avevo bisogno di essere toccata coccolata e scopata il rischio che ero nei giorni fertili e non avevo preservativo in casa e non usavo anticoncezionale), per cui dovevo solo limitarmi a baciarlo. I giorni a seguire sono stati la fotocopia del martedì, fino alla domenica pomeriggio quando per problemi famigliari Martina è rientrata perché i nonni erano dovuti correre da un parente ammalato. Alla sera finita la cena a base di pizza come tutte le domeniche, e sparecchiato tavola venne il fatal momento dell’iniezione, con Luca ci siamo guardammo in faccia (domandoci ed adesso), lui senza battere ciglio va in bagno a lavarsi le mani come da normale prassi e preparare il necessario, lo sentivo rompere le fiale, e mentre aspettavo un fremito mi he preso, forse per la presenza di Martina (come se facessimo qualcosa di proibito) l’attesa era interminabile, era usanza ed ancora tutt’oggi di stendermi sul letto quando devo fare delle punture. Mi chiama, Martina mi segue, e vedendo Luca con siringa e cotone da bambina, “le fa anche a mamma, però lei le fa appoggiata al tavolo, o in bagno alla lavatrice” e segue con gli occhioni tutta l’operazione. Finisce mi massaggia, tiro su mutandine e pigiama ed andiamo in cucina, (Tra di noi non ci sono mai stati problemi, sono sempre stata un’abituè, Già da piccola era usanza comune) ci mangiamo un gelato ed alle nove e mezza a letto perché dovevano andare a scuola il lunedì. (ed una scatola era finita, i primi sei buchi meglio del previsto. La settimana finisce che Martina non è più andata dai nonni, Luca l’accompagnava e riprendeva a scuola, a mezzogiorno e sera erano a mangiare da me, Luca alla sera aveva il premio, anche la domenica sera quando rientrarono i genitori dalla crociera cenammo insieme, mentre raccontavano delle gite fatte e alla fine rimase Teresa e Luca, Martina e papà andarono ad aprire le valigie. Che Luca mi stesse facendo le iniezioni la mamma lo sapeva perché la figlia la mise al corrente, andai a prendere in bagno l’occorrente e Teresa senza scomporsi lascio il tutto al figlio “hai iniziato adesso finisci” lo vidi venire rosso in faccia come un pomodoro come un bambino che ruba la marmellata. Me la fece, come le altre non mi fece male, luca sistemato via il necessario andarono a casa loro, con un arrivederci al giorno dopo. Finii anche la terza s**tola di iniezioni, ridendo e scherzando capitò qualche volte di uscire con loro tutti insieme a mangiare o passeggiare, per scherzare a braccetto con Luca, che se non era per la differenza di età troppo evidente aveva metà dei miei anni io mi sentivo rinata magnificamente.
(prossimo storia saranno gli anni ad arrivare fino ai miei cinquanta, in maniera rocambolesca, soddisfacente anche sessualmente l’unica mancanza un figlio desiderato da entrambi)

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