Sono Viviana, ho 32 anni e sono sposata da sei, dopo due di fidanzamento, con Piero che, di anni, ne ha cinque più di me. Sono alta 1,80, mora con i capelli a caschetto che mi arrivano appena alle spalle, gli occhi scuri, e una bella bocca ampia con labbra carnose; il mio seno è di una buona terza misura, ho il ventre piatto ed un bel culo a cuoricino, che sormonta due cosce ben tornite e lunghe. Piero invece è leggermente più alto di me, spalle larghe, capelli ricci e neri, mentre gli occhi sono di un azzurro che non passa inosservato. Inoltre, fisicamente, è molto muscoloso, perché deve tenersi in forma per la qualifica che ha di sommozzatore presso i Vigili del Fuoco. Quando ci siamo conosciuti, entrambi avevamo avuto le nostre esperienze e lui, soprattutto, era da sempre stato l’oggetto delle attenzioni di molte donne, ammaliate dal suo fisico imponente, oltre che dal fascino che gliene deriva per esser un pompiere. Sessualmente parlando è un maschio molto dotato, con un membro ben oltre la media, sia in lunghezza che in circonferenza, e questo, unito al fatto che ama molto dedicarsi ai preliminari, riesce a farmi impazzire. È bravissimo a farmi godere anche senza penetrarmi: usando solo lingua e mani, riesce a portarmi ad un livello di eccitazione davvero sconvolgente. Come già detto, anch’io ero reduce da alcune esperienze, per vero non troppo fortunate, ma che, in ogni caso, mi avevano avviato nei primi rudimenti sul sesso. In effetti, quando ero stata sverginata, non avevo provato un gran piacere, mentre nel prenderlo in bocca o in culo, si era rivelata qualcosa di completamente diverso. Specie nell’orale, ero diventata piuttosto brava e lui ha avuto modo di apprezzare subito la mia bravura a fagocitare tutta in gola la sua splendida dotazione. Nella vita di tutti i giorni, siamo una coppia normalissima, che vive, lavora e si diverte nello stesso modo di tante altre coppie, senza particolari eccessi. Però c’è un dettaglio che è necessario io evidenzi: è capitato spesso che, di passaggio nella sua caserma, oppure le volte in cui ho partecipato insieme a lui a delle cene con i suoi compagni di lavoro, quasi tutti come lui sposati, ho notato che molti fra essi mi guardavano con concupiscenza e questo, inutile dirlo, mi produceva un languore particolare: ero, insomma, particolarmente lusingata, ricevevo da quei loro sguardi una eccezionale gratifica alla mia sensualità. A Piero, ovviamente, non è sfuggito l’atteggiamento nei miei confronti dei suoi colleghi, che, seppur compagni di belle donne, non hanno lesinato sguardi e commenti al punto da eccitarlo così tanto che la sera, a letto, ha dato sfogo a tutta la sua libidine, chiavandomi in maniera straordinaria. La scorsa primavera si è verificato un fatto che ha, in qualche modo, spezzato la nostra routine. Ci siamo recati in una città molto distante da casa nostra, per partecipare al matrimonio di mia cugina Paola. Essendo io orfana di entrambi i genitori, mio padre era il fratello della madre di questa mia cugina e, di conseguenza, non ho potuto in nessun modo rifiutarmi di esser presente all’evento. Ci siamo recati in questa grande città, dove Piero aveva prestato servizio nei primi otto anni di lavoro come pompiere e dove lui ha partecipato al corso per diventare specialista sommozzatore. Mancava da questa città da oltre otto di anni, ma aveva conservato l’amicizia con Gianni, un suo collega di cinque anni più grande che, quando lui è stato assunto, è stato il suo istruttore ed il compagno assiduo di lavoro, fin quando non fu trasferito nella nostra città natale. Una volta giunti in quella città, scopro che lui e Gianni si erano già sentiti e, poiché l'amico non è sposato, ci ha proposto di ospitarci nel suo appartamento, in quanto sufficientemente grande per tutti. Quando giungiamo in città, per la prima volta conosco questo suo amico, di cui, per il passato, ho solo sentito parlare.
«Allora, pivello! Finalmente sei riuscito a tornare a trovare un vecchio amico! E questa splendida ragazza? Non mi dire che sei anche riuscito a convincere una così bella donna a condividere la sua vita con te? Signora, spero che lei sia consapevole del rischio che corre a vivere al fianco di questo scellerato! In ogni caso è un vero piacere fare la sua conoscenza.»
Mi abbraccia e mi stringe, avvertendo il suo corpo aderire contro il mio, ed anche una certa protuberanza premere contro il mio basso ventre. Non si trattava di una vera e propria erezione ed è questo che, in qualche modo, mi ha un po’ incuriosito: se non era in erezione ed io sentivo premere sul pube qualcosa di voluminoso, cosa poteva ritrovarsi quest’uomo nelle mutande? Ci mostra il suo appartamento, che trovo esser molto bello e ben tenuto, nonostante sia un single. La camera riservata a noi è una matrimoniale molto bella ed arredata con gusto, immediatamente adiacente alla sua e, dall’altro lato del corridoio, ci sono due bagni, uno più grande e uno po’ più piccolo, che lui riserva per sé, lasciando quello più grande a noi. Appena il tempo di sistemare i nostri bagagli e, subito, assieme a lui, andiamo a cena in un piccolo ristorante e passiamo una bellissima serata, in cui scopro che mio marito ha una certa complicità con il suo amico. Durante la cena, annaffiata da alcune bottiglie di buon vinello, emergono tanti dettagli e particolari che non conoscevo della loro vita, nei primi anni di lavoro. Hanno passato otto anni assieme e, insieme, hanno condiviso tanti momenti importanti, ma, come emerge, anche tanti momenti di sesso con donne che non hanno avuto remore a farsi sbattere da entrambi. C’è qualcosa nel loro parlare che non mi è chiaro, ma, in ogni caso, la loro amicizia è veramente tenace. Inoltre scopro per quale motivo Gianni non è venuto al nostro matrimonio: era impegnato, assieme ad altri cinque o sei colleghi, anch'essi assenti, nel difficile sforzo di domare un gigantesco incendio all’estero. Ricordo benissimo quel momento particolare, in cui un intero paese rimase circondato dal fuoco e vi morirono diverse persone. Terminata la cena, torniamo a casa che è molto tardi e poiché siamo stanchi e, il giorno dopo, dovremo presenziare alla cerimonia nuziale, con relativi annessi e connessi, ce ne andiamo a letto e, anche se avrei voglia di far sesso, ci rinuncio, perché Piero si addormenta quasi subito. Il mattino dopo, è proprio mio marito che mi sveglia, accarezzandomi fra le cosce e, nonostante sentissi forte il desiderio di godere, perché, a conti fatti, son circa una decina di giorni che non faccio sesso per via del ciclo mestruale, riesco, in qualche modo, a sviare la sua voglia di scoparmi e, anzi, mi infilo direttamente in bagno per farmi una doccia e prepararmi per l’evento matrimoniale. Quando esco, avvolta nel mio accappatoio, incrocio Gianni, che entra nell’altro bagno e, facendomi un inchino, mi saluta simpaticamente.
«Buongiorno, bellissima signora! Spero che la sua giornata sia ricca di soddisfazioni, sicuramente molto più della mia.»
In effetti, lui ha la giornata impegnata in un servizio antincendio in un teatro, dove si svolge uno spettacolo che richiede comunque la presenza di almeno un'unità di vigili del fuoco. È qualcosa di noioso, cui Piero, quando può, rinuncia volentieri, ed io, incassato il complimento, mi infilo direttamente in camera per iniziare a prepararmi. Piero invece impiega pochissimo ad indossare il completo che ha comprato per l’occasione: una giacca in doppiopetto, che gli valorizza ancor più il suo aspetto, mentre io ho un abito in chiffon stile impero, attillato, senza maniche, che fascia il mio corpo come una seconda pelle, che arriva al ginocchio. Molto elegante è di color pesca chiaro e mette in risalto i miei capelli neri; ai piedi calzo dei sandali con un tacco così sottile, che definirlo a spillo, quasi non rende l’idea e son tenuti legati alla caviglia, con un cinturino. Mentre sono in camera per ultimare il mio makeup, Gianni e Piero mi chiamano dalla cucina, avvertendomi che il caffè è pronto. Quando esco dalla camera e mi presento a loro, Piero sorride, mentre Gianni mi guarda e, facendo un inchino, non smette di coprirmi di complimenti.
«Accidenti, pivello! Devo riconoscere che questa tua donna è davvero stupenda! Oggi calamiterà su di sé l'attenzione degli invitati, sottraendo la scena che spetta alla sposa, ma, poiché la reputo persona molto intelligente, dubito che le farà questo dispetto. In ogni caso, sarà una delle donne più ammirate alla cerimonia e... se non fosse tua moglie…»
Gli rivolgo uno sguardo da indispettita, quasi a volerlo rimproverare, ma è palese che quel complimento mi ha davvero fatto piacere. Sorseggio con loro il caffè, poi faccio pochi passi e mi fermo davanti allo specchio dell’ingresso; sento sul mio corpo i loro sguardi e, in particolare, sul mio culo che è ben evidenziato dall’abito che indosso, sotto cui porto un micro perizoma assolutamente invisibile, mentre nella parte alta è la particolare cucitura del vestito a sorreggere il mio seno, assolutamente privo di alcun sostegno, in quanto la scollatura del vestito, sia davanti che dietro, lo renderebbero visibile e, perciò, antiestetico. Li osservo attraverso lo specchio, mentre mi piego leggermente in avanti per evidenziare ancora di più il mio culo a mandolino che, inarcato dei tacchi alti che indosso, lo rendono ancor più invitante. I due si scambiano un’occhiata, mentre io metto il rossetto sulle mie labbra e poiché vedo che Gianni dice qualcosa a Piero, che annuisce, vanitosamente inarco ancor di più il culo, per renderlo davvero irresistibile. Dopo di che partiamo per la cerimonia e, per tutto il giorno, è esattamente come aveva pronosticato Gianni: la mia sensualità rivaleggia con quella della sposa, ma io faccio di tutto per non rubarle la scena, anche se lei, in più occasioni, mi tiene al suo fianco e noto, negli occhi dei maschietti, il loro sguardo carico di cupidigia. Durante il banchetto nuziale, credo di aver ballato con tutti gli uomini presenti alla cerimonia, i quali, chi più chi meno, non si è sottratto dal farmi avvertire sul ventre la protuberanza innervata del loro fallo. Anche Piero è stato oggetto delle attenzioni di varie donne, che hanno voluto ballare con lui, stringendosi il più possibile al mio maschio veramente stupendo. Alla fine, ce ne siamo andati che era quasi mezzanotte. Giunti a casa, appena entrati, abbiamo trovato Gianni seduto sul divano che indossava semplicemente una T-shirt ed un paio di pantaloncini da basket e, appena ci ha visti, ci ha invitato a sedere per un attimo con lui e rilassarci.
«Accidenti! Queste scarpe sono stupende, ma indossarle una giornata intera con questo tacco poi, ha messo a dura prova le mie caviglie e i miei martoriati piedi.»
Prima di poter aggiungere qualcosa, Gianni si è abbassato e, dopo avermi preso entrambi i piedi, li ha sollevati, appoggiandoli sulle sue cosce.
«Posso?»
Io non ho replicato e nemmeno Piero, quindi lui, dopo aver slacciato e sfilato i miei sandali, ha preso delicatamente a massaggiarmi i piedi. Ero sdraiata con la testa appoggiata al corpo di Piero e Gianni si è allontanato un po’ da me in modo da darmi la possibilità di potermi distendere, cosa che ho fatto, appoggiando la testa sulla pancia di Piero, mentre lui ora, massaggiandomi i piedi e caviglie, aveva di certo la possibilità di scorgere il mio intimo, perché il vestito è risalito ad altre metà della coscia.
«Sei meraviglioso! Ti prego, continua! I miei piedi te ne saranno eternamente grati!»
Le abili mani di Gianni hanno preso a massaggiarmi le dita dei piedi e poi su, fino alla caviglia ed al polpaccio, fino ad arrivare al ginocchio. Ero così piacevolmente soddisfatta dalla sua manipolazione, che di proposito ho divaricato le cosce, così da esser certa che ora lui poteva vedere il mio perizoma ultra trasparente. Ho socchiuso gli occhi, consapevole del fatto che, divaricando le cosce, gli mettevo in mostra la mia intimità, azione che a lui deve esser piaciuta molto, come dev'esser piaciuto anche a Piero, perché, spostando leggermente la testa più in basso, la mia guancia sinistra è venuta a contatto con il suo pacco, che ho sentito gonfiarsi immediatamente. Era una situazione alquanto strana, perché stavo volutamente provocando sia mio marito, che il suo amico, consapevole del fatto che, in passato, questi due uomini si erano scopati ripetutamente più di una donna insieme e questo, dentro di me, avrebbe dovuto suonare come un campanello d’allarme, mentre, invece, in quel fatidico momento, vuoi per la stanchezza, vuoi perché al matrimonio avevamo bevuto un po’ troppo, o, forse, semplicemente perché avevo voglia di scopare, i miei freni inibitori hanno preso ad allentarsi. Quando ho sentito il cazzo di Piero gonfiarsi sulla mia guancia, senza aprire gli occhi, ho preso a sfregare la testa su e giù, massaggiando quel membro con la guancia sinistra, ed ho sentito il respiro di mio marito cambiare, per divenire più ansante. Ad un tratto le mani di Gianni, mentre massaggiavano le mie gambe, non si sono più fermate all’altezza delle ginocchia, ma hanno cominciato a salire ancor più su, fino ad arrivare ben sotto il vestito. Ho aperto gli occhi ed il mio sguardo ha incrociato il suo; era calmo, ma, nello stesso tempo, aveva l’aria perplessa di chi aspetta un muto assenso per far ciò che ha in mente. Ho sollevato lo sguardo muovendo la testa ed ho incrociato quello di mio marito, che mi ha sorriso. Allora ho richiuso gli occhi ed ho fatto un lungo sospiro, tornando a strusciare la guancia sul cazzo di mio marito, ora perfettamente duro. Le mani di Gianni hanno ripreso a salire lungo le mie cosce fino all’attaccatura e, un attimo dopo, lui è sceso dal divano, si è seduto per terra e, dopo aver sollevato in alto le mie cosce, ha fiondato fra esse la sua testa e, in un attimo, con l'aiuto delle dita, mi ha spostato il perizoma e subito la sua lingua ha preso possesso delle mucose interne della mia conchiglia che, dopo una giornata passata a sudare, ballare ed altre cose, proprio non doveva esser perfettamente profumata.
«No ti prego, non mi sono lavata!»
Naturalmente la mia era solo un'ultima inutile difesa, perché, in realtà, non avevo neanche finito di parlare, che lui si stava godendo i sapori di ogni piega della mia vulva, scivolando con la lingua lungo lo spacco e, risalendo su, giocava con il mio bottoncino, facendomi subito gemere di piacere. Anche Piero non si è fatto scrupoli e, allungata una mano, ha aperto la patta dei pantaloni e, in un attimo, mi sono ritrovata davanti alla faccia il suo membro teso e duro. Ho aperto la bocca e ne ho infilato più della metà in gola. Lui ha preso a gemere, ma la prima ad urlare a bocca piena un orgasmo forte e intenso, sono stata io. La lingua di Gianni mi stava veramente martellando la fica in maniera sconvolgente e tutta la situazione, in quel momento, mi ha portato a raggiungere un orgasmo forte, intenso, che mi ha fatto godere così tanto da farmi venir meno. Quando ho riaperto gli occhi, erano entrambi inginocchiati davanti a me, con l’aria molto preoccupata: io ho sorriso ad entrambi allo scopo di tranquillizzarli.
«Va tutto bene! È solo che mi avete fatto impazzire di piacere al punto da farmi svenire.»
Piero si è abbassato su di me, mi ha sorriso e mi ha baciato, poi mi ha preso in braccio con estrema facilità e, fatti pochi passi, siamo entrati in camera nostra, seguiti in silenzio da Gianni. Mi ha poggiato in piedi davanti al letto con loro alle spalle. Erano entrambi in silenzio, aspettavano da me il segnale per dare inizio ai giochi; ero consapevole del fatto che solo io avrei potuto aprire le danze. Sapevo perfettamente quello che sarebbe successo: mi avrebbero scopato insieme.
Ho fatto un profondo respiro, perché, dentro di me, ho sentito forte il desiderio di provare questa esperienza, che, se Piero me la proponeva assieme al suo amico con cui aveva condiviso otto anni della sua esistenza, potevo esser certa che era la persona giusta con cui provare questa emozione.
«Gianni, per cortesia, mi slacci il vestito, dietro.»
Ho volutamente far il suo nome, per fargli intendere che lo volevo nel gioco. Poi mi sono girata, ed ho incrociato lo sguardo di Piero che mi ha sorriso e, preso con entrambe le mani il mio viso, mi ha baciato, mentre Gianni, dietro di me, lasciava scorrere la cerniera lampo e, in un attimo, il mio vestito si è afflosciato per terra. Lui si è inginocchiato dietro di me e, delicatamente, ha sfilato anche il mio perizoma, poi, una volta tornato in piedi, mi ha fatto sedere sul letto e, inginocchiato fra le mie cosce, ha ripreso a leccare la mia passera, facendomi di nuovo godere intensamente. Piero si è denudato in un attimo, è salito sul letto e mi offerto il suo cazzo da succhiare, cosa che ho fatto all'istante. Lo sentivo gemere, mentre Gianni si scatenava fra le pieghe della mia fica e la sua lingua ora percorreva lo spacco in tutta la sua lunghezza, scivolando in basso, fino ad arrivare alla rosellina anale, che stimolava con la punta della lingua. Ho avuto di nuovo le stesse sensazioni provate prima sul divano e, nella mia mente, si è formato un'onda di piacere che ha percorso tutto il mio corpo, finendo nella sua bocca, mentre io ho preso a godere a bocca piena del cazzo di mio marito. Lui è rimasto immobile e quando l’orgasmo è passato, senza dir nulla, mi ha spinto un po’ indietro nel letto e, dopo essersi inginocchiato, ha appoggiato la cappella del suo cazzo direttamente fra le labbra della mia fica. Ho abbassato lo sguardo giusto in tempo per costatare che il suo membro era anche più grosso di quello di Piero, ma ne ho anche avvertito la consistenza allorché, con una spinta decisa, è scivolato tutto dentro di me, facendomi spalancare la bocca e gemere di piacere. L’ho sentito scivolare fino in fondo, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, e la punta di quel membro enorme è andata sbattere sul fondo, provocandomi una scarica di piacere che mi ha fatto godere all’istante. Ho inarcato il mio corpo scosso dal piacere e l’ho guardato negli occhi, implorandolo di farmi godere ancora.
«Meraviglioso! Ti sento tutto dentro! Ti prego, scopami con forza, fammi godere.»
Lui mi ha sorriso ed ha sollevato le mie gambe, che subito sono state afferrate da Piero, che le ha tenute alte e divaricate: è stato allora che ha preso a stantuffarmi dopo aver fatto una battuta che in quel momento non ho capito.
«Tranquilla piccola! Ti farò godere, ti scoperò fino allo sfinimento. Stai tranquilla che io, di cazzo, ne ho per tutti e due.»
Presa dal piacere non ho dato rilievo alla sua frase, perché ha preso a pomparmi con un ritmo molto sostenuto, fatto di affondi che, ad ogni spinta, facevano sobbalzare il mio seno verso l’alto. Mentre continuo a tenere il cazzo di Piero in bocca, lui ben presto mi ha fatto godere ancora e, a quel punto, è successa una cosa che mi ha lasciato letteralmente basita. Nell’istante in cui il mio corpo ha preso a tremare di piacere, Piero si è allungato in avanti su di me e il suo viso era un passo da quello di Gianni; i due si sono scambiati un’occhiata, poi, senza nessuna esitazione, Piero ha messo una mano dietro la nuca di Gianni e l’ha attirato a sé: i due si sono baciati. Sbalordita li ho osservati. Non era un bacio erotico, era qualcosa di più profondo, intenso, potrei dire, di vero amore. Hanno limonato a lungo e vedevo le loro bocche muoversi perché sicuramente le lingue si stavano rincorrendo, mentre Gianni continuava a pomparmi e a farmi godere ancora, io mi sono ripresa dallo stupore e, chiudendo per un attimo gli occhi, mi sono lasciata andare ad un ennesimo orgasmo. Nel sentirmi godere, i due si sono staccati ed ho visto un cenno d’intesa negli occhi di Gianni; subito Piero si è tolto da sopra me e Gianni, dopo avermi abbracciato, è rotolato sul letto, sdraiandosi supino sotto di me, sempre continuando a mantenere la grossa verga piantata nel mio ventre. Quando ho visto Piero inginocchiarsi fra le gambe di Gianni, ho capito subito cosa mi aspettava: una doppia penetrazione cui non mi sarei sottratta per nessun motivo al mondo. Ho fatto un respiro profondo e mi son sdraiata sul petto di Gianni, che ha afferrato le mie natiche e me le ha aperte, mentre Piero si è abbassato e la sua lingua è andata a lubrificare il mio fiorellino anale, che subito ha reagito, contraendosi alla stimolazione cui era stato sottoposto. Poi si è tirato su e, dopo essersi posizionato con la punta contro la mia rosetta, è entrato con una spinta decisa ed ha preso a scivolare nel mio culo, mentre io ho spalancato la bocca perché non mi ero mai sentita così piena.
«Cazzo, amore, fa piano! Ti sento entrare tutto dentro! E non è che non lo voglio, ma ti ricordo che ne ho un altro piantato davanti, quindi, ti prego, fa piano.»
Lui ha continuato a spingere lentamente, fin quando il suo corpo non ha aderito al mio, poi è rimasto per un lungo istante immobile, mentre Gianni, dopo aver inarcato un po’ le gambe, ha preso a muoversi dolcemente sotto di me, procurandomi subito tanto di quel piacere che è andato a lenire, almeno in parte, il fastidio che stavo provando per quella seconda introduzione. Poi è stato il paradiso! I due si sono perfettamente sincronizzati ed hanno preso a pomparmi con una sintonia sconvolgente: dentro uno, fuori l’altro, con affondi decisi ed io ho cominciato a godere un orgasmo dopo l’altro, senza soluzione di continuità. Sentivo le mani di Gianni torturarmi i capezzoli e, ogni tanto, uno, portato alle sue labbra, veniva stretto e morso tra i denti, procurandomi altro incommensurabile piacere. Non so quanti orgasmi ho raggiunto, né per quanto tempo mi hanno scopato in doppia e, quando ero convinta che fossero prossimi al piacere anche loro, Piero si è sfilato da dietro e, fattami sollevare, mi ha girato per di nuovo farmi sedere sul corpo di Gianni, che, afferrato il suo grosso membro, me ne ha appoggiato la punta al culo e, all’istante, mi sono trovata impalata su quella grossa verga, che mi è arrivata tutta dentro, fin nello stomaco. Immediatamente Piero si è posizionato fra le mie cosce ed il gioco è ricominciato esattamente come prima, con l’unica variante che la mazza più grossa ora mi sfondava il culo. Ho avuto altri due orgasmi, poi Piero ha guardato Gianni e, con un cenno d’assenso, i due si sono sincronizzati, e hanno preso a scoparmi in maniera molto veloce, fin quando, improvvisamente, entrambi, quasi nello stesso momento, hanno cominciato a spruzzare dentro di me tutto il loro piacere. Ho sentito schizzi di seme bollente riempire la mia vagina, così come il mio intestino. Ad ogni contrazione dei loro membri sentivo altro piacere riversato dentro di me. Siamo rimasti per un lungo istante immobili, poi Piero si è abbassato su di me e mi ha baciato in bocca. Anche questo è stato un bacio speciale, carico d’amore, di piacere, di immensa soddisfazione nei confronti della sua donna che non si era privata di godere con due maschi. Poi si è sfilato e si è sdraiato di lato ed io, aiutata da Gianni, mi son sollevata, ma subito lui mi ha fatto inginocchiare sopra la faccia di Piero, facendo sì che i miei buchi, abbondantemente farciti del loro seme, si son trovati all’altezza della sua bocca. Ho sentito la lingua di mio marito muoversi in maniera rapida e vorace, per raccogliere tutto ciò che sgorgava dai miei orifizi spanati, mentre Gianni, disteso di traverso fra noi, si è abbassato e si è infilato in bocca il cazzo di mio marito ancora turgido. È stato uno spettacolo stupendo, vederlo con quanto amore succhiava quella verga, che per otto anni era stata solo mia. Stavo provando piaceri completamente nuovi per me, ma, nonostante questo, mi sono sdraiata e, senza nessuna esitazione, ho preso il membro di Gianni, ancora barzotto e ricoperto degli umori del mio culo, e l’ho infilato in bocca: ho preso a succhiarlo intensamente, con il forte desiderio di vederlo di nuovo pronto a combattere. Mentre lo succhiavo, guardavo Gianni che ora aveva fatto quasi tornare completamente duro quello di mio marito che, imperterrito continuava a leccare la sborra che colava dai miei buchi. Quando anche il suo è tornato ad essere perfettamente in tiro, ci siamo un attimo sciolti da quello strano triangolo e, dopo avermi guardato un attimo in faccia, Gianni ha girato gli occhi verso Piero e gli ha rivolto una supplica.
«Mi piacerebbe tanto sentirlo ancora dentro di me e, se non hai nulla in contrario, vorrei sentirlo mentre mi scopo ancora tua moglie.»
Un attimo di imbarazzo ha percorso i loro sguardi ed io ho deciso che solo più tardi avrei chiesto tutte le spiegazioni di quella situazione tanto strana che, in ogni caso, si stava delineando e, senza dir nulla, mi sono sdraiata a cosce aperte e, alzate le braccia, ho invitato Gianni a penetrarmi. Lui mi ha sorriso e, dopo avermi dato un bacio, anziché infilarsi fra le mie cosce, mi ha messo di lato e, sollevatami una gamba, mi ha infilato la sua grossa mazza direttamente nella fica, con un affondo secco e deciso. L’ho sentito entrare di nuovo dentro di me e subito ho provato incredibili sensazioni, ma ho anche voltato lo sguardo sopra la sua spalla ed ho visto Piero che ha appoggiato la cappella al culo di Gianni che, a sua volta ha sollevato la gamba, per agevolare l’introduzione dell'amico dentro di sé.
«Oh, sì! Sapessi da quanto tempo avevo voglia di sentirti di nuovo dentro.»
Ho sentito gonfiarsi il membro di Gianni dentro di me e, ad ogni affondo che Piero gli dava nel culo, io ricevevo la contro spinta, dentro la mia fica. È stata una sensazione bellissima e deve aver emozionato entrambi, perché Piero ha preso a muoversi pompando il culo di Gianni in maniera veloce e devastante, con colpi profondi, che lo facevano scuotere tutto, ma nello stesso tempo, dovevano avergli procurato molto piacere, perché ben presto, con un grido, gli ha riversato in culo il suo piacere.
«Eccomi, sborro! Torno a sborrarti nel culo!»
Ho sentito Gianni restare immobile piantato dentro di me, mentre Piero con gli ultimi colpi gli versava in culo tutto il suo piacere. Ho visto la gioia dipinta negli occhi di Gianni e, dopo esser rimasti alcuni istanti immobili, i due si sono sciolti ed ho visto un certo imbarazzo negli occhi di mio marito; ho interpretato quell'imbarazzo come se anche lui desiderasse provare la stessa emozione, allora l’ho baciato in bocca e mi sono sdraiata supina, invitandolo a salire su di me per un 69.
«Vieni sopra di me, che voglio succhiarti il cazzo e tu, Gianni, rendi al tuo amico lo stesso piacere che lui ha fatto provare a te.»
Senza nessuna esitazione, Piero si è sdraiato su di me e subito, Gianni si è posizionato dietro di lui e, dopo avergli lubrificato con della saliva il buco del culo, ha appoggiato la cappella contro la sua rosetta ed io, da sdraiata, ho afferrato quella verga e, dopo averla passata a lungo nella mia bocca ed averla ricoperta di saliva, l'ho appoggiata al culo di mio marito. Gianni, con un affondo lento, ma deciso, gli è entrato tutto dentro, fino alle palle.
«Cazzo, Gianni, fa piano! Sono otto anni che non lo prendo nel culo! Non me lo ricordavo così bello!»
Ho preso a succhiare il cazzo di mio marito, mentre assistevo alla sua messa in culo da parte di quel maschio, che ora gli limava quel foro con colpi decisi ed affondi duri, fin quando, ad un tratto, anche lui, probabilmente emozionato dal piacere, è rimasto un attimo immobile ed ho visto le contrazioni di quel membro che scaricava nel culo di mio marito una notevole bordata di caldi fiotti di sborra. Anche lui si è svuotato rapidamente nella mia bocca, poi si è sfilato ed io mi sono allungata un po’ dietro Piero, così da poter raccogliere con la lingua quel rivolo bianco che sgorgava dal culo spanato di mio marito. È durato poco però, perché i due maschi si sono rigirati e baciati di nuovo. Allora mi sono sollevata e, dopo averli abbracciati e baciati, ho chiesto qualche spiegazione.
È stato Gianni, a chiarire le cose.
«Quando Piero è arrivato qui città per il corso nei Vigili del Fuoco, tra noi due è scattato subito un feeling incredibile. L’ho ospitato in attesa che trovasse una sistemazione, ma, dalla terza sera che dormiva qui, già eravamo insieme nel letto. In gioventù, avevo già avuto qualche esperienza bisex, ma con lui è stato subito amore. Naturalmente, nel nostro ambiente di caserma, questa cosa sarebbe apparsa subito alquanto discutibile, quindi, poiché ad entrambi piaceva la fica, per non creare moti di gelosia fra noi, ogni femmina che ciascuno rimorchiava, doveva accettare di farsi scopare da entrambi. La cosa ha avuto il merito di ammantarci dell'immagine di due tori da monta ed è servita a sviare ogni dubbio sulla nostra sessualità. Ovviamente quando scopavamo le donne, a nessuno di noi due veniva in mente di far quello che abbiamo fatto con te: scambiarci un bacio o prendere in bocca i nostri rispettivi uccelli. È stata una piacevole sorpresa quando oggi lui si è abbandonato a rifarlo con me. A suo tempo, avevo anche sentito forte il desiderio di rendere pubblico quel nostro rapporto, ma lui non volle e, poiché aveva già fatto domanda per essere riavvicinato, quando se n'è andato, ho capito che le cose potevano andare benissimo così. Per qualche anno, ho evitato anche di avere altri contatti, perché, dopo di lui, non ho voluto nessun’altra storia e, quando ho capito che era giusto così, ho riallacciato con lui l’iniziale amicizia. Poi, al sapere che lo avrei rivisto, mi ha provocato tanta malinconia che, invece, la tua presenza ha in qualche modo mitigato e reso tutto più bello. Non esser gelosa di me, perché non ho nessuna intenzione di creare nessun problema al vostro rapporto, ma son felice di sapere che la persona con cui lui vive, ha voluto provare le stesse emozioni che provavamo noi a godere con altre donne, ma, soprattutto, son felice di aver reso, in qualche modo, pubblico il fatto che sono ancora innamorato di lui.»
Li guardo e li abbraccio entrambi, li bacio, li stringo a me, mentre essi hanno gli occhi lucidi dall’emozione e son felice che abbiano condiviso con me il loro segreto. Poi è Piero che suggerisce a Gianni un certo progetto.
«A breve si dovrebbe liberare un posto da caposquadra nella mia caserma, perché non fai domanda e ti trasferisci nella mia città?»
Gianni lo guarda, sorride, poi guarda anche me e mi dà un bacio.
«Son già due mesi che ho fatto domanda per esser io quello che ricoprirà quel posto. Doveva esser una sorpresa, ma poiché la sorpresa me l’avete fatto voi due, accettando di buon grado quello che c’è stato fra di noi, son felice di condividere il fatto che, appena il tuo caposquadra sarà collocato in pensione, io mi trasferirò nella vostra città. Spero che la nostra amicizia duri ancora, ma se pensate che possa esser d'intralcio alla vostra unione, io sarò solo un semplice collega, come tanti.»
Un mese dopo si è trasferito e, poiché all’inizio non aveva nessun posto dove andare, lo abbiamo ospitato a casa nostra, dove vive tuttora. Ora, insieme, sono fuori dalla camera dell’ospedale e mi osservano allattare una creatura, che è stata concepita con entrambi. Sì, quando ho deciso di rimanere incinta, li ho pregati di inondare il mio ventre con il loro seme e loro si sono generosamente offerti di soddisfare questo mio desiderio. Ammetto che non è stato facile, perché, per non creare dubbi o disparità, li ho presi tutti e due nella fica, contemporaneamente. È stata un’esperienza forte, sconvolgente e nello stesso tempo mi ha fatto impazzire di piacere, quando li ho sentiti riversare il loro seme contemporaneamente nel mio ventre. Sono immensamente felice di aver scoperto questa parte del passato di mio marito e, soprattutto, son felice del fatto che la persona che ora vive insieme a noi, lo ama quanto me e, con la nascita di questo figlio, abbiamo in qualche modo cementato questa nostra unione. Spero che la vita mi dia la possibilità di replicare questa immensa emozione, che, all'oggi, provo ancora con questi due maschi stupendi.
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