Mia moglie Monica: serata a Kos

[...] ...hai qualche fantasia specifica che vorresti si concretizzasse, a parte vedermi scopare con un altro?”
Non indugiò un istante e prese a masturbarmi sopra il perizoma. La minigonna nel frattempo si alzava e penso proprio che quella fosse l’immagine nella fantasia di mio marito.
Dimostrai al ragazzo il mio gradimento, favorendo il passaggio della sua mano scostando un po’ le gambe e sperando che continuasse ancora per un po’, sia per appagare il più possibile mio marito, sia perché la cosa stava eccitando molto anche me.


Dopo un po’ di estati trascorse in montagna, io e mio marito decidemmo di passarci una vacanza nell’isola di Kos, in Grecia.
I primi tre giorni facemmo un’intensa vita di mare: spiaggia, nuotate, uscite in barca, visite alla cittadina che ospitava il nostro albergo e ai suoi dintorni.
Con tutte queste attività, arrivavamo a sera stanchi e spossati, per cui dopo cena subito a nanna per un sonno ristoratore.
Inutile dire che in questi tre giorni sesso zero. La mattina del quarto giorno la mia patatina iniziava a dare segni di irrequietezza. Da quando avevo conosciuto mio marito non era mai passato così tanto tempo senza che facessimo sesso. Decidemmo quindi di trascorrere una giornata più tranquilla e rilassante, per arrivare a sera più riposati e magari passarci una seratina piccante tra noi due, per cui rimanemmo tutto il giorno pigramente nella piscina dell’hotel. 
Con il passare delle ore, sentivo crescere sempre più forte il mio desiderio di sesso. Avevo così tanta voglia che mi ritrovai a guardare il pacco di tutti gli uomini che mi passavano davanti, cosa per me assolutamente inusuale dato che mi interessa solo quello di mio marito.
Verso le 16 ero in acqua a rinfrescarmi e lui mi raggiunse. Gli diedi appena il tempo di entrare in vasca che gli saltai al collo, lo baciai focosamente con tutta la lingua che avevo e ne approfittai per strusciarmi contro il suo pisello. La mia patatina urlava, me lo sarei scopato all’istante anche lì, davanti a tutti, a costo di finire in galera.
Mio marito ricambiò il bacio appassionato ma mi fece calmare, rassicurandomi che questa sera avrei potuto dare sfogo a tutte le mie voglie.
Lo scoccare delle 18 e il nostro rientro in camera per iniziare a prepararci per la sera mi diedero un certo sollievo dai miei pensieri di femmina super arrapata.
Entrati in camera, mio marito andò per primo a farsi la doccia. Quando ebbe finito fu il mio turno. 
Quella sera volevo essere bellissima, per cui mi dedicai tantissimo alla cura del mio corpo, rifinendo la depilazione della mia patatina e cospargendo la mia invidiabile pelle abbronzata di balsamo profumato che la rendeva lucida e liscissima. Mi misi un po’ di trucco e mi pettinai accuratamente.
Nel frattempo stavo decidendo cosa indossare. Volevo fare impazzire mio marito, non solo per il mio look, ma anche per gli sguardi delle altre persone che avrei attirato. Mio marito si eccita tantissimo quando vede che sono guardata e desiderata dagli altri. Per cui decisi per: minigonna ovviamente, rossa, cortissima e aderentissima, top bianco che esaltasse la mia scarsa terza misura, sandaletti rossi tacco 10 (non volevo strafare con quelli da 12 anche perché volevamo farci un giro in paese, quindi avremmo dovuto camminare un po’) e, dulcis in fundo, le mutandine. 
Optai per un semplice perizomino bianco in cotone elasticizzato per vari motivi: aveva un taglio veramente sexy che fasciava perfettamente la mia patatina e che faceva eccitare molto mio marito, il bianco risaltava alla grande in contrasto con la mia intensa abbronzatura, sotto la minigonna rossa si sarebbe visto molto bene nel caso mi fosse salita per qualche motivo e, infine, il cotone assorbiva meglio i miei umori nel caso mi fossi eccitata e mi sarei sicuramente eccitata quella sera!
Mio marito non assistette ai miei preparativi essendo rimasto in terrazza a leggere. Quando fui pronta, mi presentai a lui, mani sui fianchi, gambe in posa, pronunciando un sonoro: “Ta-dah!”
Alzò gli occhi dal libro e rimase fulminato. Modestamente, ero veramente strepitosa! Visto che era ancora un po’ presto per la cena mi aspettavo, e mi sarebbe piaciuto, che mi mettesse un po’ le mani addosso, ma invece volle che scendessimo subito perché non vedeva l’ora di mettermi in mostra. Il fatto che a mio marito piaccia esibirmi mi eccita molto perché anche io sono parecchio voyeuristica.
Entrammo nella hall dell’hotel e ci dirigemmo verso le piscine perché aveva prenotato al ristorante asiatico. Per arrivarci attraversammo un grande patio, a quell’ora affollatissimo, dove erano sistemati i buffet e gli aperitivi.
Al nostro passaggio ebbi una marea di sguardi su di me. Praticamente tutti i maschi mi osservavano ammirati e diversi si davano di gomito indicandomi. Molte donne mi squadravano e un paio di loro richiamarono i rispettivi compagni con lo sguardo troppo insistente.
Mio marito era in estasi nel vedere tutte quelle reazioni. Lui ed io non siamo tipi da aperitivo, ma quella volta indugiammo a berne un paio per rimanere più a lungo sotto gli sguardi di tutta quella gente. 
Terminata la cena, lasciammo l’hotel e iniziammo la passeggiata di circa due chilometri che ci avrebbe portati in paese.
Dopo pochi minuti mi accorsi che forse avevo sbagliato a mettermi quella minigonna così corta ed aderente in quanto, ogni cinque o sei passi, complice la mia pelle liscissima, saliva vertiginosamente, specialmente sul davanti, scoprendo il triangolino del mio pube appena coperto dal piccolo perizoma fortunatamente non troppo trasparente, ma il suo candore risaltava come una lampadina accesa nel buio. 
Lo feci notare a mio marito ma lui, occhio lungo, disse che lo aveva già notato quando eravamo ancora in albergo.
“Ma perché non mi hai detto niente?” Gli chiesi.
“Indovina un po’!” Replicò.
“Quanto sei porcello!” Dissi con sguardo complice.
Proseguimmo la camminata e continuavo a lottare con la gonna. Arrivammo in paese dove vedemmo un sacco di belle ragazze, la maggior parte con un abbigliamento molto provocante. Concludemmo che l’atmosfera tra i villeggianti di quel luogo era molto disinibita e ben tollerata, per cui mio marito mi disse di smetterla di cercare di trattenere la minigonna e di lasciarla salire finché ne aveva voglia.
Questa sua affermazione fece risvegliare la mia indole esibizionista e pensai: “Ma sì, che vedano e pensino quello che vogliono... se va bene a lui...”
Facemmo un giro per il paese, ma c’era veramente troppa confusione. Non riuscimmo a trovare un locale tranquillo con una atmosfera rilassata per poterci coccolare su qualche divanetto con un po’ di musica soft, per cui decidemmo di tornare in hotel dove sembrava che il lounge a fianco di una delle piscine potesse invece fare al caso nostro.
Non ci eravamo sbagliati. L’atmosfera del lounge-bar era splendida: l’ambiente, come dal resto tutto l’hotel, era moderno e raffinato, c’erano zone maggiormente illuminate ed altre con luce più soft, candele accese su tutti i tavolini e musica soffusa veramente giusta. C’era una piccola pista da ballo con un po’ di gente ma non accalcata, non c’erano schiamazzi e casino come invece in tutti i locali in paese.
Ci accomodammo su un divanetto in una zona non troppo defilata ma neanche troppo vicino al bar dove c’era un po’ più di gente.
Mio marito mi chiese cosa preferivo bere e si diresse verso il bar, io mi sedetti sul divanetto.
Subito mi accorsi che aveva una seduta piuttosto “sprofondata”. In quella posizione la minigonna era salita a livelli scandalosi, ero completamente scosciata fino alle chiappe e se cercavo di coprirmi il culo si scopriva la patatina e nemmeno accavallare le gambe salvava la situazione, anzi...
Quando mio marito tornò con i drinks, non poté non notare il mio scosciamento. Gli brillarono gli occhi e si aprì in un ampio sorriso. Si sedette accanto a me, mi passò il bicchiere ed iniziammo a conversare amabilmente e a darci qualche bacio. 
Percepivo la tensione sessuale che la vista delle mie gambe e del triangolino scoperto delle mie mutandine gli provocava. Non mi fu necessario che mi dicesse che aveva una gran voglia di toccarmi ed infilarmi la mano tra le cosce. Lo capivo perché, molto discretamente, mi accarezzava il lato della coscia che stava tra lui e me con il dorso della mano per non farsi notare troppo dalle persone sedute vicino a noi o che passavano.
Trascorse circa un’ora e la nostra voglia di sesso crebbe esponenzialmente.
Avevo ancora sete e mio marito tornò al bar a fare rifornimenti. Il bar era ancora piuttosto affollato per cui non tornò subito. Nel frattempo, un paio di giovanotti si sedettero nel divanetto di fronte al nostro. Due bei ragazzi eleganti ed educati, tant’è vero che prima di sedersi mi salutarono e mi chiesero se avessi gradito se si fossero seduti lì di fronte. Ovviamente ricambiai il saluto e acconsentii.
I due continuarono a parlare tra di loro ignorandomi completamente, ma notai che uno di loro ogni tanto mi lanciava qualche occhiata alle gambe, come dal resto tutti gli uomini (e qualche donna) che passavano nei pressi del nostro divanetto.
Finalmente tornò mio marito e, mentre si sedeva, sopra pensiero cambiai posizione per essere rivolta verso di lui. Nel mio movimento non feci troppo caso alle mie gambe e, inavvertitamente, le aprii un po’ troppo, togliendo ogni barriera tra la mia patatina e gli sguardi dei due ragazzi che, accidenti, proprio in quel momento, si erano presi una pausa dalla loro fitta conversazione per sorseggiare i loro cocktail ed erano voltati verso di me.
Cercai di dissimulare il mio imbarazzo sorridendo loro, certa che avessero visto tutto. Loro risposero alzando i bicchieri in segno di salute e continuarono a conversare.
Mio marito aveva osservato tutta la scena e godeva come un riccio.
Con il passare del tempo, il lounge si era parzialmente svuotato per cui, approfittando della maggiore tranquillità, mio marito si fece più audace e aumentò la frequenza dei suoi assalti, baciandomi appassionatamente sul collo e facendo scivolare, molto discretamente, la sua mano sulle mie cosce e talvolta anche sulle tette. 
Uno dei due ragazzi si era alzato, l’altro rimase seduto di fronte a noi trafficando con il cellulare, anche se ogni tanto, anche lui molto discretamente, dava qualche sguardo alle manovre delle mani di mio marito.
Io, sia perché ero infoiatissima, sia perché la poca gente rimasta era piuttosto lontana dal nostro divanetto, lo lasciavo fare e giocavo al “vedo-non vedo”, schiudendo le gambe per mostrargli e poi velocemente nascondergli la mia patatina inguainata dal candido perizomino.
Ma non era ancora il momento di andare in camera a sfogare i nostri ardori. Il gioco mi intrigava e volevo portare mio marito a livelli di arrapamento inconsueti.
Avevo ancora sete e lui tornò a far rifornimento al bar. 
Si era appena allontanato quando il ragazzo seduto di fronte si alzò e mi salutò ancora. Pensavo stesse andando via, ma invece venne a sedersi vicino a me e si presentò dandomi la mano. Era greco, non parlava bene l’inglese, ma capii che mi stava facendo molti complimenti, mi chiese di dove eravamo e via dicendo.
Tra una parola e l’altra, vidi che mio marito, pur avendo già preso i drink al bar, era rimasto ad osservare in lontananza. Quando vide che mi ero accorta di lui, si mosse e tornò al divanetto. Nel frattempo il ragazzo, vedendolo avvicinarsi, si alzò, mi salutò e aspettò educatamente che mio marito fosse più vicino per salutare anche lui (non avevamo niente da nascondere), quindi tornò a sedersi al suo posto e continuò a trafficare col cellulare. 
“Un ammiratore? Hai fatto conquiste?” Chiese sorridendomi.
“Niente di ché, le solite domande... ma è stato molto educato e gentile.”
Dopo un paio di sorsi riprendemmo le nostre piccole effusioni. Si stava avvicinando il momento di ritirarci in camera, quando mio marito iniziò a farmi qualche domanda birichina: “Dimmi un po’ per farmi capire meglio i tuoi gusti: ma se tu fossi stata single, il tipo te lo saresti fatto?”
“Ma cosa dici?” Mi schernii.
“Ma... non lo trovi almeno carino?”
“Beh, è un bel ragazzo, con un fisico atletico, sicuramente galante e ben educato...” Non potei negare queste evidenze.
“E quindi tu, single in vacanza e molto arrapata, non ci avresti fatto un pensierino?”
“Beh, se devo proprio essere sincera... non giudicarmi male ma... sì, anche più di un pensierino...”
“Ma... se per un momento ti dicessi di far finta di essere single?”
“Dove vuoi andare a parare amore? Guarda che credo di capire... vorresti forse che una delle tue fantasie che mi racconti quando ti sego si realizzasse?”
“Brava amore, vedi come ci capiamo al volo... poi devi ammettere che non mi hai mai detto un secco no... io ti dico sempre: magari un giorno… in una situazione particolare… in vacanza... non ti sembra che questo potrebbe essere il momento giusto?”
Lo guardai un po’ persa perché il ragazzo mi piaceva, ma avevo anche molti “contro”: in 11 anni di matrimonio non ero mai andata con un altro uomo, sono innamoratissima di mio marito e non ho mai desiderato altro che lui, avevo paura di ferirlo, avevo paura che, passato l’arrapamento del momento, avrebbe potuto essere geloso o soffrire per quello che avrebbe visto...”
Lui mi lesse nella mente, come al solito, e mi rassicurò su tutto, facendomi anche una vera e propria dichiarazione d’amore.
“Allora amore, sono riuscito a farti cambiare idea? Ti va di fare qualcosa di veramente trasgressivo per una volta?”
Lo guardai ancora un attimo in silenzio, avevo ancora paura di dire quell’ “Ok”, ma alla fine dissi: “Ok amore, ma...”
“Ma?”
Assunsi un tono serio e deciso che non avevo mai usato con il mio amore: “Devi promettermi solennemente che mai in futuro, dico mai, mi rinfaccerai questa cosa o la userai in qualsiasi modo contro di me. Al primo cenno da parte tua di una cosa del genere ti lascerò per sempre. Siamo intesi? Guarda che ora sono serissima e non sto giocando!”
“Te lo giuro amore.” Replicò.
“Ultima precisazione: voglio che mi rassicuri che posso sentirmi totalmente libera di fare ciò che più mi sento e di cui ho più ho voglia, proprio come se fossi sola, ma desidero che tu sia sempre presente, che non mi dia suggerimenti o mi ponga delle limitazioni. Se desideri vedermi fare qualcosa che ti ecciterebbe, dimmelo ora e cercherò il modo di accontentarti.”
Mi giurò nuovamente che accettava incondizionatamente tutto, mi manifestò tutto il suo amore e mi baciò appassionatamente, bacio che ricambiai e infine lo guardai con occhi pieni di amore e di passione.
“Ok”, dissi “ora possiamo giocare. Come pensi di procedere?”
Rispose: “Direi che ora mi alzo, vado verso il bar e sparisco dalla sua vista. Vediamo se torna lui alla carica o, se non lo facesse, prova tu a stuzzicarlo.”
“Ok ma, ammesso che lui ci stia, dove vorresti che accadesse la cosa?”
“Io direi nella nostra camera, giochiamo in casa; poi in camera sarai più libera. Non sarebbe male in spiaggia, ma potrebbe essere più scomodo e meno riservato... devi comunque essere chiara che tuo marito vuole essere presente. Poi, quando vi incamminerete verso la camera, io vi seguirò e vi aprirò la porta.”
“Perfetto. A proposito, hai qualche fantasia specifica che vorresti si concretizzasse, a parte vedermi scopare con un altro?”
“Se per te va bene... mi piacerebbe che ti facessi toccare un po’ a lungo mentre sei ancora vestita in modo così spettacolare...”
“Ok amore.”
Mio marito si alzò e fece quanto aveva pianificato. Inutile dire che il ragazzo, che non mi aveva mai tolto gli occhi di dosso, dopo qualche minuto di assenza di mio marito, tornò a sedersi vicino a me e riattaccò bottone.
La cosa che subito mi divertì e che mi fece sentire anche un pochino perfida fu il fatto che il ragazzo provava a conquistarmi, inconsapevole che tutti i suoi sforzi per cercare di fare colpo su di me e di piacermi erano perfettamente inutili, in quanto il suo destino di alfiere era già stato scritto dal Re e dalla Regina. Comunque stetti al gioco fingendomi preda. Dopo un po’ di conversazione, riprese a coprirmi di complimenti, al che gli lasciai intendere che aveva fatto breccia e che poteva sperare. 
Per lui inaspettatamente, gli presi la mano e gliela appoggiai sulla mia coscia, abbastanza in alto affinché fosse sicuro delle mie intenzioni, ma non troppo in alto per non sembrare troppo disponibile. 
Rimase piuttosto sorpreso e, dopo qualche attimo durante il quale rimase muto ed immobile, assaggiando finalmente la mia pelle vellutata, un po’ allarmato mi chiese di mio marito.
Qui si decideva l’esito del nostro piano, perché tutto dipendeva se il ragazzo avrebbe accettato la sua presenza.
Fui subito chiara dicendogli che se voleva fare qualcosa con me, la presenza di mio marito, senza che partecipasse, era imprescindibile, altrimenti ci saremmo salutati cordialmente in quello stesso istante. Fui molto perentoria.
Il ragazzo rifletté un attimo e mi disse: “È una cosa che non mi è mai capitata, non so se ci riuscirò perché temo l’emozione della novità, ma il desiderio di fare l’amore con una bellezza sconvolgente come la tua è più forte di qualsiasi altra cosa.”
“Bene!” Gli dissi. “Cosa ne diresti se andiamo allora?”
Ci alzammo dal divanetto, mi riassettai la minigonna e uscimmo dal lounge. Apprezzai molto il fatto che attese che ci fossimo allontanati dal bar per prendermi per mano. Lo guardai con dolcezza facendogli capire che avevo colto e apprezzato la sua discrezione.
Camminammo per il vialetto che conduceva verso il blocco dove c’era la nostra camera. Percepivo la presenza di mio marito che ci seguiva un po’ indietro. Il cuore mi batteva forte ma non volevo farmi sopraffare da pensieri o dubbi.
Pensai invece a mio marito e a quanto poteva essere eccitato dal vedermi per mano ad uno sconosciuto e a cosa stava osservando di me: le mie gambe lunghe e perfette, il mio culetto che accompagnava il loro movimento. Mi eccitai di brutto immaginando quanto si stava arrapando il mio amore.
La nostra camera aveva un giardinetto e la terrazza privati che davano verso le piscine, pertanto l’ingresso era sul retro della costruzione, al quale si accedeva tramite un piccolo portico piuttosto imboscato.
Voltammo l’angolo e fummo sotto il portico a 3 o 4 metri dalla porta della nostra camera. Avendo voltato l’angolo, sparimmo dalla vista di mio marito. Calcolai che, data la distanza alla quale si trovava, gli sarebbero stati necessari 30 o 40 secondi per raggiungerci. In quel lasso di tempo mi fermai di colpo, mi appoggiai al muro, detti uno strattone al ragazzo, me lo incollai addosso e iniziai a baciarlo appassionatamente mettendoci un bel po’ di lingua. Nel mentre, mi immaginavo mio marito che si sarebbe trovato davanti a quella scena. A renderla ancora più interessante ci si mise anche il ragazzo che non perse tempo e piantò le mani sulle mie tette palpandomele furiosamente.
Sentii i passi di mio marito ormai prossimo a voltare l’angolo e, dopo qualche istante, lo vidi apparire con la coda dell’occhio. Feci come se non esistesse, come avevamo concordato, continuando le mie effusioni col ragazzo: secondo i nostri patti era come se fossi single, non avevo nulla da nascondere a nessuno, tantomeno a lui.
Quando ci vide, ebbe una piccola esitazione nel passo ma, molto rispettoso del nostro accordo, ci passò oltre, aprì la porta della camera ed entrò.
Continuai a baciare il ragazzo ancora per due o tre minuti, per dar modo a mio marito di “preparare il campo”. Infatti, quando entrammo, trovammo le luci regolate al minimo che davano un’atmosfera più intima. 
Mio marito si era seduto sulla poltroncina in terrazza, rimanendo in ombra per farmi percepire il meno possibile la sua presenza. Proprio come gli avevo chiesto, amore mio.
Prima che l’impeto del ragazzo si scatenasse spogliandomi, volevo esaudire la fantasia di mio marito, per cui mi appoggiai al muro di fronte al letto, trascinai di nuovo il ragazzo contro di me, gli presi la mano destra e gliela piazzai direttamente sulla mia patatina.
Non indugiò un istante e prese a masturbarmi sopra il perizoma. La minigonna nel frattempo si alzava e penso proprio che quella fosse l’immagine nella fantasia di mio marito.
Dimostrai al ragazzo il mio gradimento, favorendo il passaggio della sua mano scostando un po’ le gambe e sperando che continuasse ancora per un po’, sia per appagare il più possibile mio marito, sia perché la cosa stava eccitando molto anche me.
Il ragazzo poi spostò la mano un po’ più in alto per insinuarla dentro le mutandine. Lo lasciai fare: da lì iniziava la mia libertà di fare ciò che più volevo come avevamo concordato con il mio amore.
Era abile a masturbare una donna. Io ero infoiatissima e muovevo avanti e indietro il bacino in modo da aumentare l’effetto dello sfregamento della mia patatina con la sua mano. 
La tensione sessuale che avevo accumulato in quasi 4 giorni di astinenza non mi permise di resistere a lungo. Allungai la mano verso il suo pisello che strinsi con forza attraverso i pantaloni. 
Inevitabilmente ciò aumentò la mia eccitazione e giunsi finalmente ad un intenso orgasmo liberatorio. Sentivo la sua mano sgusciare sulla mia patatina intrisa del mio miele di femmina.
Tolse la mano, mi abbracciò forte e continuammo a limonare mentre ci spogliavamo a vicenda... 

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Protagonisti di questo racconto sono Monica e suo marito Manuel. Potete trovare altri racconti delle loro bollenti avventure erotiche e cuckold nel volume “Mia moglie Monica – Vita lussuriosa di una amazzone” di Max de Zena, in vendita su Amazon a cura della casa editrice “Sogni Piccanti”:

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Monica è una donna di una bellezza sconvolgente. Ex ballerina della televisione e del Crazy Horse di Parigi, è devotissima e innamoratissima di suo marito, ma ciò non le impedisce, con la sua complicità, di concedersi qualche “diversivo” con altri uomini, donne e coppie.
Grazie alla sua avvenenza, alla sua esperienza e abilità nelle pratiche sessuali, ha tutti gli uomini ai suoi piedi ed è un’autentica dea del sesso che per lei è gioia, fantasia, curiosità e lo vive senza alcun pudore o limite...

Andate a darci un’occhiata, non ve ne pentirete!

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