Robertino e Michela hanno diciotto anni.
Mi chiamo Roberto, Robertino per tutti, sono un ragazzo piuttosto carino, ma con scarsissima fortuna con le ragazze a causa del mio aspetto poco virile, che mi fa spesso subire le prese in giro dei compagni.
Un giorno mi è accaduta una cosa straordinaria, Michela, la ragazza più bella e desiderata del gruppo, alla quale non avevo mai osato rivolgere la parola, mi si è avvicinata e mi ha chiesto:
"Vuoi essere il mio ragazzo?"
Io sono entrato nel pallone, ma, pur nella confusione, mi è riuscito di dirle:
"Ne sarei felice"
Sono diventato il ragazzo di Michela.
Lei mi ha chiesto, però, di astenerci da ogni attività sessuale, per un po'
La compagnia di Michela era ugualmente molto piacevole e ci piaceva, in particolare, fare delle escursioni in un boschetto, appena fuori città.
In una di queste camminate fummo presi dall'urgenza di orinare, ci allontanammo l'uno dall'altro, nel rispetto della privatezza di ciascuno.
Improvvisamente, un rumore secco di provenienza sconosciuta, mi fece voltare e vidi l'incredibile.
Michela era accovacciata, intenta come me ad orinare, ma tra le gambe aveva un pene di più di venti centimetri, il più grosso che avessi mai visto.
Lei si accorse che avevo visto tutto e mi fece un sorriso sornione.
Finite le nostre minzioni, mi avvicinai a lei, con una certa esitazione, e chiesi:
"Ma tu sei un ragazzo?"
"No, sono donna in tutto e per tutto, tranne questo"
E indicò il membro.
Aggiunse:
"Se non te la senti di stare con una come me... "
In quel momento capii che la amavo, e dissi:
"Non potrei mai rinunciare a te!"
"Bene, devi sapere che anche tu mi attiri molto, con la tua aria da frocetto..."
Una carezza affettuosa, mi fece capire che non c'era nessuna cattiveria in quella battuta.
Sollevò la gonna, e il suo enorme membro fuoriuscì di colpo dalle mutandine, eretto doveva misurare almeno trenta centimetri.
Disse:
"Vedi l'effetto che mi fai?"
Poi mi prese la mano e se la portò sul membro:
"Accarezzalo, vedrai che ti piacerà"
Il contatto con quel pene duro, mi provocò una insospettata eccitazione.
Mentre presi a masturbarlo, la sentii gemere, poi avvicinò le sue labbra alle mie e mi diede il più dolce dei baci.
Si spostò verso il mio orecchio e mi disse:
"Frocetto, ho tanta voglia di mettertelo nel culo"
Accompagnò la frase con una nuova carezza.
Mi resi conto che, da una parte, volevo accontentarla in tutto e dall'altra, che io desideravo veramente ricevere quell'enorme bastone dentro di me.
"Michela dimmi come mi devo mettere"
"Mettiti carponi, farò in modo di farti il meno male possibile!"
Dopo qualche istante sentii che Michela mi stava passando un liquido viscoso tra le natiche e in, particolare, nella zona dell'orifizio, contemporaneamente diceva:
"lo porto sempre con me"
Sentii prima un dito scivolarmi dentro, poi due, emisi un piccolo gemito, lei:
"Ti piace frocetto! Ma adesso ti farò qualcosa che ti piacerà ancora di più!"
Sentii la grossa cappella appoggiarsi al mio orifizio, con una spinta decisa mi penetrò, lanciai un grido di dolore, poi lo sfintere cedette e le spinte di Michela si fecero poderose, gridava:
"Frocio, dimmi che ti piace il mio cazzo!"
"Adoro il tuo cazzo!"
"Dimmi che ti piace essere inculato!"
"Inculami... Inculami, non ti fermare"
Michela mi mise una mano sui coglioni, dopo un po' un piccolo sussulto l'avvertì che stavo per venire.
"Godi frocetto, godi... "
Infatti, quasi immediatamente il mio pene emise del liquido vischioso, lei:
"Adesso ti sborrerò in culo, dimmi che lo vuoi"
Sii! riempimi il culo con la tua sborra!"
Con una serie di sussulti, Michela emise copiosi getti di liquido cremoso, nel mio retto.
Ci staccammo e restammo vicini, in silenzio, ognuno di noi godeva della presenza dell'altro.
Dopo un po', ci scuotemmo e presi a giocare con il grosso bastone di Michela.
Lei mi sorrise e disse:
"Siamo proprio fatti l'uno per l'altra!"
"Staremo sempre insieme!"
"Sempre....Sempre... "
Post New Comment