Cari amici e amiche, questa storia che vi sto per raccontare, trae origine da un fatto realmente accaduto dieci anni orsono quando chi scrive, lavorava come portiere centralinista in una casa di cura di un paesino alle porte di Bari.
All’epoca, si venne a ricoverare nel reparto medicina, una simpatica ed ancor piacente signora settantenne: “Maddalena nome di fantasia”, un donnone prosperoso, bionda alta all’incirca un metro e ottanta, 6^ di reggiseno, cosce ben tornite, culo ancor’ sodo ed enorme e una passerona pelosa ed ancor’ desiderosa d’essere appagata.
Essa, da circa cinque anni, era rimasta vedova e, di conseguenza, compunta e desiderosa di un po' di coccole; in quanto, era affetta da patologia diabetica molto grave quindi schiava dell’insulina.
Una domenica mattina d’agosto, stavo effettuando il mio regolare turno alla hall della clinica; lei, scende dal reparto per prendersi il caffè, domandandomi aiuto in quanto, non sapeva utilizzare il distributore automatico.
Maddalena: salve giovanotto, mi daresti una mano a prendere il caffè? Sai, con questi aggeggi automatici, non sono tanto pratica!
Molto volentieri, le risposi sorridendo e scrutando il suo enorme corpo ricoperto da una camicia da notte scollata.
Maddalena: ti ringrazio, sei molto gentile ed educato; se vuoi, prenditi anche tu, il caffè! Mi bissò con sguardo malizioso.
Io: ok, d’accordo!
Maddalena: io, mi chiamo Maddalena, tu?
Io: piacere, Mimmo! Maddalena, bel nome , come il nome di Maria di Magdala menzionata nel vangelo!
Maddalena: grazie! Era il nome di mia nonna! Di dove sei!?
Io: di Corato e lavoro in quest’azienda da molto tempo.
Maddalena: sposato!?
Io: sì; ma senza figli!
Maddalena: io, sono di Molfetta, sono vedova da cinque anni ed ho tre figli di cui uno ancora in casa! Bella, Corato, avete l’olio buono e dell’ottimo pane! Ci son stata perché, ho dei parenti che vivono lì.
Io: capito! Ehm, dove abiti a Molfetta!?
Maddalena: abito in un alloggio popolare alla periferia della città! Perché, mi chiedi questo!?
Io: mah, potrei anche fare un salto per prendere un caffè e portarti un po' di pane e dell’olio Coratino!
Maddalena: mi farebbe molto piacere! Ehm, dopo il caffè, che altro vorresti!?
Io: in che senso!? Il pane e l’olio te li regalo!
Maddalena: dopo il caffè cosa vorresti!? Mi ripeté.
Un ammazzacaffè, le risposi con sarcasmo.
Maddalena: forse, non hai capito, vuoi far qualcosa, vù fa sicco sacc’ ind ò tricc ballacc’!? Insistette in dialetto chiedendomi sotto metafora se la volessi scopare.
Io: sèèè, è à caccavell! Le risposi con altrettanta ironia.
Maddalena: allora, ci stai, ti piaccio!? Vedo che mi stai mangiando con gli occhi.
Io: ehm, a dire il vero, quando vedo una femmina grossa, impazzisco!
Maddalena: allora ti piaccio, eh!? Nonostante, i miei settant’anni!
Io: beh, sì! I piaceri della carne, non hanno età!
Maddalena: bravo, anche a me, piace molto fare sesso; ma, purtroppo data la mia vedovanza, non ho nessuno che, mi appaga, che mi faccia provare il piacere eccelso della vita! Non ti nascondo che quando, mi vien voglia, mi sparo dei solenni ditalini; ma, non bastano , la mia passera, ha bisogno di un margiale che la penetri, in parole povere, caro Mimmo, ho voglia di assaporare un cazzo che, non vedo da quando, è morto mio marito; e poiché, causa la mia malattia credo, non mi resti molto da vivere, vorrei esaudire questo mio desiderio; e tu, potresti aiutarmi, mi sei molto simpatico , mi sei entrato già nel sangue; e poi, si vede che sei una persona seria e che di donne, se né intende!
Io: oh, grazie dell’’apprezzamento! Beh, in realtà, oltre a questo lavoro, sono uno scrittore di narrativa erotico-hard!
Maddalena: uhmm! Interessante, scrivi film porno!?
Io: beh, non proprio, scrivo romanzi insomma detto alla femminina i giornaletti vietati!
Maddalena: intendo! Ti confesso che, mi piacerebbe vederne uno, magari assieme a te!
Io: ahh! Sei una gran viziosetta!
Maddalena: insomma; la figa bolle, nonostante l’età!
Io: si vede che, sei la classica molfettese accalorata!
Maddalena: sain’ sì! Mi rispose in dialetto.
Io: ascolta, quando esci, ti prometto che ti vengo a trovare e ti porto il pane e l’olio; riguardo al sesso, voglio precisare che tu, me l’hai proposto; da parte mia, non vi era nessun secondo fine!
Maddalena: tranquillo! Ascolta, posso chiederti un favore!?
Io: dimmi!
Maddalena: al posto del pane e l’olio, mi potresti dare un piccolo contributo per pagare la visita medica; sai, vivo di misera pensione di reversibilità e, non ce la faccio!
Io: d’accordo! Vedo cosa, posso fare!
Maddalena: grazie, sei un tesoro! Ah, mi accompagneresti su in ascensore!? Ti faccio vedere le tette!
Io: va bene!
“quando entrammo in ascensore, s’aperse la camicia da notte, era senza reggiseno, tirò fuori le enormi mammelle e mi disse: “ te, guarda e se vuoi, tocca, tocca, ahh! Sììì! Che bello!”
Le toccai ed erano ancora molto sode, aveva i capezzoli turgidi, l’areola violacea tutta da assaporare e, si notava che la libido, incominciava a pervaderla! Mi toccò il cazzo e vide che, era ormai duro!
Maddalena: umm! Come ce l’hai duro! Ummm!
Io: sì, me l’hai fatto venir duro! Lena.
Maddalena: sì, chiamami Lena, mi piace di più!
Quando entrammo nella stanza, c’era un collega ausiliario che stava dispensando; scherzosamente, si complimentò con lei per essersi fatto l’accompagnatore; lei, ringraziò con ironia e mi spacciò per un amico della buonanima di suo marito.
Quando uscì dall’ospedale “ovviamente, ci scambiammo i numeri di telefono”, feci passare un po' di tempo e l’andai a trovare.
Fu felicissima di rivedermi , si fece trovare in vestaglia, senza reggiseno e mutandine nere classiche; devo confessarvi che non fu un rapporto intimo completo, essa voleva semplicemente vedere il tronco carneo, come, mi masturbavo ed alla fine farselo appoggiare sulla figa mentre, le leccavo i seni e succhiavo i capezzoli.
Maddalena: buongiorno Mimmo, ti sei fatto desiderare! Credevo, ti fossi dimenticato di me!
Io: no! E che, ho avuto un po' da fare! Non mi sono dimenticato di Lena; e poi, quando prometto, alla fine mantengo!
Maddalena: benissimo, mi piaci di più, quando mi chiami Lena! Ascolta, facciamo qual cosina in piedi qui, in cucina, ho paura che arrivi mio figlio e ci sorprende!
Io: ok, come vuoi!
Maddalena: mentre io, mi tolgo la vestaglia, tu, tira fuori il cazzo e, fammi vedere, come ti masturbi, sì! Fammi vedere, come ti meni il trimone!
Io: sì, grande zoccolona molfettese! Guarda, come mi faccio il trimone .
ohhh!!! Sì, che meraviglioso corpo da vacca che hai! Ohhh che coscione e che culone! Mmm!!!
Maddalena: ahhh!!! Mi sto eccitando tutta! Ahhhh!!! Sain’, sain’! Che cazzo che, hai, fammelo scrutare bene! Ahhh! Uhhhh!! Sìììì!! Ohhhh!!! Avvicinati, porco, mettimelo in figa! Sì cosi, succhiami i capezzoli, succhiami i capezzoli! Ahhhhh!!! Sìììì!!! Sto per venire, sto per venire! Spingilo tutto dentro, grande chiavatore! Sei meglio di mio marito! Ahhhh! Ummm!!!!! Sain, sain’ toccami il culo, tuocc’m’ ù caul! Ù caul! Ohhhh!!! Arrivo, arrivo, uhhhhh!!! Madunnnnnnnn!!!!
Io: sì, anch’io, sto sborrando, sì! Ahhhh!!! Mmmm!!!! Sborrro! Ahhhh!!!
Maddalena: uhhhh!!! Che bello, che bello! Svuota tutto dentro, tanto non esco gravida!
Le chiesi se, fosse stata soddisfatta, mi rispose di sì! E mi domandò quando tornavo nuovamente, con la promessa di prendermelo in bocca!
Le risposi che sarei tornato a trovarla, andai un'altra volta; ma, l’amplesso si bissò, sempre per timore del figlio. Tuttavia, è rimasta in me, la soddisfazione d’aver accontentato ed esaudito il desiderio eccelso, “forse l’ultimo”, alleviandone la sofferenza e contribuendo alle cure mediche di una donna, che nonostante l’avanzata età, la vedovanza e il calvario di una malattia, voleva accondiscendere per scontrarsi con il trapasso che prima o poi, avrebbe affrontato e andarsene in grazia di Dio.
Poi, sopraggiunse il trasferimento ad altra sede; e di Maddalena “Lena”, come desiderava esser chiamata, non ho saputo più nulla. Chissà se, vive ancora, spero di sì.
Fine
Ogni riferimento, è puramente casuale.
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