“tu sarai la mia slave ed io, sarò il tuo master, signore e padrone del tuo” corpo e della tua mente! Giuramelo, mammà!
“Alex”
“ t’oggiuro, figlio mio; io sarò la tua schiava, serva, sgualdrina e sguattera e farò tutto ciò che mi ordinerai”
“Marì”
dopo un’insonne e focosa notte passata col di lei figliol amante, verso l’alba, Marilena finalmente, riesce a prendere sonno; e fa uno strano sogno che, ovviamente più tardi, racconta ad Alex; il quale, in men che non si dica provvede a realizzarlo, in una camera rossa, ubicata in un seminterrato di un rudere che si trova in una zona campestre all’estrema periferia del paesino dove essi vivevano.
Marì: buongiorno, figliolo! Dormito bene stanotte!
Alex: certo, mamma! Dopo tutta quella baldoria che abbiamo combinato, ho dormito, come un ghiro!
Marì: io invece, sono riuscita ad addormentarmi verso l’alba ed ho fatto uno strano sogno!
Alex: cos’hai sognato di cosi strano, mammà!
Marì: ho sognato che, mi ritrovavo in una strana stanza, illuminata di luci soffuse che davano sul viola, completamente ignuda, stravaccata su di un enorme letto in ferro battuto, apparecchiato con: lenzuola e guanciali di color viola, come le luci della stanza. Ero circondata da maschi con enormi falli e frustini in mano; che, prima di possedermi tappandomi tutti i buchi, si eccitavano dandomi delle frustate sulle chiappe, facendomele diventare rosse, come un peperone!
Quando, mi ebbero posseduta e sfondata per bene, facendomi squirtare, come una porca, facendomi sentire una sgualdrina di prim’ordine, all’improvviso, mi son ritrovata circondata da: concubine, matrone e meretrici dai corpi danzanti; che, mi leccavano e si facevano leccare, una di queste concubine, era un personaggio di una famosa telenovela che seguivo alla tv tanti anni fa!
Alex: ah, sì!? Ehm chi era questa donna!?
Marì: era Ester, la perfida cugina di Luis Antonio Salvatierra della telenovela: “anche i ricchi piangono!”
Alex: ehm. Che ti faceva, questa Ester?
Marì: lei, s’inginocchiava dinanzi alla mia fregna bagnata fradicia e me la leccava, con voluttà, al biondo Dio, facendomi nuovamente ritrovare in un mare di sbroda!
Alex: e dimmi, com’era, questa Ester!?
Marì: lei era, una bellissima bionda, con un corpo ben fatto; ma perfida, tanto perfida che pur di conquistare suo cugino, si fece ingravidare come una vacca dal suo amante “Diego Arila”, addebitando la paternità a Luis antonio; il quale, nulla sapeva ed essa né approfittò perché egli, una sera, rincasò ubriaco.
Alex: ummm! Intrigante! Ehm, poi il sogno, come si è concluso!?
Marì: dopo la solenne leccata di Ester, mi son ritrovata nuovamente in balia dei maschioni cazzuti; questa volta, in compagnia di Satana; il quale, ordina loro di farmi alzare dal lettone, ammanettarmi, farmi mettere faccia al muro, frustarmi, facendomi soffrire e contemporaneamente eccitare. Il tutto, si è concluso, con un mega segone collettivo, ed alla fine hanno riempito il mio corpo del loro caldo e denso succo eiaculino . Ahhh! Che stupenda sensazione! Peccato che poi, improvvisamente, mi sono spaventata!
Alex: intendo! Comunque, è un sogno che, si potrebbe realizzare!
Marì: realizzareee!? E come!?
Alex: beh, conosco un amico che, organizza sessioni di BDSM, in u seminterrato sotto una casa diroccata ubicata in una zona di campagna alla periferia del paese.
Marì: interessante! Il BDSM, è un arte erotica che, mi ha sempre affascinato ed incuriosito; ma, non ho mai provato!
Alex: beh, c’è sempre una prima volta! O, come dice il proverbio: “non è mai troppo tardi;” tu sarai la mia slave ed io, sarò il tuo master, signore e padrone del tuo corpo e della tua mente! Giuramelo, mammà! “T’ò gguro figlio mio! Io sarò la tua slave, sgualdrina e sguattera, farò tutto ciò che mi ordinerai!”
Quella mattina, Marilena, aveva una vestaglia trasparente, senza reggiseno, il suo monte di venere ricoperto da slip bianche a fiorellini rossi; questo, fece nuovamente eccitare Alex.
Alex: complimenti per la vestaglia trasparente, Lady!
Marì: ti piace, ti eccita! Guarda le mie mutandine bianche a fiorellini, son belle!?
Alex: sì, mammà, mi piacciono, m’ stà v’nen’ tuost’ ‘n’ata vota angor’!
Marì: ah, t’ stà, v’nen’ tuost’ ‘n’ata vota angor’!?
Alex: sì, mammà!
Marì: vuoi che mammina, te lo succhi e ti svuota nuovamente quelle palle piene, piene di sborra!?
Alex: sì, succhiamelo, succhiamelo, Lady! Succhiamelo, “sucamelo, come una sgualdrina da strada! Mentre io, chiudo gli occhi e penso ad Ester!
Marì: è, jamm’ bell’! Ora, la tua mammina, ti fa un bel pompino! Mentre tu, chiudi gli occhi e pensi ad Ester!
Dopo esserselo fatto succhiare dalla voluttuosa genitrice, eiaculando su la perfida Ester Salvatierra, il prode Alex, si mise a lavoro per organizzare la sessione BDSM per la sera successiva.
Alex: gentile Lady Marì, nonché, mia genitrice e peccatrice, stammi a sentire!
Marì: dimmi tutto, figlio mio! Cosa, è successo!?
Alex: ho parlato con Don Fernando, il proprietario della casa ove, è ubicata la camera rossa del peccato; ed ho organizzato il tutto per domani sera verso le 23,00 circa.
Marì: oh, benissimo! Don Fernando, che strana coincidenza! Si chiama proprio come il titolare della bisca clandestina della telenovela! E dimmi, è un bell’uomo!?
Alex: sì, è un bell’uomo; ma, non ti fare illusioni; lui, non scopa con nessuno, organizza e basta! Se vuoi, i bull che ti sfondano, li troviamo sul posto!
Marì: d’accordo! Sai che sono una donna mangia cazzi seriale!
Alex: lo so, lo so!
La sera seguente, i due si preparano per andare alla sessione; Marilena, indossa un vestito lungo nero, con scollatura, autoreggenti, body e scarpe rosse tacco 12. mentre Alex, si veste in uno strano modo, ovvero con la divisa da gerarca fascista; in quanto egli era simpatizzante del Duce.
Marì: ti piace, questo vestito?
Alex: sì, è molto sexy, Marì, mi arrapa molto!
Marì: che dici, metto un po' di profumo, ho un Coco chanel, sì Coco chanel Ahhh! Coco chanel! Sì! Come fa la canzone di Gaia!
Alex: ummm! Mi piace il Coco chanel, m’affascina il Coco Chanel!
Dopo le frasi adulatrici sul Coco chanel, i due finalmente s’incamminarono verso la casa di Don Fernando; il quale mostrò loro la camera rossa ove di lì a poco, si sarebbe consumato l’atto erotico per eccellenza: “ l’assunzione di mamma Marilena a concubina, schiava, sguattera e meretrice del figliol master.”
Don Fernando: benvenuti nella casa del piacere e del peccato di don Fernando! Prego, andiamo di sotto; lì c’è la camera rossa, detta anche la camera dei flagelli e delle sofferenze!
Marì: che strano posto! Mi sembra irto di fantasmi, avverto lo spirito di Satana!
Alex: ahh, sei fissata, con questo Satana! Comunque lui sarà con te!
Marì: sì, e con il tuo spirito! Rispose scherzandoci su.
La camera, era arredata in stile antico, con un letto in ferro battuto a baldacchino, ricoperto di lenzuola ricamate viola, con guanciali di egual colore; intorno, vi erano sistemati quattro candelieri, con candele in cera gialla. Sulle pareti, vi erano arazzi e su quella centrale, un quadro raffigurante un teschio e la scritta me ne frego, in onore del fascismo; il tutto, illuminato da luci soffuse viola, proprio come nel sogno di Marilena!
Alex: ed ora, mia cara genitrice, apriamo la sessione, con un giuramento di fedeltà e relativa investitura a schiava, concubina, sgualdrina e sguattera!
Marì: d’accordo, mio Signore e padrone da me stessa generato che, a suo tempo, da uomo cornuto, fui ingravidata! Ma prima, vorrei farti una domanda!
Alex: chiedi pure al tuo master!
Marì: come mai, ti affascina molto, il Duce e il fascismo se, non sai nemmeno, cos’è? Come, non lo so neppure io!?
Alex: quando, frequentavo la scuola media, rimasi in un certo qual modo, folgorato dalla storia del ventennio; ed in particolar-modo dalla personalità di Mussolini, un uomo che, aveva gli attributi giusti per governare un paese, m’affascinava l’autoritarismo dei suoi gerarchi ed amavo molto la loro divisa.
Marì: intendo! E di conseguenza, hai deciso di travestirti da gerarca fascista per potermi dominare!
Alex: esatto, mammà!
Dopo il breve excursus sulle simpatie fasciste di Alex, si diede inizio alla sessione vera e propria.
Fine prima parte a breve il seguito.
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