“Brava bambina mia, così non smettere…ecco che arriva…ahhh bevi!” Chiunque fosse entrato in quel momento nel fienile avrebbe avuto davanti a sé una scena lubrica. C'era un uomo maturo sui 50 anni, poggiato su di una balla di fieno con la camicia aperta a mostrare un fisico scolpito dal lavoro di campagna. Stava a gambe larghe con la sola patta sbottonata a far uscire un notevole bastone, per la maggior parte infilato in bocca ad una ragazza dai capelli scuri completamente nuda che accovacciata a gambe larghe, si masturbava. Capitava spesso che un fattore si scopasse le giovani lavoranti stagionali, approfittando del loro bisogno di lavorare, ma non era questo il caso; infatti, la fanciulla che si chiamava Ada non era una lavoratrice stagionale e l'uomo che le teneva il capo, esortandola ad ingoiare il proprio seme, non era il suo datore di lavoro, ma suo nonno.
Era iniziata in maniera banale, la bellissima e florida Ada aveva 17 anni quando cambiò il suo mondo, e da spensierata ragazza di campagna divenne una puledra in calore. Si era alzata prestissimo quella mattina per sbrigare le faccende ed essere libera di andare in paese con le amiche e mentre si recava al pollaio sentì degli strani versi dalla stalla. Una volta sopraggiunta la scena che si trovò a spiare la sconvolse. Aldo, suo nonno paterno, era infilato tra un paio di gambe flessuose e nude, aveva i pantaloni calati e con una mano strizzava un capezzolo roseo mentre l'altra massaggiava il monte di venere di una ragazza, che sgomenta Ada riconobbe come Sonia, una fanciulla del paese da poco sposata. I versi che aveva udito erano i suoi mugolii “Mmh....signor Aldo lei è proprio un porco! Non le bastava avermi sverginato il sedere, ora vuole anche la mia passera di donna sposata...ahh” L’uomo le aveva torto un capezzolo rispondendole aspramente: “Ma smettila! Eri già una bagascia quando sei arrivata qua... hai chiesto tu prenderlo in culo per non sciuparti la fica vergine, e ora sei tornata anche se non hai bisogno di lavorare, ed è perché volevi riprovare il mio cazzo davanti oltre che dietro, perché sei una puttanella a cui il cazzo del marito non basta...non è vero? Dillo che lo vuoi o ti mando via!”
La piccola Ada ascoltava allibita, il suo amato nonnino che la chiamava “la sua bambina”, apostrofare così una sua coetanea. “Signor Aldo che cosa mi chiede…è peccato, e io sono una moglie fedele e.…” Fu interrotta bruscamente da una risata di scherno dell'uomo “Fedele? Questa è bella...sei venuta qui senza mutande e mi stai inzuppando la mano...tu vuoi solo il cazzo...” E ciò detto sì sbottonò i calzoni da cui sbucò fuori un randello massiccio e nodoso, con una cappella a fungo, che iniziò a strusciarle sul buco “Nella fica come nel culo è vero che vuoi?” “Ahh...lei è un diavolo signor Aldo...mmh...Si! Si lo voglio!” “E allora eccotelo” e con un solo affondo le infilò metà uccello dentro. Alla ragazza sfuggì un grido, subito soffocato dall'uomo “Ma sei scema? Zitta o svegli tutti” “Ahh…scusi...ahh...è molto più grande di quello di mio marito” “E vedrai quando entra tutto...ti rimando a casa zoppicante” Continuando a tapparle la bocca diede una altra profonda stoccata e la infilò fino alle palle. Passati pochi attimi, prese a scoparla sempre con maggior forza. Unica spettatrice di quella selvaggia chiavata, Ada era passata dallo shock ad un misto di vergogna, gelosia ma soprattutto eccitazione. Si sentiva accaldata, un calore che le nasceva in mezzo alle cosce simile a quello che sentiva carezzandosi nel letto la sera mentre pensava al bel Piero, un ragazzo del suo paese di cui era infatuata. Eppure, era più forte al punto da spingerla ad infilare una mano tra le gambe continuando a spiare quella che era diventata una profonda monta. Raggiunse l’orgasmo poco prima che suo nonno sborrasse sul pube di una stravolta Sonia, e di nuovo padrona di sé stessa fuggì via. Non uscì quel giorno. Disse alla madre di stare male, e si chiuse in camera. Stesa sul letto rivedeva tutto ogni volta che chiudeva gli occhi e finì per masturbarsi più volte. Fu quasi inconsciamente che prese a spiare i due amanti. Non poteva farne a meno, ogni mattina andava alle stalle e osservava i focosi amplessi dandosi piacere. Giorno dopo giorno diventata più sciolta. Le carezze diventarono veri e propri ditalini, anche anali, le piaceva massaggiarsi il seno sodo con le mani intrise di umori, e assaggiare il suo orgasmo dalle dita. Ma insieme alla lussuria cresceva la gelosia per quella che considerava come una rivale, da sostituire nel saziare le voglie del nonno. Non fu difficile. Una domenica a messa diede un biglietto al marito di Sonia, in cui si lasciava intendere la verità. Questi il lunedì successivo rimase in casa fingendo un malanno per controllare la consorte. E così Aldo quella mattina entrando nella stalla non trovò la solita vacca, ma sua nipote nuda e scosciata sulla paglia con una mano a stringersi un seno e l’altra a massaggiarsi il sesso ansimando. Gli si mozzò il fiato in gola e il cazzo da barzotto divenne di marmo nei suoi pantaloni, provò ad articolare qualche parola ma in quel momento Ada venne e Aldo dimenticò tutto se non quella piccola fichetta che pulsava e si apriva lasciando sgorgare il miele della nipotina. La quale ancora in preda ai brividi post-orgasmo gattonò a suoi piedi e spinta dall’istinto gli sbottonò la patta e prese tra le mani il tanto bramato uccello. Ada aveva osservato bene ciò accadeva tra il nonno e Sonia in quei mesi, e lo applicò.
Prese a lapparlo dalle palle alla cappella, avvolgendola con le labbra carnose già assuefatta a quel sapore, e Aldo ebbro di libidine non fece altro che accompagnare la giovane nel suo primo bocchino. Finì persino per guidarla nell’atto e fu solo dopo che Ada ebbe deglutito fino all’ultima goccia della sua sborra, dietro suo incitamento, che sembrò tornare in sé; con ancora il cazzo gocciolante fuori dai pantaloni prese la ragazza per le spalle, la sgridò dicendole che era sbagliato, e mollandole un ceffone si ritirò in fretta e furia. Ma ormai era tardi. Ada l’aveva assaggiato e si era innamorata, non del nonno no…ma del cazzo. Ne voleva ancora, e lo avrebbe avuto. Il buon Aldo era in verità un gran porco, e i pochi scrupoli che si era fatto fecero presto a crollare. Bastarono due giorni di provocazioni, tra palpate, scorci di fica a tradimento, e indumenti intrisi di umori a farlo cedere. La nipote era una troia come le altre alla fine, tanto valeva approfittarne. Si decise una mattina a prenderla da dietro mentre dava da mangiare alle galline, la abbrancò con una mano sulle floride tette e l’altra sotto al vestito a pastrugnarle la fica che sapeva essere nuda, la ragazza gliene aveva dato una rapida visione a colazione, mentre la madre era distratta. La trovò fradicia: “Piccolina del nonno, siamo affamate è vero? Ne hai bisogno, si?” “Mmh…si lo voglio tanto, ah…ah” “Tranquilla bambina mia, il nonno te ne darà tantissimo” e senza perdere tempo la trascinò nel retro del pollaio piegandola su una cassetta, le sollevò le sottane scoprendo il sesso rorido e il fiorellino tra le chiappette. Si spalmò le mani con del burro fresco di mattinata e prese a sditalinarla in entrambi gli orifizi.
Quando la ritenne sufficientemente dilatata si calò i calzoni e spalmata una generosa dose di burro anche sul cazzo lo puntò sull’ano e prese a spingere, Ada era preda di forti sensazioni e solo quando il glande attraversò lo sfintere con relativo dolore, si rese conto della situazione. Non fece in tempo a dir nulla che un sonoro sculaccione le raggiunse una natica, seguito da una feroce spinta che la lasciò boccheggiante. Aldo ripeté la stessa cosa altre due volte e si trovò sprofondato fino alle palle nelle viscere della nipotina, attese qualche istante e cominciò a scoparsi quel buco caldo e stretto con un andirivieni lento e profondo come si conviene ad un culo appena sverginato, dalla cappella ai testicoli, glielo faceva sentire tutto. E Lo sentiva Ada, Il randello del padre di suo padre che le squassava l’intestino, godendo come non le era mai accaduto con le dita. Venne sulla mano del nonno, che la sgrillettò mentre a sua volta le scaricava un litro di sborra dentro. Dopo essersi svuotato del tutto, questi si sfilò trovandosi fortunatamente il cazzo pulito e si stese per terra seguito da Ada che si accasciò a sua volta. Rimasero così per chissà quanto, finché la ragazza chiese spiegazione sulla scelta del pertugio: “Bambina mia, la tua passerina appartiene all’uomo che ti sposerà, che guaio sarebbe se te la trovasse sfondata già la prima notte?” fu la risposta ipocrita dell’uomo. Ella accettò di mantenersi illibata davanti purché il nonno rinunciasse a montarsi Sonia, e così fu.
Divennero amanti.
Aldo, rendendosi conto che la nipote era troia quanto lui era porco, le insegnò tutto quello che sapeva. Dal tenersi sempre pulita dietro con l’acqua del ruscello allo spalmarsi il suo seme addosso per farlo assorbire dalla pelle, scaricando le proprie voglie su quel giovane corpo, avido di cazzo e sborra. Ada si rivelò un’allieva vogliosa di imparare e disponibile. Si prodigava nello svuotare i coglioni del nonno, diventando sempre più spigliata e capace. Finita l’estate, con il ritorno a scuola per l’ultimo anno le occasioni diminuirono, costringendo Ada a soddisfare il suo enorme appetito sessuale anche in solitaria nei bagni dell’istituto; si teneva dentro l’iniezione mattutina del nonno nell’ano e si leccava le dita sporche del suo sperma mentre seduta sul water si sgrillettava. Una mattina fecero uscire la sua classe prima da scuola e rientrò a casa.
Salutò la madre che le rispose distrattamente mentre con addosso una veste da casa tutta macchiata era intenta a preparare il pranzo e salì subito dal nonno, eccitata dall’idea di farsi dare una veloce ripassata prima di mangiare, non era riuscita ancora a masturbarsi quella mattina…lo trovò che sonnecchiava nudo nel suo letto col cazzo mezzo duro sull’addome, sembrava lucido di liquido pre-seminale, pensò che forse stava sognando le loro scopate e l’idea le fece sgorgare un fiotto di umori nelle mutandine. Decise di svegliarlo, e per farlo si liberò di zaino e giacca e si accoccolò sulle sue gambe, afferrò saldamente il pisello del nonno e se lo ficcò nella boccuccia. Sentì subito uno strano sapore…sapeva di sperma ma anche di qualcos’altro. Le sue riflessioni rivennero interrotte da una mano di Aldo sulla nuca che la spinse a prenderlo più a fondo, ancora ad occhi chiusi prese a guidarla nella pompa:” Mmh…che c’è, non ti è bastato? Sei proprio un troione…chi ci pensa al pranzo?” A quelle parole Ada si staccò bruscamente e tornò col pensiero a poco prima quando aveva vista la madre con la veste chiazzata…sembravano gocce…e aveva una macchia vistosa sul sedere…vuoi vedere che: “Ma nonno, tu e la mam-” fu interrotta con tono impaziente dall’uomo che per nulla turbato la stava ora fissando:
“Figliola, ma perché credi che tua madre non ci abbia mai rotto le palle, eh?” e le spinse la testa sul membro ormai duro, per riprendere il pompino…
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