E invece Paola mi chiamò due giorni dopo, invitandomi ad andare a “trovare” il figlio, dando alla parola “trovare” un certo rilievo all’interno della frase.
Presi il lubrificante (non si sapeva mai) e mi presentai a casa loro.
Paola mi accolse come se non fosse successo nulla e uscì dopo poco tempo, non dicendo nulla al figlio che già col cazzo di fuori si strusciava contro di me.
Anche quel giorno fu una scopata magnifica ma con una novità: Paola, tornata poco tempo dopo, si fermò sull’uscio a guardare la scena del figlio che mi fotteva felice e contento.
La cosa si ripeté due giorni dopo: la donna, sulla cinquantina, mora, sulla soglia della stanza che ci osservava.
Passarono altri due giorni.
Mi trovavo a letto a cavalcioni su Francesco a cavalcare quel cazzo possente e meraviglioso. Quando, per caso, mi voltai verso la porta della stanza la trovai spalancata e Paola che, mentre ci guardava, con la destra infilata nelle mutandine si toccava e con la sinistra si palpava il seno, appoggiata in piedi a gambe divaricate ad uno degli stipiti.
Le sorrisi ed aumentai il ritmo di chiavata fino a farmi sborrare nel culo un fiume di sperma.
Qualche tempo dopo, la madre mentre ci stava guardando, sditalinandosi, entrò nella stanza.
Io mi trovavo a quattro zampe con Francesco che mi inculava con forza, ridendo sguaiatamente.
Lui non smise di fottermi, continuò come se nulla fosse. Paola si sedette su una poltroncina davanti a me, allargò le gambe e continuò a toccarsi, infilando le dita nella vagina mentre con l’altra parte si carezzava velocemente il clitoride.
Ad un certo punto protese il bacino in avanti ed il mio viso venne a trovarsi tra le sue cosce mentre il figlio, come ipnotizzato da lei, continuava imperterrito a scoparmi forsennatamente. Lei mi prese la testa tra le mani e mi sbattè in faccia la sua figa bagnata.
L’odore dei suoi umori e il ritmo indiavolato di Francesco mi stordivano e, guidato da un istinto irrefrenabile, presi a leccarle la vagina.
Paola muoveva il bacino velocemente mentre mugolava ed ansimava come una cagna finché non venne.
Dopo un po’ si fece sotto di me e mi guidò il cazzo nella sua fica fradicia.
Il calore, che mi investì, era meraviglioso. Il mio pene era come strizzato e munto in quella caverna di carne.
Non sapevo quanto avrei resistito… In pratica Fancy stava scopando sua madre attraverso di me, che mi prendevo il meglio da entrambi.
Durai pochissimo, inondato dalla sborra di Francesco nel culo e inondando di sperma Paola.
Mi trovai, in tal modo, da quel giorno a scopare mentre venivo scopato.
CONTINUA
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