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Ero tornato a casa da qualche settimana e passavo le mie giornate a non fare assolutamente nulla.
I miei lavoravano, il mio dirimpettaio era in vacanza ed io ero solo soletto senza un cazzo da fare nel vero senso dell’espressione.
Finalmente una mattina mi chiamò la madre di Francesco per chiedermi di darle una mano con il figlio: doveva assentarsi per una visita medica lunga ed impegnativa e non poteva assolutamente lasciare il ragazzo da solo.
Mi offrii più che volentieri, pregustando la meravigliosa scopata che mi sarei fatto.
La mattina dopo mi presentai a casa di Francy.
Paola, sua madre, mi fece accomodare, dicendomi, mentre si scusava, che era arrivato anche un amico del figlio, disabile pure lui per stare in compagnia e che, se mi fossi rifiutato di stare lì, avrebbe capito e chiamato qualcun altro.
Informatomi sul genere di disabilità dell’altro ragazzo, accettai ugualmente.
Appena entrai nella stanza di Francy lui mi lanciò uno sguardo carico di desiderio e mi corse incontro abbracciandomi.
“Quanto affetto!” Esclamò Paola.
In realtà era voglia: sentivo il suo cazzo già duro che si sfregava sulla mia gamba. In tutto ciò l’altro ragazzo, di nome Jury, era rimasto in disparte ad osservare la scena con aria interrogativa.
Quest’ultimo era alto più o meno come me e terribilmente grasso. La mandibola era sporgente e faceva sì che sbavasse copiosamente sulla felpa.
Paola ci lasciò. Appena chiuse la porta d’ingresso, sfilai dalla tasca il boccetto di lubrificante, che mi ero portato dietro cominciai ad assecondare i movimenti di Francesco, che continuava a strofinarsi su di me.
Assicuratomi che la donna non tornasse, mi liberai dai tentacoli del figlio, mi spogliai completamente e mi sdraiai supino sul letto.
Francesco era eccitatissimo e mi guardava con gli occhi fuori dalle orbite per la lussuria.
Jury, invece, non capiva cosa stesse succedendo.
Dopo essermi unto il buchino, che già mi tirava da morire, invitai il mio dominatore.
Lui non se lo fece ripetere e mi fu addosso immediatamente.
Non riuscivo neanche a segarlo o a succhiarlo, da tanta foga che ci metteva a provare subito ad incularmi.
Decisi, quindi, di prenderlo. Allargai le gambe, gli abbassai i pantaloni della tuta e guidai il suo grosso cazzo già bagnato dentro di me.
Francesco emise un urlo di piacere acuto e subito, messosi a ridere come un invasato, folle e senza cognizione iniziò a stantuffarmi come un dannato.
Jury si avvicinò al letto e guardava la scena mentre un rivolo di bava gli scendeva dall’angolo destro della bocca.
Gli sorrisi e notai, contento dello spettacolo che gli offrivo, che gli si era formato un gonfiore nei pantaloni.
Mentre continuavo ad essere scopato con furia da Francy, che si era ancorato alle mie gambe per fottermi con più forza e che rideva e ansimava come un porco in continuazione, allungai una mano verso Jury e cominciai ad accarezzargli il pacco.
Immediatamente quest’ultimo divenne rosso in viso e iniziò a mugolare e a sbavare abbondantemente mentre il groppo nei pantaloni aumentava di dimensioni a vista d’occhio.
Gli abbassai la lampo e le mutande e subito un cazzo bello, turgido, eretto con una cappella rossa e pulsante balzò fuori.
Ingolosito da quel pene pieno di sperma, avvicinai la bocca e presi a succhiarlo voracemente.
Il ragazzo mi prese la testa tra le mani e mentre emetteva un grido continuo “Iiiiiiiih!” iniziò a muovere il bacino avanti e indietro come una furia.
Inebriato da tanta loro lussuria più animale che umana mi abbandonai al piacere più sfrenato, lasciandoli fare e diventando il loro giocattolo.
Volevo essere solo riempito dai loro cazzi e dalla loro sborra.
Ad un tratto Francesco mi lasciò le gambe, si sdraiò su di me e per accompagnare meglio i movimenti mi brancò con le mani le natiche, allargandomele ancora di più e schiacciando il mio cazzetto durissimo con il suo ventre.
Pompava come una furia mentre mi passava la lingua sul collo, facendomi rabbrividire di goduria.
Jury intanto non lasciava la mia testa e aumentava il ritmo.
All’improvviso quest’ultimo venne: lo sperma era talmente tanto che non riuscii ad ingoiarlo tutto e mi uscì anche dal naso.
Francesco, a quella vista, si abbandonò al suo solito verso da porco e mi sparò un clistere di sborra nel culo, facendomi godere a mia volta.
Rimasi sdraiato sul letto con l’uno abbandonato a peso morto su di me e l’altro che cercava ancora di mettere il cazzo floscio nella mia bocca.
Quando Paola tornò era di nuovo tutto a posto e non si accorse di nulla.
I giorni di vacanza passavano. Il mio padrone era sempre lontano e io mi consolavo facendomi sbattere da Francy.
Ormai andavo a casa sua almeno 3 volte a settimana e cominciavo a pensare che Paola sospettasse qualcosa ma che non avesse capito esattamente cosa succedesse dagli slanci che il figlio aveva nei miei confronti. Il ragazzo, infatti, era totalmente succube dei propri istinti ed era capitato che, vedendomi, o corresse apparentemente ad abbracciarmi (in realtà voleva piegarmi a 90° e incularmi per direttissima) o si tirasse fuori il cazzo già durissimo.
Era difficile, ormai, pezzarla con sua madre e inventarsi possibili motivazioni di tali atteggiamenti in mia presenza sebbene Paola non si scomponesse più di tanto.
Una mattina, come al solito, entrai nella camera di Francesco che, non appena mi vide, estrasse immediatamente il pene, che si inturgidì in brevissimo tempo.
Non feci in tempo a rimetterglielo nei pantaloni che sua madre passò a salutarci prima di uscire.
Sorrisi imbarazzato mentre lei osservava suo figlio che mi stringeva, dimenando velocissimo i fianchi, facendo dondolare il suo membro già gocciolante.
Richiamò il figlio, mi gettò un’occhiata strana ed uscì.
Francesco tornò immediatamente all’attacco.
Stavolta mi sedetti a gambe divaricate sul letto, lo feci avvicinare e cominciai a leccare le sue belle palle gonfie. Poi, senza mai staccarla, passai la lingua lungo l’asta dallo scroto al filetto della cappella, per poi tornare giù e risalire.
Francy stava per esplodere allora decisi di smettere per un po’: non volevo che godesse subito.
Sollevai lo sguardo e gli sorrisi maliziosamente. Poi, non appena si fu calmato, ripresi a succhiarlo con forza, insalivando per bene il membro sempre più gonfio e pulsante.
Lui prese a muovere il bacino velocemente, scopandomi la gola.
Dopo poco smisi. Mi alzai in piedi.
La mia bestia da monta capii immediatamente e mi fissava menandosi il cazzo.
Non appena mi unsi l’ano, che ponzava di voglia, Francesco non mi diede neppure il tempo di mettermi a quattro zampe sul letto: violentemente mi fece piegare in vanti e me lo sbattè dentro con una forza incredibile, facendomi gemere.
Non mi concesse un secondo per abituarmi al suo cazzo enorme, che prese ad incularmi come un animale in modo frenetico, senza controllo, privo di alcuna cognizione, proprio come piaceva a me.
Sentirmi la sua troia, il suo buco da riempire, il suo giocattolo di piacere mi faceva godere da morire.
Volevo sentirlo godere dentro di me. Volevo prendere tutto il suo seme. Desideravo ardentemente essere il suo schiavo.
Ed ero schiavo di quel suo pene grande, grosso, possente, che mi scavava dentro.
Raddrizzai la schiena per sentirlo ancora di più, muovendo velocemente i fianchi preso dal parossismo del godimento.
I miei orgasmi anali si susseguivano senza sosta e io li assaporavo tutti ad occhi chiusi, ansimando come una cagna in calore.
Guidai una mano di Francesco sul mio cazzetto e me lo feci segare mentre il ritmo dell’inculata cresceva d’intensità.
Ero talmente preso che non mi accorsi neppure di Paola che era entrata nella stanza.
Davanti a quella scena era rimasta sbigottita: le borse le caddero di mano e cadde in ginocchio davanti a me.
Fu in quel preciso istante in cui io e suo figlio sborrammo praticamente in contemporanea: lui nel mio culo ed io in faccia a sua madre.
Francy si staccò da me, facendomi colare il suo sperma tra le gambe, io mi ritrovai sul pavimento, non reggendomi più in piedi, a guardare Paola.
“Aspetta, ti pulisco…” Le dissi mentre leccavo ed ingoiavo la mia sborra dal suo viso.
Quand’ebbi finito mi rivestii e me ne andai, certo in cuore che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi sarei fatto scopare da Francesco e invece…
CONTINUA
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