prime esperienze adolescenziali parte 4

Dall’evento della biblioteca passarono almeno due settimane prima che potessi incontrarmi col padrone.

I miei genitori per un motivo o per un altro tornavano abbastanza presto dal lavoro o ero impegnato con la scuola.

Poi fui lasciato solo a casa per quattro giorni. Non mi sembrava vero: ok, alla mattina dovevo andare a scuola, ma dal pomeriggio ero libero e avevo anche la casa vuota.

Fu così che chiesi al mio dirimpettaio di venire da me, in modo tale da farmi trovare in casa e non far preoccupare mia madre.

Più o meno ogni giorno alle 16,30 – 17 il mio padrone si faceva trovare davanti alla mia porta per scoparmi.

Appena lo vidi gli raccontai del barbone: lì per lì rimase stupito ma poi volle che gli ripetessi l’accaduto per filo e per segno, senza omettere nulla.

Mentre lo facevo notai che si accarezzava il pacco sempre più gonfio. Quel giorno era arrapatissimo e mi scopò con foga. Lasciandomi a sera, mi disse che gli era venuta un’idea per farmi una sorpresa.

Il giorno dopo, avevo appena cominciato a succhiargli il cazzo, che squillò il telefono.

Nudo com’ero andai a rispondere certo che fosse mia mamma.

Non potevo non farlo: si sarebbe sicuramente preoccupata.

“Pronto… Ciao ma’! Come va?” 

Il padrone mi raggiunse e si mise a leccarmi il collo mentre le sue mani percorrevano il mio corpo, palpandomi le tettine, il culetto e sfregandosi sul mio cazzetto eretto.

“Tutto bene, qui… Mmmhmm… No, è che sono un po’ assonnato...” Invece mugolavo di piacere e di eccitazione.

Ad un certo punto mi fece piegare in avanti e a nulla valsero i miei “no” sussurrati perché col cazzo appena inumidito dalla mia saliva e da un suo sputo mi penetrò, cominciando a scoparmi velocemente.

“Aahhh… No, mamma: è tutto ok. Sto cercando una cosa nel mentre. Se c’è qualcuno qui? Mmmhmm… Sì… Non sono solo, no… Dio, sì… No, non dicevo a te ma’… C’è… - e feci il nome di un mio amico, che ci sistemava spesso il computer – Il PC si è impallato… Come vuoi parlargli? Ma no…”

Non feci in tempo a finire la frase che il mio padrone, che continuava a fottermi con foga, mi strappò il telefono di mano.

“Signora! Certo che sono Alessandro! Ho un po’ di mal di gola!”

Non capivo che cosa gli dicesse mia madre ma sentivo il mio padrone che le rispondeva “Suo figlio è proprio un bravo ragazzo! Non sa quanto piacere mi dà essere qui! Oh sì! Mi piace entrare dentro alle cose…” Io ormai ero andato. Solo il fatto di farlo col rischio di essere beccato anche solo per telefono mi faceva impazzire. Muovevo i miei fianchi come un dannato, cercando di sentire il suo cazzo più in profondità.

Sempre al telefono con mia madre, ad un certo punto, si staccò da me.

Mi fece cenno di inginocchiarmi e me lo mise in bocca.

Il suo pene aveva un sapore strano: era la prima volta che mi penetrava senza profilattico e sentivo il sapore di siero e del mio culo.

Andai avanti a spompinarlo mentre mi segavo.

Poi lo sentii dire “Sì, signora, Quando tornate… Vengo! Sì! Sicuramente! Ci potete contare che vengo!” Ed effettivamente venne. Eccome se venne… Sborrò tanto e a lungo nella mia bocca e sul mio petto.

Raccolsi con le mani lo sperma che mi era colato addosso e me lo misi in bocca…

Quanto mi piaceva la sborra del mio padrone!

Mi passò il telefono, salutai mia mamma e chiusi la telefonata.

Quella sera, si fermò anche a cena da me e mi scopò di nuovo…

Quattro giorni fantastici…

CONTINUA

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