Arrivai a casa di Christian verso metà mattina.
Per salire si doveva per forza passare attraverso il bar.
Il locale era deserto. Dietro al bancone c’era Giovanni, suo fratello maggiore, detto “Riccio” a causa della sua folta chioma nera e riccioluta, anch’egli più giovane di me di qualche annetto. Era grosso, per la sua età, ben piantato e con un certo non so che di inquietante nello sguardo…
Gli dissi che ero lì per suo fratello.
Senza quasi degnarmi di uno sguardo, mentre puliva un boccale, mi fece cenno di salire le scale oltre una porta alla mia sinistra.
Lasciandolo non mi accorsi del ghigno, che si aprì sul suo viso.
Arrivai nella stanza di Christian: lo trovai seduto a gambe larghe sul pavimento completamente nudo, intento a toccarsi il pene, già turgido e pronto all’uso.
“Spogliati e vieni!” Mi disse.
Obbedii e in men che non si dica ero a quattro zampe per terra col sedere per aria a succhiargli il cazzo.
Mi gustavo, percorrendo tutta l’asta con la lingua e succhiandolo ad intervalli regolari, ogni goccia del suo siero, sorridendo ad ogni sospiro di piacere del mio amico.
Ad un certo punto lui si piegò su di me, immobilizzandomi la testa mentre lo ciucciavo con passione, protese le braccia in avanti e mi afferrò con le mani le chiappe allargandomele.
Non mi preoccupai di nulla e non mi accorsi del Riccio che, nel frattempo, era entrato nella camera.
“Veh cosa abbiamo qui!” Esclamò mentre si ungeva il cazzo eretto e grosso.
Non mi scomposi: l’idea di farmi scopare dai due fratelli non mi dispiaceva.
Risero di me mentre Giovanni, inginocchiatosi, prese ad incularmi furiosamente.
Mi scopavano velocemente, senza pietà, senza la benché minima preoccupazione di farmi male e di darmi piacere. Improvvisamente ero diventato solo un buco da riempire. Anche Christian, il mio amico, incitato da suo fratello, prese a fottermi la gola con forza e, tra un accesso di risa e l’altro, mi insultava. All’improvviso un flash illuminò la stanza; e poi un altro; un altro ancora.
Il Riccio scattò tre foto, ritraendo la scena.
“Che troia fantastica!” Esclamò. Poi aggiunse: “Non vorrai che le faccia vedere a qualcuno… Adesso sarai nostro schiavo.” Esplose in una risata e riprese a montarmi con violenza.
Dopo un po’ si diedero il cambio.
Mi fecero sdraiare supino a gambe larghe. Mentre Christian mi scopava come una fighetta, il Riccio si mise a cavalcioni sul mio petto, schiaffandomi il suo cazzo enorme in gola.
“Ti Piace, eh? Hai il cazzo duro!” Esclamò quest’ultimo e, allungata una mano, prese a segarmi.
Qualche minuto dopo mi sborrai addosso, bagnandomi la pancia.
I due fratelli scoppiarono in un’altra risata, si staccarono da me e si alzarono; presero a masturbarsi fino ad inondarmi di sperma.
Io rimasi stordito per un po’ a terra, coperto di sborra.
“E adesso facciamo un accordo…” Disse ghignando Giovanni.
CONTINUA
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