Chiunque da ragazzino ha avuto un’attrazione più o meno accentuata per la proprio madre. Ovviamente io non sono stato esente da ciò, complice anche il fatto che mia madre si fa vedere nuda da me senza alcun tipo di problema. Ora che sono cresciuto la cosa mi fa molto meno effetto, alla fine ho 22 anni, una ragazza che mi piace e mi soddisfa, una vita universitaria ricca. La mia famiglia la vedo poco, oltre alle feste comandate, una settimana d’estate. Basta. Mi piace troppo la libertà che mi ha regalato l’università e me la godo tutta. Oltretutto tornando dai miei non potrei stare con Nunzia, la mia ragazza appunto.
Questo fine settimana infatti è anomalo. Sono nel treno che torno nella mia cittadina, scoglionato. Perché mio padre ha dovuto per forza fare lo stronzo come al solito. A volte si impunta su certe cose che davvero mi mandano in bestia, figuriamoci mia madre. Non che lei sia un osso facile, ma davvero mio padre mette in croce su certe fesserie che il più delle volte conviene lasciare perdere e dargli ragione.
Per il loro anniversario avevo pensato con mio fratello di regalargli un fine settimana in un centro benessere molto quotato in una zona non molto lontana da noi. Sarebbero state un paio di ore di auto. Ma lui no. Mio padre ha detto che si vergogna, che lo sappiamo che a lui queste cose non piacciono, ecc ecc…
Vabbè a lui non piacciono ma a mia madre sì, e anche parecchio. E infatti io e mio fratello volevamo fare felice specialmente nostra madre, che poverina non ha mai avuto un regalo all’altezza. Addirittura avevamo fatto la richiesta di riservare anche una piccola spa privata solo per loro due. Una cosa romantica anche per ravvivare la loro intimità che immagino sia ormai sopita. Ovviamente per colpa di mio padre, neanche a dirlo. E su questo aspetto spero di non prendere da lui una volta che avrò 56 anni anche io.
Infatti credo che mia madre, che di anni ne ha 58, sia ancora interessata al sesso, ma chiaramente con un partner addormentato sotto quel punto di vista, la cosa per lei è complicata. Probabilmente è sempre stato così. Ricordo infatti di una vacanza non so dove in Italia. Io e mio fratello sul letto a castello affianco ai genitori. Si prendeva una sola stanza per risparmiare. Mio fratello sopra ed io sotto. Era un’estate molto calda quindi stavamo quasi tutti in mutande e maglietta. Di notte mi svegliai perché infastidito dalla luce della lampadina sul comodino affianco a me. Quando aprii gli occhi, mi si parò davanti la schiena e il culone nudo di mia madre. Mia madre è una donna formosa, giunonica, quella che molti potrebbero definire matrona. Mi volgeva le spalle e con il dito disegnava piccoli cerchi sul suo culo, attorno alla spacco. Lo sfiorava, lo accarezzava, ogni tanto gli dava una palpata leggera alzando un po’ la chiappa facendo apparire un buco nero come il catrame, leggermente peloso. A quell’età non posso dire se fosse o meno usato, ma era la prima volta che vedevo mia madre in questi atteggiamenti. E la cosa mi cominciava a procurare un certo effetto, soprattutto quando si gira mettendosi supina con le gambe leggermente divaricate. Una sua mano si insinuò subito tra le sue gambe, continuando quello che era il movimento che aveva regalato la pelle d’oca al suo culo. Vedevo solo il movimento del polso, posato sul cespuglio nero del pube. L’altra mano salì fino ad un suo maestoso seno. Cominciò a titillare il capezzolo, a sfiorarlo e tirarlo. Era enorme, grande, rosa e…duro. Aveva un capezzolo durissimo, riuscivo a sentire lo sfregamento dei polpastrelli sulla punta di quel seno mastodontico, un’ottava credo. Premevo il cazzo contro, ormai in esplosione, contro il materasso cercando sollievo dallo stato in cui ero piombato per mia madre, mentre lei era passata dal coccolare solo il suo capezzolo a prendere sul braccio tutte e due le mammelle, soppesandole. Quando si mise un capezzolo vicino alle labbra e lo leccò, fu troppo per me. Esplosi. In silenzio. Strizzai gli occhi per non gridare, cercai di trattenere i rantoli del godimento, mentre mia madre mettendo il suo capezzolo in bocca, lo suggeva in maniera decisa. Aprii gli occhi di nuovo, stava aumentando il ritmo, sentivo i rumori, ci stava dando dentro. I peli non facevano altro che aumentare questo suono sordo che diventava sempre più veloce, sempre più ritmato. Il mio cazzo non accennava ad ammosciarsi, nonostante la copiosa venuta che aveva irrimediabilmente bagnato slip, lenzuola, tutto. Ora tutte e due le sue mani erano impegnate a dar sollievo alla fica mentre le tettone erano strette, per quello che si poteva, tra i suoi avambracci. La sua bocca aperta emetteva sospiri e suoni di chi sta provando piacere, i suoi occhi chiusi lo confermavano. Avevo ripreso a strofinare la mia erezione sul materasso quando lei, aumentando il ritmo più forte che poteva e facendo ballare quelle mammelle maestose, venne. Quello che più mi scioccò fu che venne dicendo:
–Voglio un cazzo…..voglio un cazzooooooo –
Sospirato, sussurrato, lungo. Sborrai di nuovo a quelle parole. E perché lo trovavo molto eccitante, e perché non avevo mai sentito mia madre parlare in quel modo, né tantomeno la facevo così porca. Sì perché a 15 anni lo trovavo da porci dire determinate cose. Ed era stata mia madre a dirlo.
Si accasciò. Una tettona era penzoloni di lato, mentre ora con le gambe stese riuscivo a vedere bene il cespuglio sulla fica. Era sfinita, sudata. E la cosa triste che mio padre, affianco a lei, dormiva…Non si era accorto di nulla.
Quando si alzò, chiusi gli occhi di scatto, facendo finta di dormire. La sentii aprire la porta del bagno e poi far scorrere l’acqua della doccia. Mi addormentai sul serio alla fine.
Mentre ripenso a queste cose mi accorgo all’ultimo che dal finestrino del treno appare il cartellone che annuncia il mio paese. Cazzo! Prendo al volo la valigia e mi appresto a scendere. Spero che qualcuno mi sia venuto a prendere.
Continua….
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