Dopo quella fatidica giornata passarono alcune settimane .. al lavoro era tutto come prima ed io ero completamente sconcertata.. facevo finta di niente, mi sembrava tutto irreale. Ogni tanto vedevo il suo sguardo predatorio sulle mie curve e sentivo il suo desiderio che mi accarezzava la pelle ma nulla più e piano piano iniziai a pensare che fosse stato solo un piccolo intramezzo in una vita ordinaria e forse da un certo punto di vista era meglio così.
Il martedì successivo dopo quelle riflessioni arrivai in ufficio più calma finchè non mi arrivò una mail con una convocazione da parte di Carlo , poche parole ma molto precise e perentorie :Riunione ore 11 (tipo di cliente che non scriverò) . Partenza ore 9,30 fatti trovare davanti all’ingresso. Puntuale.
Guardai in agenda ma non era prevista nessuna riunione quindi pensai subito ad un’emergenza di lavoro comunque alle 9,30 precise mi feci trovare li e lui come al solito mi fece aspettare “che rabbia”.. Dopo 5min di attesa si avvicinò con la sua auto non disse nulla se non “sali”.
Entrai e lui continuò a parlare al tel. Cercai di rilassarmi ma la sua sola presenza era un fuoco che ribolliva nella mie vene , la pelle formicolava e il cuore batteva veloce e forte .Mi sentivo una ragazzina ma non riuscivo a smettere di fantasticare su quella serata . Circondata da tutte queste sensazioni rimasi sorpresa nel sentire una mano che mi sfiorava la coscia….. risaliva sotto la gonna con lentezza. Arrivò al mio punto più bollente, pulsante di desiderio, …con fermezza mi strappò le collant , uno strappo energico , preciso e carico di tensione sensuale impossessandosi del mio sesso.
Allargò le pieghe delle mie labbra, cercando il mio punto nevralgico poi finalmente toccò.. io stavo già impazzendo .
Iniziai a muovermi e lui a quel punto si fermò ,mi guardò con serietà, intimandomi di tacere poi tornò alla sua lenta tortura, ma poco prima dell’ agognato orgasmo tolse la mano, mi resi conto che eravamo arrivati, ma non nel posto che pensavo, invece mi ritrovai davanti la scritta La maison de l’amour , spa naturista e privè. Scese dalla macchina ,salutando il suo interlocutore, aprì la mia portiera, , mi aprì la portiera , prese la mia mano e sorridendomi con sguardo rapace mi sussurrò ora sei finalmente mia, ho atteso con trepidazione questo giorno.
La ragazza che ci accolse , ci spiegò le formalità e mi ritrovai in un ingresso elegante e dai colori caldi ..poi entrammo..
Una volta negli spogliatoi, Carlo mi fece spogliare e tiro fuori dalla borsa di “lavoro” una tuta in “latex” con delle apertura tattiche e delle scarpe con tacco vertiginoso anch’esse in pelle. Indossali.. disse.
Il mio corpo bruciava ancora per il mancato orgasmo e sentire quel tessuto sintetico, che strusciava sulla mia pelle, mi mandava in estasi.
Abbassai lo sguardo e notai la sua erezione; mi prese per mano portandomi nella Spa. Sentivo gli occhi famelici degli avventori su di me, eppure l’atmosfera era intima, quasi romantica.
Mi guardavo intorno ammirando l’arredo, finchè non vidi delle scale. Salimmo.…
Nel piano superiore, sentii l’odore del sesso, che stimolava il pulsare della mia carne, in un ambiente soffuso i miei occhi osservarono giochi proibiti, che turbarono il mio sesso gonfio, ascoltando i gemiti estasiati delle persone, che si muovevano in una danza erotica.
Il mio corpo vibrava, mi sentivo bagnata e pronta per essere riempita.
Lui continuava ad avanzare .. arrivammo in una stanza dai colori rossi.. un’ altalena era al centro della scena.
Carlo sorrise , con quel sorriso furbo che mi mandava fuori di testa , mi abbracciò sentii il suo fiato caldo vicino al collo, seguito da baci umidi e delicati fino al mio orecchio . Carlo sussurrò : Ti voglio la’.
Mi fece sedere , mi apri le gambe e posizionò i miei piedi sulle staffe.. i suoi occhi erano un pozzo nero e torbido di desiderio. Io ero completamente aperta , il mio sesso già rorido sentiva il movimento dell’aria…
Si sfilò l’asciugamano iniziando a farmi dondolare, mi aggrappai all’altalena, Carlo si piegò sulle ginocchia il mio sesso gli oscillava davanti, come un premio.
Si insinuò tra le mie gambe e fece scorrere le labbra lungo la coscia , sfiorando la pelle elastica con la lingua. Una serie di baci lungo l’altra gamba << la tua passera si bagna sempre di più sotto i miei occhi>> ispirò il mio profumo e sentii il suo respiro sul mio clitoride , poi finalmente usò le mani per allargare le mie pieghe e la sua lingua per sfiorarmi il clitoride. Mi inarcai disperatamente per chiedere che continuasse . Carlo emise quasi un ringhio e si tuffò sulle mie labbra fracide , assaporandomi. I miei respiri si fecero meno profondi ,il mio seno vibrava ero già sul l’orlo.. mi abbandonai completamente a lui .. sentii la sua lingua che penetrava il mio buchetto.. Guardando il suo viso completamente incollato alla mia vagina emisi un verso strozzato , la sua sensualità mi faceva girare la testa. Carlo mi succhiò il clitoride e infilò due dita dentro di me , spingendosi sempre più in fondo ed io detonai.. urlai il suo nome . Frenetico Carlo continuò la sua dolce tortura sempre più velocemente.. stava banchettando di me e dei miei umori.
Una volta raggiunta l’estasi si alzò e di slancio mi penetrò , io ero completamente alla sua merce’ ..
Lasciava che l’altalena dondolasse, prendendomi con spinte profonde e incalzanti, sentii montare di nuovo il piacere, aveva trovato il punto giusto.
Il sesso non era mai stato così appagante, ero diventata uno strumento di piacere per un uomo, come mai prima.
Qualcosa mi diceva che niente sarebbe stato come prima.
- Cazzo, sei favolosa, perfetta e Mia! - lo sentii dire e allora partecipai con rinnovato entusiasmo a ogni spinta lunga e profonda, i movimenti incalzanti ci portarono in paradiso.
Lo sentii esplodere e lo serrai con tutta la forza di cui fui capace.
Sorrise, si avvicinò, mi baciò e sentii i mie umori su di lui.
Mi sentivo completamente rilassata, appagata e felice tra le sue braccia, mi accarezzò la schiena - Ci voleva proprio - disse.
Mi stese sul letto che c’era nella stanza, avevo le membra liquefatte, poi cominciò a massaggiarmi, infine estrasse dalla borsa del locale delle manette, sgranai gli occhi.
- Carlo! Non ce la faccio - alzò gli angoli della bocca e col suo sguardo vorace mi disse: - si che ce la fai - poi, ancora una volta, sentii le sue mani su di me.
hotblood
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