Per due giorni e per due notti lei rivide la scena del bel professore che eccitatissimo e con quell'uccellone duro e ben ritto la spogliava e la ammirava nuda. Come nessun altro maschio aveva mai fatto prima!
In particolare i risvegli nel suo letto erano stati tragici. Tutta bagnata ed immersa nei suoi liquidi che aveva copiosamente versato sul lenzuolo. Sì, lei dormiva nuda, allora! Aveva purtroppo scoperto che rimanere così nuda anche davanti a lui era stato per lei molto piacevole. Sì, le era proprio piaciuto mostrargli per la prima volta tutto. Anche la sua farfallina così giovane, curata e... tanto, tanto vergine! E quel piacevole ricordo la accompagnò quelle notti mentre ancora nuda si dava il piacere! Ancora... Da sola... Fino quasi a farsi male!
Ma lei se lo confessava senza rancori che lui non l'aveva assolutamente forzata. Anzi! Ma rivelargli la sua verginità lo aveva eccitato ancora di più! Oh, quell'uccellone così grande e sicuramente prepotente!
Ma per fortuna il prof si era fermato! Qando lei si era ritrovata completamente in balia di lui! E Roberta ben sapeva che l'uomo avrebbe ottenuto anche dell'altro se solo avesse voluto! Con quello sguardo e con quelle parole! Fabio aveva proprio saputo far perdere la testa alla ragazzina, lui!
E la giovane donna già sapeva che ci sarebbe stata anche una seconda lezione. Come lui aveva desiderato,
Ma lei aveva ora anche un po' di paura. Questa volta l’uomo, se lei si fosse presentata nella sua tana, non si sarebbe certamente limitato a mostrarsi di nuovo nudo ed ad esibirle solo il suo bellissimo cazzo da quarantenne! Non gli sarebbe bastato solo ammirarla nuda e gustarsi la sua farfallina molto pelosa che a lui così tanto era piaciuta! Fresca e profumata di femmina! Anzi, come lui le aveva detto, da ragazzina appena diventata giovane donna!
Lei sapeva benissimo che lui avrebbe voluto da lei sicuramente qualcosa di più. Ma cosa, si chiedette Roberta ansiosa! Lei lo immaginava ed alla bella ragazzina preoccupavano pure e tanto le dimensioni del sesso del maschio. E se lui, così eccitato e pieno di voglia, avesse voluto anche possederla? Tutta! E lei uffa era anche ancora vergine! E se avesse gradito spingerglielo anche dietro? Nel suo bel culetto! Lei sapeva che agli uomini piaceva tanto fare anche quello! Sì, insomma! Se lui avesse preteso addirittura di incularla! E proprio lei in particolare, così bella ma tanto capricciosa... Con il lato B che lei si ritrovava... Ricordava bene i commenti che si erano sempre fastidiosamente sprecati al mare con quel bikini troppo piccolino ma da lei adorato.
Oh no! Non se parla nemmeno concluse lei quella volta tali riflessioni che tanto la angustiavano! Lui l’avrebbe sfondata dappertutto! Chissà che male le avrebbe fatto! Con quel coso dalle dimensioni equine! E lei così vergine! Anche lì! Avrebbe avuto dei problemi anche a sedersi al suo posto in classe! E come si sarebbe giustificata? Non avrebbe certamente potuto svelare di essere stata sverginata e distrutta dietro dal suo professore privato di latino.
Ma forse, pensò lei cercando di illudersi, il professor Fabio avrebbe voluto solamente far lavorare un pochino lei e scoprire quanto fosse lei brava a fare certe cosine! Ma lei sapeva bene di quanto fosse ancora parecchio inesperta, uffa!
E poi, ancora, come lui l'avrebbe voluto fare? Lei sapeva benissimo come si poteva far venir un ragazzino di diciotto anni. Presto e tanto! L'aveva scoperto con il suo morosetto! Lui era venuto prestissimo ed addirittura da solo! Ma un uomo di quarant’anni è ben diverso. Chissà cosa avrebbe voluto e preteso che lei facesse in particolare per farlo venire. E poi quelle sue palle, grigie, enormi, gonfie, pesanti e sicuramente strapiene di quella robaccia lì che tutti i maschi schizzano quando vengono!
Lei non l’aveva mai visto e men che meno assaporato lo sperma. Solo un pochino, quel giorno su da lui, quelle due o tre goccioline liquidissime, insapori ed inodori!
Delle amiche però le avevano invece confessato che il liquido seminale dei loro ragazzi che loro erano state costrette a gustare era stato bollente, aspro e attaccaticcio. Oltre che puzzolente! Tanto puzzolente da poter provocare a loro anche degli umilianti conati di vomito! Ma era così, quella roba che i maschiacci chiamavano sborra per far arrossire le loro morosette!
Ma quella era stata la sborra di ragazzi giovani. Ben diversa, riteneva lei, sarebbe stata la sborra di quello splendido quarantenne ben dotato e che aveva avuto mille avventure con donne non più giovanissime come lei! Ed avrebbe deciso di fargliela la sua roba dove e quando l'avrebbe voluto lui! E chissà quanta robaccia sarebbe stato capace di spruzzare lui!
E se invece l’avesse costretta a fargli una sega o un pompino? E se l’avesse obbligata alla fine pure a bere? Fino ad ora lei per fortuna era riuscita sempre ad evitarlo... Ma questa volta difficilmente sarebbe potuta scappare. E se andava nella tana del lupo, avrebbe significato che era pronta ad accettare tutto. Ma proprio tutto! Anche fare quelle cose!
Tutte questi angoscianti pensieri la tormentarono per interi due giorni e per due lunghe notti. Anche a scuola apparve stanca e provata. Alle compagne di classe addusse come scusa un interminabile ciclo mestruale! E così mentì anche a Francesco, per farlo stare calmo e non supplicare a lei le solite cose! No, non aveva proprio alcuna voglia di segarlo! In quei giorni ancor meno di prima!
Ma alle quattro del pomeriggio di due giorni dopo Roberta fece suonare il campanello della mansardina del professor Silvestri. Puntualissima!
‘Sali! - si sentì dire con tono di comando - Ti stavo aspettando, Roberta... Ero certo che saresti venuta a trovarmi di nuovo!”
Lei infatti trovò la porta d’ingresso socchiusa. “Vieni pure avanti, sono nella camera da letto! - la invitò l'uomo con voce che sentì leggermente affannata - Te l'ho detto che ti sto aspettando...”
“E’ già li, professore? Anche oggi non facciamo la lezione? Non perde tempo, lei... - esclamò la giovane donna – Però, professor Silvestri si comporti bene questa volta! La prego...”
Aperta lentamente la porta della camera da letto dell'uomo lei si trovò di fronte ad uno spettacolo per lei per lo meno inquietante. Almeno per una giovane donna quale era lei! Oltre che già turbata lei era ancora tanto giovane, inesperta e soprattutto tanto, tanto vergine!
E l’uomo era infatti completamente nudo, sdraiato a gambe ben larghe ed in una posizione indubbiamente oscena. Così lui aveva accolto la ragazzina!
In bella mostra, ai piedi del letto, delle lunghe cordicelle rosa con dei lacci indubbiamente pure assai inquietanti. Ciò la preoccupò subito moltissimo e per un attimo lei pensò addirittura di girarsi e scappare.
Invece Roberta rimase lì, immobile ed impalata, come fosse in attesa di ordini. Che puntualmente giunsero, decisi e senza alcuna possibilità di replica da parte di lei.
“Dolcissima Roberta! Levati tutto quello che hai addosso. Sì, spogliati tutta e rimani nuda! Ora e completamente! Poi inginocchiati con le cosce ben allargate tra le mie gambe e piegati in avanti fino a sfiorare il tuo bel visino, il tuo nasino e la tua bellissima bocca al mio uccello! E sì, devi incominciare a conoscere il profumo di un maschio. O, meglio, il profumo che ha il cazzo di un uomo!”
“Ma Fabio! Oh no... Ma daiiiiiiii! Non subito così, ti prego... - replicò per l’ultima volta Roberta – Non sono una puttanella, io! Vorrei anche un po' di tenerezza da parte tua! Ho tanto bisogno della tua dolcezza... Prima... Qui, adesso... Sono sempre una donna, io! E giovanissima... Mai fatte certe cose, io! Mi aiuti? Almeno un pochino...”
L’uomo non replicò ma fece però intendere a lei con uno sguardo che non c’era più tempo da perdere.
Allora Roberta in silenzio ed in pochi secondi che a lei sembrarono eterni si spogliò. Non volle però abbassare anche il suo piccolo peri che con uno sguardo supplichevole tentò di continuare ad indossare per coprire almeno la sua passerina pelosa.”
“Levati tutto! - le ordinò allora impietoso ed impaziente Fabio – Via anche il peri, adesso. Subito! Ti voglio proprio nuda! Come l'altra volta! Capito, Roberta? Con la tua bella fica pelosa e le tue belle tettine al vento!”
“Ma professor Silvestri! La prego... - miagolò ancora una volta la bella Roberta - Mi ha già vista nuda! Sì, insomma... Come sono fatta! Ed ha vista tutto per bene e mi pare abbia apprezzato moltissimo anche la mia farfallina! Un po' pelosa, vero... Lo so... Ma già da donna! Anche se giovane! Ed anche vergine, uffa! E mi ha pure fotografata in quelle pose! E che pose, uffa... Ed io proprio per questo mi sono vergognata così tanto a fare quelle cose! Come adesso... Mai fatte, prima...”
“Il peri... - insistette il prof – Levati subito adesso anche il perizoma, Roberta... E' giunto il momento!”
Lei capì che con quelle sue preghiere e con il suo evidente pudore non otteneva lo scopo di impietosire l'uomo ma anzi provocandolo così al contrario giungeva all'effetto contrario di eccitarlo ancor di più. Notò infatti ancor più preoccupata che il suo uccello si era così ulteriormente ingrossato. Lui aveva pure abbassato anche quella pellaccia rugosa che avvolgeva il suo glande.
E questo, completamente scoperto, era diventato ancora più grande e di un preoccupante color viola scuro! Lui dolcemente e lentamente con aria di sfida si si accarezzava tutto... Lo ricopriva prima e lo scappellava poi... Con estrema lentezza! Proprio come temeva avrebbe dovuto fare lei molto presto! Davanti a lui!
Roberta rassegnata si arrese. Si sfilò il peri e lo lanciò a terra. Tutta rossa in volto gli mostrò per un attimo la lingua ma poi si inginocchiò sul bordo del lettone. Come lui aveva voluto! La ragazzina si era spogliata nuda ed aveva iniziato ad ubbidire al professor Silvestri. Ed a subire i suoi turpi desideri.
Lanciando lontana la sua mutandina Roberta era però riuscita a nascondere a lui un particolare molto imbarazzante per lei! Giovane donna quale era! Roberta se ne era accorta sfilandoselo velocemente. Il suo piccolo peri era bagnato e pieno dei suoi umori di giovane femmina! Sì, abbondantemente e proprio lì! Ciò aveva tradito il piacere che lei un po' involontariamente aveva provato in quella situazione impostale con prepotenza dall'uomo. Lui, per fortuna di lei, impegnato a guardare altro di molto piacevole, non aveva visto quel leggerissimo tessuto tutto bagnato! Fradicio!
Come non conosceva assolutamente tutti i pensieri a luci rosse che da tanto tempo ormai tormentavano la giovane donna! Nel segreto del suo letto nella sua cameretta!
Roberta rimase lì immobile per qualche secondo. Poi, lentamente, si trascinò, sempre sulle ginocchia, fino a dove doveva andare. Allargando più possibile le sue gambe come lui aveva preteso. Mostrando così per bene come fossero ben aperte e gonfie le piccole e le grandi labbra del suo sesso già purtroppo umido e lucido dei suoi umori più intimi. No, lei non avrebbe voluto esibire anche quello all'uomo! E sperava che solo il suo clitoride, piccolino, rimanesse ancora nascosto alla vista di lui! Nonostante quella posizione che lei era stata costretta ad assumere tra le lunghe, spalancate e muscolose gambe di lui!
Quando lei raggiunse la posizione voluta dal prof, lui serrò le gambe e bloccò la donna con una presa ferrea. Ecco, lei era ora prigioniera. Lo sapeva ed era piacevolmente rassegnata.
“Brava! - le disse allora il professor Silvestri - E adesso, con le dita di tutte e due le mani, inizia ad accarezzarmi tutto. Comincia dalle palle e poi lentamente salì. Fin sù, fin sulla cappella del mio uccello. Non preoccuparti se vedrai uscire le solite gocciolina da quel forellino... Le conosci già, un pochino... Sono del mio sperma... Ma sono solo due o tre goccioline, liquidissime e... non puzzano tanto! L'’orgasmo vero, quello che tu Roberta vedrai dopo, deciderò io quando e come raggiungerlo. E solo dopo quelle tue carezze, sempre con tutte e due le mani, che tu avrai iniziato a regalarmi! Cominciando a farmi una bella, meravigliosa sega.”
“Ma tu, Roberta... - continuò imperterrito lui – Ma tu sai segare per bene un uomo? Devi prima piano piano scappellarmi tutto e poi iniziare un bellissimo su e giù. Ma molto piano e con la dolcezza che tu certamente saprai usare... E sarà molto piacevole sentire che ti piacerà farlo proprio così! A me! Al tuo professore!Come farlo poi sempre più veloce... Sì, Roberta! Prima lenta, poi veloce! La tua sega.... Oh, dolce Roberta! Saprai farmela, vero, questa bellissima sega? Anche se non lo hai mai fatto, te l’avranno raccontato le amiche, o l’avrai visto fare al cinema... E poi, tu sei troppo femmina e il tuo istinto ti guiderà di nuovo!”
“Oh Fabio! Sì, una volta l'ho visto anche fare! Un ragazzo sporcaccione, ingannandomi, mi portò al cinema a vedere un film porno. E dovetti sorbirmi tutte quelle robe lì! Poi lui avrebbe voluto che anch’io, sulla poltroncina del cinema, imitassi l’attrice. E tirò fuori il coso, convinto che gli facessi quella cosa lì che avevo appena visto fare su quello schermo gigante ed in un tremendo primo piano! Io neppure glielo guardai, mi voltai dall'altra parte e lo lasciai lì con l'uccello in mano!
“No e poi no! - gli dissi piano per non farmi sentire proprio da tutti i seduti vicini a noi due che aspettavano probabilmente con ansia di vedermi all'opera e di come io l'avrei fattoi – Ma io no! Non te la faccio quella roba!”
“Almeno guardami mentre me la faccio io da solo la sega che dovresti farmi invece tu! - mi rimproverò lui trattenendomi stretta il viso girato verso di lui – Guardami! Almeno così mi aiuti un po'!”
“Io non ti devo fare nulla! E non mi va! - sbottai di nuovo io allora e mi girai invece dall’altra parte - Mi darebbe tanto fastidio che il tuo vicino di posto sia pronto a guardare in primo piano come con tanta fatica io te la farei! Una sega! Eccome si godrebbe lo spettacolo! Di come me la faresti tutta in mano sporcandomela per bene!”
“Il ragazzino si rassegnò. Lo sentii però ben presto ansimare e, poco dopo, il rumore degli schizzi di quella sua robaccia che andarono ad infrangersi sullo schienale della poltroncina davanti!”
“Ma usciti dal cinema non gli parlai per un'ora! - concluse la ragazzina nel suo racconto - Gli tenni il broncio e dopo quella volta non volli più vederlo ed neppure uscire con lui!”
“Forse quella volta non eri ancora pronta a fare certe cose. Oggi lo sei, Roberta! - volle aggiungere allora subito il professor Silvestri - E sei, ora, nel mio letto e sei una bellissima femmina che deve far sborrare il maschio che ha davanti. Coraggio, mostrami adesso quanto sei brava!”
A quelle parole Roberta divenne rossa rossa in volto. “Io non ti devo nulla! - borbottò lei – E neppure ti devo mostrare se sono brava! O se non lo sono... A fare una sega ad un uomo, uffa!”
Ma subito dopo socchiuse gli occhi e si piegò leggermente in avanti. Con entrambe le mani, ubbidendo al comando dell’uomo, prima raccolse tra le sue dita tremanti i due coglioni di lui. Raccogliendoli tutti tra le sue mani ben aperte.
Per la prima volta lei sentì tra le sue mani il caldo sesso pulsantedi un maschio. Le due palle erano grigie, pelose e rugose. Ed erano calde, enormi e soprattutto pesanti perché strapiene. Ed immaginava benissimo subito lei di cosa fosseo stracolme. Oh sì! Di seme! Il suo seme!
“Va bene così, tesoro? - chiese allora un po' a sorpresa già trasognante Roberta - Ti piace, così? Ti piacciono le mie carezze?’ “Oh sì. Roberta! Sei bravissima, tesoro e continua così... - le rispose il prof – E dopo puoi iniziare anche ad accarezzare il resto..”
Così incoraggiata, la giovane donna risalì lentamente la lunghissima e grossa asta del cazzo di lui. Era bellissima, Roberta. E al prof piaceva guardarla da vicino, studiandola in tutte le sue espressioni del volto. Di ansia ma anche di piacere! Temeva di non essere brava a fare quella cosa a quell'uomo! Ed aveva paura in un suo rimproverata che l'avrebbe umiliata! Che non giunse mai...
Presto lei raggiunse con le sue dita lunghe e nervose la cappella dell'uomo. Era rossa, scura e già un po' lucida. E divenne prestissimo quasi viola. E improvvisamente la sentì pulsare e pure percepì le punte delle sue dita inumidirsi. Eccole. Le due goccioline di sperma, le prime due goccioline di maschio che sentiva. Calde, già un po' dense ed attaccaticce, si incollarono sui polpastrelli e sulle unghie delle dita di lei. Sì erano proprio calde e sempre più dense. E quell'odore che mai aveva sentito! Sgradevole e nauseabondo! Ma, contemporaneamente, senza volerlo, lei stessa venne travolta dal piacere. Sospirò e sentì il suo umore uscire dalla sua ancora stretta passerina e bagnarle un po' l’interno delle cosce.
Anche il prof se ne accorse. “Godi, Roberta, godi. Perché tra poco farai spruzzare anche me. Sei una grande femmina. Calda e appassionata! - le sussurrò lui accarezzandole con tenerezza i capelli un po' spettinati sulla fronte – Continua così, Roberta! Non fermarti! Ma puoi iniziare anche a segarmi se vuoi. Come lo vuoi fare tu! Su e giù, proprio cosìi, lentamente. Poi, quando vuoi farmi venire, aumenta il ritmo. Sempre più veloce! Vedrai, ti piacerà. E ti piacerà soprattutto, quando vedrai i primi fiotti del mio sperma, raccoglierli tutti tra le dita delle tue mani. E vedrai poi i lunghi filamenti bianchissimi della mia sborra colarti addosso, dappertutto! Ne avrò fatta tanta, io! Un po' puzzolente! Ma ti sentirai orgogliosa del mio seme! Tutto tuo!”
Queste parole eccitarono ancor più Roberta che iniziò il lento movimento lungo tutta l’asta del cazzo dell’uomo. Le piaceva scappellarlo completamente, fino quasi a fargli male e, poi, scendere con le dita fin giù, fin quasi all’attaccatura del pube.
Il prof era ormai allo stremo. Anche lei godeva senza soste, senza più alcun ritegno e lo sentiva gemere e implorarla a continuare! Il suo miele colava lungo le cosce e lasciava traccia ben visibile sul lenzuolo blu del letto di lui.
“Fammi sborrare, ora! - le intimò allora l’uomo che non voleva e poteva più trattenersi – Roberta! Voglio riempirti le mani della mia sborra! Cattura tutti gli schizzi che puoi. Vedrai, ti piacerà! Ti sentirai donna! Donna donna!” “Come quella di quel giorno? - mugugnò la ragazzina ansimando ed un po' infastidita da qiu ricordo – Anche lei ti ha fatto una sega? Così? Meglio di me?” “Mi ha anche segato! Prima... - rispose il professore – Poi...”
“Fabio... - riuscì solamente a gemere lei – Io... io... Non so... Questa cosa, io! Adesso... Qui! Nuda e nel tuo letto!”
Ma Roberta dovette ubbidire. Per la prima volta in vita sua doveva far sborrare il cazzo che gli stava davanti. Iniziò velocemente ad andare su e giù con tutte e due le mani. Il cazzo di lui le si gonfiò ancor più in mano e la cappella era divenuta marrone. Ma l’uomo non veniva. Anzi, vedendola così impegnata, le sorrideva con gli occhi socchiusi.
“Dai, ti prego, vieni. Va bene, metterò una alla volta sopra le mani, così raccoglierò tutto.. Proprio tutto. Ma vieni, sono stanchissima!”
“Oh Roberta! E’ bellissimo e sei bravissima. Sei fantastica nel segare un uomo! Adesso vengo e ti riempio tutta! Preparati... E non farti impressionare dai primi sborroni che vedrai. Sono i primi ed i più violenti!””
“Oh sììììì – gridò lei con un gridolino – Vieni, tesoro! Vienimi in mano! Lo voglio, adesso! Il tuo seme! Lo voglio anch'io! Il suo sperma, professore... La tua sborra, Fabio...”
“Oh sì, adesso sborro! Ma prima... - urlò ancora lui – Con una mano segami e con l'altra accarezzami e stringimi le palle!”
“Ma Fabio! - gemette lei di nuovo in difficoltà – Ma sono così grandi, pesanti e... tanto, tanto pelose!”
Ma ancora una volta lei ubbidì. Con una mano continuò nella favolosa sega sempre più frenetica e con l'altra accarezzò, soppesò e tormentò le pesanti e pelose palle di lui. Un altro gesto sensuale e di totale sottomissione di Roberta al professore Silvestri! No, non avrebbe mai immaginato lei che avrebbe così tenuto in mano le sue palle! I coglioni del professor Silvestri!
E subito dopo il primo schizzo caldo e pesante della sborra di Fabio inondò la mano di Roberta. Lei si precipitò a coprire anche con l’altra mano la cappella che stava esplodendo e che stava schizzando in continuazione in maniera impressionante ed animalesca! E dappertutto.
In pochi secondi le mani di lei si riempirono completamente della sborra del suo professor Silvestri. E il cazzo continuava a pulsare tra le sue dita lunghe, ed ancora tremolanti per l'emozione provata per quello che aveva appena fatto e che stava ancora facendo!
Era bellissimo vedere il maschio fremere così tanto davanti a lei. Roberta aveva fatto sborrare in quel modo per la prima volta nella sua vita un uomo! Era stata brava, lei! Ed era stato bellissimo. Dentro di sé se lo confessò vergognandosi ancora una volta un pochino.
Arrossì, sicura di non essere vista da nessuno! Ma le era anche piaciuto parecchio! Oh sì! Fare la sega ad un uomo! Al professor Silvestri! Ed al bellissimo uccello di Fabio! Tanto, tanto!
Finalmente gli schizzi cessarono. La giovane donna alzò le mani piene di sperma al cielo a dimostrazione di come lei aveva ubbidito ai desideri dell’uomo. Sì, si era fatta riempire le mani del seme di lui! Proprio come lui aveva desiderato! E lui ora dopo l'orgasmo e la sua sborrata stava riaprendo lentamente gli occhi. Dopo l'estasi del piacere. E Roberta lo vide sorridere. Così appagato dopo aver sborrato in quel modo ed essersi sfogato! Riempiendo così completamente le mani della ragazzina con la sua calda e densa sborra! E sì, la giovane donna aveva permesso di farsela fare proprio tutta nelle sue manine da ragazzina!
Roberta, da lui osservata in silenzio, avvicinò le sue mani al viso, per guardare da vicino con un po' di curiosità la sborra del prof. Lei non l'aveva mai vista così la sborra di un uomo nelle sue mani! E pure gocciolante e filamentosa tra le sue dita! Era bianca e non aveva proprio un buon odore. Anzi! Le sfuggì pure allora una spontanea piccola smorfia di disgusto!
“Come puzza, sai! - si lamentò infatti la giovane donna - E quanta me ne hai fatta nelle mie manine! Guardale!” Iniziò quindi a muovere contemporaneamente tutte le dita, perché fastidiosamente attaccaticce. Ma anche tutta la stanza era invasa dall’odore dello sperma di lui.
“Che puzza! Non l’avete proprio profumata la vostra robina! - rimproverò con una certa ironia di nuovo Roberta l’uomo che aveva di fronte e che aveva appena completamente svuotato di tutto il suo liquido seminale - Ora capisco perché le donne, anche se a loro talvolta piace fare certe cose, poi alla fine scappano! No, non si fanno sporcare dal maschio. Tu, con me, l'hai invece fatto! Eccome! Guarda! Guarda le mie piccole mani! Sono piene di te! Del tuo sperma! Soddisfatto, vero?”
“Sì, Roberta e tu proprio non scapperai mai... - la interruppe il prof - La tua prestazione non è finita qui!”.
“Cosa vuole dire con questo, professore? - subito esclamò preoccupatissima la bella Roberta - Ha avuto da me quello che nessun uomo prima di lei ha mai ottenuto. E più di questo non posso! Lo sa bene, professor Silvestri! Insomma! Gglielo ho anche già detto. Sono ancora vergine, io. E vorrei mantenermi tale per l'uomo che mi amerà e che mi sposerà. Solo da lui mi farò riempire tutta e mi farò fecondare. E solo per lui mi farò così crescere il pancione e le mammelle! E uffa, allora addio ventre piatto e seno piccolo ma duro e rotondissimo! Come piace a tutti voi maschietti...”
“Insomma, la prego professi Silvestri! - sbuffò ancora la ragazzina – Io non prendo la pillola e quindi non sono protetta! Non posso proprio fare certe cose, io! Non mi vorrà mica ingravidare proprio lei! Ho solo diciotto anni e non ho il mio uomo! E poi, mi scusi, mi sembra che lei si sia già ben sfogato!”
“Non ti preoccupare, Roberta. Volevo vederti nuda e tu mi ha concesso l'indimenticabile visione della tua bellissima fica. Così bella, nerissima e con quei ricciolini. E tanto, tanto volutamente curata con quel suo triangolone di peluzzi neri neri disegnato sicuramente dall'abilissima mano di un'amica!”
“E stai serena, tesoro! - aggiunse lui tranquillizzandola - Non sarebbe giusto che ti violassi senza che tu lo voglia. Mi hai anche regalato tutte quelle splendide foto! Le ho riviste, sai? Sono fantastiche e tu nuda davanti alla telecamera sei un capolavoro della natura!”
“Fabio... - miaqgolò allora lei – Non farmelo ricordare! Me ne vergogno ancora oggi tanto, sai!”
“Ed oggi, ora, una bellissima sega ed hai voluto mostrarmi tutto il tuo apprezzamento per il mio sperma! - infierì ancora lui - Ma voi donne sapete fare tante altre belle cose. Se poi le fa una donna che non le ha mai fatte, per l’uomo che ne assapora la primizia tutto diventa un delirio del piacere... Fino all'orgasmo finale. Enorme e devastante per lei! Meraviglioso ed indimenticabile per lui!”
“Fabio ti prego, ora basta! Adesso fermati nelle tue fantasie da porcellone! Mi fai paura quando parli così... - quasi urlò infatti Roberta sinceramente preoccupata vedendo l’uomo sollevarsi, andare a prendere il cell e riadagiarsi sul lettone vicino a lei! Con quel cellulare ben stretto in mano!
“Fabio! - esclamò allora lei visibilmente agitata – Cosa vuoi ancora fare adesso con quel cellulare in mano? Adesso, qui, così...”
“Una foto, Roberta! - aggiunse con il solito tono mellifluo lui – Una foto soltanto!”
“Ancora una foto? - sbuffò allora stizzita lei – Me ne hai fatte già infinite! E di tutti i tipi!”
“Questa sarebbe diversa, Roberta! - la incalzò lui - Molto diversa e parecchio particolare....”
“Diversa? - chiese lei sinceramente un po' incuriosita – Diversa come, scusa? E particolare, pure...”
“Le tue mani, adesso... - sussurrò quasi lui - Le vedi adesso?”
“Certo che le vedo! - sbuffò subito lei – E come me le hai ridotte!”
“Sono bellissime, Roberta! - continuò il professore – Come sei tu!“
“Ma sono sporche! Piene del tuo sperma! - gemette lei – Ancora gocciolanti del tuo liquido seminale, uffa!”
“Le voglio, Roberta! - gridò lui ansimando – Le voglio proprio così!”
La ragazzina strabuzzò gli occhioni azzurrissimi.
“Non capisco... - riuscì solo a gemere lei con un filo di voce – Non capisco proprio...”
“Come la tua bellezza! Così voglio ricordare le tue manine proprio così! - insistette lui con voce sempre più suadente – Come ho già fatto con il tuo corpo nudo! Dietro, davanti, spalancate e con tutto il mio seme colante che le riempie. Dietro ci sarai tu con un tuo splendido primo piano. Imbronciata o sorridente! Come desidererai tu ma sempre con i tuoi occhioni azzurri spalancati!”
“Ma Fabioooo! - gemette lei – Sei impazzito. E come sei perverso!”
“Signorina Roberta! - la incalzò lui – Lo voglio!”
“Lei vorrebbe adesso un mio primo piano con davanti ben in evidenza le mie mani riempite del suo seme! Magari anche ancora gocciolanti! Sbaglio?”
“Sì, Roberta! - le confermò allora lui – Solo due scatti! Lo giuro! Quelli!”
“Ma Fabio! - continuò a gemere e sbuffare lei – Ti sembra bello quello che mi chiedi? Mi vuoi umiliare ancora di più?”
“Le tue mani piene della mia sborra! - perseverò impietoso lui – E poi prima imbronciata e poi sorridente! Bellissima! Sempre!”
“E tu sei sempre un adulatore! - replicò ancora una volta lei un po' meno furiosa di prima – Due sole?”
“Giuro! - esclamò Fabio – certo di averla convinta – Ma i primi piani scenderanno giù, fino alle tettine! Ti va, dolce e bellissima Roberta?”
“Ma daiiiii! - sbuffò lei per quella precisazione sul suo seno – Necessari essere immortalati in quei due primi piani anche i miei capezzoli? Sì lo so... Sono grandi e così rosa, uffa!”
Ma subito dopo avvicinò le sue mani ancora piene e gocciolanti di sborra al suo visini imbronciato ma proprio per questo bellissimo! Non protestò vedendo lui avvicinarsi e cercare la giusta minima distanza del teleobiettvo dal suo visetto e dai suoi capezzoloni sempre rosa ed appuntiti.
Le scappò pure una smorfia e la messa in mostra della sua lingua. Anche questa immortalata. Ma subito dopo apparve il suo splendido e solare sorriso da diciottenne. Ed anche la seconda foto promessa fu così da lei regalata.
Bellissima! Roberta apparve così in quello scatto dove la sua bellezza e la sua avvenenza si unirono all'erotismo più scabroso e sfrenato di lui, il professor Silvestri.
Ma per la ragazzina il pomeriggio a luci rosse a casa del prof era appena iniziato!
continua
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