Quella telefonata mi ha sconvolto. Nei giorni successivi penso e ripenso di continuo a come facilmente ho ceduto e a come mi sia piaciuto eseguire gli ordini di Ale al telefono. Un godimento che non ho mai provato prima, anche se il sesso con Andrea è fantastico. Durante il giorno mi perdo spesso nei miei pensieri alla ricerca del motivo di quel piacere così forte. È perché ho semi tradito il mio ragazzo? È l’essere comandata? O ancora l’essere l’oggetto del desiderio di qualcun altro? Non ho una risposta, ma so che il modo in cui Ale mi ha fatto provare piacere è stato incredibile. E anche se, in cuor mio, so che è sbagliato, voglio riprovare quel godimento e quell’eccitazione. Al tempo stesso però non voglio mostrarmi troppo disponibile con Ale, quindi decido di aspettare che sia lui a chiamarmi. Passano i giorni e il telefono continua a non squillare.
Dopo una settimana, passata tra scopate con Andrea e ditalini chiusa nel mio ufficio ripensando alla prima chiamata, decido di fare io la prima mossa.
Prendo il telefono e compongo il numero che ho custodito gelosamente nel portafoglio. Suona, ma nessuna risposta. Riprovo diverse volte, ma niente. Sono triste e arrabbiata. Quello stronzo ha giocato con me ed è sparito. Mi riprometto di buttare il numero e di non chiamarlo mai più.
È sabato sera e decido di andare in discoteca con le mie amiche. Andrea non può raggiungerci perché lavora, ma gli ho promesso che al mio ritorno mi farò perdonare. La serata è divertente. Mi butto in pista subito e mi scateno. Verso metà serata vedo in un angolo del locale Ale insieme a una biondina. Scherzano e ridono, poi si buttano in pista con il loro gruppo di amici. Mi dà fastidio che non mi abbia richiamato e decido di non andare a salutarlo. Credo che non mi abbia nemmeno visto. Trovo una scusa con le mie amiche e vado a casa prima, dove mi preparo per Andrea con cui faccio l’amore appena torna da lavoro. Mentre sono sdraiata nuda in fianco al mio ragazzo penso che però da quella telefonata inopportuna la mia vita sessuale con Andre è molto migliorata.
Per tutta la domenica penso a quello stronzo di Ale che non mi ha più richiamato e si è divertito in disco con quella biondina. La mia rabbia cresce anche nei giorni successivi, fino a che decido di prendere il telefono e dirglielo a voce che non mi può trattare in questo modo. Prima che io possa comporre il numero ricevo la sua telefonata.
- Pronto?
Dall’altra parte non mi risponde nessuno, sento solo dei rumori non ben distinguibili. Sembra il movimento dei cuscini di un divano misto a dei respiri.
Sto per chiudere la comunicazione quando sento qualcuno parlare.
- Sei stata parecchio insistente settimana scorsa. Hai sentito la mia mancanza?
Mi chiede da vero bastardo. Io non rispondo, ma sentire la sua voce mi rende stranamente felice.
- Prendo questo silenzio come un sì! Eppure sabato in discoteca sono rimasto un po’ deluso da te. Eri lì e non sei nemmeno venuta a salutare. Devi deciderti! O ti manco e mi cerchi oppure no e mi eviti…
La sua delusione nei miei confronti, non so come, ma mi ferisce. Mi brucia, mi dà fastidio averlo deluso.
- Non volevo disturbarti mentre eri con i tuoi amici.
Mi giustifico. Ma poi perché devo giustificarmi se sono partita con l’idea di dirgli di non trattarmi male e di lasciarmi in pace?! Mi sento confusa. Quando parlo con lui non riesco mai ad essere lucida.
- Io credo invece che mi hai visto con la biondina e ti sei ingelosita e te la sei presa parecchio! Sbaglio?
Ancora una volta non rispondo.
- Come immaginavo! Vedi Ros (mi chiama così) quando si sta lontani da qualcuno, quando si sente la mancanza … lì si capisce quando si desidera qualcosa o qualcuno. Credo che tu abbia il desiderio di passare altro tempo con me, come l’altra volta. E credo che in questa settimana e mezzo ti sia anche divertita parecchio con le tue manine e magari anche con il tuo fidanzato.
Sento una voce femminile in lontananza.
- Sono pronta!
“Pronta per cosa?” penso. “Di chi è quella voce femminile?”. Sono gelosa e curiosa. Ale riprende a parlarmi.
- Ora dovrai essere molto brava. Dovrai restare in linea, ma devi assolutamente essere muta come un pesce.
- Va bene, sarò brava e zitta!
- Bene, ora la nostra Clara verrà bendata in modo che si concentri solo sul piacere che proverà! La nostra Clara è d’accordo?
Sento un deciso “Sì!” di assenso della ragazza. Sembra quasi che stia parlando ad un pubblico. Sento Ale dare degli ordini a Clara.
- Ora Clara si metterà a quattro zampe sul divano… così, brava!
Io mi chiudo nel mio ufficio e in silenzio chiudo gli occhi e mi immagino la scena della ragazza bionda nuda sul divano con Ale che le accarezza le natiche.
Il mio pensiero della carezza è interrotto da un forte “Spat!” seguito da un “Ahi!”.
- A Clara non piacciono le sculacciate?
Chiede Ale.
- No, no. Mi piacciono. Ancora la prego!
Implora la ragazza. Sento il rumore di altre sculacciate e mi immagino la scena. Sono accaldata. Slaccio i pantaloni e li abbasso alle caviglie. Faccio lo stesso con le mutandine di cotone. La mia fighetta pelosa è libera e già bagnata.
- Che bel culo rosso, Clara! Sei stata brava. Ti meriti la ricompensa. Allarga bene le gambe che ti voglio scopare.
- Senza preservativo… per favore!
Chiede lei.
- Certamente!
Sento lo Sciaf-Sciaf dal telefono e immagino quello che sta succedendo. Clara a pecore e Ale dietro di lei che la scopa con vigore. Il ritmo è decisamente sostenuto. Sento i respiri affannati e i gemiti della ragazza. Mi sto masturbando furiosamente. Il mio respiro e i miei mugolii di piacere si mischiano con i gemiti urlati di Clara. Ale non insulta la ragazza, la incinta ad adattarsi ai suoi movimenti mentre la penetra.
- Siiiiii!
È Clara che viene. Mentre il ritmo con cui Ale la pompa aumenta drasticamente fino a che non sento chiaramente l’orgasmo di Ale.
- Prendilo tutto! Senti il mio seme dentro di te, Clara!
La ragazza in estasi e io ormai sono venuta sulla sedia del mio ufficio bagnando anche il pavimento.
- Vai a farti una doccia mia cara! … Ti sei masturbata vero Ros?
- Non ho potuto resistere! Ho lavato tutto il pavimento.
- Ahahahah! Molto brava la mia Ros! Tieni il telefono a portata di mano! Avrai presto mie notizie!
Chiude la comunicazione e io resto nel mio ufficio con il pelo bagnato, i brividi di piacere e il senso di colpa per aver di nuovo ceduto alla tentazione del piacere procurato da un altro uomo. Mi ricompongo e con dei fazzolettini asciugo come meglio posso il pavimento e la sedia, mentre mi chiedo cosa penserebbe di me Andrea se solo sapesse tutto.
Il trillo del telefono mi desta dai miei pensieri. Ricevo un Whatsapp: ‘Sabato sera vai a mangiare nel locale dove ti ho dato il bigliettino con il mio numero di telefono. Indossa una bella gonna e aspetta altre indicazioni nei prossimi giorni! ’.
È incredibile come Ale sia in grado di scacciare il senso di colpa dalla mia testa, lasciando spazio solo alla curiosità e al desiderio.
Scusa Andrea, ma non posso fare a meno di desiderare che sabato arrivi il più in fretta possibile.
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