"Ciao, sono Sonia, ho trovato la strada sterrata che dicevi" annunciò la ragazza chiamando al cellulare Mario. Mario le diede precise indicazioni per assicurarsi che fosse al posto giusto, rassicurato dalla cosa ravvivò il fuoco accendendo le luci del van così che avrebbe avuto certezza di avvicinarsi al luogo giusto in caso le scorgesse durante il percorso per raggiungerli.
Un quarto d'ora dopo, oltre alle luci s'intravvide anche la macchina sbucare da una piccola curva nascosta da un terrapieno con altri alberi.
Mario le andò incontro indicandole dove parcheggiare il veicolo, subito seguito dalle altre ragazze ansiose ed emozionate di incontrare questa Sonia che aveva percorso così tanta strada per raggiungerli pur di conoscere Mario.
"Ben arrivata, anche dalla chat si chiedevano se ci avessi raggiunto" l'accolse Mario appena scese dall'auto.
"Grazie!" rispose lei guardandolo come se fosse uno spettro alla luce interna del suo veicolo.
"Sei giovanissimo e anche gigantesco!" commentò guardandolo compiaciuta.
"Meglio se metti qualcosa di più caldo" suggerì vedendola con una maglietta abbastanza scollata e dei fuseaux che tutto sembravano tranne che vestiti caldi.
"Dopo ti presento le ragazze!" aggiunse mentre la nuova arrivata recuperava un giaccone certamente più caldo preso dal sedile del passeggero infilandosi in ginocchio nell'auto. Fu in quel momento che la sua attenzione fu catturata dagli stivali che indossava la donna.
"Spero ti piacciano!" disse alzandosi mentre indossava il giaccone. Quegli stivali neri lucidi per quanto si poteva notare dalla fioca luce del veicolo avevano catturato il suo sguardo e lei lo notò subito.
Arrivati alla luce del van, Mario la squadrò come per capire se la foto che aveva inviato fosse la sua, per quello che poteva vedere era proprio lei.
"Mi sento in imbarazzo, pensavo di trovarmi davanti delle persone della mia età" confessò quando la invitarono a sedersi sulla panca e a coprirsi con un'altra delle coperte prese dal van. Sembravano due schieramenti, le ragazze sedute vicino a Mario, la donna sulla panca di fronte.
"Mi spiace" disse Mario pensando all'appunto fatto dell'età della sua ospite.
"Dici che è meglio che indichi la mia età e l'età delle utenti?" domandò lui chiedendo un suggerimento.
"Sarebbe un'idea!" ammise lei sorridendogli.
"Quindi, avete detto che devo scrivere che vi ho raggiunto sulla chat?" domandò lei sorridendo prendendo in mano il cellulare.
"Non sei obbligata, erano solo curiosi" le fece notare Marzia.
"No, devo, ho sollevato dei dubbi ora è giusto che li dissolva!" spiegò la nuova arrivata prendendosi le sue responsabilità.
"Ok, ma non sono come ti aspettavi" la incalzò ancora Mario.
"Oddio, di voi non mi sono posta il dubbio su come eravate fisicamente, ma questo bel ragazzone ha superato le mie aspettative" sorrise mettendo in imbarazzo Mario che nascose il suo rossore tra le ombre.
"Immagino che non vi aspettavate di vedere una quarantenne!" aggiunse portando il silenzio nel gruppo.
"Un po' lo immaginavo che fossi più grande, ma se devo dire la verità non mi sono mai posto il problema se la persona a cui scrivessi fosse più o meno adulta" ammise Mario candidamente.
"Tu devi essere un tipo particolare, hai sempre risposto a tono a chiunque ti avesse criticato e anche si fosse complimentata con te, non è da tutti mostrare tale sincerità e serenità, quasi nessuno lo fa" spiegò lei appoggiando il cellulare sul tavolo.
"Non certo un ragazzo della tua età" aggiunse lei cercando conferme sui volti delle ragazze sedute dall'altro lato del tavolo.
"Esatto, glielo stavamo dicendo prima" confermò Arianna. Ci fu un attimo di silenzio.
"Beh allora facciamo sta foto?" domandò Sonia sorridente spezzando il silenzio creatosi.
"Ancora una volta, non sei obbligata!" le fece notare Mario.
"No bello mio, sono venuta fin qui e mi voglio divertire" disse ridendo facendo sorridere anche le altre ragazze per il suo entusiasmo.
"Anche se non sono chi ti aspettavi?" domandò Mario.
"Non mi sono spiegata, tu sei la persona che ho conosciuto in chat, è chiaro come il sole, sono io che mi sono fatta un'idea diversa riguardo la tua età per come ti poni alle persone della chat, tutto qua!" rispose tranquillamente senza nemmeno pensarci.
"Oltretutto sei un figone da paura, per giunta giovane, quando mi ricapita di conoscere un bel tipo così" gli sorrise tranquillamente mettendolo nuovamente in imbarazzo.
"Piuttosto, posso capire che fare certe cose con una vecchia non sia lo stesso che farlo con queste bellissime ragazze" aggiunse mettendo in imbarazzo anche loro.
"Vecchia?" domandò Mario sorridendole.
"Una giovane e brillante quarantenne" precisò lui mantenendo il suo sorriso.
"Guarda che non mi freghi con queste adulazioni!" esclamò ridendo e facendogli l'occhiolino.
"Forza tiralo fuori che facciamo le foto per il tuo pubblico!" aggiunse ansiosa di mettergli i piedi addosso.
Mario obbedì abbassandosi i pantaloni accogliendo i suoi stivali sul pene che si stava eccitando dal primo tocco. Ci giocò per un po' con i piedi schiacciandoglielo leggermente.
"Fai la foto che poi ci divertiamo!" lo forzò la donna, impaziente di iniziare. Mario scattò un paio di foto dei piedi di Sonia sul suo pene con il cellulare, e lo caricò nel blog per conferma della sua presenza.
"Ho una voglia di spaccartelo con i tacchi che non immagini" confessò Sonia mentre lui armeggiava con il cellulare. A quelle parole gli si rizzò immediatamente. La guardò negli occhi.
"Lo sapevi, te l'ho scritto!" sottolineò lei.
"Non mi dire che ti tiri indietro!" lo incalzò sentendo la sua eccitazione sotto i piedi.
"No!" rispose Mario tra l'eccitato e il voglioso.
"Forza, preparati che devi soddisfare delle donzelle, non me ne vado fin quando non siamo tutte esauste!" annunciò Sonia senza peli sulla lingua. Quelle parole gli fecero salire i brividi lungo la schiena eccitandolo parecchio. Allo stesso tempo sembravano aver caricato le ragazze.
"Ok, meglio se andiamo dentro!" accettò lui pronto ad alzarsi per entrare nel van, ma non altrettanto pronto a lasciare le suole di quegli stivali che l'avevano eccitato.
Raccolsero tutte le cose che avevano sul tavolo mentre Mario spegneva definitivamente il fuoco, Sonia andò a prendere la sua borsa su suggerimento di Arianna per portarla sul van così da chiudere la sua auto. Quel van non sarebbe stato mai così pieno di persone, se lo ripeteva nella sua testa. Alzò il lettone spostando le cose che aveva sistemato sotto così da creare più spazio per muoversi. Dopo aver sistemato le cose che c'erano in giro, scese dal van facendo salire tutte le sue ospiti.
"Oddio è un sogno che s'avvera" commentò Sonia con sollievo quando gli salì sopra con un piede nascondendogli parte dell'erezione. Lui si trovava comodamente sdraiato sul pavimento del corridoio a gustarsi quei fantastici momenti.
Sonia apprezzò il momento in cui si gonfiava il pene sotto i piedi mentre era intenta a pulirsi le suole sulla cappella. Si tolse le prime soddisfazioni schiacciandoglielo da sola, sentirlo sotto i piedi indurirsi la faceva impazzire.
"Ti piacciono i miei stivali, vero?" domandò la donna mettendo forza nel calpestarglielo. Usava bene il tacco dello stivale sul glande che gli aveva appena sporcato. I suoi tacchi non erano a spillo, ma la superficie era sufficientemente grande da tenere tutta quella parte compressa sotto di loro.
"Mi sto già bagnando" confessò mentre gli schiacciava la cappella con forza. Anche le ragazze nel vedere la foga che metteva nello schiacciarglielo si stavano eccitando.
"Mettiti il cuore in pace che devi soddisfare tutte noi, quindi avvisa casa che non torni fin quando non l'avrai fatto" lo avvisò, sembrava molto seria quando pronunciò quelle parole invitando, le ragazze con un gesto a prendere il suo posto. Arianna fu la più lesta in quel momento a salire e iniziare a fare un piacevole movimento su quel pene rigonfio di piacere.
"Lecca le suole della tua padrona!" ordinò Sonia quando si fermò sul petto di Mario offrendogli un piede sulle labbra. Mario iniziò a leccare la suola guardando la donna sopra di lui.
"Voglio le suole lucide" lo rimproverò infilandogli il piede in bocca e muovendola al suo interno mentre lui leccava avidamente la suola per accontentarla.
"T'insegno io come si fa!" disse togliendo la scarpa insoddisfatta dallo schiavo.
"Fuori la lingua" ordinò ancora, lui obbedì lei appoggiò il tacco dello stivale sulla lingua per poi muoverla verso il basso passando dal tacco alla suola passandola completamente fino con la suola non raggiunse la punta della lingua.
"Devi usarla tutta la lingua sotto le suole della padrona" disse ancora ripetendo il movimento più volte. Sembrava che lo stesse addestrando al suo volere, ovviamente lui non si opponeva alle sue richieste della donna, come mai si era opposto alle richieste di qualsiasi ragazza avesse incontrato con le stesse intenzioni.
La pulizia doveva essere accurata, altrimenti ripeteva il movimento. Il problema era che tale movimento eccitava lui, e da quanto le sentiva fremere eccitava di più lei e le ragazze che stavano assistendo alla lezione impartita dalla loro ospite in piedi sull'erezione di Mario.
"Fammi vedere se hai imparato" disse salendogli con i piedi sulla sua faccia nascondendogli la vista di chi gli avrebbe fatto gustare le proprie suole. Arianna, scalpitava, la sua idea sembrava quella di imitare la donna che la precedeva lasciandosi guidare al piacere di quei momenti. Le sentiva tutte camminare sul suo corpo, di sicuro in tre glielo stavano schiacciando con i piedi e per quello che aveva capito Arianna gli stava sul petto pronta a farsi leccare le suole delle sue Adidas tenute tutto il giorno.
"Lecca bene le suole della tua amica!" ordinò vogliosa di vedere se fosse all'altezza dei suoi insegnamenti. Sonia non si lamentò quando Arianna passò entrambe le suole sulla sua lingua distesa a tappeto fuori dalla bocca. Forse stava facendo come voleva la sua padrona che aveva in faccia.
"Mettiglielo in bocca" suggerì Sonia ad Arianna. Anche lei rapita dalla situazione eseguì la richiesta.
"No più a fondo, deve sentire che sei la sua padrona" commentò la donna spingendo con uno dei suoi piedi il tallone di Arianna fino a che non entrasse tutto il piede.
Le ragazze seguirono Sonia in tutto, guardando le sue movenze da padrona sembravano trarne ispirazione, Mario si godeva il tutto lasciandosi fare ogni cosa le sue dominatrici avessero voglia di fare.
Prima di togliersi dal suo volto si fece togliere gli stivali, massaggiandogli poi il viso con i piedi indossando le calzine che ricoprivano ancora i suoi piedi. Sonia era ben attenta a lasciare lo spazio per chi veniva dopo di lei intenta a farsi leccare le suole delle scarpe.
I piedi freschi di Sonia avevano un piacevole profumo, tipico degli stivali in pelle. Si era già legato indissolubilmente a quell'odore, e l'eccitazione sotto i piedi delle ragazze ne fu il segno evidente quando l'erezione, le sollevò leggermente, facendole gemere eccitate.
"Ti piace farti sottomettere vero schiavo?" domandò compiaciuta lasciando lo spazio alle ragazze che seguivano il rito, occupò il posto di una di loro sul suo pene così da gustarsi il piacere di sentirlo meglio sotto le sue calzine.
Il rituale del calpestamento senza scarpe a Mario faceva sentire meglio il tallone di Sonia che per godersi maggiormente la situazione si era tolta quasi subito le calzine. Alla stregua di Natasia, che essendo dotata dello stesso giocattolino, sapeva perfettamente, dove agire con i piedi e i piedini per creargli più piacere come se lo avesse fatto da sempre. Leccava le suole delle ragazze con piacere e ne apprezzava l'odore dei loro piedini come se fosse diventato un tossico dipendete, drogato dei loro odori.
Insistevano su quel punto preciso, che anche le altre avevano già scoperto essere il punto migliore per farlo eccitare e renderlo succube di ogni loro volere. Sonia aveva iniziato a saltellare cercando di imprimere più forza alla compressione, coinvolgendo le compagne di giochi.
Il rito iniziato da Sonia prevedeva un successivo passaggio sulla sua faccia a piedi nudi, dopo avergli fatto assaporare la pianta del piede e dopo essersi fatta succhiare le singole dita.
"Forza, fai come ti ho insegnato" ordinò sfruttando la sua lingua, passandosela dal tallone alle dita e finalmente facendoselo succhiare uno a uno.
Passò la lingua tra le dita della donna che lo guardava compiaciuta, sguardo impedito dai piedini freddi di Manuela che gli coprivano gli occhi muovendosi piacevolmente sul resto del volto.
Muoveva abilmente la sua lingua tra le dita, lei cercò di afferrargliela più volte, cercando di bloccargliela con le dita mentre la muoveva tra una e l'altra. Mario se ne accorse e gliela lasciò afferrare lasciandola giocare come se volesse masturbargliela con le dita. La sentì fremere improvvisamente, si accorse anche di altri strani movimenti su di lui da parte delle ragazze.
Capì che si stavano spogliando quando un paio di jeans gli cadde sulle mani, la cosa, lo eccitò particolarmente e non fu l'unico a farlo, i piedini di qualcuna su di lui, gli sembravano essere diventati improvvisamente umidi. Anche Manuela, la vide togliersi i pantaloni e gli slip, mentre gli stava in piedi sulla faccia, sembravano essersi bagnati velocemente. Marzia al posto di Sonia gli stava offrendo qualcosa di succulento da leccare attraverso sul piedino inserito nella sua bocca.
Tutto era diventato più umido sul suo corpo, quando gli lasciarono la possibilità di vedere notò con piacere i loro corpi perfetti e nudi sopra il suo. Lo stesso corpo della quarantenne sembrava tonico e ben formato, i segni dell'età sembravano averla appena sfiorata.
Si sedette sul petto di Mario toccandosi davanti a lui, contemporaneamente Arianna si sedette di fronte a Sonia facendo lo stesso. In mezzo il volto di Mario che a vederle avvicinarsi gli aveva fatto venire una voglia intensa di giocare con la linguetta, alzò il capo dal pavimento cercando di accarezzare Sonia proprio dove si stava passando le sue dita per eccitarsi.
"Bevi tutto il mio nettare!" ordinò Sonia appoggiandogliela sulla bocca, lo sorprese, pensava di poterci giocare prima, ma non era nient'altro che il suo desiderio, e lei sembrava avergli letto nel pensiero.
Riempì la bocca del suo schiavo con il suo liquido caldo e dorato invitando Arianna a fare lo stesso.
"Non abbiamo bisogno di un gabinetto!" annunciò sorridente Sonia, mentre si svuotava insieme alla sua complice nella sua bocca. Dosavano abilmente il flusso per dargli il modo di berla completamente prima di offrirgliene dell'altra ancora.
Una dopo l'altra le ragazze si svuotarono nella sua bocca, mentre Manuela fremeva nell'attesa del suo turno sulla bocca. Sfruttava quell'attesa sfogandosi schiacciandoglielo con più forza possibile, sembrava volerglielo distruggere dalla passione che metteva nel farlo, era forse un modo per scaricare l'adrenalina che l'aveva invasa dall'eccitazione. Arrivato il suo turno si godette in solitaria quel momento, restando anche dopo essersi svuotata.
"Lecca bene, schiavetto, devi ripulirci bene" ordinò Sonia un'ultima volta invitando a pulire Manuela comodamente seduta sulle sue labbra. Un altro paio di giri sulla sua bocca, alternati a quelli sul suo pene si susseguirono, durante il quale tutte lasciarono in omaggio qualche loro essenza direttamente spremuta dalla fonte.
Sembrò esserci un attimo di tregua dopo che Manuela e Marzia si allontanarono quanto bastava dalla bocca di Mario per prendersi un attimo di respiro. Mario cercò ancora di stuzzicarle allungandosi con il collo per raggiungerle in qualche modo ma Viviana e Arianna sul suo pene gli impedivano ogni movimento.
Ci rinunciò, lasciando a tutte un po' di pausa, la sua attenzione venne catturata da Sonia che ancora nuda si allungava per recuperare i suoi stivali. Tutte la guardarono incuriosite, sembrava volersene andare, ma li stava indossando senza mettere altri vestiti addosso, possibile che era così sconvolta da non riuscire ad accorgersi?
"Ora tocca a te!" lo guardò minacciosa negli occhi Sonia.
"Non me ne vado se non mi hai tolto anche l'ultima soddisfazione, ragazzone!" gli salì sulla pancia con i piedi.
"Ragazze, aiutatemi, dobbiamo svuotarlo completamente così che non abbia più voglia di farlo!" disse la donna un po' sconclusionata.
Le ragazze vedendo Arianna che prendeva gli stivali indossati il giorno precedente, ora appoggiati accanto al posto guida, ne seguirono immediatamente l'esempio prendendo le loro decolleté con i tacchi.
Mario vedendo quanto stesse accadendo sembrò andare su di giri, mentre le ragazze indossavano i tacchi, Sonia aveva iniziato a usare i suoi sull'erezione.
Sembrava impazzita nel farlo, il suo animo sadico aveva preso il sopravvento su di lei.
"Ti piace fatelo calpestare?" domandò a Mario disteso sotto di lei.
"Sì!" confessò quasi impaurito di quanto potesse fare.
"Allora, schiavo, voglio che godi sotto i miei piedi!" ordinò la donna comprimendo con il tacco il glande sporco del ragazzo.
Quando le ragazze raggiunsero il corpo di Mario, Sonia lasciò spazio alle compagne di giochi per schiacciarglielo insieme a loro, Manuela, aveva infilato il suo tacco insieme a quello di Viviana nella bocca di Mario. Subito gli venne in mente Lilly e Natasia e in automatico iniziò a succhiarli come un bambino.
"Godi!" insisteva la donna spingendo Arianna e Marzia a far con più forza.
Si accorsero che stava impazzendo quando prese tutte le scarpe che aveva tolto alle ragazze mettendole sul suo corpo. Sembrava avesse voglia di farsi schiacciare da un'infinità di persone.
Era così, mentre si stava godendo il momento, sognò che non finisse mai e che altre ragazze prendessero il loro posto dopo che avesse spruzzato i suoi umori sotto i loro piedi.
Quel pensiero di ciclo eterno lo eccitava e non si accorse di essersi lasciato andare sporcando le suole di chi glielo stava calpestando in quel momento.
"Ora lecca tutto!" ordinò Sonia offrendo le sue suole sporche alla lingua di Mario. Era un sollievo poterlo fare. Sporcare le suole di chi lo calpestava, era una cosa che gli piaceva, soprattutto perché si eccitava il doppio.
Accadde in treno, anni prima, andava ancora a scuola, stava andando a una fiera, nemmeno lui si ricordava che tipo di fiera fosse, probabilmente a Genova per la fiera della nautica. La nautica era una passione, aveva preso insieme a suo papà la patente nautica quando aveva compiuto diciotto anni. Era buio quando arrivò alla stazione, doveva essere presto agli accessi per incontrarsi con delle persone che l'avevano invitato a fare una visita, decise di prendere l'ultimo treno in partenza da Milano e farsi una tirata unica fino al ritorno del giorno dopo.
Era sul treno da qualche minuto, aveva prenotato un posto dove c'era il tavolino tra le poltrone così da stare largo con le sue gambe lunghe e avere un piano d'appoggio per il suo portatile in caso gli fosse venuta voglia di far qualcosa.
Una ragazza si presentò inserendo lo zaino nella cappelliera accanto a quello di Mario. Mario la guardò e vedendola in difficoltà tra la sua altezza e l'ingombro dello zaino si offrì di aiutarla. Il treno partì in quell'istante con il suo classico scatto dovuto al rilascio dei freni, sballottolando i due. Mario a causa di quel movimento, involontariamente le schiacciò il piede.
Senza nemmeno ringraziare per il servizio che le aveva fatto nel mettere lo zaino sulla cappelliera gli fece notare che schiacciandole il piede le aveva sporcato le sue ballerine.
"Ora le pulisci!" ordinò alzando il piede quasi al livello della poltrona, Mario la guardò incredulo, visto che insisteva, almeno con l'atteggiamento le passò la mano dove l'aveva sporcata, rimuovendo quel minimo di terra che sembrava esserci.
"La pulisci bene!" insistette la ragazza. Alzando maggiormente il piede non contenta di quanto aveva appena terminato di fare Mario con quel tocco delicato della mano.
Mario non dovette nemmeno abbassarsi più di tanto poiché il piede della ragazza spuntava tra le sue gambe all'altezza del tavolino. Lo toccò con più forza, senza sapere dove pulire perché non si vedeva poi molto alla luce delle notturne del treno.
"Con la lingua" insistette la ragazza, lui la guardò come per capire se facesse sul serio. Non c'era nessuno in quel vagone, questo non voleva dire che non si sarebbe fatto vedere il bigliettaio.
Le toccò ancora il piede nel punto dove pensava fosse sporco dopodiché lei abbassò il piede alzandoli entrambi mettendoli sul tavolino davanti a lui.
"Leccale bene!" ordinò, forse il fatto che non si fosse rifiutato di pulirle le scarpe la prima volta le aveva fatto intuire che avrebbe voluto fare di più se avesse insistito.
Aveva ragione, era forse la prima volta che si rese conto che anche senza nessuno che gli schiacciasse il pene, avrebbe leccato le scarpe di una donna.
Leccò il dorso di entrambe le ballerine portandole lucide come voleva quella ragazza della quale nemmeno conosceva il nome.
"Anche sotto!" ordinò lei senza farsi alcun problema. Leccò senza pensarci due volte eccitato dalla trasgressione oltre che dagli ordini di quella che era diventata la sua padrona.
Soddisfatta, parlarono del più e del meno per il resto del viaggio facendosi fare anche qualche massaggio ai suoi piedini.
"Ci vediamo al ritorno" le disse quando scoprirono che erano diretti alla stessa fiera e avevano gli stessi orari prenotati per il ritorno.
Durante la visita della fiera si incrociarono un paio di volte ignorandosi completamente. Al ritorno, attendeva ancora una volta l'ultimo treno, Mario era ancora in stazione in attesa del treno quando lei lo raggiunse salutandolo come se fosse un vecchio amico. Dubbi atroci gli vennero riguardo il suo comportamento in fiera. Era sicuro fosse lei, le scarpe che aveva leccato le conosceva piuttosto bene.
Saliti sul treno, dopo il passaggio del controllore, si era impegnata a mandare messaggi a qualcuno, finalmente gli rivolse la parola, Mario sperava tanto di servirle lo stesso trattamento, ma vedendola distratta non ci sperava più.
"Forza datti da fare!" disse portando i piedi sul tavolino, subito Mario iniziò la sua opera di pulizia delle scarpe. Quando fu soddisfatta, la ragazza si fece togliere le scarpe e si fece leccare i piedi nudi.
Mario eseguì tutto con passione ed eccitazione, probabilmente lei lo sapeva, o almeno lo immaginava che nel leccarle i piedi quel ragazzone che aveva di fronte si sarebbe eccitato.
L'arrivo in stazione tolse il piacere di continuare a leccarle i piedi, troppo presto per i gusti di Mario anche se li aveva leccati per più di due ore e mezza, interrotti un paio di volte dal passaggio di qualcuno.
Senza dire una parola, solo un freddo saluto, se ne andò di corsa con il suo zaino sulle spalle e le ballerine ai piedi correndo incontro a un ragazzo che chiamava amore e che lo aspettava alla stazione.
Se almeno fosse durato più a lungo il viaggio, pensò pensando ai piedi che aveva leccato su quel treno.
Sonia sorridente era palesemente soddisfatta della serata. Si fece togliere gli stivali un'ultima volta da Mario prima di rivestirsi e farseli rimettere con la scusa di calpestarglielo ancora una volta.
"Tu sei fantastico, fortunate queste ragazze!" disse scompigliandogli i capelli mentre restava in piedi su quella che era ancora un'erezione.
"Spero di non avervi rovinato la serata!" aggiunse rivolta anche alle ragazze con un sorriso. Detto così chi l'avrebbe accusata di averlo fatto.
"Non dirlo nemmeno per scherzo!" disse Arianna condensando i pareri, sinceri, delle altre ragazze.
"Io mi sono eccitata da matti!" disse ingenuamente Manuela ancora paonazza in volto dall'emozione e dall'eccitazione.
"Quello è merito di questo ragazzone!" spiegò Sonia dando un colpetto con il tacco sul glande del ragazzone.
"Sai già dove lo voglio questo giocattolone" sorrise maliziosa la donna.
"Sì me lo hai scritto!" confermò Mario prima che andasse oltre.
"Se solo tu volessi!" lo stuzzicò Sonia, sia verbalmente sia con i piedi.
"Ok, ne parliamo un'altra volta" tagliò corto Mario interrompendo quell'argomento che riteneva imbarazzante.
Arianna cadde nel tranello che palesemente Sonia aveva teso per parlare della cosa apertamente anche con loro.
"Siamo curiose!" disse preparando i due alla domanda, Mario sollevò gli occhi al cielo, Sonia, invece, sorrise.
"Che cosa vuoi fare?" domandò Arianna.
"Non so se è il caso di parlarne" rispose Sonia, sapendo già che lo avrebbe fatto. Se non gli fosse stata in piedi sul pene schiacciandoglielo ancora piacevolmente, l'avrebbe presa di peso e l'avrebbe caricata in macchina spingendola fino alla strada asfaltata più sotto.
"Dai racconta!" insistette Manuela con Viviana che faceva da seconda voce con le stesse parole.
"Gli ho scritto che mi sarebbe piaciuto terminare la serata con questo nel mio lato B" spiegò la donna scalciandogli l'erezione.
"Mario in tutte le sue mail l'ha sempre escluso, secondo lui è degradante per una donna" aggiunse con un tono al quale le ragazze si sentirono costrette a replicare.
Fortunatamente per Mario, le ragazze non avevano mai pensato a un'eventualità del genere, avrebbero voluto farci altro, senza confessarlo apertamente, ma per Marzia e Viviana era già chiara la loro intenzione considerando l'incontro precedente.
Davanti al chiaro disinteresse dell'argomento da parte delle ragazze presenti, iniziò a convincerle delle sue ragioni.
"Forse ha ragione, alla fine non sei tu che la costringi, è Sonia a volerlo espressamente" l'appoggiò Arianna convinta.
"Sì, sono d'accordo, se tu fai quello che piace alla tua partner dovresti fare anche questo" sottolineò Marzia.
"Non puoi dire che non ti piace perché immagino che gli stimoli siano gli stessi o almeno similari a quelli che proveresti in un altro ambito!" rincarò la dose Viviana.
"Se lui non se la sente?" lo difese Manuela.
"Se non lo vuol fare perché non gli piace, è un conto, ma non può dire che per me è degradante se sono io a volerlo" protestò Sonia.
"Non vuole nemmeno farmi giocare con la bocca!" insistette Sonia andando a sviscerare quelli che secondo lei erano i suoi limiti, benché anche senza di quelli le sue soddisfazioni se le era tolte.
Le ragazze lo guardarono stupite.
"Sei l'unico ragazzo al mondo che conosca che si fa questi problemi!" lo accusò Arianna.
"Confermo!" l'appoggiò Marzia.
"Di solito sono la prima cosa che chiedono i maschi!" aggiunse subito dopo senza nemmeno pensarci troppo.
"Sono fatto strano, ve l'ho detto!" le interruppe Mario tagliando corto imbarazzato da questi argomenti.
"No, questo non è vero!" ribatté Sonia.
"Sei una sorta di galantuomo, te l'ho detto, tu dentro hai l'anima di un signore maturo" spiegò tirandogli le guance.
"Già, a me piace il tuo modo di essere e questo mi basta!" ammise Marzia.
"Anche se, qualche giochino, vorrei farlo solo con te!" confessò spudorata. Scoppiarono a ridere prendendo quelle parole come uno scherzo, mentre per lei erano la pura e semplice verità.
Quelle parole risuonarono nella testa delle ragazze che non lo avevano ammesso, ma una punta di eccitazione l'avevano chiaramente sentita.
Accantonarono quel pensiero quando salutarono Sonia che non si lasciò convincere a restare a dormire con loro. Mentre le ragazze si preparavano per la notte, Mario si vestì per accompagnare Sonia alla macchina chiedendole di mandare un messaggio quando fosse arrivata a casa, per stare più tranquillo.
"Me lo fai schiacciare ancora un po'?" domandò la donna quando si avvicinarono all'auto poco prima dei saluti. Come poter rifiutare? Lei lo fece sedere sul battitacco del veicolo e attaccandosi alla portiera e al tettuccio iniziò a schiacciare quel pene ancora duro e voglioso.
"Voglio che goda per la tua padrona!" disse facendo sempre più forza, tutta l'auto dondolava da quanto forzava la spinta.
"Ammetti che vuoi che te lo spacchi questo bel cazzone!" disse Sonia insistendo.
"Sì!" confermò eccitato Mario.
"Voglio sentirti implorare di fartelo spaccare!" ordinò anche lei eccitata.
"Spaccamelo!" l'accontentò lui. Non era accontentare, ma una reale voglia che aveva di farselo veramente spaccare.
"Implorami!" gli impose Sonia facendo forza attaccandosi al tettuccio.
"Spaccamelo ti prego!" disse Mario esplodendo sotto i piedi della donna.
Sonia, contenta ed eccitata allo stesso tempo, si sporcò da sola le suole con la sua crema restando un po' su quello che fino a poco prima era l'oggetto di ogni suo piacere.
Mario si aspettava di leccargli gli stivali prima che se ne andasse, ma Sonia li voleva sporchi per suo ricordo salendo in macchina passando direttamente dal pene al posto di guida.
"Ciao bello, ci vediamo presto, spero!" gli disse chiudendo la portiera e avviandosi verso casa.
Quando furono tutti insieme a letto, parlarono della loro ospite, mentre le ragazze si erano addormentate, Mario si sforzava a restar sveglio in attesa del messaggio di Sonia che diceva di essere arrivata a casa lasciando così dormire tranquillo anche Mario.
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