Mario andò qualche giorno al fresco sulle colline, la notte dovette usare addirittura una coperta per dormire al caldo perché calava la temperatura subito dopo il tramonto.
Si occupò dei lavori in arretrato e delle foto che aveva fatto con le tre ragazze. Le aveva inviate a loro e come aveva promesso, ne pubblicò qualcuna all'interno dei suoi annunci. Aveva trovato il tempo di fare qualche breve passeggiata nei dintorni.
Incredibilmente più metteva foto più riceveva contatti interessati e allo stesso tempo, suo malgrado, aumentavano i fastidiosi hater. Decise di creare un blog nel quale poteva inserire le foto e soprattutto dove poteva invitare chi voleva. Era pratico di siti web, aveva già iniziato a lavorare al suo, e occuparsi di un umile e semplice blog non era certo un compito arduo. Tra una cosa e l'altra lo preparò rendendolo accogliente per chi avrebbe invitato.
Aveva creato, in base al rapporto che aveva con le varie persone, delle stanze personalizzate. Aveva creato graficamente una sorta di palazzina su più piani, le persone più importanti avrebbero avuto accesso ai piani più alti. Il primo passo era rispondere a uno degli annunci sparsi nei vari siti da Mario.
Non voleva che chiunque potesse accedere quindi, una volta capito con quale persona avesse a che fare, questa, avrebbe avuto l'accesso al fittizio piano terra del blog. Una volta avuto il primo contatto di qualsiasi tipo, ed entrambi avessero gradito tale incontro avrebbero avuto accesso al secondo piano. Una volta sperimentato i servizi di Mario, il terzo, mentre sull'attico come detto avevano accesso soltanto le ragazze che lo frequentavano da tempo.
Ovviamente ogni piano, aveva la sua chat, e chi stava a un piano superiore poteva partecipare alle discussioni all'interno del proprio piano e di quelli inferiori, mai verso i piani superiori.
Iniziò a parlare del suo progetto con le ragazze che aveva frequentato grazie ai suoi annunci o come le tre ragazze che erano stati per così dire iniziate a quelle pratiche.
Molti dei suggerimenti, arrivarono appunto dalle ragazze, fai questo, metti quello, era all'ordine del giorno quei giorni durante i quali aveva trovato tempo per dedicargli. Grazie ai loro suggerimenti e idee rese il blog molto accogliente e funzionale.
La parola d'ordine, come regola principale del blog usò la parola 'rispetto', chi tra le ospiti, non seguiva tale imposizione veniva esclusa dal blog, dalla sua vita privata, bloccando numeri e contatti vari.
Per collaudarlo invitò le dirette interessate, Silvia e Jovana, che aveva coinvolto fin da subito insieme alle tre ragazze della discoteca, Viviana, Miriam e Marzia. Aveva volutamente escluso Lilly e Natasia, non si dava un motivo, le considerava uno splendido incontro casuale.
Iniziarono a conoscersi e a spettegolare di Mario. Parlavano di ogni cosa, dal camper, fu in quel momento che Silvia venne a conoscenza di tale novità, rimproverando Mario per non averglielo detto. Considerarono le capacità di cuoco, le sue gentilezze senza dimenticare le sue capacità.
Non mettere mai insieme più amanti, pensò quando iniziarono a complottare e a passarsi suggerimenti, non lo facevano in privato, lo facevano nella chat all'ultimo piano del blog. Grave errore, ma alla fine era divertente leggere le pazzie che scrivevano.
Iniziò a inserire nei piani bassi altre persone che l'avevano contattato rispondendo al suo annuncio, e, ovviamente, interessate a un futuro approccio con lui.
Anche le persone inserite erano ben curiose, leggendo le conversazioni tra le cinque ragazze dei piani alti.
Consigli, suggerimenti erano all'ordine del giorno. Chi l'aveva conosciuto parlava di lui, sotto tutti gli aspetti, e chi voleva conoscerlo, al contrario, faceva infinite domande.
Sembrava quasi un estraneo in quella casa che aveva creato, schivo e taciturno, aveva trovato chi al posto suo rispondeva pensando di conoscerlo. Un buon novanta per cento delle volte lo facevano correttamente, per il resto rispondeva anche lui.
Sollevarono la questione compenso per gli incontri. Intervenne subito chiarendo subito che non voleva essere pagato se non con il piacere stesso dell'incontro. Quel topic si esaurì subito, nessuna osò obiettare a tale frase scritta, nonostante Silvia e Jovana in privato si sentirono in obbligo di avvisarlo che avrebbero comunque continuato a farlo, perché per loro, era parte dell'eccitazione nel considerarlo un piacevole oggetto.
Il blog diventò prettamente un luogo al femminile, dove si parlava di sessualità, delle loro esperienze sessuali riguardanti l'argomento del blog stesse e non con il genere maschile in generale, finendo a tirare in mezzo Mario in pieno imbarazzo a toccare certi tasti. Usò il suo metodo collaudato, niente giudizi, niente pregiudizi, soltanto pareri.
Iniziarono a sponsorizzarlo, nel senso che le cinque ragazze che l'avevano frequentato anche per poco tempo lo consideravano unico, altre senza tali esperienze sostenevano che alla fine fosse come tanti altri.
"Mi piace essere l'oggetto partecipe del vostro piacere" fu la sua intromissione nell'argomento tirato in ballo dalle partecipanti alla discussione. Le cinque ragazze confermavano, le altre lo accusavano che potesse essere freddo durante un eventuale incontro. Le sue sostenitrici consigliavano di provare prima di giudicare.
"Tu manchi!" gli scrisse Lilly dopo qualche giorno di assenza al parcheggio che frequentava la ragazza per lavoro. Lui le rispose con un cuoricino pulsante.
Sembrava essere diventato un problema il suo allontanamento, e con un messaggio tutte le ragazze che aveva frequentato, chi prima e chi dopo, aveva sottolineato la stessa cosa.
Oltre a questo, altre ragazze inserite nel blog iniziarono a bussare alla sua porta per incontrarlo e togliersi voglie e curiosità che erano aumentate a causa delle conversazioni del blog.
Le nuove ospiti, aprirono una sezione nel blog ai piani bassi, la intitolarono "Come e cosa fare" dove chiedevano consigli cercando di capire cosa dovessero fare durante un incontro con Mario. Le ragazze rispondevano alle domande suggerendo quello che era la loro esperienza.
Mario leggendo quello che c'era scritto, riproverò tutte le ragazze, sempre garbatamente.
"Sono io l'oggetto del vostro piacere, fate quello che vi sentite di fare e come a voi crea piacere" scrisse categoricamente cambiando proprio titolo, "I miei desideri" un titolo più consono.
Qualcuna più timida avrebbe preso spunto allargando anche i propri orizzonti, qualcuna più aperta avrebbe fatto involontariamente da mentore alle prime.
Quando interveniva nei blog, era per mettere un punto fermo sull'argomento in caso lo riguardasse. Quei messaggi, spesso stringati e concisi, ma sempre chiari, furono soprannominati "Pillole di saggezza", era un modo per prenderlo in giro simpaticamente.
La domanda più gettonata, soprattutto posta da chi era stata inserita da poco nel blog, era se avesse una ragazza o se la stesse cercando. Benché si fosse affezionato a molte delle frequentatrici del blog e soprattutto di chi l'aveva usato per divertirsi le risposte era un no secco, a entrambe le domande. Per essere chiaro lo aggiunse come sottotitolo al blog. Qualcuna l'accusò di essere superficiale sotto quell'aspetto.
"Mettila così, considerami un libro che una tua amica ti ha passato, usami come fermaporte oppure leggimi, ma considerami l'oggetto per il tuo divertimento e il tuo piacere" rispose deciso alle accuse. Si beccò una serie di cuoricini dalle lettrici, anche da chi l'aveva criticato.
Qualcuna nel blog vedendo i video suggerì di pubblicarli per far soldi, la cosa fu appoggiata da tutte, disposte anche a fare da comparsa, purché fosse sul suo giocattolino, così iniziarono a chiamarlo le utenti, essendo il gioco con cui tutte volevano usare.
"Io sono disposto a pubblicarli soltanto se, chi mi autorizza a farlo, accetta un pensierino fatto con gli stessi introiti che i suoi video hanno prodotto" propose nella chat raccogliendo pareri discordi.
Chi si accontentava di una rosa e chi si rifiutava, ammettendo legami sentimentali. Alcune confessarono di essere donne impegnate sentimentalmente con qualcuno, anche se avrebbero partecipato volentieri ai video.
"Però vi avviso che se raccolgo soldi sufficienti cambio il camper!" scrisse ancora così per ridere.
"Giusto, così ci ospiti tutte insieme!" fu la risposta che lo lasciò di stucco.
Tornò in città per incontrare Silvia, era riuscita a trovare un'oretta per divertirsi con il suo schiavetto, questa volta utilizzarono il van. Gli aveva lasciato le sue calzine di cotone che aveva indossato tutto il giorno, aveva l'obbligo di indossarle come preservativo, tutto il giorno, togliendole solo in caso di altri incontri. L'appuntamento seguente lei avrebbe lasciato il paio che indossava e sarebbe andata con quelle che aveva lui, ovviamente, dopo averle sporcate di crema.
Incontrò anche Lilly che lo dava per disperso, e la sua amica Natasia, che ne approfittava sempre per farselo 'succiare'. A riguardo, aveva iniziato a prenderci gusto a succhiarlo alla ragazza, che con qualche abile mossa dei suoi piedini sopra l'erezione di Mario, gli faceva perdere la testa in pochi istanti, rendendolo mansueto e disponibile a succhiarglielo anche per ore. Se lasciarle usare la bocca era il prezzo da pagare per farselo schiacciare così piacevolmente era un sacrificio disposto a farlo, ormai diventato un piacere più che un sacrificio.
Incontrò Jovana il pomeriggio seguente, che, disinibita dai commenti sul blog, si era lasciata andare facendosi prendere dalla passione e dal piacere togliendosi tutte le voglie e le curiosità che le erano rimaste su quelle pratiche che amava condividere con lui.
La stessa sera, qualche ora più tardi, lo contattò Lilly tramite messaggio invitandolo ad andare al parcheggio. Come di consueto, quando la raggiunse, la ragazza, si pulì le suole dei suoi splendidi stivali schiacciandoglielo all'interno del van.
Poi lo trascinò, prendendolo per una mano, fin dietro a la siepe che divideva il parcheggio dal marciapiede lungo il vialone.
Lo fece sdraiare dietro la siepe, Mario non capì lo scopo della cosa, sentì lei e Natasia come di consueto parlottare nella loro lingua. Fatte le dovute prove, per vedere cosa si vedesse dalla strada e controllato che la siepe stessa, e l'ombra delle piante proiettata dai lampioni, lo nascondesse, Lilly, salì nuovamente sull'erezione passando l'intera serata a schiacciarglielo di nascosto dai passanti lungo la strada.
Quella sensazione di trasgressione lo eccitava ancor di più, sentiva le macchine passare sul vialone, qualcuna sembrava rallentare proprio sulla strada davanti a Lilly. L'adrenalina saliva oltre all'eccitazione dei suoi piedi che lo schiacciavano.
Nessuno sembrava voler caricare le due orientali per qualche ragione inspiegabile secondo Mario, sarà stato di parte, ma le avrebbe caricate volentieri entrambe solo per il loro fascino, magari offrendo loro una cena. Pensandoci era felice che nessuno le avesse caricate, si sentiva un po' geloso di Lilly, anche se si era affezionato a entrambe.
Sentì dei rumori, era quel suono armonioso di tacchi, riconoscibili, Natasia si stava avvicinando a dove si trovava Lilly e Mario ancora disteso a farsi calpestare. Le sentì parlare tra di loro nella loro lingua, gli sarebbe piaciuto conoscere di più di entrambe, oltre la loro lingua, così da poter comunicare con loro comunque.
Quando la sentì salire sulla sua erezione fu felice del suo arrivo. Se a Lilly piaceva farlo, Natasia era brava a farlo. Lilly si era già fatta leccare le suole dei suoi stivali mentre attendeva un eventuale cliente. Natasia lo fece dopo avergli sporcato la cappella nel ripulirsi le suole dei suoi sandali neri. Gli salì con entrambi i piedi sul viso.
"Succia!" gli aveva detto pochi istanti prima di infilargli il piede in bocca. Lui leccava avidamente la suola, mentre vedeva con un occhio, l'unico scoperto, la ragazza in piedi sul suo volto masturbarsi. Erano all'ombra delle piante che li proteggeva dalla luce diretta dei lampioni, ma quel pene sembrava quasi vederlo illuminato. Lo voleva.
Un'auto rallentò fino a fermarsi proprio in corrispondenza dove si trovavano. Non capì precisamente cosa disse la persona che si fermò, capì soltanto il prezzo richiesto. Duecento? Si domandò, cosa diavolo gli aveva chiesto quel passante andato via subito dopo. Probabilmente aveva chiesto entrambe, cento a testa pensò. L'adrenalina gli salì ancora in quella situazione.
"Succia!" ordinò Natasia cambiando il piede che gli stava in bocca con quello con il quale gli stava sul viso. La pressione su di lui era piacevole, non erano insopportabilmente pesanti, lo erano al punto giusto per farlo eccitare, anche se sul pene ne avrebbe voluto sempre di più.
Soddisfatta del suo succhiare il piede lo tolse, lo guardava dall'alto del suo petto masturbandosi vogliosa. Mario aprì la bocca come per farle capire che lo voleva in bocca. Non era chiaro se intuì la voglia di Mario o se corrispondesse alla sua di voglia. Si accovacciò tenendo la testa di Mario tra le sue gambe. La vide abbassarsi, sembrava durare delle ore quel movimento che avvicinava quel pene già duro alla sua bocca.
Tutto accelerò quando Lilly iniziò a giocare con i suoi tacchi sul glande, in particolare giocava con la sua uretra, stuzzicandola con il tacco. Da quel momento il tempo riprese a correre veloce l'adrenalina, l'eccitazione, quei movimenti sul suo pene e l'altro altrettanto gonfio nella sua bocca, tutto incontrollabile quanto veloce. Non era l'unico a essere al limite, dopo aver penetrato la sua bocca a fondo, e dopo averglielo fatto succhiare a lungo, Natasia stava per esplodere. Lo tolse dalla sua bocca proprio mentre Lilly entrava con il tacco nella sua uretra, aveva iniziato a muoverlo su e giù dolcemente lasciandolo letteralmente a bocca aperta dal piacere. Vedeva quel pene allontanarsi, guardò Natasia negli occhi, il buio non permetteva di vederli chiaramente, aprì la sua bocca maggiormente per farle capire di continuare.
Si abbassò e accontentò quella voglia così chiara di quella bocca sotto di lei. Gli piaceva sentire quel pene percorrere tutta la sua bocca.
"Succia!" disse andando a fondo più volte nella sua bocca. Lo estrasse improvvisamente, sentiva un certo tremore nelle sue gambe attaccate al suo corpo, lo appoggiò sulle labbra, lei lo guardava lui apriva maggiormente la bocca per farle capire di proseguire, era giunta alla fine gli spruzzò in bocca, sentì la crema riempirgli parte della bocca, Mario si attaccò al suo pene afferrandolo dolcemente con le labbra, in bocca gli stava stuzzicando il glande con la lingua, sentì altri spruzzi in bocca, inghiottì velocemente iniziando a succhiare la cannuccia che aveva in bocca. Si mosse ancora per farglielo entrare in bocca completamente.
Si fermò lasciandoglielo in bocca, quando Mario esplose spruzzando lungo tutto il tacco e parte della suola di Lilly. Tolse il tacco dall'uretra, anche con quel movimento lo fece eccitare e un ulteriore spruzzo finì sotto la suola dello stivale.
Sentì le due ragazze parlare, Natasia si alzò e Lilly ne approfittò per farsi leccare le suole sporche degli umori di Mario. Leccò fino all'ultima goccia e una volta fatto si trovò con Natasia a schiacciarglielo, sembrava voler ricambiare che gliel'aveva succhiato fino in fondo, applicandosi così maggiormente nel calpestarglielo.
Lilly in piedi vicino al suo viso come lo era stata prima l'amica, lo guardava. Mario aveva cercato di guardarle sotto la gonna, ma la poca luce non aiutava di certo. Non vide nulla, ma ebbe modo di leccargliela con immenso piacere per Mario, la sentì fremere e allontanarsi allo stesso tempo, il volto di Mario era nascosto dalla gonna della ragazze accovacciata su di lui. Non poteva vedere che aspettava con la bocca aperta qualche dono speciale anche da lei, così quando cercò di alzarsi lui la fermò, prendendola per i fianchi così da tenerla a portata di lingua. Le gocce gli arrivarono in bocca, quel succo che voleva tanto anche da lei gli si appoggiò sulla lingua per poi scomparire, continuò a giocare con la sua lingua dentro e fuori, non si accontentava di così poco, ne voleva ancora. Si sentì toccare la testa pochi istanti prima di riceverne altro, lo teneva per i capelli lasciandosi andare una seconda volta.
La trasgressione di quella sera, la sua prima volta, si fissò indissolubilmente nella sua testa. Si sentì ancora più legato alle due ragazze orientali. Era rimasto qualche minuto a terra anche quando le due ragazze si erano allontanate da lui dandogli modo di alzarsi, sembrava in estasi mistica. Si fece dare il numero di cellulare anche di Natasia, voleva poterla sentire come sentiva Lilly. Salirono sull'ultimo pullman della sera e Mario se ne andò nel suo van felice come un bimbo a Natale.
Quando aggiungeva altre foto sul blog e negli annunci, era indiche che aveva incontrato qualche ragazza che condivideva gli stessi interessi. Quel gesto creava un po' di scompiglio nel blog, molto di più tramite i contatti privati. Qualche gelosia, amarezza per non poter partecipare invidia delle usufruitici del corpo erano i vari sentimenti che si trovava, tra le righe, a leggere nei messaggi.
Benché sia stato ben disponibile ad accontentare tutte, doveva comunque lavorare per mantenersi. In ogni caso, s'informò per vedere cosa comportava mettere i video, opportunamente montati, fatti durante gli incontri nei siti appropriati. Riassunse le condizioni anche nelle parti alte del blog. Oltre a una totale approvazione, l'intento delle ragazze era quello di farne tanti altri, scusante che sott'intendeva altri incontri con loro.
Iniziò a montare un primo video per vedere che impatto avesse una volta caricato nel web, dopo averlo fatto commentare alle dirette interessate prima, e poi al resto del blog.
Visto si stampi, si sarebbe detto in editoria. Caricò il primo video in alcune piattaforme hard tra le più conosciute.
I contatti, aumentavano di giorno in giorno, quasi espandendosi a macchia d'olio in tutta la regione e in tutto il nord Italia. Per la maggior parte capì che era a causa delle utenti dei piani bassi e del loro passaparola alle conoscenti e amiche. Così anche per Viviana, Marzia e Miriam che allargarono, quasi involontariamente, alle 'compagne di classe' le loro esperienze.
Qualche contatto ci fu al di fuori della Lombardia, molto interessante agli occhi di Mario, o meglio a pelle considerando che stava comunicando con le interessate tramite mail.
Sarebbe voluto andare da loro, ma la mole di lavoro lo teneva attualmente legato alla città. Niente di impegnativo, qualche ora qui e qualche altra a una decina di chilometri, ma spostamenti di qualche ora erano impensabili, almeno per ora.
"Durante questo fine settimana non so se riusciamo a trovarci" annunciò al trio di amiche che in vivavoce, spesso sovrapponevano le loro voci pur di parlare con lui, l'avevano chiamato durante il pranzo.
"Venerdì sera c'è un vip nella discoteca che fa parte del gruppo, quella sul lago" spiegando loro l'impegno che non avrebbe consentito di trovarsi già da venerdì sera.
Gli shooting nella discoteca iniziavano all'apertura fino a quando il vip di turno se ne andava, il che significava, mezz'ora dopo oppure a chiusura del locale. Dopodiché il suo lavoro era preparare il materiale per i social e tutto quanto fosse annesso all'evento e il tutto andava fatto entro le ventiquattro ore successive, anche se per il cliente era sempre meglio prima, quasi in contemporanea. Spesso gli riusciva, almeno sui social, per il resto ci voleva più tempo, ma essendo metodi di comunicazione più lenti aveva modo di realizzarli in un secondo momento.
"Possiamo vederci domenica nel pomeriggio!" propose per dar loro una garanzia di esserci e dedicarsi a loro evitando di dover rimandare all'ultimo.
"Tu sei matto!" risposero in coro al vivavoce improvvisamente, la loro voce squillante lo fece quasi spaventare. L'avevano fatto parlare e spiegare in silenzio per poi scatenare la loro indignazione.
"Non riusciamo a resistere fino a domenica!" protestò Marzia. Le sentì parlottare, discutere sovrapponendo le voci una sopra l'altra. Mario non capiva più niente, né cosa dicessero, tantomeno se quello che farfugliavano fosse rivolto a lui.
"Aspetta, ci risentiamo più tardi!" si sentì dire da Viviana prima di chiudere la chiamata. Era certo che la ragazza se la fosse presa per qualche ragione, conoscendola stava pensando che non le volesse più rivedere, ma contava sul fatto che le altre due amiche l'avrebbero fatta ragionare.
"Ci spostiamo noi!" annunciò un messaggio della stessa Viviana con una sfilza di cuoricini e bacetti infiniti.
"Non c'è bisogno, facciamo in un altro modo!" disse Mario richiamandola al cellulare appena letto il messaggio.
"Non ti preoccupare, non è un problema, una discoteca vale l'altra, oltretutto possiamo entrare gratis lì al venerdì sera" spiegò felice di aver trovato la soluzione.
"Vi ricordate che il giorno dopo devo lavorare?" ricordò loro mentre sentiva al microfono che stavano già festeggiando e fantasticando sul dove le avrebbe portate.
"Sì, mentre tu lavori noi faremo un giretto così ti lasciamo in pace fin quando non finisci, poi domenica tutto il tempo insieme a te" spiegò Marzia, la più pratica del trio, che aveva ben pianificato ogni passaggio del piano.
"Io non so ancora se riesco a venire con voi" confessò Miriam un po' triste per la cosa, speranzosa di avere qualche possibilità di presenziare.
"Non ti preoccupare, abbiamo visto che il posto c'è se ci stringiamo" disse ridendo, ripensando alla notte passata insieme.
"Io ho voglia!" protestò lei allontanandosi triste dalle due amiche che erano rimaste vicine per parlare con lui.
"Ci vediamo in disco, ti mandiamo un messaggio quando arriviamo!" spiegò Marzia guardando Miriam allontanarsi.
"D'accordo, portatevi vestiti caldi e qualche coperta!" le sorprese Mario.
"Perché?" domandarono le due ragazze di rimando.
"Sorpresa!" rispose lui.
Si era mosso presto per raggiungere la discoteca, durante il tragitto aveva avuto modo di fare le scorte settimanali alimentari e non, riempiendo le riserve di acqua e svuotando quelle di scarico.
Arrivato alla discoteca, aveva trovato posto al parcheggio riservato e custodito per i vip e per il personale del locale. Incontrò Adam, il buttafuori dell'altra discoteca che con qualche collega era stato spostato per assistere all'arrivo del VIP. Come pedine, alcuni membri del personale, veniva spostato nelle varie discoteche facenti parte del gruppo in base alle necessità. Quando era previsto un evento particolare, nella discoteca che lo ospitava, veniva spostato il personale per rinforzare quello già presente per l'arrivo di numerosi clienti. I VIP di un certo calibro erano parte di quegli eventi.
In quella discoteca, gli davano una sorta di sgabuzzino al piano superiore, dove mettere le sue attrezzature e da usare come ufficio momentaneo in caso di bisogno. In genere si rintanava in quello stanzino o in uno dei corridoi per preparare e inviare le prime immagini per i social, che in qualche caso avrebbero accalappiato qualche cliente in più se venissero caricate il prima possibile.
Quella sera il VIP di turno comparve in compagnia di qualche sua inviata, giusto per fare qualche foto per il gossip, fece presenza per quasi due ore e scomparve, collaborò tranquillamente al lavoro di Mario che era lì per documentare la sua presenza nel locale. Chiaramente, come spesso accadeva, era pagato per farsi vedere, fotografare e fotografarsi per i suoi social personali, per un determinato periodo per poi scomparire e riapparire in un altro locale dove era prevista la stessa comparsata.
Era chiaro che il nome del VIP attirava persone, in genere i suoi followers. Il locale ne traeva pubblicità, secondo quanto questo personaggio fosse seguito attirando di conseguenza chi lo seguiva. Doveva semplicemente offrirgli ingresso, cibo e bevande, soprattutto quelle, gratis oltre a un onorario di tutto rispetto.
Fu una fortuna per Mario quella toccata e fuga. Era riuscito a svolgere il suo compito velocemente caricando gli scatti sui social, iniziando a scaricare le immagini per proseguire le altre lavorazioni. Aveva creato delle routine, che mentre scaricava le immagini queste si preparavano per l'eventuale utilizzo sulla carta stampata. Oltretutto con quel veloce passaggio non aveva fatto nemmeno tanti scatti, rispetto al solito almeno. Se ne rese conto quando apparve il conteggio dei file mentre li scaricava sul disco rigido, ne aveva fatti di più durante uno dei suoi appuntamenti con le ragazze, si trovò a pensare.
Lasciò lavorare il programma per conto suo, girando per la discoteca, fermandosi a ballare qua e là interrotto dagli 'amici' che presentavano amici e via dicendo. Anche qui, come in altre discoteche della stessa proprietà era riconosciuto come membro dello staff venendo trattato da PIC: Persona Importante da Conoscere.
"Ciao bellissimo!" disse una ragazza dai capelli lunghi biondi. Mario non era certo del suo colore perché sembrava avesse una sorta di arcobaleno verso la punta dei capelli. A scuola, alle superiori, quella colorazione veniva chiamata, tipo Mio Minipony. Ma potevano essere le luci degli spot a dargli quell'impressione. L'aveva preso per la mano gentilmente mentre si dirigeva verso la porta che dava verso i bagni.
"Mi chiamo Annarita" si presentò la ragazza. Molto più bassa si presentava ben vestita, un po' provocante, metteva in mostra il suo fisico prorompente. Il suo sorriso, e quello dell'amica, allo stesso modo provocante era uno spettacolo, sembrava trasmettere gioia e voglia di vivere.
"Lei è mia cugina Annalisa" aggiunse indicando con un gesto la ragazza accanto a lei. Anche lei aveva capelli castani con la stessa sfumatura cromatica il che gli fece pensare che fosse causa delle luci in quella parte del locale.
"Ciao, mi chiamo Mario!" si presentò offrendo loro il suo miglior sorriso.
"Si lo sappiamo, tutte ti conoscono qui dentro!" gli fece notare Annarita.
"Sei il fotografo della discoteca" aggiunse Annalisa prendendogli l'altra mano con gentilezza.
"Lo sai che sei altissimo?" continuò squadrandolo dall'alto al basso.
"No, ti sbagli è che sono su un gradino" rispose sorridendo loro. Le due ragazze iniziarono a ridere abbracciandosi a lui. Erano molto affettuose, notò Mario vedendo la loro spontaneità nei gesti.
"Se mi aspettate qualche minuto vado in bagno a rifarmi il trucco" disse Mario facendole ridere. Sembravano ubriache da quanto ridevano, ma non si sentiva odore di alcol arrivare da loro, forse si erano fatte di qualcosa, pensò. Era molto critico, la sua battuta non era da Zelig, eppure le due cugine se la ridevano come matte.
"Ti accompagniamo!" propose Annarita. Non che era un problema, considerando che la stessa porta introduceva a un corridoio che portava poi ai due bagni diversi, ma la proposta, gli sembrò strana.
"D'accordo!" disse accettando la loro compagnia restando con il dubbio.
Finalmente la porta e il corridoio attutivano la musica, e la luce bianca che lo illuminava, svelò il segreto delle sfumature dei loro capelli, una dal biondo al rosso, una dal castano chiaro all'azzurro. Avevano anche dei fantastici occhi azzurri quasi grigi. Si accorse che si era imbambolato a guardarle mentre le due ragazze percorrevano davanti a lui il corridoio.
"Ti aspettiamo qui!" disse Annalisa appena fuori dalla porta del bagno degli uomini. Aveva due guardie del corpo di tutto rispetto, sorridenti e prorompenti. Entrò in bagno uscendo poco dopo con le mani bagnate, l'asciugatore era guasto. Fecero un cenno per prendergli nuovamente la mano.
"Ho le mani bagnate, non funziona l'asciugatore!" disse loro evitando la presa.
"Non te la sarai fatta addosso?" domandò ridendo Annarita.
"No, per quello ho il pannolone!" rispose lui scatenando la risata delle due cugine.
"Allora se è acqua, non importa, te l'asciugo io" continuò a ridere prendendogli la mano e portandosela sotto la gonna.
"Che fai?" domandò ritraendo la mano mentre arrossiva palesemente.
"Ti asciugo la mano" riprendendogliela velocemente tra le sue continuando a sorridergli.
"Non ti piacciamo?" domandò Annalisa facendogli l'occhiolino. Domanda imbarazzante, avevano dei bei lineamenti, e avevano tutto in regola per essere ragazze, un po' formose, ma per nulla sgradevoli, oltretutto sembravano simpatiche.
"Non ho detto questo!" rispose imbarazzato.
"Cosa non va?" domandarono quasi contemporaneamente. Non seppe rispondere. S'incamminò nel corridoio ritornando nella discoteca, aveva un vantaggio, non avrebbero più notato il suo imbarazzo. Le due ragazze lo seguirono come un'ombra. Uscì all'aperto c'era una breve scalinata che portava alla base di una specie di palco, con un salto passò sopra la ringhiera fermandosi accanto alla scala, evitando così la gente che ballava sui gradini.
"Mario, aspetta!" sentì chiamare dalle due ragazze che erano bloccate sulla scala. Si era voltato per vedere dove fossero. Le sentiva parlare, era chiaro che dal loro muovere le labbra stavano dicendogli qualcosa, si avvicinò alla ringhiera attaccandosi alle sbarre per avvicinarsi a loro.
"Ti stiamo dando fastidio?" domandò ad alta voce Annarita.
"No, assolutamente!" rispose lui, effettivamente la cosa più che dargli fastidio l'aveva colto impreparato e alla sprovvista. Se era quello che volevano era ben felice di mettersi a disposizione del loro piacere.
"Non ti va di giocare con noi?" domandò Annarita strusciando il dorso del piede all'altezza delle sue parti intime mentre allo stesso tempo si strusciava sulla sua mano attaccata alla ringhiera.
Tolse l'altra mano dalla ringhiera per tenerle la caviglia nel punto dove già la stava muovendo. Le due ragazze si scambiarono sguardi, lui non si accorse, guardava le loro caviglie adeguate ai loro corpi, lo affascinavano quanto lo eccitavano. Vide arrivare anche il piede di Annalisa a fare lo stesso movimento.
"Ti piace?" domandò Annalisa accarezzandogli i capelli sorridendo maliziosamente mentre lo sentiva sotto i pantaloni crescere in dimensione. Lui le guardò senza ammettere niente, ma era chiaro che l'avevano capito.
"Ti piacciono i piedi scommetto" disse Annarita impossessandosi della sua mano mettendosela sulle sue parti intime usandola per masturbarsi. Un'altra che aveva letto nei suoi pensieri.
"Se lo tiri fuori, ci giochiamo un po'!" suggerì Annalisa. Mario si guardò attorno preoccupato che a causa del volume delle loro voci qualcuno li potesse sentire. Dietro di lui un grande vaso e una parete che si stringeva verso la ringhiera delle scale. Non erano soli, una marea di gente attorno a loro incurante della loro presenza. Eccitato dalla trasgressione lo tirò fuori e l'appoggiò sul gradino ai loro piedi.
"Schiacciatelo!" propose Mario mentre anche Annalisa si era appropriata della sua mano con lo stesso scopo della cugina.
"Siamo pensanti!" gli fece notare Annarita eccitata. La mano di Mario che stava usando era già bagnata dei suoi umori. Della sua affermazione non importava, voleva lasciarglielo fare, anche perché era vero che erano corpulente, ma al massimo pesavano in due quanto tre delle altre ragazze, quindi sarebbe stato soltanto un piacere se l'avessero fatto.
"Non importa, a me piace!" disse loro. Si fermarono qualche istante dal toccarsi, giusto il tempo per salire sul quel pene in erezione appoggiato sul gradino. Ripresero le sue mani e continuarono imperterrite mentre glielo schiacciavano. Era fantastico, il loro peso lo sentiva ancor più piacevolmente di quanto potesse immaginare.
"Adoro schiacciartelo!" disse Annarita prendendoci gusto nel farlo, la sua voce era eccitata al massimo e la mano di Mario ne era la prova perché la sentiva bagnata.
"Te lo spacco!" disse Annalisa alzando la voce più di quanto avesse fatto in precedenza, anche lei a giudicare dalla mano era impazzita di piacere. Iniziò a saltellargli sopra.
"Avvicinati!" ordinò Annarita guidando la sua testa alla ringhiera. Mario la lasciò fare appoggiando il volto tra i due ferri che la sostenevano, Annarita si avvicinò contemporaneamente con il bacino.
"Leccamela!" aggiunse appoggiandola al viso di Mario per farsela leccare dopo aver sollevato la gonna per mostrargliela. Mario non aveva sentito quanto aveva ordinato la ragazza, ma era chiaro cosa volesse che facesse. Leccò di gusto, la sentì gemere di piacere regalandogli ancora tutti i suoi umori.
"Stai attento che un giorno di questi ti violento!" annunciò soddisfatta di quanto avesse fatto.
"Tocca a me!" ordinò anche Annalisa. Mario si avvicinò a lei ottenendo la stessa parte da leccare, anche lei si tolse una buona dose di soddisfazioni lasciandole in bocca a quel ragazzone tanto disponibile a farle godere entrambe.
Soddisfatte, probabilmente non completamente abbassarono al gonna come se niente fosse stato.
"Lasciaci il numero, così possiamo divertirci ancora" propose Annarita a Mario bloccato alla ringhiera dal loro peso che lo teneva ancorato al gradino. Passò loro il cellulare e si fece lasciare il numero.
"Se vuoi, sarei felicissima di spaccare questo bel coso con i piedi!" disse orgogliosa Annalisa di quanto stesse facendo ancora.
"Quando volete!" accettò gentilmente la loro proposta. Restarono ancora una mezzoretta sul pene di Mario facendo finta di niente mentre lui accarezzava le loro caviglie eccitato.
"Posso fare qualche foto?" domandò Mario timidamente attirando l'attenzione delle due ragazze che non lo calcolavano più da un po'.
"Certo, basta che poi le fai avere anche a noi!" rispose Annarita contenta della proposta. Rubò parecchie foto di quegli istanti. Qualcosa o qualcuno le fece poi spostare lasciandolo libero di muoversi. Aveva ancora i loro piedi vicino, avrebbe voluto metterlo nuovamente sul gradino per farselo schiacciare ancora, ma si accorse che stavano andandosene facendogli un cenno con la mano e regalandogli un ennesimo sorriso.
In questa, al contrario dell'altra discoteca le piscine erano sostituite da una fantastica vista sul lago, una scogliera a uno, due metri sul livello dell'acqua, in base se il lago se fosse in piena o meno. Di giorno la discoteca nei mesi caldi, si trasformava in una sorta di lido, la sera si trasformava in un locale di musica e ballo.
Vedere un sacco-poltrona libero, gli portò alla mente ancora una volta l'incontro con Viviana. Stranamente era posto su una specie di piccolo promontorio che si stagliava al di sopra degli scogli sottostanti, strano vederlo oltre quella ringhiera che impediva di finire di sotto agli eventuali ubriachi.
Molta gente ballava su una sorta di piazzetta proprio sulle rive del lago, altri si assiepavano sullo spiazzo poco più in alto. Durante il giorno era affollato invece da persone sdraiate sui lettini a prendere il sole, lettini che alla sera sparivano totalmente. Altri erano seduti su di un pontile che si estendeva nel lago per una decina di metri, altri ancora, erano seduti sugli scogli proprio sotto il promontorio. Il vantaggio di quest'ultimi era la protezione dalla musica forte che forniva la scogliera sulla quale erano seduti e la penombra, nelle giornate calde, chiunque si trovava in quei posti godeva di un'arietta fresca provenire dal lago.
Come vide il sacco-poltrona, si diresse verso di lui scavalcando la ringhiera che lo separava dal resto della struttura. Poco prima della ringhiera delle panchine rivolte verso il lago stranamente libere, aveva pensato di fermarsi lì, ma il sacco era troppo attraente più che dalla comodità dalla scaramanzia. Attribuiva a lui, oltra alla pianta soprastante, nell'altra discoteca, la fortuna di aver incontrato Viviana e le sue amiche.
Sistemò il sacco in modo che potesse guardarsi attorno, lo appoggiò in un punto rialzato sulle rocce dello stesso promontorio, gli consentiva di essere più in alto riuscendo a vedere oltre la ringhiera, avvicinando il sacco alla ringhiera stessa per fargli da schienale.
Qualcuno lo riconobbe facendogli conoscere altri amici, il posto che sembrava tranquillo di tanto in tanto si affollava di persone intente a guardare il panorama.
"Non balli?" domandarono alcune ragazze che simpaticamente si erano avvicinate poco prima. Aveva voglia di farlo soprattutto per sgranchirsi le gambe. Iniziò a ballare sul promontorio e le stesse ragazze e qualche loro amico ballavano sulle panche dietro la ringhiera,
"Sembri un cubista da lì sopra!" commentò una di loro quando Mario iniziò a ballare su quel promontorio che sovrastava scogli e solarium in vista da tutti.
Ballava bene, così dicevano le persone più gentili, a lui dava l'impressione di essere in preda a convulsioni date da qualche acido. Non gli piaceva ballare per ore di fila, ed era piuttosto selettivo riguardo le musiche al ritmo delle quali si muoveva.
Si sedette sul sacco, solo alcune delle ragazze che avevano voluto attaccar bottone con lui si erano fermate sedute comode sulla panca appoggiando le gambe alla ringhiera per rilassarsi.
"Meglio che mi volto" disse ad alta voce mentre sorrideva, alle tre ragazze sedute sulle panche oltre la ringhiera.
"Perché?" domandò una delle tre, Serena era il suo nome, indossava occhiali da vista con la montatura nera perfetta per i lineamenti del suo viso.
"Perché se mi siedo così, vedo chiaramente sotto la vostra gonna!" rispose ridendo. Serena sorrise, indossava dei jeans attillati, Dana e Jade abbassarono le gambe per non dargli quella possibilità.
"Siediti pure!" disse Dana sorridendo, era la più vicina a lui tra le tre ragazze. Mario si sedette nonostante avesse insistito per girare il sacco subendo le proteste delle tre ragazze.
Si era appoggiato alla ringhiera con la testa mentre guardava il cellulare in attesa dei messaggi delle sue amiche.
"Se ti metto i piedi in faccia, possiamo alzare nuovamente le gambe!" propose Dana ad alta voce ridendo alla sua stessa proposta.
"Sì, infatti, è una soluzione anche quella, chissà perché non ci ho pensato?" ribatté stando al gioco della ragazzina. Non ne era certo ma tra le tre ragazze sedute Dana sembrava più giovane.
Qualche istante dopo le due sorelle alzarono le loro gambe riappoggiandole alla ringhiera ben attente a coprire le loro parti intime con la loro gonna.
I piedi di Dana arrivarono sulla ringhiera proprio dove Mario aveva appoggiato la testa per rilassarsi. Le guardò sorpreso del gesto che entrambe avevano appena fatto.
"Puzzano?" domandò Jade sorridente, avvicinando i suoi piedi a quelli della sorella che stavano a qualche centimetro da lui. Mario le guardò si avvicinò con il viso ai piedi di Jade li annusò, poi si spostò verso i piedi della sorella, annusò anche i suoi e guardò Serena.
"I tuoi no" disse Mario a Jade serio.
"Quelli di Dana, tantissimo!" continuò la sua recensione ridendo facendo l'occhiolino a Serena e Jade.
"Scemo non è vero!" protestò la ragazzina ritraendo le gambe e riportando i piedi a terra.
"Stavo scherzando!" disse cercando di strapparle un sorriso.
"Io mi lavo!" aggiunse la ragazza tenendogli il muso sorridendogli subito dopo.
Arrivò il messaggio di Marzia, sentendo vibrare l'orologio che aveva collegato al suo cellulare. Lo lesse e rispose indicando dove potevano trovarlo.
"È la tua ragazza?" domandò Serena incuriosita dal suo sorriso mentre rispondeva al messaggio.
"Non ho la ragazza" spiegò lui riponendo il cellulare.
"Sono delle amiche che sono appena arrivate!" spiegò per sciogliere il suo dubbio.
"Potremmo scambiarci i numeri, se ti va!" domandò Jade.
"Così potrai annusare i nostri piedi altre volte" aggiunse ridendo Dana.
"Almeno vedrai che mi lavo!" sottolineò subito. Scoppiarono a ridere tutti.
"Con piacere, ricordate però di non mettere la gonna!" fece l'occhiolino per prendere in giro le due sorelle.
Passò loro il cellulare così che aggiungessero i loro numeri alla rubrica facendo poi uno squillo per memorizzare il suo stesso numero.
Vide arrivare le ragazze, le salutò con un gesto per farsi vedere da loro. Non era difficile considerando l'altezza di Mario. Il loro sorriso si spense quando si accorsero che accanto a lui c'erano le tre ragazze che sedute sulle panchine si voltarono quando lo videro gesticolare per capire chi fossero le sue amiche.
Lo salutarono un po' fredde, c'erano altre due ragazze che non conosceva che seguivano le tre amiche.
"È il vostro ragazzo?" domandò sorridendo Jade curiosa della loro risposta.
"Si!" risposero malamente Marzia e Viviana.
"Non è vero, sono delle mie amiche un po' permalose, quello sì" spiegò Mario facendo poi le presentazioni con le altre ragazze. Fatte le dovute presentazioni, e chiarito non ci fossero altre intenzioni da parte delle tre ragazze sulla panca, se non la curiosità di conoscerlo un po' meglio il clima si calmò.
"Ci ha portate Arianna con la sua auto!" spiegò Marzia presentando l'amica che insieme a una seconda ragazza le aveva raggiunte.
"Lei è Manuela, sua sorella minore!" aggiunse poco dopo presentando anche l'altra ragazza. Mario le salutò cortesemente com'era solito fare, sorrise loro. Sembravano gemelle quanto si somigliavano le due sorelle, se non per la colorazione dei capelli che alle luci fosche in quei punti sembravano più chiari quelli di Manuela.
"Possono venire con noi in camper?" domandò Marzia che come sempre arrivava subito al dunque delle cose. Tra l'altro, a parte le presentazioni parlava solo lei.
"Ok, ma vi dovrete stringere ulteriormente" spiegò lui pensando come erano stretti l'ultima volta.
"Ovvio, nessun problema" rispose Marzia per tutte.
"Hai un camper?" si intromise Dana curiosa. Raro, per lei, sentire che un ragazzo avesse un camper piuttosto che una fuoriserie da corsa.
"Sì, andremo in montagna, ma non ci ha detto dove!" protestò Viviana rispondendo al posto di Mario che si limitò a confermare con un semplice cenno della testa.
"Bellissimo, io e mia sorella abbiamo sempre desiderato viaggiare in camper!" spiegò la ragazza con tale passione che sembrava proprio cercare l'occasione per partire per un viaggio attorno al mondo senza mai una sosta. Anche la sorella Jade confermò intavolando un dialogo con tutte le ragazze presenti.
Scoprirono così che Mario ci viveva su quel camper che avevano citato un'infinità di volte.
"C'è un problema, non posso portarvi tutte, i posti a sedere sono soltanto 4 compreso il guidatore" spiegò Mario con un tono dispiaciuto per non poterle avere la compagnia di tutte le ragazze che avevano fatto tanta strada per arrivare fin in quelle discoteca.
"Se volete potete seguirmi con la vostra auto, ma vi avviso che dovremmo fare un po' di sterrato" disse spiegando meglio di che tipo di strada si trattasse precisamente.
"La conosciamo, andiamo spesso a fare quattro passi da quelle parti" si intromise Dana.
"Ci sarà fresco a quell'altitudine" confermò la sorella.
"A proposito avete portato qualcosa di caldo" domandò Mario.
"Si non ti preoccupare" confermò Arianna.
"Possiamo anche dormire in macchina" aggiunse la ragazza.
"Non se ne parla, vi stringete nel lettone!" si impose Mario alla proposta della ragazza appoggiata dalla sorella minore.
"Fosse stato più caldo, avremmo potuto dormire all'aperto, ma non mi sembra il caso!" spiegò ridendo.
"Comunque domani sera faremo, meteo permettendo facciamo una grigliata" annunciò mentre scavalcava la ringhiera per raggiugere le ragazze.
"Volete ballare?" domandò Mario guardando le nuove arrivate.
"No, siamo venute a prendere te!" chiarì subito Viviana con un po' di gelosia che l'assaliva.
"Potevate dirmelo che uscivo e vi venivo incontro!" spiegò Mario.
"Lasciamo perdere, il navigatore di Arianna ci ha fatto fare un giro per arrivare qui, che non immagini!" disse ridendo Marzia. Arianna protestò mugugnando qualcosa.
"Volete andare?" domandò lui non commentando l'affermazione di Marzia.
"Sì, è tutto il giorno che siamo in giro per colpa di mia sorella!" spiegò Arianna guardando male la sorella.
"Non avevo niente da mettere per venire in discoteca!" cercò una scusa Manuela.
"Hai l'armadio pieno oltre a rubare gli abiti dal mio!" la rimproverò ancora facendo sorridere tutte le ragazze che ascoltavano la discussione.
"Anche mia sorella mi ruba i vestiti" appoggiò le proteste Jade.
"Non è vero!" negò spudoratamente Dana.
"Come no, quello che indossi arriva dal mio armadio!" l'accusò nuovamente.
Si accese una discussione in cui Mario non voleva entrarci, mentre Serena, Marzia e Viviana se la ridevano di gusto.
"In ogni caso siete tutte vestite bene, d'ovunque vengano gli abiti" cercò di placare gli animi perché stavano urlando anche più del necessario attirando l'attenzione degli altri vicino a loro.
Salutarono le tre ragazze che restarono sulla panca a godersi il lago e la musica assordante.
"Fatti sentire!" disse Serena dando il classico saluto baciandolo sulla guancia.
"Aaaah!" urlò a squarciagola attirando l'attenzione di tutti nei paraggi.
"Ma sei impazzito!" gli diede una botta Viviana per farlo smettere di urlare.
"Mi ha detto lei di farmi sentire!" rispose facendo l'occhiolino a Serena con un sorrisone. Le ragazze iniziarono a ridere.
"Ok, meglio se ti scriviamo noi!" aggiunse ridendo prima che impazzisse di nuovo tirando altri urli a caso.
"D'accordo, quando volete!" sorrise nuovamente.
"Tu sei impazzito" lo rimproverò anche Marzia guardandolo storto.
Appena all'aperto, le orecchie come di consueto iniziarono a fischiare a causa del rumore della discoteca, ma appena l'udito si adattò a quello che in confronto sembrava essere silenzio.
Con l'occasione, grazie alla possibilità di dialogare senza dover urlare, sentì qualche rimprovero da parte di Viviana riguardo alle ragazze con le quali lo avevano trovato.
"Ti sono cascate in braccio?" domandò con aria severa.
"No, non c'erano piante" rispose lui serenamente strappandole un sorriso. Lei lo abbracciò forte, lui ricambiò l'abbraccio della ragazza affettuosa.
"Dev'essere la poltroncina che le attira!" aggiunse ridendo.
"Hai dato il numero a qualcun'altra?" domandò Marzia mettendosi anche lei a rimproverarlo.
"Sì, ad altre due ragazze oltre a loro" rispose sinceramente, inutile mentire, alla fine anche loro avrebbero visto le immagini che aveva fatto con loro.
"Tu sei impossibile!" lo redarguì gelosa. Abbracciò anche lei.
"Scommetto che ci hai fatto qualcosa!" insistette dopo un po' che lo stringeva a sé.
"Sì, poi vi faccio vedere!" confessò lui.
"Andiamo, altrimenti finisce che ti salto addosso qui nel parcheggio" confessò Marzia.
Mario fissò l'appuntamento con le ragazze fuori dal parcheggio presso l'area di servizio poco distante. Lui doveva rientrare per prendere le sue cose e il suo van, mentre le ragazze andarono direttamente alla loro auto per dirigersi all'area di servizio.
"Ciao!" incrociò ancora Annarita mentre stava per uscire con le sue cose in mano.
"Ti abbiamo fatto male?" domandò la ragazza mettendogli la mano nelle sue parti intime sopra ai pantaloni.
"No, è stato bello" confessò mettendo la sua mano su quella della ragazza che glielo stava tenendo in mano.
"Se vuoi, possiamo farlo ancora!" disse lei con un sorriso provocante.
"Volentieri, ma purtroppo devo andare" disse lui cercando di fare un passo per proseguire verso l'uscita.
"Bastano solo pochi minuti, mi fai godere con la tua lingua e ci salutiamo!" lo provocò lei stringendo il pene con la sua mano.
"Potresti divertirti più a lungo in un'altra occasione" propose lui altrettanto malizioso.
"Sicuramente potremmo trovare molto più tempo per farti godere!" spiegò stando al suo gioco.
"Io voglio distruggertelo con i piedi visto che ti piace tanto" obiettò la ragazza rubando la mano a Mario per metterla tra le sue cosce.
"A maggior ragione!" le sorrise Mario, si abbassò verso la sua fronte e appoggiandole le labbra la baciò dolcemente prima di allontanarsi.
Mezzoretta di strada ricca di curve e qualche tornante e imboccarono uno sterrato chiuso da una catena dopo una quindicina di metri. Mario scese ad aprirla, spostò oltre il van scendendo in attesa che Arianna passasse con l'auto chiudendolo dietro di lei.
Proseguirono lentamente, Mario aveva acceso i fari sistemati sopra il van per illuminare la strada che era percorribile dai veicoli, ma di tanto in tanto presentava degli ostacoli che se non visti potevano causare dei danni. Costeggiava un ampio prato, solo in parte illuminato dai fari dei veicoli, l'altro lato c'era una parte del bosco, a parte qualche insetto attirato dalle luci, durante la salita lungo lo sterrato non incontrarono altri animali, nonostante si sentisse molto vicino lo scampanare di alcune mucche, forse svegliate dal loro passaggio.
"È fantastico questo posto" commentarono le ragazze quando si fermarono. Erano al limitare di un bosco che dava su buona parte del lago. I fari del van illuminavano un paio di tavoli da picnic, uno dei quali si trovava proprio tra i due veicoli parcheggiati, qualche metro più in là i resti di un falò delimitato da alcune pietre.
Mario aveva volutamente parcheggiato in retro per avere dal letto un bellissimo panorama.
"Ci si può fermare qui?" domandò Arianna ripensando alla catena che Mario aveva tolto e rimesso al loro passaggio.
"Sì, se ti riferisci alla catena, serve per non far andare le mucche in strada" spiegò Mario rassicurandola.
"Ho passato parecchie notti qui a lavorare in beata solitudine, oltretutto i ripetitori dove vedi lampeggiare la luce rossa, mi regalano un buon segnale" precisò sorridendo ricordando le volte che si era fermato da quelle parti.
"Non c'è mai nessuno qui?" domandò Marzia ammirando il panorama del lago puntinato di luci.
"Di giorno, durante il fine settimana qualcuno lo trovi passeggiare e fermarsi per fare il picnic" spiegò spegnendo tutte le luci del van per gustarsi il panorama senza inquinamento luminoso.
"Di notte, solo qualche animale selvatico" spiegò tranquillamente sedendosi sulla panca da picnic ad ammirare il panorama.
"Sono animali pericolosi?" domandò preoccupata Manuela voltatasi nella sua direzione.
"Non credo, non siamo nella giungla, dove può saltar fuori qualche tigre!" rispose ridendo alla sua affermazione.
La luce era poca, la luna, nonostante fosse nascosta in parte dalle nuvole lasciava tranquillamente riconoscere le forme e se a favore di luce anche i volti.
"Se avete freddo, prendete la coperta, l'ho lasciata sul letto!" spiegò Mario montando le sue attrezzature per fare qualche foto comodamente seduto al tavolo.
"Bellissimo!" commentò anche Viviana dopo aver ammirato il panorama tentando di fare qualche foto ricordo con il cellulare, senza riuscire molto bene nel suo intento. Dal quel preciso tavolo, unico tra gli altri presenti, era possibile tenere d'occhio senza ostacoli visivi gran parte del panorama che si poteva ammirare da quella collina, spostandosi anche di qualche passo, il panorama risultava coperto da alcune piante o da qualche cespuglio. Mostrò al cellulare, alcune foto che aveva scattato in occasioni precedenti ad alcuni cinghiali e cinghialetti venuti a curiosare attorno ai tavoli in cerca di cibo, oltre ad alcune foto di una volpe avvicinatasi con lo stesso intento in un'altra occasione.
"Oddio, sono pericolosi?" domandò Manuela più preoccupata ancora dopo aver visto le foto.
"No di certo, se ti limiti a fotografarli e non dai noia ai loro cuccioli" spiegò tranquillamente come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
Manuela, così come Arianna e le altre ragazze, lasciava la città solo per andare in un'altra al mare, per quel motivo non conosceva gli animali che avrebbero potuto incontrare da quelle parti, per loro quel posto sembrava un'avventura oltre ogni limite del pensabile.
"Guarda che schifo di foto mi escono!" protestò Viviana passandogli il cellulare allungando il braccio. Si erano tutte radunate attorno al tavolo sfogliando sul cellulare le foto di Mario dove riconobbero altre immagini dello stesso panorama che vedevano ora fatte in altre occasioni.
"Ecco, ne vorrei una così" quando ne vide una che le piaceva più delle altre.
"Facciamola, passami ancora il cellulare!" disse Mario allungando la mano.
Avviò l'applicazione fotografica spiegando, passo per passo, come fare per ottenere una foto migliore in quelle condizioni di luce con i loro cellulari.
"Bella!" commentò Viviana dopo aver visto il risultato dello scatto.
"La tua è ancora migliore" gli fece notare ancora un po' delusa.
"Quella che vedi, è fatta con questa, la macchina che uso per il lavoro!" spiegò così la differenza di qualità e soprattutto di possibilità che la macchina fotografica aveva in più del cellulare.
"Puoi farne una e poi ce la mandi?" domandò interessata anche Manuela.
"Faccio qualche foto e rientriamo al caldo!" propose lui vedendole freddolose in balia dell'arietta che soffiava da quelle parti.
"No, resistiamo, con questo panorama non possiamo chiuderci dentro" commentò Arianna provando a fare altre foto come aveva spiegato Mario.
Scattò qualche foto, anche qualche autoscatto anche al gruppo riunito attorno al tavolo. Ne scattò altre verso la luna che si era quasi nascosa tra le piante e le nuvole. Lo schermo già rendeva molto l'idea, ma non quanto quando le videro sul portatile che aveva chiesto a Marzia di prendere dal van. I commenti entusiasti delle ragazze lo costrinsero a inviare a tutte il pacchetto di foto appena fatto in notturna.
"Sei bravissimo!" commentarono contente di vederle anche sui loro cellulari. Spente le apparecchiature che facevano luce, restarono ad apprezzare il panorama in silenzio le ragazze coperte da una delle coperte prese da camper.
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