Salve Mimmo, mi chiamo Beatrice, sono una bellissima travesta cinquantaduenne barese, castana, 3^ di seno e un bel culo tutto da sculacciare e frustare.
Sono di natura slave, mi piace essere dominata da master & mistress over cinquanta e sono un'ottima lecchina.
Voglio raccontarti una storia; una storia alquanto strana, accadutami quando lavoravo come governante presso l’abitazione di una famiglia ricca e conservatrice della provincia.
Fin qui tutto regolare; però marito, moglie e figlio maschio “gay”, avevano uno strano vizio, ovvero quello di sottomettere i loro dipendenti, obbligandoli a vere e proprie sessioni di BDSM. Buona musica per le mie orecchie.
Circa una decina d’anni fa, presi servizio come governante presso una famiglia di idee conservatrici e molto ricca.
Essa abitava in una sontuosa settecentesca villa alla periferia della città, circondata di verde.
All’inizio, mi sembrava una famiglia del tutto normale; finché, un giorno, don Nicolino, capofamiglia e uomo dal carattere fascistoide, mi convocò nel suo studio, arredato in stile antico e contornato di chincaglierie e cimeli fascisti, proponendomi un gioco alquanto strano e fuori dal suo rango familiare.
Don Nicolino: beatrice!?
Io: comandi, signore!
Don Nicolino: favorisca nel mio studio, ho qualcosa da comunicarle!
Il tono di voce di Don Nicolino non era di quelli imperanti, come dire alla Mussoliniana; ma piuttosto gentile e oserei dire allegro; tuttavia, quella convocazione improvvisa, destò in me, una certa preoccupazione; a tal punto che, mi domandai: “cosa vorrà da me, il padrone!?”
Don Nicolino: prego, si accomodi, Beatrice!
Io: come il signore desidera!
Don Nicolino: ascolti, Beatrice; come, avrà potuto notare, non ho avuto alcun problema ad assumerla, pur essendo la nostra, una famiglia conservatrice e di sani principii; vorrei chiederle un enorme favore, ovviamente dietro compenso!
Io: prego, signore, se posso l’accontenterò!
Don Nicolino: la nostra famiglia, è una famiglia dalla mentalità molto aperta, nonostante i sani principi!
Io: in che senso, mi scusi!
Don Nicolino: beh, nel senso che ogni tanto, ci concediamo delle piccole trasgressioni carnali, coinvolgendo i nostri e soprattutto le nostre dipendenti.
Io: capisco! Ehm, quali sarebbero queste piccole trasgressioni carnali!?
Don Nicolino: beh, ogni settimana, di concerto con mia moglie Donna Sofia e mio figlio Alceste, che è anche come dire, un po' gay, organizziamo delle vere e proprie sessioni di BDSM!
Io: fantastico! Le devo confessare, signore che, la sottoscritta, è di natura slave, piace essere dominata da donne e uomini over cinquanta, sono anche un’ottima lecchina e all’occorrenza, posso fare anche la sguattera!
Don Nicolino: ok così, mi piaci! Clotilde!?
Clotilde, la seconda cameriera: “comandi, signore!”
Don Nicolino: ci serva un buon caffè, con dei biscotti!
Clotilde: subito signore!
Sorbito il caffè e gustati gli ottimi biscotti, Don Nicolino, mi condusse nel seminterrato della villa; ove, vi era una taverna adibita a camera rossa; arredata in stile antico e con quadri raffiguranti simboli fascisti, un ritratto del Duce e una foto raffigurante teschio, con pugnale in bocca e la scritta Me ne frego!
Don Nicolino: cara la nostra Beatrice, questa, è la nostra camera rossa; dove, diamo sfogo alle nostre periodiche, carnali perversioni!
Io: molto originale ed in linea, con le vostre idee e principii!
Don Nicolino: certo! Noi, oltre ad essere Mussoliniani, siamo anche Dannunziani; come, può notare, vi è anche un suo ritratto!
Io: capisco!
Don Nicolino: bene! Ora, ritorni al suo lavoro; le faccio sapere quando organizzeremo la sessione, sarà Donna Sofia a comunicarglielo!
Io: bene, sono a vostra disposizione, signore!
Al sol pensiero di esser’ dominata da quell’omone alto e barbuto, corsi in bagno a masturbarmi, come una zoccolona allupata, mi alzai l’uniforme da domestica e iniziai a smanettare il mio cazzetto picolo, piccolo, se lo vedi sembra più un clitoride che un pene!
Ti devo dire che, sborrai in men che non si dica! Ma sinceramente, avevo bisogno di un bel tronco carneo da 30 centimetri che, mi penetrasse il culo!
Passato qualche giorno e Donna Sofia, mi comunicò il giorno della sessione.
Donna Sofia: buongiorno Beatrice, per favore mi porti la colazione a letto; stamane, non ho voglia di alzarmi e poi, le devo comunicare qualcosa di molto importante!
Io: come la signora Desidera!
Donna Sofia: prego, Bea, si accomodi a fianco a me!
Io: eseguo il volere della signora!
Donna Sofia: come da mio marito preannunciatole, domenica sera, organizziamo una sessione di BDSM e avremmo il piacere d’invitarla ad essere la nostra slave novizia!
Io: certamente, molto volentieri, donna Sofia!
Donna Sofia: oltre a me e il mio gentil consorte, ci sarà anche nostro figlio Alceste e la vice governante Clotilde! Ma lei, sarà la regina della festa!
Io: grazie, Donna Sofia!
Donna Sofia: ma prego! Si figuri! Esclamò con enfasi, riservandomi una dolce e succulenta sorpresina hot!
Donna Sofia: ora, voglio farle una sorpresa!
Io: prego, signora!
Donna Sofia: chiuda gli occhi!
Quando ebbi abbassato le palpebre, la signora, mi alzò la gonna, abbassandomi il perizoma e prese a succhiare il mio piccolo cazzettino, immaginando, fosse una clito!
Donna Sofia: sta zitta e godi, cagna ricchione!
Io: sì, padrona, godo, come una cagna!
Ed essa, prese a succhiare e leccare, con forsennata voluttà il mio mini-pene, facendomi sborrare, come una porca ed alla fine ingoiò tutto il mio nettare!
Donna Sofia: beh, hai goduto, cagna schifosa!
Io: sì, signora, ho goduto, come una porca schifosa!
Donna Sofia: ti piace essere insultata!?
Io: certo, signora, mi eccita molto!
Donna Sofia: bene! Ora, desidero ardentemente che tu, me la lecchi forsennatamente, come una lurida lecchina! Avanti, sguattera, obbedisci!
Io: sì, signora padrona, la sua fedele sguattera, obbedisce senza batter ciglio, come una cagnolina scodinzolante!
Dopo avergliela leccata con passione sorbendomi odori e sapori mattutini, Donna Sofia, sentendosi appagata al centoxcento, mi ringraziò con un bacio in bocca e sentendosi pervasa dalla legge del contrappasso, si pecorinizzò e mi ordinò: “ora sguattera, ti ordino di sculacciarmi a dovere, ti prego dammi la punizione divina!
Io: ma veramente signora ……
E lei: sta zitta, zoccola, bagascia e fa, come, ti ho ordinato!
Io: va bene! Come la signora desidera!
La sculacciai come Dio comanda, con le mie possenti mani , facendola urlare come una vaiassa di strada per poi alla fine: “sì, sì, continua, continua, ti prego! Scaccia il demonio dal mio corpo! Sì, ohhhh!!! Adesso piscio, piscio come una vacca!”
E Donna Sofia, emise un lungo ed abbondante scroscio di pioggia dorata bagnando le lenzuola ricamate bianche!
Il giorno della sessione.
La domenica sera poco prima di cena, Don Nicolino, ci condusse nella taverna rossa; e dopo aver cantato un inno al duce, mi presentò agli altri adepti come la slave novizia.
Don Nicolino: egregi camerati ed egregie camerate, vi presento Beatrice, nuova adepta; a dire il vero essa, non è una donna, ma un uomo al quale piace fare il femminiello!
Donna Sofia “che rispose a nome di tutti: “benvenuta nella nostra congrega, Bea!”
Io: piacere è mio, padrona! Attendo vostri ordini!
Don Nicolino: bene! Ora iniziamo con la vestizione e il giuramento!
Io: son pronta!
Mi fecero denudare dei miei vestiti e mi fecero indossare una lunga tonaca nera; poi il padrone, mi fece inginocchiare dinanzi a lui e donna Sofia. Dapprima, mi fecero giurare fedeltà alla loro casta e poi, Don Nicolino, mi diede una benedizione, incensandomi e cospargendomi il capo d’acqua con l’aspersorio di quelli usati in chiesa.
Don Nicolino: ora, mia schiava,
prostrati ai miei piedi, tira fuori la lingua e inizia a leccarmi gli stivaloni!
Io: son qui per servirla e riverirla, padrone!
Ah, dimenticavo; quella sera, erano tutti rigorosamente vestiti in Total black!
Dopo avergli leccato gli stivaloni da fascista, don Nicolino ordinò al figlio e Clotilde: “ora, spogliatela della tonaca, bendatela e legatela
alla croce di sant’Andrea, desidero un po' assaggiarla col mio frustino da equitazione!”
quelle frustate, mi fecero godere, come una matta! Nel frattempo, Clotilde, una donna sulla cinquantina, bassina, bruna e un po' in carne, deliziava con la sua lingua la fregna accalorata di donna Sofia nel mentre, Alceste, fremeva dalla voglia di ricevere un grosso cazzo nel suo già spanato deretano!
Io: sì, continui, continui, padrone! Ahhh!! Uhhh!!!
Don Nicolino: ti piace, lurida puttana!
Io: sì, continui a chiamarmi lurida puttana, bagascia, baldracca e troia, godo come una spudorata e il mio culo caga d’orgasmo!
Don Nicolino: e allora godi, sguattera, suina!
Io: ahhhh! Sìì!!! Mi chiami ricchione femminiello!
Don Nicolino: sì, ora ti slego, ti sbatacchio sul letto alla pecorina e ti sbatto tutti i miei centimetri di cazzo in culo, sporco ricchione!
Io: ahhh! Lo faccia, padrone, lo faccia! Sono un oggetto nelle sue mani, mi sculacci a dovere e mi apra il culo, La prego!
Mi fece mettere alla pecorina e prima di penetrarmi l’ano col suo grosso cazzo, mi diede un paio di sculacciate; poi, prese una candela dal candeliere e ne sciolse un po' della cera incandescente sulle chiappe ed esclamò: godi e soffri, lurida baldracca, sguattera!”
Quel dolore lancinante, mi fece soffrire e nello stesso tempo godere; ma, la mia voglia di cazzo in culo, saliva sempre di più e così, lo supplicai: “la supplico, padrone, mi sfondi il culo, mi sfondi il culo ù cul’, ù cul’! implorai in dialetto barese.
Don Nicolino: eccoti servita, bagascia! Ecco il mio cazzo penetrare il tuo sfintere!
Io: sì, fin dentro le viscere! Ahhh!!! Uhhhh!!!
Don Nicolino: sì, sì prendilo tutto, troiona! Adesso sborro, sborro, sborro!!
Io: mi sborri in culo, padrone, sì! Ind’ ò cul’! Ahhh!!! Sìììì!!!
Don Nicolino: adesso, non ti muovere voglio pisciare sulle tue chiappe!
Io: sì, la prego, mi pisci in culo! Ahhhh! Com’è calda! Ahhhh!
Intanto, Donna Sofia e la schiavetta Clotilde, se la spassavano allegramente a suon di frustate, strap on e scrosci di pioggia dorata a gogo mentre don Nicolino, ordinò: “ora, dovresti farti fare un pompino da mio figlio Alceste!”
Io: mah, veramente padrone io, sono una slave!
Don Nicolino: sta zitta e ficcalo nel culo di quest’altro femminiello!
Io: va bene! Però, desidero una cortesia!
Don Nicolino: dimmi pure, zoccola!
Io: beh, desidero che sciogliate un po' di cera incandescente sui capezzoli, mi eccita da morire!
Don Nicolino: eccoti servita, troia!
Quella cera incandescente, mi fece eccitare moltissimo, il mio cazzetto, s’indurì come non mai; e così, il bravo Alceste me lo succhiò dapprima a dovere e poi lo ricevette nel suo culetto depilato e spanato! Ancora una volta, sborrai come una porca!
Voglio concludere il mio racconto, con un episodio mai capitatomi prima d’ora, ovvero ricevetti lo scat Dannunziano, mi feci defecare addosso dal padrone.
Don Nicolino: adesso, sguattera, distenditi per terra in posizione supina, voglio cagarti addosso!
Io: come desidera padrone; ormai, pendo dalle sue labbra!
Veramente, quella cosa, mi eccitò molto!
Come è finita?
Dopo la sessione, ci docciammo e ci accomodammo in sala da pranzo; dove servii una cena tipica barese, ovvero antipasti di frutti di mare e carne arrosto; il tutto condito con del buon vino nero di Troia! Per restare in tema.
Spero che la storia Ti sia piaciuta. Che né pensi: posso interpretare “cinquanta sfumature di…!?
Con affetto Beatrice.
Spero che un giorno, ci possiamo incontrare!
Beh, penso che, sia una gran porcellona e abbastanza servile; se qualche produttore cinematografico, fosse intenzionato a produrre la versione LGBT+ di Cinquanta sfumature saresti una perfetta protagonista.
Precisazione
I termini usati nel racconto, non hanno nessun intento offensivo e discriminatorio nei confronti degli LGBT+ ma, sono stati usati solo ed esclusivamente a scopo di divertimento ed eccitazione.
Mimmo L scrittore hard production
Se volete scrivere anche voi una storia hot, potete inviare una mail a [email protected]
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