Su mia madre - capitolo 3

  • Scritto da giorgioca il 16/09/2021 - 12:13
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DISCLAIMER: La seguente storia è frutto della fantasia dell’autore. Tutti i personaggi sono maggiorenni.

 

Sabato era arrivato. Le notti precedenti ero riuscito a dormire a malapena per l’eccitazione e la curiosità riguardo a quello che sarebbe potuto accadere dopo la promessa che mi era stata fatta. Mia madre Elvira infatti, dopo avermi fatto una spagnola da urlo culminata con una sborrata in faccia mi aveva detto chiaramente che se l’avessi accompagnata alla festa della collega non me ne sarei pentito.

Aveva 49 anni ma con un fisico che ne dimostrava parecchi di meno. Il suo punto forte era quel seno, grosso e tondo, che da sempre aveva fatto sognare i miei amici e chissà quanti altri.

Alle 18 circa si stava preparando. Dovevamo essere alla villa dove si teneva la festa per l’orario di cena. Io mi ero preparato precedentemente e per l’occasione mi ero completamente rasato il pube. Minuto dopo minuto la vedevo diventare sempre più intrigante e affascinante. Avevo un vestito color porpora con un reggiseno nero che si intravedeva che le comprimeva quelle due tette che stavano letteralmente scoppiando. Tacchi abbastanza alti per farsi notare ancora di più. Mi avvicino e le dico che era molto affascinante e che tutti l’avrebbero notata al party. Rispondendo con un sorriso malizioso va in bagno chiudendosi dietro la porta. Mi metto quindi nella stanza adiacente ad aspettarla. Passavano i minuti e la curiosità di osservarla mentre si preparava aumentava tant’è che decido di aprire la porta. La trovo con la bocca leggermente aperta intenta a mettersi il rossetto, leggermente divaricata con le tette che rispecchiandosi sullo specchio trasmettevano un’immagine dall’alto contenuto erotico.

E-“Giorgio cosa c’è perché mi guardi così?”

G-“Mamma io non riesco a resistere, sei talmente eccitante che vorrei buttarmi sopra di te ora”

E-“Non è ora di fare gli scemi e di perdere tempo, tra poco dobbiamo andare”

Mi avvicino poggiandole il mio pacco sul culo. Lei si gira di scatto spingendomi lanciandomi uno sguardo di sfida.

E-“Amore ho detto no, puoi guardare ma non toccare, almeno per ora”

G-“Posso toccarmi io allora?”

E-“Se lo desideri si, io continuo a prepararmi”

Mi sposto quindi nella posizione iniziale e inizio ad osservarla mentre con una mano comincio a menarmi delicatamente il cazzo. Lei si gira compiaciuta dicendomi che se fossi venuto li solamente osservandola non sarebbe accaduto altro durante quella serata.

Mi aveva in pugno.

Forzatamente le sorrido smettendo di colpo l’atto masturbatorio richiudendo la porta. Pochi minuti dopo Elvira era pronta, con quel vestito e quel un trucco abbastanza pesante da farla sembrare una vera troia da strada.

Arrivati alla festa, dopo la cena iniziò un po' di musica d’accompagnamento tra un drink e l’altro. Gli sguardi di tutti gli invitati o quasi erano rivolti a lei che in mezzo a tutto il resto si faceva notare di gran lunga. Mi colpirono due ragazzini sulla ventina che dopo averle probabilmente fatto un paio di foto con il loro smartphone andarono il bagno; il pensiero che si stessero segando su di lei mi eccitava terribilmente.

Notai inoltre che la mamma durante la serata spesso aveva intrattenuto dei discorsi con un ragazzo sulla quarantina suo collega. Ridevano di gusto. Dopo qualche ora la serata volgeva al termine ed ero rimasto infastidito dal fatto che gran parte del tempo lo avesse passato con altri uomini mentre io cercavo di fare scorrere il tempo con il resto degli invitati. L’alcol aveva comunque fatto il suo corso e a fine serata avevo una voglia matta di scoparla in macchina come una vera troia da strada. Eravamo rimasti in pochi, tra questi il suo collega con il quale iniziavo a pensare potesse avere già fatto qualcosa in passato.

A fine serata ci dirigemmo verso l’ampio parcheggio per raggiungere la macchina.

G-“Mamma complimenti per questa sera, hai fatto girare gli occhi a tutti”

E-“Giorgio, amore mio mi sono divertita molto e si penso che sia come dici tu, mi sentivo osservata e non mi dispiaceva”

G-“Ho visto anche degli sguardi di complicità con quel tuo collega”

E-“Chi? Angelo? Siamo colleghi da anni, siamo in confidenza, ma piuttosto ti sei divertito?”

G-“Si ma avrei preferito di più stare con te”

E-“La serata non è finita amore mio, appena puoi parcheggiati dove non ci può vedere nessuno”

 

Al solo sentire quelle parole ebbi una scossa e il cazzo mi si drizzò in due secondi.

Mentre cercavo un’area di sosta lungo la strada lei con la mano mi sbottonò la zip dei pantaloni iniziandomi a masturbare.

E-“Amore è questo quello che vuoi, la tua mammina che te lo mena mentre mi porti da qualche parte?”

G-“Mamma… si, ti ho desiderato tutto il giorno”

E-“Fermati appena puoi che mammina vuole farti un regalo”

 

Accelerai ma non trovavo nessun posto dove fermarmi quando si chinò posizionandosi alla pecora avvicinandosi. Nel silenzio della notte con solo il rumore della macchina che faceva da eco iniziò a succhiarmi il cazzo in maniera viscerale; con una mano tenevo il volante e con l’altra iniziavo ad alzarle il vestitino da sotto intravedendo un perizoma da vera milf quale era.

Finalmente trovai un’area di sosta e lei si ricompose velocemente tornando al suo posto. Spensi la macchina e la abbracciai baciandole il collo con i pantaloni ormai del tutto abbassati. Spinsi il sedile indietro prendendola di forza facendola accovacciare sopra di me. le alzai il vestito fino in pancia. Lei mi osservava in silenzio mentre quelle due tette grandi e compresse erano proprio di fronte a me.

 

G-”Mamma voglio scoparti, devi farti perdonare per avermi lasciato da solo tutta la sera”

E-“Giorgio, porcello che non sei altro, vuoi fottere la mamma?”

Nel frattempo il mio pisello strusciava la sua figa bagnata attraverso il tessuto del perizoma. Le afferrai prepotentemente una tetta facendola uscire dal reggiseno iniziando a toccarla e con foga a succhiarla.

Tentando di spostarle la mutandina lei sorrise.

 

E-“Stai fermo…stai calmo…oh… ”

G-“Ti voglio scopare...”

 

Le strappai letteralmente le mutandine e il mio cazzo e la figa entrarono in contatto, dopo due colpi di assestamento entrai fino alla radice dentro la sua figa. Avevo un cazzo abbastanza lungo, sui 20 centimentri circa. Lei gridò soffocatamente di piacere.

 

E-“Giorgio, la tua mamma ti ha fatto proprio un bel cazzo…oh…”

G-“Si mamma e ora è tutto per te”

 

La afferrai dai fianchi in maniera violenta e iniziai a cavalcarla con ferocia. Lei iniziò a godere come una vera troia.

 

E-“Porco che non sei altro…oh… era questo che volevi…ah… fotterti quella troia di tua madre…?”

G-“Si mamma…ah…si, si sei una vera troia… sei una vera puttana…”

E-“Questo deve rimanere…ah… il nostro segreto…oh… e potremmo farlo ancora”

G-“Zitta… voglio scoparti!”

 

Continuava a cavalcarmi e ora sembrava volere prendere il controllo della situazione. Si fermò improvvisamente, abbassò la leva del sedile facendomi distendere afferrandomi le braccia al fine di bloccarle.

Mi disse di spogliarla completamente. Si avvicinò con il viso sul mio baciandomi continuando a scopare. Iniziai a darle schiaffi nel culo aumentando il ritmo della scopata. Una delle sue tette sbatteva ritmicamente nel mio petto mentre le leccavo e mordevo l’altra. Iniziavo a sentire l’esigenza di venire.

 

G-“Mamma ho sempre sognato di fotterti così”

E-“Amore la tua mamma ora è tutta tua fottila per bene!”

G-“oh… voglio venirti dentro!”

E-“Amore…oh…vieni, vieni adessooo!”

 

Scoppiai dentro di lei ripetutamente gridando e lei fece lo stesso. Ero entusiasta e soddisfatto mentre sentivo lo sperma colarle dalla figa. Mi abbracciò baciandomi avidamente.

Dopo un paio di minuti di silenzio e di sorrisi si alzò riprese il posto al lato passeggero iniziando a ricomporsi. La osservavo ammirandola, era una vera vacca da combattimento e mi aveva fatto godere come un porco. Finalmente ero riuscito ad esaudire il mio sogno più estremo.

Di colpo sentimmo a pochi metri da noi una macchina accendere il motore e di fretta e furia partire. Non ci eravamo accorti di nulla. Imboccata la strada per il ritorno pensammo che qualche guardone occasionale si fosse segato vedendoci scopare.

Tornati a casa, mi feci una doccia veloce e andai ad aspettarla nel suo letto. Mi raggiunse con una vestaglia decisamente provocante distendendosi accanto a me. Parlammo in maniera complice di quello che era successo e dopo un lungo pompino ingoiò le ultime gocce di sperma rimaste dandomi la buonanotte. Poco dopo il sonno sopraggiunse con lei poggiata nel mio petto con il viso rivolto verso il mio cazzo decisamente soddisfatto.

 

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