Invito a cena, invito al sesso.
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Solo tre giorni dopo, il venerdì mattina, un fioraio consegnò un bellissimo mazzo di piccole rose bianche con un biglietto del marchese su cui era scritto: “Alle belle signore di Catania” … e null’altro.
A Dolores cominciò a battere il cuore, sperava tanto in quell’aiuto e poi, di nascosto dei figli, carezzò quelle rose, permettendosi un attimo tutto per se e per i suoi ricordi più nascosti. Poco dopo, quando i ragazzi erano a scuola, si concesse un momento del tutto privato.
Chiuse accuratamente la porta per evitare di essere disturbata dalla vecchia suocera o dai vicini e si rannicchiò sul divano, perdendosi tra i ricordi.
La sua storia, se così si poteva definire, con il marchese si sarebbe dovuta perdere nei ricordi del passato, ma invece, era ancora molto presente nei suoi pensieri, anche perché era stata la prima e l’unica volta in cui aveva tradito suo marito.
E pensare che era proprio a causa di lui, la buonanima, che lei era caduta, come si dice, in tentazione.
Una mattina di tanti anni prima, all’aeroporto, erano saliti sullo stesso aereo per Roma, insieme col giovane, affascinante nobiluomo.
Egli riconobbe suo marito, che conosceva per motivi di lavoro, e fu molto gentile con loro … Dolores avrebbe saputo, poi, che tutto quell’interesse era più dedicato a lei che ai problemi di salute dell’uomo.
La permanenza nella capitale fu più lunga del previsto e, per una serie di coincidenze ebbe bisogno di rivolgersi a Damiano, questi non aspettava di meglio … la signora Dolores era un boccone prelibato.
Per fortuna fu una storia di puro sesso, non poteva e non doveva avere futuro, né implicazioni, ma la donna non avrebbe mai dimenticato quelle quattro settimane da regina.
Damiano si era dedicato a lei anima e corpo.
Appena lasciato il capezzale del marito dopo l’ora di visite, la signora passava tutto il suo tempo col marchese: forse fu per la passione repressa da anni, per lo stress o, semplicemente, perché aveva perso la testa, fatto sta che la morigerata madre di famiglia si trasformò in una insaziabile macchina da sesso.
Ricordò piaceri sopiti, che piano presero il sopravvento e la donna, che già si stava masturbando, fu scossa da un orgasmo rumoroso ed intenso, lasciandosi andare ad esso senza remore.
Era paga e tranquilla, finalmente dopo mesi di tribolazioni e di incertezze forse tornava a splendere il sereno.
A mezzogiorno il telefono squillò e Damiano in persona invitò la donna a cena, da sola questa volta, per comunicarle importanti novità.
Paga sessualmente e resa venale dal bisogno, Dolores fece salti di gioia, non certo per la speranza di essere scopata dal marchese, ma per la probabilità di ottenere un lavoro, riuscire a sbarcare il lunario e mandare i figli all’università!
Quel pomeriggio volò rapidissimo. Dolores fece venire la parrucchiera. Procedette a una depilazione accurata e si vestì, cercando di entrare in uno dei pochi abiti decenti, sprofondato nell’armadio da un decennio.
Per fortuna le tribolazioni degli ultimi due anni le avevano fatto perdere alcuni chili acquistati con la maturità, così, ironia della sorte, poté indossare di nuovo la quarantadue.
La figlia la costrinse anche a usare un reggicalze e le nascose le collant, in più, da una sua amica, recuperò un corpetto con reggiseno, che era veramente molto sexy.
Dolores si indignò e si vergognò: - Vado a cena per forza e per bisogno, mica devo andare a fare la zoccola! – gridò alla figlia. Ma alla fine si fece convincere.
Nella testa, durante il passaggio nella macchina del marchese, ripensò a sua figlia e alla frase che aveva pronunciato Floriana, la sua bambina: - Dai mamma, metti il corsetto, non si sa mai … ! –
Eh, sì, pensò tra se, il tempo passa e anche sua figlia non era più piccola e ingenua: come ignorarlo?
Alle otto in punto entrava nel ristorante alla periferia di Catania, piccolo, accogliente, servizio impeccabile, pesce squisito!
Damiano, il marchese Giraudo, arrivò pochi minuti dopo, insieme ad un altro signore, un giovane, che però si allontanò prima che lui si avvicinasse al tavolo dove Dolores prendeva l’aperitivo.
- Grazie di tutte queste premure, mi confondete … volevo dire, mi confondi – abbozzò Dolores, alzandosi, mentre Damiano accennava un baciamani affettato.
- Non dire mai più queste cose … - disse il marchese – Tu non sei da meno a nessuno, il destino ci pone in situazioni diverse, ma le persone per bene, che hanno dignità … non sono mai da meno a nessuno, ricordalo. – Sorrise e sedette.
Poi la guardò con attenzione: - Ma sai che per te non passano gli anni? Ti trovo veramente in forma … che fisichetto … ma come fai? -
- Ah, guarda – disse la donna sorridendo sinceramente – che ti devo dire? Saranno i problemi!
Cenarono in maniera molto leggera, con Damiano che la invitava a godersi la serata, a rilassarsi, a sorseggiare quell’ottimo bianco che la “casa” poteva offrire.
Mentre il tempo passava, la donna si preoccupava sempre di più … iniziò a pensare che l’invito fosse mirato solo a portarsela a letto, come avevano fatto anni or sono.
Non che non avesse voglia dopo due anni di astinenza e di guai, ma la sua impellenza era pensare ai bisogni della famiglia, prima che alle sue.
Il vino la riscaldava, ma non abbastanza da farle perdere la testa.
Provò a tampinare il marchese. Lui si fece per un attimo serioso … poi disse: - Eh dai, rilassati! Che fretta c’è? A tavola non si invecchia. – poi sorrise mentre negli occhi gli balenava un guizzo astuto – Non mi sono dimenticato di niente. Mi faccio un mazzo così, sai? Vado in America … giro mezzo mondo … – sorseggiò il vino – però, non mi avranno anche quando mangio … non mi piace! La moda adesso sai qual è, Dolores? – La donna fece cenno di no e Damiano continuò, allegro: - Pranzo d’affari, cena d’affari, persino la colazione la mattina … vogliono parlare d’affari! Sai che ti dico - abbassò la voce e sussurrò: - che se ne vadano affanculo! Io, almeno quando mangio, voglio essere lasciato in pace e divertirmi … o, corteggiare una bella donna come te … ah ah! – Rise di gusto.
Presero per dessert dei biscottini alla mandorla con del Passito di Pantelleria e continuarono a parlare del più e del meno, del passato.
Damiano si rilassò e la stessa Dolores, dopo una breve telefonata di controllo a casa, decise di prendere la serata … così come veniva.
- Vieni - disse il marchese – raggiungiamo un angolino più tranquillo, voglio farti vedere che posticino speciale è questo. –
La scortò all’esterno e uscirono dal locale, ma non salirono in macchina, girarono invece intorno al piccolo e caratteristico edificio che era di una rustica eleganza, nei lati che non davano sul mare la palazzina era circondata da olivi secolari.
Alle spalle, a pochi metri, iniziava la scogliera e nella sera inoltrata stava sorgendo una luna bianca, splendida.
Damiano la prese per mano – Stai attenta – le sussurrò, mentre la donna arrancava sui tacchi … impreparata al pavé sconnesso.
Non voleva dire di no.
Voleva dimenticarsi di tutto quella sera e benedisse in cuor suo la figlia, che tanto aveva insistito per farla vestire in maniera provocante. Si era accorta, infatti, degli sguardi sempre più eccitati di Damiano, ma anche della sua soddisfazione nell'averla portata con se, in quel ristorante così esclusivo.
Man mano che arrivavano i clienti, alcuni dei quali conoscevano il marchese, la sua figura di donna minuta, vestita in maniera elegante, dal corpo piacevole e prosperosa nei punti giusti, attirò, e non poco, lo sguardo e la curiosità dei convenuti.
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