Il diabolico marchese.
4
Era l’una di notte quando uscirono dal retro.
Due macchine stavano aspettando: la Mercedes con l’autista e, una di quelle Mini, tornate tanto di moda, che piacciono ai ragazzi di oggi.
- Scusami un attimo – disse Damiano e si mise a discutere con qualcuno, seduto nella macchina piccola.
Dopo poco, visibilmente incazzato, un giovane alto scese dalla vettura e salì sull’altra, affianco all’autista. Damiano scosse la testa, poi fece un gesto col braccio, una specie di saluto abbozzato e nervoso.
La macchina grande partì, e sparì rapidamente nel vialetto d’ingresso.
Damiano tornò verso Dolores e galantemente la prese sottobraccio per quei pochi metri.
- Andiamo con questa – disse – staremo meglio e potremo cominciare a parlare d’affari, finalmente. – Abbozzò un sorriso e Dolores, finiti gli sfoghi, era felice che l’uomo non si fosse servito del suo bisogno solo per scoparsela ancora una volta.
Nella Mini si stava comodi e tranquilli, una musica da notturno, veniva irradiata deliziosamente dalle casse nascoste.
L’auto profumava di nuovo e Dolores si rilassò sul sedile di pelle aspettando che Damiano parlasse.
Dopo alcuni minuti raggiunsero un piccolo bar sempre aperto, nei pressi del porto, dove l’attività, nonostante l’ora tarda, era frenetica; si trovavano a pochi metri dal mercato del pesce.
Damiano le chiese se gradiva un caffè... di quello buono … la donna lo desiderava, ma si disse preoccupata per il suo abbigliamento “da sera”.
Lui rise di gusto: - Ma, cara amica, vuoi scherzare? Ti sei guardata intorno? –
In effetti l’ambiente era estremamente eterogeneo. Molti nottambuli facevano capolino attorno a quel luogo. c’erano pes**tori e pescivendoli, con gli stivaloni di gomma e l’odore del mare sulle barbe incolte, ma c’erano anche giovani, comitive, coppie eleganti, che ancora non si decidevano ad andare a dormire.
Il bar del porto brulicava di vita e comunicava una sensazione piacevole … pulsante.
Dolores, allora, scese di buona lena, gustandosi l’odore inteso del mare nel porto e i rumori della vita che, in quel luogo, sembrava non fermarsi mai.
- Due caffè per il marchese, uno leggermente lungo – il barista, un uomo magrissimo, senza età, riferì la comanda al caffettiere e, un momento dopo, vennero serviti.
Il profumo del caffè caldo fece da corroborante e svegliò entrambi, proprio quello che ci voleva prima di parlare di cose serie; importanti.
Si spostarono solo di qualche metro con la macchina, giusto quel tanto per trasformare il caos del mercatino in un confortevole brusio.
- Allora – esordì Damiano – mi pare di averti dimostrato che non ho preso sottogamba la tua richiesta … - con la mano zittì delicatamente, ma con decisione, la donna, che voleva ringraziarlo – fammi finire sennò perdo il filo. – aggiunse con un sorriso forzato.
- Ho pensato molto a voi – continuò – e potrebbe darsi che le cose avvantaggino entrambi, perché la tua offerta è arrivata in un momento in cui forse anche io ne avevo bisogno. Però prima ti devo fare alcune domande, va bene? –
- Certamente, dimmi tutto ciò che ti serve sapere – rispose Dolores, solerte.
- Tua figlia, quella ragazza con cui sei venuta a trovarmi, è fidanzata? – chiese lui, in maniera tanto diretta da rendere la donna leggermente sorpresa e guardinga.
- No, assolutamente no, poveretta – poi sentendosi in confidenza, si rilassò e aggiunse – Vedi, Floriana è stata la più colpita dalla disgrazia di mio marito. La poveretta in piena pubertà, proprio quando le ragazze fanno le prime amicizie e le prime esperienze, che diciamocelo, ci vogliono e sono anche formative, no? – guardò verso il marchese per studiarne la reazione.
- Certo, continua! – disse lui, ascoltando attentamente.
- Insomma, voglio dire, negli anni più belli della gioventù se n’è dovuta stare barricata in casa, con la nonna vecchia e il fratello piccolo a cui badare, insomma per quasi tre anni non si è potuta permettere una vita propria … un’amicizia. – continuò, un po’ commossa – Ha tanto aiutato, quando ne abbiamo avuto bisogno. Andava anche poco a scuola, ma grazie alla sua buona volontà, ha studiato sempre. Si è fatta apprezzare moltissimo, tanto che, nonostante le assenze, ha meritato lo stesso la promozione ogni anno e a pieni voti.
Non perché è mia figlia, ma è veramente una ragazza d’oro. –
Damiano aveva seguito attentamente la sua esposizione.
- Quest’anno, nonostante la fine del papà, si è anche diplomata, sai? – concluse con orgoglio.
- Brava! Mi fa piacere - disse il marchese – e quindi è vergine? –
Dolores ebbe un piccolo sussulto – Gesù … sì! E’ chiaro che sì … ma perché mi fai questa domanda, scusa se te lo chiedo? – la donna era leggermente a disagio: non riusciva a seguire i pensieri di lui.
- Se te lo chiedo è perché è importante per la mia idea, capisci? -
- Va bene, non ti arrabbiare con me, sono nelle tue mani e ho tanta fiducia … - poi aggiunse – e bisogno. -
- Ecco, appunto – la fissò – ascoltami attentamente, Dolò, se le cose che penso si possono attuare, la vostra vita, e mi riferisco a te e a tutta la tua famiglia, potrebbero cambiare, potrebbero avere una svolta … notevole. – poi continuò con un’altra domanda – E dimmi, sareste disposte a trasferirvi … a cambiare casa, intendo? –
- Mi chiedi una cosa strana … e dove dovremmo andare? La casa dove stiamo è … diciamo era di mio marito, ma con usufrutto della vecchia mamma, la nonna di Floriana, insomma. – era confusa, non sapeva cosa aggiungere.
- Sarò chiaro e diretto, Dolores e, scusa la franchezza, sarò anche duro … e te lo chiederò una sola volta. Ascolta con molta attenzione, va bene? –
La donna aveva le mani sudate e si preoccupava per la piega strana che aveva preso il discorso.
- Se vuoi un posto da cameriera o da sguattera, non ti preoccupare: lunedì, quasi certamente sarai già impegnata … senza orari, a faticare anche dodici ore al giorno. Ma, ripeto, se vuoi questo, per te … per voi, a cinque, seicento euro al mese, stai pur certa che te lo trovo. – La fissò con gli occhi acuti, era molto serio adesso, distaccato. L’intimità di poco prima, mentre stavano scopando insieme, era sparita.
Poi continuò: - Ma, se tu lo vuoi, io posso cambiarti la vita … a te e ai tuoi ragazzi. Ora ti dico di cosa ho bisogno.
La governante della vecchia villa, la donna che vi ha fatto entrare, ricordi? Ecco, quella!
A parte che ormai è quasi in età pensionabile, deve andarsene. Ha la figlia in Svizzera e ormai è deciso, fra due mesi va via.
La nostra villa è ormai sotto il patronato della Sovrintendenza; è mia, ma è come se non lo fosse più, perché tra poco diventerà ufficialmente una specie di museo in un percorso culturale … insomma, le solite menate.
Per me è meglio così, perché mantenerla aperta sarebbe stato troppo costoso e inutile, visto che a Catania ci sto molto poco. I miei interessi sono all’estero e i miei affari li tratto ormai a Roma.
Nella zona retrostante l'edificio, dove siete state l’altro giorno, le vecchie cucine e le stalle, sono state riadattate ed ora formano un solo, grande appartamento, diviso in due, con un solo ingresso.
In uno c’è il mio ufficio, altre due stanzette e il mio bagno privato, l’altro appartamento ha cinque belle camere, adesso sono vuote, poi ha la cucina e due bagni … in più, quando andrà via la governante, si libera un mini appartamento ricavato nel piano superiore, che terrò per gli ospiti; anche questo è indipendente. Mi segui? – osservò le sue reazioni, ma Dolores non poteva far altro che ascoltare, senza capire.
- Bene – disse il marchese – ed ora veniamo al nostro accordo, eh? –
- Dimmi... sto cercando di capire – disse la donna, attenta ad ogni parola.
- Dunque: la Villa ha bisogno di custodia notturna ed io ho il diritto di deputare una famiglia di mia fiducia. Non confondere con la “sicurezza” dei beni, che è già affidata ad un istituto di sorveglianza … professionisti. Allarmi, telecamere, eccetera, e, in più, si occupano della guardia notturna e festiva; mentre negli orari di apertura ci saranno dei custodi, impiegati della sovraintendenza.
Però a tutela del bene, mio e comune, ci vuole anche, questo è l’accordo, qualcuno che segua la casa, con la cura “del buon padre di famiglia”, questa è la definizione legale.
Naturalmente, vale anche per una “donna”, al tempo d’oggi. –
Era quasi l’alba, i rumori del porticciolo si erano assopiti, i primi pescherecci si allontanavano dalla banchina, tamburellando con i motori nell’aria fresca, intanto i gabbiani si erano svegliati e strillavano nel cielo.
- Ecco cosa ti chiedo, perché mi fido di te. Anche se non ci siamo frequentati assiduamente, credo di aver capito che persona sei e mi piaci. Niente fronzoli, niente grilli per la testa … adesso, come allora … quando eravamo più giovani. -
- E cioè, che cosa dovrei fare? – disse sinceramente – Scusa, non voglio sembrare stupida, ma mi pare un accordo importante e, lo dici tu stesso, io cerco di essere una persona seria. -
- E’ semplice – disse Damiano – voi diventate persone mie, di mia fiducia. Nota bene, non guardiani, ma tenutari in nome mio e per mio conto … dovrai sovraintendere alla casa, alla Villa, controllare per me che non avvengano abusi, che i patti siano rispettati … che ne so, che il giardino sia ben curato, che le pulizie siano fatte con accuratezza … insomma, voi diventate persone “mie” … poi il mio avvocato ti spiegherà meglio tutto l’accordo e il contratto con la Regione. -
- E’ bellissimo – disse Dolores seriamente preoccupata – meraviglioso, sembra una fiaba … ma io devo lavorare … io non ho rendite e, quel poco di pensione, è lontana, sempre se ci arrivo … come faccio? -
Damiano rise di gusto – Che scema, ma te lo sto dicendo, questo sarà il tuo lavoro! -
- No, non ho capito – era veramente perplessa – mi danno una casa così, e mi pagano pure? –
- E certo! – disse il marchese divertito – allora non lo capisci? Te l’ho detto: è una proposta eccezionale, unica nella vita. Tu devi tenere la casa con decoro, controllare per me che tutto fili per il meglio e in cambio riceverai un vitalizio di trentacinquemila euro all’anno, una macchina di servizio e il rimborso mensile delle spese documentabili. –
-Non ho capito? – stavolta Dolores saltò davvero sul sedile – mi dai trentamila euro .. a me, all’anno? -
- Trentacinquemila, per essere precisi – Damiano rise di gusto – e non te li do io, ma la Sovraintendenza ai monumenti … te lo ripeto, non farmi perdere tempo con i cavilli legali e le nozioni tecniche! Lunedì, se accettate, parlerai con i legali per tutti i dettagli … e tieni presente che questo è solo l’inizio … della nostra, come dire, collaborazione.
Sicuramente la parte meno importante. –
Dolores era veramente stupita... la bocca si era seccata per l'emozione... un calore forte le era salito alla testa.
- Vorrei prendere una boccata d’aria fresca, disse, mi sento strana … saranno le emozioni, non so -
- Vuoi bere? - le chiese.
- Vorrei, ma non ti disturbare – poi aggiunse - veramente dovrei fare anche pipi. –
- Vieni – disse lui – raggiungiamo il bar a piedi, ci farà bene! –
Così scese dalla macchia e si appartò, facendo del suo meglio per tenere un portamento naturale, nonostante i tacchi a spillo e il selciato sconnesso e la testa che le girava, vorticosamente.
Dopo poco, tornando verso l’auto, Dolores, più lucida, parlò – Adesso, Damiano, non ti offendere per favore, ma dimmi la verità … questa fiaba è troppo bella per essere vera, tu, cosa vuoi in cambio … a cosa ti servo veramente? –
- Sei sciocca se pensi così, lasciamelo dire – lui si fermò – Non si tratta di cosa voglio “per me”, ma di cosa voglio “per voi”. La mia proposta è solo un colpo di fortuna, occasionale, come tanti che te ne possono capitare … -
- Si – lo interruppe Dolores – ma fino ad ora solo i problemi mi sono piovuti addosso ... – disse amara.
- E allora! Mica solo guai devono arrivare? Sei venuta da me al momento giusto, tutto qui. Io non voglio niente di particolare, non ci sono quasi mai … solo, ecco, una cosa ce l’avrei a cuore: Floriana. -
Dolores si irrigidì, ma non rispose subito per evitare di essere aggressiva. “Che cosa vuole?” pensò tra se “ ha oltre vent’anni in più della mia bambina!”
Damiano continuò incurante, come se non si fosse accorto della tensione che stagnava nell’aria – Mi è piaciuta subito quella ragazza, sai? Ho intuito che ha molto sofferto; e si vede che è molto sola. Non voglio che la sua vita continui così … è un vero fiore, peccato sciuparlo e farlo avvizzire in questo modo. – la donna stava per intervenire, ma lui la interruppe con un gesto deciso della mano.
– Ecco, cosa voglio. Voglio che la vita di Floriana cambi. Che sia felice … esca e si diverta … che impari a fare spese ... a godere della gioia della vita prima che sia troppo tardi e vivere un'esistenza fatta solo di rimpianti, quindi … - e fece una lunga pausa soppesando bene le parole per stemperare la tensione che si era creata – Quindi … se tu accetterai la mia proposta, voglio che Floriana cominci a vivere … e per aiutarla e proteggerla, le darò un nuovo amico, un mio pupillo, un giovane di ottima famiglia a cui tengo molto, capisci? -
A Dolores non era del tutto chiaro, ma fece un movimento affermativo con il capo.
Damiano continuò spontaneamente: - Vedi, io amo molto i giovani, penso che essere felici, spensierati sia un loro diritto … così proteggo Roberto... molto presto lo conoscerai. E così allo stesso modo vorrei proteggere e salvaguardare la felicità di Floriana.
I ragazzi si frequenteranno come amici … e poi chissà ... come diciamo qui da noi? Se sono rose ... fioriranno. -
Era la proposta più strana e inaspettata che le potessero mai fare, ma era allo stesso tempo molto allettante. Dolores stava per dire qualcosa, ma Damiano le impedì di nuovo di ribattere alle sue parole: - Lasciamo perdere, adesso. Tu mi hai capito perfettamente, e poi, c’è ben poco da capire, no? Mi serve una famiglia di amici, per bene, fidati, per affidare nelle loro mani la mia casa.
In cambio non voglio altro che dare felicità e indipendenza economica a Floriana, purché accetti di frequentare, anche senza impegno, Roberto. – poi fissandola negli occhi, ma con molta decisione: - Naturalmente sempre che tu mi garantisca che la ragazza è ancora illibata, sai – aggiunse con disinvoltura – non voglio guai, perché Roberto è il rampollo di una famiglia molto agiata, all’antica e timorata di Dio … tu mi capisci! –
Salì in macchina per accompagnarla, ma non accettò ulteriori discussioni.
- Andiamo a riposare. Lunedì aspetto la vostra risposta … e la tua rassicurazione ... su quella “cosa” … - e concluse: - Solo questo ti chiedo, sii precisa, non fatemi fare una brutta figura. –
E le lanciò uno sguardo che era anche un monito preciso.
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