Sono Silvana, ho 32 anni, mora, capelli a caschetto, occhi marroni, bocca ampia ed un bel culo tondo e sodo. Porto una terza di seno, che fa ancora un figurone. Sono sposata da quattro anni con Piero, un bel maschio che mi scopa bene e, nonostante ciò, pur non essendo una che tradisce il marito facilmente, devo dire che, in 4 anni di matrimonio, una scappatella con un bel ragazzo me la ero già concessa. Questo è stato possibile perché mi sono accorta che anche mio marito mi aveva cornificato con una badante che assisteva mia suocera e, quindi, mi son sentita libera di concedermi qualche sporadica e veloce avventura ogni volta che ne avverto il bisogno. Mi reputo una persona che ha la ferma convinzione che, nella vita, bisognerebbe fare un po’ di esperienze anche fuori dalla sfera coniugale, sia per una questione di una più profonda autostima, ma anche perché, ogni tanto, una novità rende il rapporto coniugale più forte. Eravamo in viaggio verso il Gargano, dove avremmo trascorso una decina di giorni di puro relax, dopo un intenso periodo lavorativo e anche molto impegnativo, come genitori di una bimba di due anni. Dopo tre ore di viaggio, ho chiesto a mio marito di fare una sosta. Eravamo quasi a metà mattinata, ero vestita leggera, avevo una gonnellina che copriva il perizoma nero con sopra una maglietta che evidenziava i miei seni liberi da ogni costrizione. Il sudore aveva bagnato la maglietta ed i capezzoli erano ben in evidenza. Mio marito ci aveva scherzato un poco.
«Sembri una puttanella pronta a farti montare.»
Quella battuta mi aveva eccitato talmente tanto che, prima di arrivare nell’area di sosta, mi ero piegata sul suo cazzo e gli avevo fatto un pompino, facendolo sfogare nella mia bocca.
«Accidenti, mi stai davvero facendo morire. Dai, che sborro!»
Ovviamente la bambina dormiva tranquilla dietro, ben assicurata al seggiolino e io ero rimasta con una voglia pazzesca, che speravo ben presto di togliermi; non vedevo l'ora di arrivare in hotel per sfogarmi. Quella fermata in autogrill era provvidenziale, volevo sciacquarmi la bocca e darmi una rinfrescata per proseguire il viaggio. A mio marito non piace l’aria condizionata e già il caldo cominciava a farsi sentire. Appena giunti nel parcheggio, gli suggerisco di restare con la bambina, mentre io vado a rinfrescarmi ed a prendere qualcosa per spezzare la mattinata, mentre lui, appagato e soddisfatto dal mio lavoretto di bocca, mi sorride felice e mi dice di fare con calma. Lo credo bene che è soddisfatto, sono proprio una bravissima succhiacazzi, virtù che lui apprezza notevolmente. Entro nel ristoro e, per prima cosa, cerco il bagno. Per raggiungerlo devo attraversare tutto il locale e passare davanti agli scaffali che espongono divere cose, che vanno dal mangiare ai giornali. Mentre butto uno sguardo distratto ai giornali, vedo un camionista che sbircia, non visto dai clienti nel salone, una rivista porno e, istintivamente, i miei occhi cadono su lui e subito dopo sulle foto porno. Lui si gira e mi spoglia con lo sguardo. I suoi occhi sono penetranti e carichi di lussuria; capisco benissimo cosa pensa, mentre mi vede lì con la mia gonnellina ed i seni a vista con i capezzoli che rischiano di bucare la stoffa. Cerco di distogliere lo sguardo da lui, ma è come se ci fossi rimasta ipnotizzata. Restiamo a fissarci per un tempo lungo, senza che nessuno di noi due dice nulla, poi, con uno sforzo enorme, mi stacco dai suoi occhi e vado in toilette. Vi è pochissima gente, fortunatamente i bagni sono puliti e così mi infilo nell’ultimo, quello più in fondo al locale. Faccio per chiudere la porta, quando sento una mano forzarla e vedo il mio camionista che entra e la chiude dietro di sé. Resto immobile, stupita dal gesto inaspettato, ma, nello stesso tempo, quasi sperato. Senza dir nulla, le sue mani afferrano decise i miei seni, mentre comincia a baciarmi in bocca. La sua lingua entra prepotentemente nella mia. Il gesto è così deciso come la sua prepotente fermezza, le mani mi strizzano i capezzoli ed il bacio cosi impetuoso, mi provocano subito un orgasmo violentissimo, che subito mi fa aprire le gambe, nell'attesa di esser scopata come l’ultima delle troie. Lui mi appoggia alla parete, mi alza la maglietta e libera il mio seno nudo. Subito prende a leccare e mordere i capezzoli, facendomi impazzire di piacere, mentre le sue mani scendono sotto la mini e mi sfilano il perizoma. Vedo che si abbassa i pantaloncini corti che indossa e, senza far altro, mi fa mettere una mano dentro. È così che faccio la conoscenza con una verga davvero unica, durissima, di notevole spessore ma anche abbastanza lunga; devo faticare per impugnarla. Quando la estraggo, trovo conferma a quanto ho percepito con la sola stretta nella mano. Mi rendo conto che è esageratamente grosso, mai preso un cazzo cosi nella mia vita. Solo l’idea di averlo dentro, mi porta quasi ad avere un altro orgasmo. Mi abbasso e lo porto alle labbra, lui geme e mi invita a succhiarlo. È enorme non entra nella mia bocca.
«Brava leccalo e succhialo che poi ti sfondo!»
Ci gioco un po', ma lui non ha intenzione di perder tempo; mi fa sollevare una gamba e la appoggia sul water, io lo afferro e porto quella meraviglia a contatta della mia fica, che sta già schiumando; poi metto le mani sul suo culo ed aspetto. Lui prende le mie natiche e mi penetra con un solo affondo, rude e violento, e mi lascia senza fiato. Le pareti della vagina sono ben lubrificate dal primo orgasmo avuto e, nonostante questo, fatico nel sentirlo penetrare dentro di me. È davvero un cazzo esagerato e, pur essendo, bella larga e pronta, sento quel cazzo che si fa spazio a fatica. Incomincia a scoparmi senza ritegno. Sento il mio corpo spinto contro la parete del bagno e il dolore iniziale lascia il posto al piacere. Si spinge tutto dentro di me e quando le sue palle sbattono conto il mio culetto, emetto un gemito, che lui prontamente spegne con un bacio. Continuo ad appoggiare le mani alle sue natiche per sentir spingere dentro di me quell'arnese stupendo e, quando lo fa quasi uscire, per poi infilarlo di nuovo tutto dentro, mi fa godere tantissimo. Ho un orgasmo continuo, repentino e sempre più intenso, roba da svenire. Non riesco più a fermarmi e lo assecondo nei movimenti, mentre ogni singola mia cellula è travolta dal piacere ed i muscoli vaginali operano al meglio per accoglierlo facendomi, nello stesso tempo, sentire assurdamente riempita. Sono esausta e sfinita dalla repentina serie di orgasmi provati, mentre lui sembra esser infaticabile: non è ancora venuto! Lo guardo negli occhi e lo supplico di concludere.
«Dai, vienimi dentro, sono protetta e vedi di farlo in fretta: c’è mio marito che mi aspetta in macchina.»
Lui mi guarda e sorride con un ghigno beffardo.
«Aspetterà!»
Poi riprende a scoparmi con più veemenza. Mi morde i capezzoli sino a farmi male e, ben presto, riprendo a godere senza che la mia mente possa pensare ad altro se non ad impazzire per il piacere che sto provando. Godo urlando il mio piacere nella sua bocca e lascio che lui faccia quello che vuole. Lo prego ancora una volta di venire, ma lui imperterrito continua a scoparmi, senza pietà. Mi sento bruciare la fica come non mi era mai successo. Quando lo tira fuori, valuto che è molto più lungo di quello di mio marito che, una volta, per gioco, avevo misurato ed arrivava a circa una ventina di centimetri. Ora però mi meraviglio di come posso tenerlo tutto dentro di me, senza esser uccisa. Poi, quando lo affonda di nuovo tutto dentro, sbattendomi le palle sulle mie chiappe, ho solo il fiato per emettere un nuovo gemito, presto seguito da un altro e, infine, da un ulteriore orgasmo. Lo estrae e mi invita a succhiarlo per farlo sborrare.
«Non riesco a venire, ho scopato troppo poco, prendilo in bocca e fammi venire.»
Mi rendo conto che è passato troppo tempo e devo, in ogni caso, porre fine al gioco. Mi piego veloce e cerco di prenderlo tra le labbra, ma sto scomoda: il luogo è troppo angusto per un bocchino fatto bene, non riesco a farlo entrare in bocca tanto è grosso per circonferenza e allora capisco perché mi brucia così tanto la fica. Gli prendo solo l’inizio della cappella e comincio a succhiarla, lui continua a incitarmi di prenderlo tutto in bocca, ma, non ci riesco. Lui si spazientisce, mi fa alzare e mi fa piegare con le mani appoggiate al coperchio del water, si mette dietro di me e rapidamente me lo rimette nella fica da dietro e riprende a pomparmi con un ritmo fortissimo. Mi prende il terrore che volesse mettermelo nel culo. Mi scopa violentemente e sento la fica che mi brucia ancor di più. Lo sento che si appoggia alla mia schiena, mi prende le tette e stringendole mi da un paio di colpi, che quasi mi sfondano, poi, finalmente, sborra dentro di me. Un getto caldo riesce a riempirmi tutta e a farmi godere ancora una volta. Resto sfinita appoggiata al muro, mentre lo sento che si svuota dentro di me. Sento la sua sborra colare giù per le gambe e mi sembra che stia pisciando da quanta ne esce. Lui rapidamente tira su i pantaloncini, rimette dentro la sua proboscide ed esce, come se non fossi mai esistita. Aspetto un attimo per riprender fiato e ritornare ad assumere un aspetto normale. Velocemente mi pulisco con della carta e poi esco. Solo ora mi rendo conto che mi son fatta scopare in uno squallido bagno e, per questo, mi sento una perfetta idiota, ma, nello stesso tempo, penso a quanto ho goduto sotto i colpi di quel cazzo esagerato e mi ritorna la mia autostima. Esco dalla toilette e noto lo sguardo lascivo di una donna che, evidentemente, deve aver capito cosa abbiamo fatto. Torno nel locale, dove acquisto in tutta fretta qualcosa. Salgo in macchina, mio marito riparte ed ironizza sul fatto che ho impiegato tanto tempo.
«Che cazzo hai fatto in tutto questo tempo? Ti sei fatta una scopata con qualcuno?»
Io, con le cosce doloranti e la fica gonfia e tumefatta dallo sforzo affrontato, gli ricambio il sorriso e rispondo nello stesso tono.
«Sono dovuta andare in bagno ed ho trovato gente in coda. Purtroppo non ho avuto l'occasione di darla a qualcuno, però, se mi fosse capitato, chissà...?!»
E mentre lui sorride alla mia battuta, io giro lo sguardo e vedo il mio camionista che esce e passa a poca distanza da noi. Lo guardo e lui mi sorride sornione. Poi chiudo gli occhi e stringo forte le cosce, tentando di riprovare a sentire la verga di quello sconosciuto dentro di me.
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