Vacanze di Natale 2004 – I coniugi (Ingrid 5)

  • Scritto da Lizbeth il 30/05/2024 - 15:11
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Mi chiamo Ingrid Lindström e sono la madre di Lizzy. Ho scoperto questo sito grazie a lei, che a quanto pare ha un'ottima fantasia. Leggendo alcune storie, ho pensato che, essendo in pensione, potrei raccontare un po' delle esperienze che ho vissuto dopo il divorzio. Così eccomi qui, pronta a immergermi nei ricordi, sperando di trovare qualcosa di interessante.
Prima di tutto, so che è importante descrivermi fisicamente, anche se le storie che racconterò spazieranno su un arco di 20 anni, durante i quali il mio corpo è cambiato continuamente. Sicuramente non sono più bella come un tempo, né tanto affascinante quanto mia figlia, sulla quale vi siete concentrati ultimamente. Nonostante ciò, non mi reputo ancora da buttare, e penso che la mia eleganza compensi la bellezza persa. Il mio viso è segnato dall'esperienza, e le rughe lo rendono seducente. I miei capelli biondi, con un po' di aiuto, riflettono ancora la luce del giorno. Gli occhi azzurri, a quanto pare penetranti, non trasmettono certo dolcezza. Nonostante l'età, cerco di mantenere la forma, con delle curve generose e un seno rigoglioso. Non so cos'altro dire, ma fornirò ulteriori dettagli nelle mie storie

 

I giorni dopo quella sera furono complicati. Cercai di contattare mia figlia, ma non rispondeva mai. Quel ragazzo si presentava ogni giorno a casa mia e lo mandavo via. Gli davo la colpa, anche se sapevo che non era giusto. Senza accorgermene, arrivò l'ultimo dell'anno. Dopo un ennesimo tentativo di contattare Lizzy, mi arresi e decisi di andare alla festa che avevamo prenotato insieme. Ci sarei andata da sola, con l'unico scopo di divertirmi e dimenticare tutta questa storia.

Le otto di sera giunsero in un lampo e arrivò il momento di prepararsi. Scegliere il look fu complicato. Ci misi almeno venti minuti per decidere. Alla fine, decisi di compiere una follia. Frugai nell'armadio di mia figlia, sapendo che, essendo più formosa, specialmente sul seno, mi sarebbe stato tutto stretto.

Indossai una camicia bianca leggermente trasparente in chiffon che accarezzava la mia figura con delicatezza. Il colletto a punta e i polsini francesi aggiungevano un tocco di classe. Sbottonai leggermente il colletto, rivelando un accenno di sensualità. Scelsi poi una gonna a matita nera in pelle, che avvolgeva i miei fianchi e terminava appena sopra il ginocchio. Con quella gonna mi sentivo sia professionale che sensuale. Legai al collo un cravattino sottile di seta nera, aggiungendo un tocco di femminilità chic. Infine, indossai un paio di décolleté con tacco alto in pelle nera, che slanciavano ulteriormente la mia figura.

Acconciai i capelli biondi in onde morbide e voluminose, che valorizzavano il mio viso. Il trucco era curato nei minimi dettagli: un rossetto rosso intenso che metteva in risalto il sorriso, un eyeliner definito che esaltava gli occhi azzurri, e un tocco di illuminante sugli zigomi che donava al viso un aspetto radioso.

Ero pronta per la serata. Nonostante tutto, decisi di affrontare la notte con determinazione, lasciandomi alle spalle le preoccupazioni per godermi almeno un momento di spensieratezza.

Giunsi alla villa in perfetto orario, mi presentai con il mio biglietto di invito e fui accompagnata in un grande salone dove avremmo cenato. C'erano già una decina di invitati, ma ero sicura che ne sarebbero arrivati molti di più. La villa, del resto, era gigantesca.

Quando arrivò il momento della cena, accanto a me si sedette una bella signorina mora sui trent'anni che emanava una sensualità innegabile. Aveva capelli neri corti e sbarazzini, uno sguardo magnetico e labbra rosse. Indossava un abito aderente in velluto nero che accentuava le sue curve con eleganza. Calze velate e décolleté nere completavano il look.

Diventammo subito amiche e parlammo del più e del meno per circa un'ora, dall'altro lato del tavolo notai un uomo che ci fissava continuamente, ma evitai di incrociare il suo sguardo. Tutto scorreva in allegria, finché mi sorrise dolcemente e mi invitò a ballare. Ballare con una donna era una novità per me, ma decisi di lasciarmi andare e ci dirigemmo verso l'ampio spazio davanti alla banda.

Lei si avvicinò con grazia, prendendomi delicatamente per mano. Sentii un lieve turbamento mentre danzavamo vicine. Come molti sanno, almeno quelli che hanno letto i miei racconti precedenti, avevo avuto rapporti sessuali con solo due donne in vita mia. Anche se non sapevo se questa signorina volesse portarmi a letto, il suo approccio era delicato e innegabile.

Il mio istinto non si sbagliò. Dopo poco, mi sussurrò con un sorriso: "Ho le chiavi di una stanza di sopra, ti va di venire?" Io accettai subito. Avevo deciso di dimenticare mia figlia e lei sembrava il metodo migliore. Ci avviammo al piano di sopra, mano nella mano, pronte a esplorare qualcosa di nuovo insieme.

Prese la mia mano e salimmo le scale insieme. Il mio cuore batteva velocemente, ma non volevo tirarmi indietro; forse questo avrebbe potuto avvicinarmi di più a mia figlia. Arrivammo davanti a una porta, lei estrasse le chiavi e aprì. Appena entrai, notai l'arredamento semplice ma accogliente dell'appartamento: un piccolo divano contro il muro, un letto spazioso e dei comodini.

Ancora con la mia mano nella sua, mi attirò verso di sé con forza e mi baciò senza esitazione. Il suo bacio era morbido ma deciso, una combinazione che potrebbe sembrare un controsenso ma che mi fece sentire subito a mio agio. Il mondo sembrava svanire oltre quella porta. Mi liberò dal cravattino, che finì sul letto, poi sbottonò la mia camicia e baciò il mio petto. Stranamente, non provavo ansia; sapevo di essere tra buone mani. La mia camicia scivolò delicatamente a terra. Rimasi solo con il mio reggiseno nero, mentre lei continuava a baciarmi e le sue mani esploravano la mia gonna. Abbassò la cerniera laterale e anche quella finì sul pavimento, rivelando le mie culotte trasparenti.

Ci fermammo un istante, gli sguardi si incrociarono e ci capimmo senza bisogno di parole. Sentivo il calore del suo corpo intorno al mio, e la dolcezza dei suoi gesti mi faceva sentire desiderata e al sicuro allo stesso tempo. La sua mano scivolò lungo la mia schiena, mandandomi brividi.

La porta dietro di me si aprì e notai l'uomo che ci spiava al tavolo. Spiegò che era suo marito e mi ordinò di stare tranquilla. Mi sentivo completamente nelle sue mani e non dissi nulla. Nel frattempo, lui si sedette sul divano e si infilò la mano nei pantaloni, accarezzandosi senza proferire parola. Non lo fece per tutta la serata. Ci girammo verso di lui. Silvy, questo era il suo nome, mi accarezzò delicatamente il corpo con due dita, mentre guardava suo marito eccitato. Lei si avvicinò dietro di me e baciò la mia spalla destra. Poi mise la sua mano destra dentro le mie mutande e accarezzò la mia zona intima, ordinandomi di guardare mio marito. Lo feci e mi leccai le labbra. Ero la sua dolce schiava. Sotto la sua spinta, iniziai ad ansimare. Il suo uomo si tolse i pantaloni, mostrando un pene niente male. Istintivamente, mi morsi sia le labbra che la lingua. In quel momento, la mia padroncina prese qualcosa e me la mise intorno agli occhi. Era la mia cravatta. Diventai cieca.

Da questo punto in poi, descriverò sia le mie impressioni sia ciò che mi raccontò la donna dopo.

Le dita si posarono sulle mie labbra e poi entrarono nella mia bocca avida. Le leccai con desiderio, mentre le sue mani scorrevano lungo il mio fianco. Non sapevo esattamente dove fosse posizionata, ma sentivo la sua presenza, il suo respiro. Poi, in modo spiritoso, mi sculacciò. Afferrò le mie culottes lateralmente, come potei intuire dal fatto che me le tolse, e rimasi in attesa per qualche secondo. Sentii delle dita accarezzarmi, seguite da una lingua morbida che mi leccava con passione. Poi sentii una forza premere contro l'ano, aprendolo. Come mi disse Silvie dopo, era un plug. Lo spinse dentro di me e mi fece impazzire. Era meraviglioso perdere il controllo. Mentre mi leccava, immaginai che suo marito si stesse masturbando sul divano.

Estrasse il plug e mi diede un'altra sculacciata, questa volta più rumorosa. Le sue mani non smettevano di accarezzarmi. Sentivo dal suo respiro che era accanto a me. Raggiunsi una comprensione più profonda del momento quando lei succhiò il mio capezzolo destro con passione, poi mi spostò verso il basso fino a farmi inginocchiare. Le sue mani mi afferrarono la testa e mi avvicinarono a lei, e il suo profumo intenso mi avvolse mentre cercavo con la lingua il suo clitoride, che leccai con fervore. La sua presa si fece più stretta mentre ero lì, e per percepirne meglio la reazione, posai le mani sulle sue gambe. La mia bocca si adattò al suo piacere, utilizzando sia la lingua che le labbra, con piccoli baci che le regalavano ulteriore estasi. Il suo respiro si intensificò fino quasi a diventare un gemito di piacere.

Senza esitare, decisi di inserire le dita nel suo ano, un gesto che sembrò gradire enormemente, mentre le sue mani accarezzavano la mia testa.

La nostra intimità fu interrotta dal rumore di un mobile che si spostava, ma ero troppo concentrata per farci caso. Mi resi conto che non eravamo più sole quando sentii il pene del suo compagno premere contro la mia testa. Nel frattempo, loro due si scambiavano baci sopra di me. Con determinazione, presi il pene con le mani e lo masturbai mentre continuavo a leccare la mia nuova amica, finché non sentii la sua mano spingermi verso il suo uomo.

La mia bocca incontrò la sua cappella, accogliendo il suo membro con impeto, mentre la mia lingua si muoveva con agilità. Nel frattempo, lui mi penetrava profondamente, mentre i due amanti si scambiavano saliva in un bacio appassionato. Poi ritornai alla passera, leccandola con passione, prima di tornare al pene di suo marito, creando un gioco sensuale di alternanza.

Una mano possente si insinuò sotto la mia ascella destra e, con una forza disumana, mi sollevò. Qualcuno mi baciò, e capii subito che era il marito per la decisione e la forza del bacio. Intanto, dita delicate, sicuramente della moglie, mi accarezzavano e leccavano i capezzoli.

Ero ancora bendata, e questo rendeva tutto più eccitante.

Abbassai la mano verso il suo membro, accarezzandolo e facendola scorrere lentamente lungo l'asta, strizzando ogni tanto i genitali. La sensazione di tenerlo in mano senza vederlo era incredibile. La mano gentile di Silvie accarezzò la mia e mi guidò verso il letto, cosa che capii quando le mie ginocchia ci sbatterono contro. Mi fu indicato di sollevare entrambe le ginocchia sul soffice materasso, ritrovandomi come una cagnolina in attesa del padrone. Non si fece attendere: due mani mi aprirono i glutei e un membro si insinuò nella mia vagina, facendomi inarcare la schiena. Era giunto il momento: il suo uomo mi stava penetrando.

Che sensazione intensa e meravigliosa! Devo confessare che era la mia prima volta con una coppia. I movimenti di lui si fecero più intensi, con le sue mani saldamente appoggiate sui miei glutei. Lei si appoggiò alla mia schiena, baciandola e accarezzandomi il seno, poi aiutò il suo uomo a farmi godere, masturbandomi la parte inferiore della passera. Faticavo a respirare e non volevo che smettessero mai.

Con gli occhi chiusi, cercai di immaginare la situazione. Mi sentivo nelle loro grinfie, bloccata a letto, incapace di muovermi, ma chi voleva muoversi? Ero così concentrata sulla penetrazione che mi accorsi solo dopo qualche secondo che non sentivo più la presenza della moglie. Tuttavia, percepii chiaramente che il suo uomo aveva cambiato "buco" e ora mi stava penetrando con vigore l'ano. Sono sicura di aver bestemmiato.

Con un gesto rapido, qualcuno mi tolse la benda dagli occhi. Appena i miei occhi si abituarono, vidi distintamente le labbra intime di lei davanti a me e le morsi. Insinuai la mia lingua dentro di esse. Ora eravamo in tre a godere. Era eccitazione pura.

Lui estrasse il pene e mi fecero stendere sul letto. La sua signora si posizionò sopra di me in un sessantanove. Le nostre lingue tornarono a lavorare. Lui si posizionò dietro di lei e la penetrò, proprio sopra la mia testa. Potevo vedere ogni suo movimento, le sue palle sbattere contro il culo di sua moglie e quel pene entrare in quella grotta buia ma piacevole. Lei infilò l'intera mano dentro la mia passera e io venni rapidamente, squirtando sul viso di Silvie.

Loro due erano ancora sopra di me. Quel cazzo duro non smetteva mai di scopare sua moglie, accelerando sempre di più. Io leccavo entrambi i genitali. La situazione durò qualche secondo, finché una goccia di sperma uscì dalla vagina di lei. In quel momento sentii come fuochi artificiali esplodere da qualche parte e dentro di me pensai: "Buon anno". Fu in quell'istante che lui estrasse il pene e lo sperma inondò il mio viso. Mi sentii incredibilmente troia.

Crollammo tutti e tre sul letto. Io e lei ci abbracciammo e passai la notte con loro. Non nascondo che facemmo l'amore ancora, ma raccontare quei momenti sarebbe superfluo e ripetitivo.

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