Son passati due giorni dall’episodio con Peter. È sera e stiamo sul divano impegnati a scaldarci per scopare. Sto sbragato sul divano, i piedi per terra, Federica è impegnata a succhiarmi il cazzo china tra le mie cosce. Quant’è brava! Sono in preda ad un godimento sottile di quelli che la fantasia spazia tra mille immagini diverse. All’improvviso una di queste fantasie si fa più consistente e vedo dietro di lei uno sconosciuto che la fotte mentre lei continua il suo bocchino.
La fantasia è così potente che il mio cazzo ha un sussulto e me ne verrei se non mi fermassi prontamente. Federica mi chiede spiegazioni e gliele fornisco; mi guarda divertita e:
“Ma questo si può fare! Vedi c’è un altro mio amante che mi sono scopata un paio di volte, l’ultima un mese fa, che è un gran porco. Mi ha dato lui le indicazioni per il pompino imperiale. Si chiama Massimo, ha almeno altre cinque amanti e le scopa a turno; qualche volta anche in trio, così mi ha detto.
Con me non ha ancora avuto rapporti multipli e mi piacerebbe tanto che li avessimo con te.”
“Molto lusingato della preferenza! Avevate in programma di farlo con un terzo estraneo?”
“Prima tu non sapevi nulla dei miei amanti e non potevo coinvolgerti senza smascherarmi, per cui Massimo stava per chiamare qualche suo amico di bagordi. Ma ora che tu sai, ne sono contenta perché posso scegliere liberamente il mio preferito: Tu! Tu non sei solo il mio adorato maritino cornuto, ma anche un mio eccellente amante”.
Queste parole equivocamente intriganti mi smuovono le parti basse; mi alzo in piedi, afferro Federica, la pongo prona sul divano e me la ingroppo con grande passione.
“Ti amo troia … prenditi il cazzo del tuo cornuto … non è grosso ... ho sentito dire che ti piace … anche se è il più piccolo …” “ È il più piccolo … perché ho scartato tutti quelli che ce l’avevano non più grosso del tuo … ma non è piccolo … Aaaaah!”.
Ha un violento orgasmo, che trascina anche me a scaricare il frutto dei miei coglioni nel profondo della sua fica. Restiamo abbracciati con le bocche che tra un ansimare e l’altro si cercano e si uniscono. Mentre siamo ancora uniti con il mio cazzo dentro di lei: “Dove vuoi che lo incontriamo, qui a casa, da lui o in albergo?” “In casa, in casa” “Lo chiamo subito.”
Dopo una breve conversazione concorda per venerdì sera a cena da noi.
Riprendiamo le nostre danze. Tra una scopata e l’altra vengo a sapere che Massimo è proprietario di un sex shop. Comincio a capire da dove sia venuta a Federica l’ispirazione della sex cam.
Venerdì mattina
Mi sveglio presto perché devo andare al lavoro. Doccia rapida, vestizione e breve colazione. Son pronto per andare. Mi sento chiamare dalla camera; mi ci reco.
Federica seduta sul letto mi tende le braccia raggiante. La abbraccio. “Anche per te stasera è la prima volta in tre, vero?” “Proprio così.” “Comincio a non stare nella pelle. Amore, son già tutta eccitata. Cerca di tornare presto che non garantisco nulla, se nel pomeriggio dovesse suonare alla porta di casa un qualsiasi essere umano dotato di cazzo.”
Sentirla così eccitata mi ha fatto rizzare l’uccello. La vorrei prendere, ma del lavoro urgente mi reclama altrove. Le prometto che uscirò almeno un’ora prima.
“Se poi dovesse proprio suonarti qualcuno, chiamami!” La saluto con un bacio profondo
La mia giornata di lavoro si svolge come al solito. Lavoro molto alacremente per finire il lavoro prima.
Arriva la pausa pranzo. Prendo solo qualche stuzzichino al bar. Incrocio Ornella che: “Ma quanto lavori! Hai in mente di farci licenziare tutti per scarso rendimento?”
Le ultime parole le ha dette senza malizia tanto per ridere. Le rispondo che nel pomeriggio avrei voglia di andar via prima e quindi cerco di finire prima il lavoro della giornata.
Mi guarda con malizia complice: “Hai il movimento eh? Ma che dice tua moglie?” e sogghigna.
Mi sto facendo un caffè alla macchinetta e ho lasciato il cellulare sulla scrivania. Ornella sta andando verso il suo posto di lavoro passando proprio vicino al mio. Suona l’arrivo di un messaggio …
Ornella istintivamente abbassa lo sguardo e rimane a bocca aperta. Torno con il caffè e prendo lo smartphone. Campeggia un SMS di Federica tutto a lettere maiuscole:
‘HO UNA GRAN VOGLIA DI SUCCHIARTI IL CAZZO!’
Ornella a bassa voce: “Io scherzavo. Ma tu stai facendo sul serio …”. Io, rosso come un peperone, in disparte chiamo casa e rabbonisco a bassa voce la troia infoiata.
La collega torna alla carica per prendermi in giro. Con sguardo ironico e malizioso: “Porco, come la metti con tua moglie?” La risposta è un colpo di incontro: “Il messaggio che hai letto è suo …” “Ah!” e rimane una seconda volta a bocca aperta.
Nelle ore successive nello stanzone non si sente volare una mosca. Solo ogni tanto vedo Ornella ruotare timidamente il capo verso di me con aria sbigottita.
Alle 17, avendo terminato a tempo di record il mio lavoro giornaliero, mi appresto a lasciare l’ufficio per tornare a casa. Ornella alza il capo e con ammirazione: ”Porta i miei complimenti a tua moglie, che quelli per te li faccio di persona. E buona serata eh!”
Arrivo velocemente a casa. La mia troia ha appena fatto la doccia è in accappatoio e mi guarda fortemente arrapata. Comprendo al volo l’urgenza, la spingo sul letto, l’accappatoio si apre, mi tuffo sulla fica, la bruco voracemente, viene subito, squirta, bevo il suo squirto. Mi arrapo anch’io come un riccio, tiro fuori il cazzo durissimo, mi attira a sé sul letto, il mio cazzo sprofonda nella sua bocca, la mia bocca con lingua protesa circonda, carezza, penetra e aspira le porte del paradiso.
Viene ancora e mi abbevero al suoi succhi. Mi rigiro e penetro in quel lago con estrema facilità. Mi branca stretto e mi incita: “Spingi più forte! … Fammelo sentire tutto … Scopami cornuto ...Fa sentire il tuo cazzo a questa troia …”. Viene ancora. La giro e la impalo alla pecorina. Due schiaffoni cadachiappa le accendono il culo. Le prendo con una mano una zinna e con l’altra i capelli. La scopata diventa parossistica. Federica ora dice solo parole incomprensibili. Butta il viso contro le coperte arcuando bene la schiena. E viene ancora stravolta da convulsioni di piacere. Le vengo subito appresso con una serie di schizzi a irrorarle l’utero.
Rimango alcuni minuti abbracciato a lei da dietro. Lei esce dalla trance sessuale e: “Grazie! … Non ce la facevo più … Ma ora prepariamoci che Massimo arriva alle 20”.
Mi getto velocemente sotto la doccia. Attraverso i vetri del box la vedo approntare un enteroclisma alla camomilla. Esco dal box, mi asciugo con il phon, indosso l’accappatoio. Lei ora è nuda sul letto, vicino un trespolo alto, appeso il recipiente con il suo carico. Non deve chiedere nulla, so che è compito mio. Le vado vicino, le lecco bene il buco del culo, le infilo il cannello (è stato acquistato volutamente il più grosso disponibile), apro il rubinetto e un litro abbondante di infuso di camomilla a temperatura umana penetra nelle sue viscere.
Sospiri di piacere accompagnano il flusso. È per lei un piacere forse più mentale che fisico. Le piace poi chiacchierare amorevolmente con me che la tengo in braccio. “Stasera non si scappa. Lo prenderò almeno due volte in culo” “E ti piacerà da matti” “Questo dipenderà anche da voi.”
Dieci minuti dopo si scarica e va a sua volta sotto la doccia.
Alle 19:45 facciamo un check. Ci siamo fatti inviare da un ristorante di fiducia un bel buffet di cibi da servire freddi o previo riscaldamento in microonde. Esamino Federica: giarrettiere e reggicalze di rito, tacco 10 a spillo, mini a portafoglio, camicetta vicina alla trasparenza sbottonata fin dentro il sacro solco, reggipoppe in pizzo trasparente, nessuna mutandina. Dimenticavo la parrucca rosa.
Mentre la controllo ho un’erezione. Per farla passare penso a Rosy Bindi.
Mi sono messo una camicia con solo tre bottoni per slacciarla e dei pantaloni in lino molto comodi; sotto non ho messo slip né boxer.
Tutto è pronto, Due minuti prima delle 20 arriva Massimo. Ha circa quarantacinque anni ben portati. Un fisico naturalmente magro, barbetta corta, capelli brizzolati quasi bianchi senza calvizie, occhi chiari, anche lui si è messo calzoni comodi e non posso subito valutare il ‘pacco’.
Saluta educatamente prima me presentandosi, poi rifila un bacio profondo e sentito a Federica. Inutile fare ipocrisie di forma, lui sa che io so che hanno già scopato.
Ci consegna due bottiglie di eccellente Gavi de’ Gavi immediatamente messe sotto ghiaccio. Ha con sé una borsa da viaggio il cui contenuto verrà poi rivelato.
La cena ha inizio. Massimo è seduto molto vicino a lei, mentre io seggo di fronte.
La tira verso sé con un braccio e guardandomi: “Tua moglie è una delle femmine migliori con cui abbia scopato. Siine orgoglioso; te la avrei portata via volentieri, ma ci sei tu che lei ama perdutamente e non ti lascerà mai.
Sappiamo bene perché siamo qui. Suggerisco di continuare la serata lasciando che le cose accadano da sole, senza forzarle. Tanto non ci corre appresso nessuno e non dobbiamo temere nessun marito ignaro e geloso.” E mi sorride.
Mi piace subito la persona. È di quelli che ti fanno sentire sempre a tuo agio e che sanno sdrammatizzare ogni situazione. “Sono sicuro che questa sarà una serata speciale.” è la mia risposta.
Un’ora dopo sto aggredendo uno spiedino di mazzancolle; Massimo e Federica hanno un braccio a testa sotto la tovaglia e si capisce benissimo che hanno preso a masturbarsi a vicenda; all’improvviso sento un piede fra le cosce. La troia cerca il mio cazzo e lo trova; comincia a masturbare anche me.
La guardo ma fa la faccia da poker. Levo in alto il mio calice con il Gavi: “A noi tre e in culo a chi non ci vuol bene”.
Massimo sorride e mi dice: “Finisci i tuoi gamberi e poi vieni anche tu! Noi andiamo sul divano”.
Si sollevano dalla tavola. Lui ha i calzoni slacciati e si siede sul divano. Neanche lui ha messo mutande. Noto che ha un cazzo bello grosso; venti centimetri ci sono tutti, forse uno o due in più.
Lei si mette carponi tra le sue gambe. Gli lecca la cappella, scende a baciare le palle e ripercorre l’asta fino al frenulo massaggiandolo con la lingua.
Sono all’ultima mazzancolla, scarto la testa e praticamente ingoio il resto compreso l’esoscheletro. Bevo mezzo bicchiere di vino per riuscire a mandarlo giù e mi alzo anch’io.
Mi pongo dietro il culo di mia moglie, le sollevo la mini e con labbra e lingua accedo alle porte del paradiso. È allagatissima; la lappo dal clitoride alla fessura e viceversa. Non disdegno qualche slinguazzata all’ano. La sento fremere; non vedo, data la posizione, il bocchino che sta facendo, ma capisco che ne sta traendo molto gusto.
Le infilo indice e anulare nella fica cercando di carezzarle il punto G. In contemporanea le do leccatine e succhiatine al clito. La sento agitare le pelvi mentre il piacere le monta dentro.
Qualche minuto ed ha un bell’orgasmo con contrazioni di tutte le sue parti basse. Rimane ansimante con il cazzo di Massimo tenuto saldamente in mano.
Io: “Propongo di aggiornare la seduta sul letto grande.”
Massimo: “Accetto la proposta.”
Federica: “Accetto anch’io, ma adesso il cazzo di Massimo lo voglio dentro.”
Io: “Approvo l’emendamento di Federica.”
Massimo: “Siete la maggioranza mi adeguo.”
Andiamo in camera. Sistemo Federica supina con la testa poco oltre il bordo del letto. Massimo, che si è denudato, le solleva le gambe in verticale tenendole per i tacchi delle scarpe; quindi lei gli posiziona il cazzo e lui glielo spinge dentro.
Entra lentamente data la dimensione. La mia amata troia ad occhi chiusi assapora centimetro per centimetro quella penetrazione godendone come una vacca in calore. Sento il contorcimento doloroso, ma subito come al solito interviene in soccorso l’eccitazione. Mi godo l’espressione del suo bel viso in estasi.
Massimo toccato il fondo la comincia a chiavare. È bravo, più di Peter; le muove il cazzo con movimenti anche laterali ora circolari ora diritti fino in fondo. Cado in contemplazione estatica.
Lui se ne accorge e, spostando alternativamente gli occhi su me e sul volto di Federica, mi fa capire di svegliarmi e darmi da fare.
Mi sposto presso il capo di lei e comincio a riempirle il viso di baci. Sempre baciandola le accarezzo entrambe le tette. Le succhio un capezzolo, Ha un brivido.
“Quanto sei bella amore! Godi … amo vederti felice …”
“Hai visto che bel cazzo che ha. Ora ce l’ho tutto dentro e mi sta dando tanta felicità. Grazie amor mio cornuto per essere qui con me. Ma adesso prendi anche tu piacere di questa grande troia di moglie che hai. Chiavami la bocca, fammi sentire il tuo buon sapore ...”
Il nostro letto l’ho voluto alto in modo che un uomo in piedi ai bordi avesse il cazzo all’altezza di una fica o di una bocca sporgenti appena dal materasso. Odio fortemente le attuali mode che impongono scomodissimi letti bassi. I letti devono essere alti come quelli dei nostri nonni: 65-70 cm al piano del materasso. Scusate il volo pindarico.
Mi tolgo i calzoni e avvicino il mio cazzo al suo viso e glielo strofino su tutto il volto. Le accarezzo le guance, la fronte, le tempie e infine le labbra. Non glielo infilo ancora in bocca, ma lo tengo a portata della punta della sua lingua protesa e leggermente mossa. Le strofino tutta l’asta per lungo sulla lingua. Poi è la volta dei coglioni e di nuovo la punta della cappella.
Non è la prima volta che facciamo questo gioco, ma questa volta, con Federica che gode penetrata in fica, riesce molto meglio.
Ho spinto un poco avanti il cazzo e ora tra le labbra c’è l’intera cappella. Ah! Le carezze a vortice della sapiente lingua.
Sto ormai godendo come un riccio; con le mani le reggo la testolina per non farla stancare e inizio il su e giù nella sua bocca. Gli affondi sono rapidi, senza soste in gola; non mi piace intasarle la bocca di saliva.
Stiamo godendo tutti e tre come maiali. Incrocio lo sguardo con Massimo; accenna un sorriso e mi fa un occhiolino di complicità. Andiamo avanti così per tanti minuti, poi lui mi incita a venirle in bocca. Federica che ha sentito mi infila prontamente un dito medio in culo e mi stimola la prostata. È faccenda di pochi secondi e le scarico in bocca (non in gola) la mia sborra. La tiene un bel po’, ne va matta e se la vuole assaporare bene. Poi guardandomi fissa negli occhi deglutisce a piccoli sorsi. Mi sento in paradiso.
Torno a sbaciucchiarla e a carezzarle i seni. Lui ha aumentato la frequenza dei colpi e va più diretto.
Infilo la punta della lingua nel suo orecchio e lei esplode di nuovo in un orgasmo selvaggio. Violente convulsioni di piacere le squassano il ventre. Le afferro i polsi limitandone i movimenti. So che così gode ancora di più.
Massimo, che la tiene forte per i fianchi, sente che sta arrivando. Dopo aver visto la scena dell’ingoio, lo vuole anche lui. Lascia la monta, fa il giro e infila il suo cazzo in bocca a Federica. Data la posizione c’è un buon allineamento bocca e gola e il pisellone riesce senza sforzi a entrare tutto dentro. Vedo la gola gonfiarsi quando viene percorsa.
Qualche colpo avanti e indietro e sborra stavolta direttamente verso lo stomaco. Seguono le operazioni di pulizia dall’imponente salivazione.
Giaciamo una decina di minuti sul letto. Poi ci accorgiamo di avere ancora un po’ di fame e torniamo nudi come vermi a tavola a spiluccare qualche altra leccornìa.
Mentre centellino il mio Gavi chiedo a Massimo: “Prima di andar via ci dirai che contiene quella borsa?” “Anche subito!” e afferra la borsa.
“È un campionario di oggetti che vendo nel mio esercizio commerciale. Comunque un elenco esaustivo si consulta sul sito ufficiale del negozio. La borsa la porto appresso per illustrare a clienti particolari e importanti alcuni oggetti particolari. Ne volete vedere?”
“Sì certo!” sono molto curioso. “Puoi usare il tavolino basso”.
Comincia a sciorinare oggetti conosciuti e sconosciuti sul tavolino.
“Non ho portato oggettistica per il BSDM in quanto Federica mi ha detto che non ne siete sicuramente interessati”
Vedo un estensore di pene pneumatico e chiedo se effettivamente servano a qualcosa. “Se usati correttamente e assiduamente sì. Ma non t’aspettare miracoli. Nel migliore dei casi l’incremento può arrivare ad un 15-20% lineare, ma più spesso si ferma ad un 10%. Sono comunque un valido aiuto se vi sono difficoltà di erezione; in tal caso, usati insieme con pillole blu, possono cambiare la vita sessuale a molti.”
Noto anelli da pene semplici e di varie fogge il cui uso è intuitivo e guaine per sottodotati che vogliono comunque soddisfare le loro compagne con dimensioni più elevate. Vedo poi classici vibratori e dildi di varia foggia. Uno di questi attrae la mia curiosità: ha l’interno in materiale duro ma pieghevole/orientabile e l’esterno in morbido ed elastico lattice; la parte superiore è come quella degli altri dildi con riprodotte le fattezze del glande e del prepuzio scappellato, la parte inferiore invece è ripiegata ad uncino risalendo di una decina di centimetri. Mentre lo esamino mi dice che si tratta di uno strap-on particolare che si indossa senza lacci. Il ramo corto si inserisce nella fica e funge sia da sostegno per la copula, sia da stimolatore per il punto G di chi l’indossa. Federica ha uno sguardo più che incuriosito.
Massimo prosegue: “Vedi molti maschi rigorosamente etero, come ho sentito anche di te, si negano per motivi ideologici il piacere di prenderlo in culo. In realtà dovrebbero essere più i maschi a goderne che non le femmine che non hanno la prostata. Con questo attrezzo un maschio può farsi inculare da una donna, in genere la propria, salvandosi la faccia etero.”
Mia moglie piomba tra noi: “Vi siete rifocillati e vi siete anche fatti le vostre chiacchiere da maschietti. Siete ben riposati. Che ne dite di riprendere: io sto aspettando i piatti forti”. E ci prende gli uccelli in mano segandoli adagio. È adorabile.
Ci riporta sul letto e ci fa stendere supini uno accanto all’altro. Comincia a succhiare il cazzo di uno facendosi leccare dall’altro; ogni due o tre minuti inverte democraticamente le posizioni. Continua così per molti minuti. I cazzi rinfrancati sono ormai rivolti all’insù.
Ci guarda soddisfatta della sua opera. Si accoccola su Massimo a spegnimoccolo. Si lascia penetrare lentamente con grande goduria. Ne godo anch’io contemplandola. Lo cavalca per un paio di minuti. Il cazzo di lui è ben assestato; mi chiama dietro di sé; si inchina a sfiorare il corpo di Massimo col suo e a me: “Inculami, cornuto!”.
Prendo dal comodino il lubrificante lo spalmo sul buco del culo e pure dentro; qualche goccia sulla cappella e, via, comincio a spingere. Lo sfintere cede molto facilmente; le resistenze sono dentro dove il grosso cazzo di Massimo ha occupato molto dello spazio disponibile. Vinco le resistenze e lo spingo fino in fondo; le do un bacio sul collo: iniziamo le danze.
Non è come nell’inculata libera. I movimenti possibili sono ristretti, ma in compenso proprio la ristrettezza fa salire il godimento. I cazzi vanno su e giù con ritmi leggermente diversi, quindi ora entrano e si ritraggono insieme, ora mentre uno esce l’altro entra.
Il mio attrezzo preme su quello di Massimo che preme a sua volta sulla parete anteriore del ventre di Federica. Praticamente non c’è parte di lei che non venga stimolata.
“Cazzo che bello! ... Perché non l’abbiamo fatto prima? … Siii, spingete forte … fate godere questa troia … Aaaahh … Sì … sono una grande troia … e godooo … ”
Lui le infila la lingua in bocca nel più osceno dei baci; io le prendo in mano le zinne torcendole i capezzoli. Comincia ad avere un orgasmo dietro l’altro. Le sue parole diventano incomprensibili, poi è solo un unico continuo sommesso lamento di piacere.
Sentirla godere così è per me il più potente afrodisiaco. Amo questa troia e voglio per lei il ‘massimo’. E proprio ‘Massimo’ si sta prendendo dentro insieme con me. Le riempio il collo di succhiotti.
Avvicino le labbra al suo orecchio e: “Ti voglio sempre più troia. Amo che ti prenda sempre più piacere ... Basta che io sappia sempre tutto e potrai fare tutto ... Che le corna che mi metti siano sempre pulite e mai sporche. Non sopporterei altri tradimenti. Ma ora goditi questa doppia e fa felice il tuo cornuto ...”
Ruota il capo quello che basta per lanciarmi uno sguardo di felice lussuria e comincia a venire.
Non mi sarei mai immaginato che si potesse venire in quel modo. La danza delle contorsioni dura più di tre minuti. L’essere stretta tra noi due ne limita l’ampiezza delle contrazioni e ne esalta il godimento. Vorrei continuare a spingerle il cazzo in culo, ma riesco solo a restare aggrappato a lei. Le contrazioni del suo ano mi masturbano violentemente; godo e vengo a mia volta scaricandole nelle viscere numerosi schizzi di sborra.
Nel mentre sento l’altro cazzo nel suo ventre che si agita fortemente, si ferma un istante e poi lo sento contrarsi e pompare a sua volta numerosi fiotti di sborra a riempirle la fica.
L’ultimo fremito è ancora di Federica. Rimaniamo fermi e ansanti per un minuto nella posizione di copula. Quindi ci abbandoniamo distesi sul letto con lei al centro.
“Cazzo che strippata! Mi aspettavo qualcosa di molto bello, ma è ben meglio di quello che pensavo. Grazie miei cari. Mi avete dato davvero molto. Siete degli amanti stupendi.
Massimo, sei il più tenero ed anche il più ‘grosso’ dei miei amanti. Ti sei anche innamorato di me e ho dovuto dirti di no perché non lascerò mai il mio cornutino qui accanto. Però ti voglio bene e ti auguro tanto che possa trovare una fedele troia che ti sia compagna.
P. mio amore cornuto! Lo so che soffri le corna che ti faccio; ma tu le accetti perché mi ami e vuoi che goda, e poi ti eccitano,. Ti amo tanto e, come hai appena sentito, ti sono fedele, molto fedele. Non con il corpo che son sempre una gran troia, ma con l’anima sì.”
“Ora vado al bagno per una ripulita; voi prendetevi qualche stuzzichino, che la nottata non è ancora finita.” e ci strizza l’occhio.
Mentre ci alziamo per andare a mettere qualcosa sotto i denti, “Che culo che hai ad avere l’amore di questa femmina! Mi piace tanto; l’avrei voluta per me, ma niente da fare: ti ama e non ti lascerà mai. Complimenti per la solidità del vostro rapporto.”
Siamo in sala da pranzo davanti a delle deliziose seppioline con piselli e cipolla, Massimo continua:
“Due anni fa avevo anch’io l’amore di una bella troia. Ma l’ho persa. Ho commesso un paio di cazzate e l’ho perduta. Ora sono più solo, più saggio e più vecchio. Purtroppo per capire bene certe cose bisogna fare delle cazzate e pagarne le conseguenze.”
“Ti prego non fate cazzate. Siete una magnifica coppia. Non si vedono facilmente due che si amano come voi. Ti fa le corna? Ma poi ogni volta ti ritorna una femmina che vale qualcosa di più di prima. Ti umilia? Nei limiti del gioco, accettalo! Ma sii vigile e pronto a rispondere se, presa dalla foga, dovesse esagerare”.
“Massimo, sei una bella persona. Sarai sempre il benvenuto a giocare con noi. Ti auguro di non averne troppo bisogno e di ritrovare una compagna di vita come la mia.”
In quel mentre mi giro per prendere una posata e vedo Federica che, con un radioso sorriso, ci sta ascoltando appoggiata alla porta. Ma cambia subito espressione:
“Massimo, mi regali quello strap-on che ci hai mostrato prima?” e con sguardo da vera puttana “Potrei fare qualcosa per te! Se vieni qui te lo dico”.
Lui si alza e le va vicino. Lei gli parla piano all’orecchio, mentre mi guarda. Le risponde sempre bisbigliando all’orecchio e lei ad alta voce “Si-può-fa-re!”.
Intuisco vagamente che si tratta del mio culo, ma non intuisco il resto.
“Amore vieni sul letto, che la tua amata troia vuole farti un bel servizio!”
Intanto Massimo sghignazza. Ricordo le sue parole quando ci aveva illustrato i possibili usi del dildo. L’idea di provare l’unica esperienza che mi sono negato a tutt’oggi mi impaurisce, mi incuriosisce e mi eccita la mente.
In camera vicino al letto ha preparato un alto trespolo che regge l’enteroclisma. Si siede sul bordo del letto e mi fa accoccolare in posizione fetale con la testa appoggiata sul suo grembo odoroso. Prende il cannello di plastica dura al termine del tubo e lo ciuccia come a fargli un pompino. Infine guardandomi fissa mi infila l’arnese insalivato su per il buco.
Apre il rubinetto; nel giro di pochi secondi comincio a sentire un leggero calore nel basso ventre. Lentamente il calore si espande verso il resto dell’addome.
Alzo gli occhi: in silenzio Massimo è venuto in piedi vicino a Federica, che adesso gli lecca amorevolmente il cazzo.
Il liquido è entrato tutto. Mi toglie il cannello e con una mano mi accarezza le palle mentre imperterrita continua a lavorare di fino il cazzo dell’amante.
Mi monta un’erezione di quelle che fanno male. Ma lei non ha alcuna intenzione di farci venire prima del tempo: “La notte è ancora lunga e nessuno ci aspetta altrove. Godiamocela!”
Passa un quarto d’ora e improvvisi mi arrivano gli stimoli. Corro al bagno, mi scarico, mi ripulisco al bidè e torno in camera. Federica che stava ancora leccando la grossa cappella smette la fellatio e “Ecco la vittima sacrificale. Dai! Sali sul patibolo …” Seguo l’invito salendo sul letto.
Nelle sue mani è comparso lo strap-on. Lo osservo con attenzione; stimo una circonferenza massima sui 14-15 centimetri. La parte corta appena più stretta dovrebbe garantire una penetrazione fino a una decina di cm.; quella lunga a una ventina. Lo unge con il lubrificante e chiede a Massimo di inserirglielo mettendosi supina a cosce larghe. Mentre glielo infila noto il solito sguardo di estatico piacere.
Ora si compiace del suo cazzo. Si pavoneggia davanti allo specchio, poi mi guarda con aria trionfante “Non sono bella?” Forse intuisco cosa trovino molti uomini nei trans; comunque rispondo “Sì, amore mio ...”
Si avvicina a me. Mi giro bocconi.
“No mio cornutino! Voglio guardarti negli occhi mentre ti inculo …”
Mi solleva le gambe a farle arrivare sulle mie spalle. Mi cosparge il buco di abbondante lubrificante, con il dito me lo fa penetrare all’interno. Mi forzo a non opporre resistenza, sento il suo medio penetrarmi, non mi dispiace. Poi introduce due dita, entrano bene, le rigira ad allargare il pertugio. Non sento dolore. Ci stiamo guardando fissi negli occhi. Mi punta quella protesi al buco, “Lo vuoi?” “Lo voglio!” e spinge. Nonostante tutti i preparativi, l’apertura del mio sfintere avviene con dolore. “Aaahi!” “Mi devo fermare?” “Inculami strega!” Con quest’incitamento spinge decisa ed entra trionfante nel mio culo non più vergine.
“Ahiaaa! Che male!” Rimango per qualche secondo ansimante, poi: “Ti prego spingi; fammelo sentire tutto! Rompimi il culo!”
L’inculata ha inizio, ma dopo neanche un minuto si ferma e si china tutta su di me. Massimo ora le usa la stessa cortesia che lei ha avuto per me. Non assisto alla sua di messa in culo , ma la indovino dalle espressioni di dolore e di piacere del suo bel volto. Infine il trenino dell’inculata parte e in poco tempo raggiunge la velocità di crociera. Il tempo lo detta Massimo. Ogni sua spinta si ripercuote in una spinta di Federica dentro il mio culo. Mi piace. Quell’oggetto sta massaggiandomi la prostata e in contemporanea da dentro massaggia il clitoride della mia amata.
Stendo il braccio a farle la nostra carezza sul suo viso. Mi risponde baciandomi prima il palmo della mano e poi la bocca.
La doppia inculata va avanti nel gran piacere generale sotto la direzione di Massimo. È veramente bravo; ogni spinta che le dà non è uguale alla precedente e le tocca parti sempre diverse.
Federica sembra non connettere più ; mormora parole incomprensibili, ansima forte e gode proprio come una troia.
Io sto assaporando questa nuova esperienza con il cazzo eretto. Farlo con la propria donna poi dà a questa trasgressione un sapore molto forte. Dopo l’iniziale dolore è subentrato un gran piacere che si pasce anche della visione della mia amatissima mignotta gaudente.
Vedo lui chinarsi a bisbigliare qualcosa al suo orecchio. Lei annuisce e subito mi afferra il cazzo con una mano, mentre con l’altra mi mette due dita in bocca. Adesso ad ogni colpo nel mio culo corrisponde un su e giù delle sue dita sul cazzo.
Massimo intanto aumenta la forza delle spinte al punto che lei non deve più spingere : I suoi colpi arrivano fin dentro di me. È un po’ come se lui ci sodomizzasse entrambi, ma la cosa non mi dà alcun fastidio.
Federica mette entrambe le mani a dita intrecciate sul mio cazzo continuando a segarlo al ritmo dell’inculata. L’orgasmo mi parte da dentro e si esprime in poderosi schizzi, uno dei quali mi arriva fin sulle labbra. Lei nel giro di un minuto mi viene appresso con potenti contrazioni senza fine. Massimo che ha il cazzo stritolato dalle contrazioni di lei comincia a sborrarle in culo.
Quando l’ultimo sussulto orgasmico è terminato, lei ancora ansante mi guarda teneramente e con le labbra mi deterge la bocca dalla mia sborra. Cazzo se la amo!
“Che gran strippata anche questa! Grazie soprattutto a te Massimo! Senza di te non avremmo mai conosciuto questo gran piacere”
Poi rivolta a me: “Ti è piaciuto? Pensa che da adesso ti posso chiamare ‘cornuto rotto in culo’.”
Ride e mi carezza ancora con la nostra carezza. Prima di stendersi per riposare, si controlla le parti basse. Sta grondando sborra di dietro. La raccoglie con le dita e la porta alla bocca.
Si son fatte le ore piccole. Dopo la giornata ricca di avvenimenti siamo piacevolmente stanchi e insonnoliti. Senza neanche chiederlo a Federica, invito Massimo a dormire con noi nel nostro grande lettone. Con piacere di lei accetta.
Ci ripuliamo in bagno e per la notte lei indossa una corta camicia trasparente, noi maschietti giacche di pigiama e null’altro. Nel letto molto grande lei si sistema al centro, ci saluta baciandoci i cazzi e si mette subito a dormire.
Massimo prima di addormentarsi è curioso e mi chiede della nostra carezza.
Non ho difficoltà a spiegare: “Non l’abbiamo inventata noi. La lessi molti anni fa in un romanzo di Thomas Mann. Il protagonista, non ostante fosse avvisato, volle lo stesso farsi una scopata con una giovane prostituta; e così si prese la sifilide: prezzo da pagare al demonio in cambio di un metodo rivoluzionario di fare musica. La carezza in questione gli venne teneramente elargita dalla giovine puttana subito prima dell’amplesso.”
“Non si finisce mai di imparare. Ti faccio i miei complimenti. Prima di conoscervi come coppia pensavo che voi avreste avuto solo da imparare da me che sono ben più anziano. Ma mi devo ricredere. Avete un rapporto che più solido non si può e il merito è soprattutto tuo. Non è che lei non ti ami. Le sue umiliazioni verso di te mi fanno pensare che tema più o meno inconsciamente di perderti e che quindi cerchi sempre inconsciamente di ‘legarti’ a sé, a farti prigioniero”.
Ne convengo: dev’essere come dice lui.
Mi addormento sognando culi, tette, bocche voraci, fiche calde e umide …
Sono le prime luci dell’alba. Nella scura penombra apro un occhio; sto sentendo un leggero movimento del letto. Apro anche l’altro occhio e riesco a distinguere che nel silenzio se la sta scopando a cucchiaio. Non si accorgono che li sto osservando. Lui è dietro di lei, che sta assaporando il suo cazzo ad occhi chiusi e gaudenti.
Continuo ad osservarli facendo finta di dormire e il mio cazzo si erge come un obelisco. Stanno scopando adagio per non svegliarmi. La vista mi si è adattata e vedo il grosso cazzo scivolare dentro e fuori dalla fica dilatata.
Continuo a guardarli in estasi. Non mi tocco; è una masturbazione mentale che mi fa godere con la fantasia.
Federica emette ora leggeri gemiti. Sta godendo intensamente sempre ad occhi chiusi. Una mano di lui le ha arpionato una tetta e rigira tra due dita il capezzolo erto. Lei gira la testa verso la sua bocca e le lingue si intrecciano lussuriose. Lui aumenta un poco la forza delle spinte. Lei ora respira forte. Ansimano entrambi e vengono insieme. Giacciono qualche minuto ancora uniti nell’amplesso. Poi lei gli dà il bacio del ringraziamento e si stacca da lui.
Io ho quasi chiuso gli occhi simulando di dormire. Lei invece li ha ben aperti e mi guarda con un sorriso carico di tenerezza come raramente le vedo. Mi dà un bacio sulla guancia e poi un altro sull’occhio. Mi aderisce con tutto il suo lato B. Si accorge dell’erezione, si eccita e aiutandosi con una mano fa scivolare il mio cazzo nella sua passera. La sborra di Massimo ivi depositata fa da lubrificante.
Non sento problemi. Massimo non è come gli altri, si prospetta un amico. Potrebbe essere un fratello maggiore per me o un padre per Federica. L’esperienza appena trascorsa lo qualifica come un amico sincero. La chiavo lungamente. Ora il cucchiaio sono io. Mi vuole vicino: “Ho capito che fingevi di dormire; hai visto tutto eh? E non ti sei segato.”
“Si cara ed ora voglio essere io a godere del tuo corpo”
“Mi è appena venuto dentro; son piena del suo seme.”
“E fra poco sarai piena di due semi diversi.”
“Che ne dici di Massimo?”
“È una ottima persona; Mi sembra soprattutto leale. Ha doti che ne fanno un eccellente amico. Mi piacerebbe rimanesse comunque tale per noi.”
“Intendi solo amico o scopa-amico?”
“Entrambi. Un posto nel nostro letto per lui lo lascerei sempre. Ma una persona così troverà sicuramente un’altra donna disposta a condividere il cammino della vita.”
“E questo letto potrebbe diventare un posto affollato.” Ed ha una risatina delle sue.
L’indomani mattina, dopo due immancabili pompini finali, ci laviamo, ci vestiamo e facciamo colazione con un bel cornetto alla panna per uno.
Massimo nell’accomiatarsi ci fa sapere di non avere mai goduto di un’ospitalità così squisita e, non potendoci contraccambiare con pari livello, ci procurerà un invito ad un ricevimento molto in e molto hot. Saranno presenti persone molto altolocate e dopo una certa ora per coloro che non se ne saranno andati via prima scatterà il tempo della trasgressione più totale. Ovviamente se non abbiamo nulla in contrario.
Federica ne è immediatamente entusiasta ed io come faccio a dirle di no?
Continua
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