Vita da cornuto 9 - Gli dei sono invidiosi … e gli umani resilienti

  • Scritto da p45 il 24/02/2022 - 23:44
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Qui il racconto prosegue dal Punto di vista di Federica

Stiamo alla fine del pranzo domenicale di questo bel fine settimana di sesso e trasgressione. Prendiamo un buon caffè e rientriamo alla villa di Massimo.

Lui e P. si siedono nel patio a chiacchierare e giocare a scacchi. Va bene, di sesso ce ne hanno dato tanto; è giusto che si rilassino.

Cecilia mi prende per mano e “Noi ci andiamo a rilassare in camera …” I nostri compagni annuiscono sorridendo. L’intento lesbico è palese.

Una volta in camera mi bacia profondamente, mi spinge sul letto e mi succhia un capezzolo. “Credo che tu sia un po’ gelosa per me riguardo Massimo … mi sbaglio?”

“Non ti sbagli nel senso che prima di conoscerti per lui ero la prima scelta. Non nego che quando ci ha presentate ho provato una punta di gelosia. Ma ora l’ho superata. Tu gli stai dando e gli darai di più di quanto potessi dargli io.

E poi ho il mio amatissimo cornutino che viene prima di tutti quanti. Non potrei vivere senza di lui. Qualche volta lo tratto male, ma è un gioco perché dopo ci amiamo sempre un po’ di più”.

“Questo lo vediamo tutti. Ma non tirare troppo la corda …” Le parole di quella stupenda femmina più matura di me mi smuovono le paure nascoste: “In realtà credo di avere sotto sotto una gran paura di perderlo.”

Mi accarezza la fica e io le lecco la gola. Mentre scende a darmi piacere con la bocca, continuo:

“Un anno e mezzo fa eravamo una coppia monogama. Dopo qualche anno di furori il sesso tra noi era diventato una routine che si ripeteva sempre uguale a se stesso. A torto o a ragione cominciai a pensare di trovare qualcosa di diverso altrove.

Io ho tre pomeriggi liberi dal lavoro, mentre lui ha il tempo pieno, per cui mi fu facile cazzeggiarmi in giro e trovare.” E le narrai di Alfredo (vedi ‘vita da cornuto 3 …)

“Subito dopo arrivarono anche rapporti occasionali, quelli sì più eccitanti. E ancora qualche amante più o meno fisso.

La cosa brutta fu che non riuscii a portare nulla di nuovo nel rapporto con P. Gli volevo tanto bene e lo tradivo da lurida zoccola. Avrei dovuto confessare e affrontare le conseguenze, ma la paura di perderlo era troppo forte. Tanti sensi di colpa ed incapacità a fermarmi.

Capii che la vita che volevo era di essere libera di cogliere le occasioni ed insieme di continuare ad amarlo profondamente condividendo tutto con lui. Mi dissi che avrei dovuto proporlo, ma cosa potevo offrirgli in cambio per fargli accettare ciò?”

Cecilia tira fuori da un cassetto uno strap on senza lacci come il mio e “Mettimelo che voglio fotterti.” Nelle sue mani c’è anche un lubrificante insaporito. Ne cospargo l’attrezzo e con accortezza le faccio sprofondare il manico dentro la fica. Mi prende alla missionaria dolcemente per darmi la possibilità di continuare il racconto.

“Accadde poi che incontrai Massimo. E fu sesso travolgente tanto che mi chiese di lasciare il marito per andare a vivere con lui. Ma io fuori dal matrimonio cercavo solo sesso. L’amore lo avevo già … aaahhh … sì, così …

Mi fece conoscere il sesso via web. Mi esibii per due mesi in CAM con un prestante anziano finché non ci fu la sborrata nell’occhio che divenne rosso.

Quando tornò a casa e mi vide l’occhio, avendo visto l’esibizione sul web, capì tutto e si incazzò giustamente come una iena … Più forte, Cecilia … spingi … fammi godere”

Lei rompe gli indugi e prende a scoparmi forte. Cinque minuti di sbattimento e veniamo con forti convulsioni.

“Mi piacerebbe provare un trans.” “Chiedilo a lui! Coinvolgilo!”

“Sì, hai ragione, lo farò.

Tornando al nostro discorso, sentivo di avergli procurato un grosso dispiacere. Mi sentii una merda. Tutto il piacere ricavato da quelle corna non valeva il suo amore. Temetti il peggio; non sapevo come fare per tamponare la situazione. Poi il miracolo, nei calzoni il suo cazzo si era eretto. Mi strinsi a lui e lo portai a farmi la migliore scopata dopo anni. Era rimasto interdetto dalla sua stessa reazione. In breve giocai il tutto per tutto e lo convinsi alla vita da cornuto non più tradito ma consapevole e a conoscenza di tutto.

Ti prego adesso inculami!”

Mentre mi prepara alla sodomia “Ora sembra che vada tutto bene, ma io avverto che ogni volta che lo cornifico ci soffre. Anche se poi si rifà eccitato alla grande, temo sempre che prima o poi non ce la faccia più e scappi via.”

“Ahiha!” Mi sono distratta con il racconto e quando Cecilia ha dato la spinta per entrare invece di rilasciarmi ho opposto resistenza. Ho sofferto l’entrata del dildo, che comunque è ora profondamente piantato nel mio culo e mi dà piacere.


 

Qui il racconto prosegue dal Punto di vista esterno impersonale

Un mese dopo, sabato pomeriggio, i nostri eroi arrivano alla grande villa di Ennio.

All’ingresso sono accolti dalla padrona di casa Fabiola che li saluta radiosa e bacia con passione Federica. Hanno fatto leggermente tardi e tutti gli altri amici sono già dentro. Fabiola prende a braccetto la sua amata e li accompagna al piano di sopra; trovano nella sala dei divani tutti i loro amici. Manca solo Ennio.

Ennio è molto occupato con un ospite importante. Si chiama Oronzo De Luridis, è un grande azionista della Azzanna & Trangugia che è concorrente della sua società. È venuto per importanti trattative d’affari cui Ennio non può sottrarsi.

Oronzo è anche in politica ed è in caccia di voti per le prossime elezioni parlamentari. Ha trentanove anni, è un bell’uomo alto 180 cm, capelli neri lisci e un taglio degli occhi di fattura quasi orientale che gli dànno aria da porco interessante.

Sta discutendo con Ennio di fronte al tavolo del buffet, da cui si sta caricando il piatto.

Compare improvvisa Ornella. Riconosce gli amici, corre a salutare P. e soprattutto Federica. Poi si va a cercare qualcosa da mettere sotto i denti. Compare al buffet con il piatto nelle mani. Oronzo nota subito quel gran pezzo di gnocca giovane, accorre cercando di incarnare il ruolo dell’assistente premuroso.

Ornella, nonostante la giovane età, in virtù delle traversie per affermarsi nel mondo del lavoro è usa a riconoscere lumaconi che sfruttano la posizione per allettare giovani bisognose. Oddio Oronzo è un bell’uomo molto piacente, ma qualcosa le fa capire che non è precisamente una bella persona. Comunque, essendo come molte femmine vanitosa, accetta la conversazione.

Spinta dalla sete, Federica s’affaccia al tavolo del buffet a prendere una bibita. La ottiene subito con tanto di cannuccia; si gira per sorbirla e si ritrova con Ornella e il suo intrattenitore. Scatta la troiaggine competitiva. Chiede ed ottiene da Oronzo un piatto di stuzzichini. Le ‘cade’ una forchetta per terra; lui si china a raccogliere e la troia gli va sopra. Non può fare a meno di vedere le balze delle autoreggenti e il minuscolo perizoma. Ornella preferisce allontanarsi e tornare verso P. e gli amici.

Federica ha campo libero e ne approfitta. Succhia la grossa cannuccia guardandolo negli occhi. La patta di Oronzo si gonfia vistosamente. La invita a seguirlo sul terrazzo. Sono soli e lei si appoggia al parapetto guardando la vegetazione nel crepuscolo. Le va dietro e le appoggia il pacco sul sedere. “Ollallà! Che grosso …” Le mani di lui si stendono sulle sue tette; trovano i capezzoli non protetti da alcun reggiseno; glieli torce “ummmh …”. Lei si gira ed è subito un bacio spazzola-tonsille. La mano di lui carezza la fica. Lei gli tira giù la zip dei calzoni; ne estrae il cazzo. È una proboscide di notevoli dimensioni, che lentamente si distende verso l’alto. È più grande di quello di Massimo; venticinque cm. o forse più.

È emozionata. Si china piegando le gambe; lo annusa, lo assaggia con la lingua. Ha un forte sapore di maschio. Riesce a prendere in bocca la sola cappella; gli accarezza i coglioni. Oronzo ha un fremito, la tira su, la conduce in una stanza quasi buia. Sono soli; la mette a quattro zampe su un divano, le scosta il perizoma, è fradicia; le punta l’attrezzo sulla fica e la penetra con voluta lentezza.

“Aaahh … questo sì che è un cazzo … spingilo tutto … fammelo sentire bene … Fottimi!” La afferra forte per i fianchi e la monta con lunghe spinte: “Prendilo tutto troia … quando avrò finito non vorrai più il cazzo del tuo uomo … godi cagna … ti piace eh … non ne potrai più fare a meno …”

La monta va avanti tra un orgasmo e l’altro di Federica. Quella nerchia la sta squassando come mai prima, dandole sensazioni nuove. Sono passati più di quindici minuti; sulla porta ci sono due uomini: Massimo e P.


 

Il racconto ritorna al Punto di vista di P.

La scena davanti i miei occhi mi fa star male. Stavolta non mi eccito. La chiamo.

“Ciao cornuto! … guarda e ammira … non ho mai goduto così … riuscirai più a darmi piacere dopo? … aaaah …” Ha un fortissimo orgasmo. Mentre lei si contorce sul divano, lui col cazzo in mano le va sopra e la ricopre in faccia e sui capelli con un’abbondante sborrata: “Prendi la sborra del tuo padrone, zoccola!” E ci manda uno sguardo di scherno.

Massimo mi impedisce di compiere uno sproposito: “Vieni via! Vi confronterete più tardi …” Mi porta in un’altra stanza.

L’orgia è cominciata e troviamo Fabiola alle prese con uno sconosciuto che potrebbe essere il figlio da quanto è giovane. Claudia sta cavalcando un ragazzo di colore, mentre Ernesto la incita segandosi. Cecilia invece sta succhiando il cazzo ad un bell’uomo maturo. Poiché si accorge dai nostri sguardi che è successo qualcosa, accelera la faccenda infilandogli un dito in culo. Quello in men che non si dica le riversa in bocca la sua sborrata; “Non dovevi, ora ci vorrà almeno un’ora prima che possa ricominciare …” “E tra un’ora ci rivediamo!”

Viene subito da noi, prende per mano Massimo “Cosa è successo?” Massimo le racconta quel che abbiamo visto. “Nooo … P. ti prego, cerca di parlarle … non prendere decisioni affrettate!”

Fabiola che ha orecchiato licenzia il suo giovine invitandolo a tornare più tardi. Come apprende l’accaduto ne ha un gran dispiacere “La nostra Federica … il nostro amore … come ha potuto? Con quel figlio di puttana …”

Si affaccia Ornella “Ti sto cercando da un pezzo. Volevo avvertirti che tua moglie si è messa a concupire uno che non mi piace neanche un po’. Spero non sia troppo tardi. Avete certe facce … ” Le risponde Massimo: “Ce ne siamo accorti. È ormai successo e P. sta distrutto.” “Cazzo, quanto mi dispiace …”

Ho un moto di orgoglio “È bello sapere di avere degli amici. Come è noto gli amici si vedono nei momenti difficili e vi vedo tutti molto vicini. Ma questa me la devo giocare in prima persona. La troia è mia e devo gestirla io. Voi continuate a divertirvi come volevate”.

Compare Ennio “So tutto! Quel maiale la sta dominando. Non ho titoli sufficienti a cacciarlo da casa mia. Ma di sicuro non ci metterà più piede.”

Fabiola, che ha per Federica ben più di un’amicizia, è molto dispiaciuta “Devi riprenderla. Riportala tra noi. Non la cacciare via! Ti prego …” Ennio la prende tra le braccia e la stringe forte. Il loro è un amore che ha superato una crisi profonda e l’usura del tempo. Li invidio e li ammiro. Si mettono su un divano e lui le fa l’amore teneramente davanti a tutti.

Mi fa piacere la vicinanza affettiva degli amici, ma il colpo è forte e non è ancora finita, perché il mio amore è ancora tra le braccia di quel lurido individuo. Non ha minacciato di lasciarmi, ma di non scopare più con me sì: e questo per me è anche peggio.

Arrivo anche a pensieri omicidi, li abbandono, non risolverebbero nulla. Devo riuscire a passare il tempo.

Mi sdraio su un divano e chiudo gli occhi. Non mi illudo di riuscire a dormire. Ho anche paura di eventuali incubi. Sento improvvisamente un buon odore di fregna. Apro gli occhi e la vedo, depilata ai lati e sormontata da un cespuglietto nerissimo. Ma non è la mia amata troia; Ornella me la sta porgendo “Dai! Ti è sempre piaciuta, prendila!” Me la cala dall’alto sul viso; la lecco, ha un buonissimo sapore. Le lavoro il bottoncino; geme. Si stende su di me; cerca il mio cazzo con la lingua; lo raggiunge; lo lecca e lo succhia come un calippo.

Nel mio stato ci metto un po’ per raggiungere l’erezione; ma ce la faccio. Fino ad oggi non ho mai avuto defaillance. Me lo pompa amorevolmente. Sposta la fica dalla bocca al cazzo e ci si sprofonda sopra. Me lo massaggia con i muscoletti della vagina; la ragazza ci sa fare. Mi sta consolando.

Mi dà le spalle, mi prende le mani con le sue, si butta in avanti e comincia il su e giù. Vedo il cazzo che entra ed esce dalla fica; sopra il buchetto che qualche mese prima ho sverginato. Una vampata di piacere mi invade le parti basse. So che al di là degli intenti consolatori a Ornella piace essere scopata da me.

“Sborrami dentro!” Queste due parole sono come legna aggiunta al fuoco. La metto a pecora e la fotto di buona lena.

“Hai un ottimo cazzo … più che sufficiente per qualunque femmina … mmm che piacere … dammelo più forte adesso … sì … sì, così …” il primo orgasmo la scuote con forza. Cambio posizione, la prendo davanti con le gambe puntate in alto, i piedini fasciati dalle autoreggenti a carezzarmi il viso. Le sue tette vanno avanti e indietro sotto i colpi che le do in fica. Esprime il suo godimento con un flebile ma continuo lamento. Le vengo dentro la fica con una serie di forti spinte. Sono molto stanco e provato, cado addormentato.

Mi sveglio al suono della voce concitata di Federica. Simulo il sonno per qualche minuto ancora ascoltando quel che dice. “La più bella scopata della mia vita. Con quel cazzo non ha neanche bisogno di saperci fare … una volta che te lo ha messo dentro va tutto da sé.” Le risponde Fabiola: “Amor mio. Non puoi non pensare che a quel cazzo c’è attaccato un grandissimo figlio di puttana; io lo so per certo. Ma dov’è finito il tuo amore per P.?” Non risponde.

Mi faccio forza. Fingo di svegliarmi in quell’istante. Mi stampo un’espressione la più neutra possibile sul volto. “Ciao cara! Si è fatto tardi; è l’ora che torniamo a casa …” Mi guarda con sguardo assente, quasi ebete, di chi sta pensando ad altro. Va in bagno a rendersi più presentabile. Torna, odora ancora di sesso. Salutiamo tutti e usciamo. Dopo un’ora siamo a casa.

Non ha detto una parola. È strana, non sembra lei. La lascio sulla soglia della camera da letto. Prendo un pigiama, le auguro buona notte e vado a dormire nella stanza degli ospiti.

Mi sveglio presto. Sono riuscito a dormire nonostante tutto. Faccio colazione con un cappuccino e un cornetto surgelato riscaldato in microonde. Mi vesto sullo sportivo ed esco.

Erro a lungo nel parco. Mi sforzo di comprendere la situazione. Sono sempre confuso. In particolare mi chiedo se e come Federica sia cambiata. Di sicuro non è proprio la stessa. Ma soprattutto devo capire che cosa voglio io.

Ho superato una forte crisi dopo la scoperta delle sue esibizioni in cam. Ma allora il suo atteggiamento era stato molto amorevole verso di me. Qualche piccola scaramuccia ed abbiamo intrapreso una vita di libertà e licenziosità condivisa con grande complicità e amore. Ora è diverso; mi sta solo rifilando una terribile umiliazione, dietro la quale intravvedo forse anche perfidia.

Le ore passano. Incrocio una bella ragazza che porta a spasso un bel cane molto grosso e molto meticcio. Mi metto a carezzarlo e lui mena la coda con aria amichevole. La lingua batte dove duole il dente e mi trovo a paragonare la fedeltà dei cani con quella delle donne. Sto quasi per piangere.

“Tutto bene?” La ragazza ha intuito qualcosa. “Sì … tutto bene.” In altri frangenti avrei approfittato per fare conoscenza. Invece riprendo il mio errare senza meta.

Il sole sta per tramontare. Torno verso casa. Sono quasi arrivato; incrocio un’auto che si allontana: alla guida c’è Oronzo. Mi fermo, conto fino a cento per impormi la calma.

Entro in casa. Mi accoglie un silenzio. La cerco e la trovo sul letto. È in posizione scomposta e oscena; un rivolo di sborra le esce dall’ano slabbrato; il resto non è meglio. Il trucco le cola dagli occhi; numerose macchie di sborra tra i capelli. Non mi sono mai permesso di sporcarle i capelli.

Quello stronzo la tratta come un bidone della spazzatura.

Lei mi guarda e mi sorride. “Ciao cornuto, te le ho allungate ancora. Oronzo è un vero uomo. L’ho fatto venire qui; mi son fatta scopare nel nostro letto e poi mi ha fatto il culo. Devi convincerti che sei solo un cornuto e non puoi competere; lascia perdere e segati.”

“Ma ti stai facendo manipolare da quello stronzo?”

“Ma no cornutino! È tanto bravo e gentile. Figurati che, quando gli ho detto che vorremmo avere un figlio, ha promesso che il figlio ce lo darà lui; tu non dovrai far nulla, anzi ti dovrai astenere dallo scoparmi. Ma non lo devi fare incazzare, se no non potrai più neanche assistere.”

Le mie più nere congetture si stanno avverando. Non so cosa stia succedendo a Federica, ma è decisamente troppo. Sotto i suoi occhi riempio due valige di vari effetti personali. Vado alla porta, lei mi segue con uno sguardo strano. La fisso negli occhi: “Me ne vado. Non mi aspettare. Non mi cercare.”

Esco con la morte nel cuore.


 

Massimo mi ha rimediato un piccolo appartamento a un buon canone di affitto.

Mi immergo nel lavoro. Ornella e gli altri colleghi sono molto gentili con me. Non ho più avuto contatti o notizie da Federica; d’altronde l’ho messa in lista nera sul cellulare.

Sono invitato ad un aperitivo dopo il lavoro con i colleghi. Non ho un cazzo da fare e ci vado. L’atmosfera è tranquilla; si parla di sport, di spettacoli e anche di lavoro. Sento dire che nel giro di qualche mese dovremo essere attori in una grossa causa, di quelle che finiscono sui giornali; Ma non se ne sa nulla di più.

Ornella si isola con me e mi chiede come va. “Di merda. La solitudine è una brutta compagnia. Meno male che c’è il lavoro …”

“Non hai anche gli amici? Non ti invitano alle loro ammucchiate?” “Ci ho provato, ma l’assenza di Federica lì la sento ancora di più.”

Portaci me!” La guardo con un sorriso. Lei continua: “Non mi illudo di sostituirla nel tuo cuore. È la tua donna. Il tuo amore per lei è indistruttibile, ma prenditi una vacanza! Io sono giovane e devo ancora trovare il mio amore. Il nostro sarà un piacevole intermezzo …”

Ci baciamo. Sento il cazzo che si è rizzato. Quella splendida giovane è adorabile nella sua spontaneità e voglia di vivere. Salutiamo i colleghi che si complimentano e andiamo a casa sua.

L’urgenza è tale che appena entrati non ci spogliamo quasi. La prendo in piedi contro una parete con grande passione. Sono venti giorni che non ho rapporti; in pochi minuti mi scarico in lei.

Organizza subito una cenetta minimale. Mangiamo con appetito.

“Quando tu avrai recuperato il tuo amore ed io avrò trovato il mio, ci accetterete nelle vostre festicciole erotiche?” “Hai una tale carica erotica che nessuno potrà dirti di no. Ma procura di trovare un amore vero, non possessivo; uno che ti ami al punto di lasciarti godere le occasioni della vita!” “È proprio la mia intenzione … Ma adesso pensiamo a noi …”

Indossa un baby doll trasparentissimo. Ci infiliamo nel letto. È una notte di sesso sfrenato. Ci prendiamo in tutte le maniere. Si fa farcire di sborra in ogni dove: fica, bocca, culo, volto, tette …

Non manco di farla godere con la lingua, le labbra e le dita. Rimane estasiata quando con la lingua le ripulisco il volto sborrato.

Quando dopo una settimana mi presento al consueto appuntamento godereccio alla villa di Massimo, sono accompagnato da Ornella; siamo accolti festosamente. Condividiamo in allegria le nostre donne come al solito.

Quando mi ritrovo a leccare la sorca a Fabiola, lei mi fa: “Ornella è adorabile, però ho tanta nostalgia di Federica …”. Mi scappa una lacrima che le cade sulla fica. Si china ad asciugarmi gli occhi con un bacio. “Lo sai anche tu. È la nostra donna. Ne sarai sempre innamorato e non credo che lei non ti ami più. Questo è un grosso incidente di percorso, ma ne verremo fuori. Abbi fiducia, io ne ho!”

Il mattino dopo tra una copula e l’altra Massimo mi prende da una parte e “P. prima o poi arriverà il momento in cui incontrerai di nuovo Federica. Ti ha ampiamente sbeffeggiato per le tue presunte ‘piccole’ dimensioni. Effettivamente quello stronzo ha un cazzo enorme di rara grandezza. Noi sappiamo benissimo che non ha altre abilità di cui noi invece siamo cultori. Però in molti casi le femmine che provano questi uccelloni extra large rimangono come stordite e vanno in dipendenza come con le droghe pesanti. Non capiscono letteralmente più un cazzo. Si fanno rovinare ano e fica e in fondo fisicamente non godono di più di quanto facevano prima. Il problema è mentale.

Io credo che la tua amata troia prima o poi se ne renderà conto. In tal caso verrà da sé che prenderà le distanze dal soggetto. Però, se tu disponessi di un attrezzo più grande, tipo il mio per intendersi, faciliteresti non poco il recupero.” “Massimo, dove vuoi andare a parare?”

“Come ti dissi una volta a proposito del tuo capo, conosco bene un andrologo che riesce a far miracoli. Il tuo capo è ora molto apprezzato dalla moglie e scopano regolarmente; lei non l’ha più tradito e lui non corre più appresso alle ragazze come Ornella. Non so bene i particolari, ma credo che gli abbia fatto acquisire un 20% in più di dimensioni lineari. Naturalmente gli ha anche curato le disfunzioni erettili. Questo non è certo il tuo caso, ma ti farebbe schifo avere un cazzo di venti centimetri?” “Beh, no di certo” “Ti presento al dottor De Penis? Costa un po’, ma i risultati si vedono già in una ventina di giorni.” Gli do il mio assenso. Tutto sommato male non farà.

Due giorni dopo faccio la conoscenza con Ugo De Penis. Avrà circa cinquantacinque anni, è alto circa 1,90, è calvo con una corta barbetta bianca. Mi comunica che opera con tecniche miste: pompe a vuoto, stimolatori di erezione forti (prostaglandine), onde d’urto a bassa intensità e massaggi estensori. Sono sedute da un’ora e mezza abbondante tre volte la settimana.

Accetto la cura. Mi presenta la sua assistente e moglie Maddalena. È una allegra virago dalle forme robuste e palestrate, alta senza scarpe come me. Potrebbe avere quarantacinque anni.

Alla prima seduta mi fa un’iniezione di prostaglandine; in meno di un minuto diventa duro come pietra. Mi prendono le misure: 173 millimetri di lunghezza, 131 mm di circonferenza alla base, 115 mm la circonferenza alla corona attorno al glande. Mi vengono applicate dalla matrona le onde d’urto. Sento un leggero formicolio. Dopo un quarto d’ora la prima seduta è terminata,

Ma non è terminata la mia erezione. Arrivo da Ornella incordatissimo. Nota immediatamente il bozzo. Capisce che è urgente, mi tira fuori il cazzo, ci sputa sopra e lo sega furiosamente resisto più di cinque minuti poi vengo. Si fa sborrare in bocca ‘per non sporcare in giro’.

L’erezione ferrea continua senza alcuna flessione. Decidiamo di approfittarne.

Ce ne facciamo cinque una dietro l’altra in posizioni sempre diverse. A tre ore dall’iniezione il cazzo si rilassa. Un bidè di acqua fresca completa l’opera e finalmente posso pisciare.

La volta successiva l’iniezione è sostituita dalla pompa a vuoto. Una volta eretto il cazzo viene catturato dalle forti mani di Maddalena che comincia il massaggio estensore, Quello che fa Maddalena mi ricorda le mani di mia madre quando impastava la farina per fare i panzerotti o gli strascinati. Mi scopro a chiedermi come manipolasse il cazzo di mio padre.

Dopo un’ora mi vengono applicate le onde d’urto per dieci minuti.

Questo copione si ripete per due settimane fino ad una seduta check di metà cura. Mi somministrano nuovamente le prostaglandine e il cazzo si erge.

Le misure: lunghezza 189 mm. Circonferenza alla base 135 mm, alla corona 119 mm.

Stavolta quando arrivo da Ornella, lei è preparata: si fa trovare nuda nel letto. Le salto addosso, ne facciamo sei prima che l’affare si sgonfi.

La cura prosegue per altre due settimane.

Segue la seduta finale, di nuovo prostaglandine e misure:

Lunghezza 204mm,

circonferenza alla base 139mm,

circonferenza alla corona 123mm.

Sono molto soddisfatto, anche Ornella lo è, stavolta ne facciamo sette prima che si sgonfi.

De Penis mi propone un ulteriore intervento: iniezioni di acido ialuronico nel glande. Costano relativamente poco e vanno ripetute ogni sei mesi. Mi viene una cappella molto grossa, un cazzo a martello o a fungo come preferite.


 

Una settimana dopo sono al lavoro. Mi chiama a colloquio il capo De Cavillis.

Entro nel suo ufficio. “Le devo comunicare dei fatti assolutamente riservati.”

“Ovviamente, lei sa che sono una tomba riguardo il lavoro”.

“Non è solo lavoro. È qualcosa che in maniera indiretta riguarda anche lei.” Mi incuriosisco; il capo prosegue:

“Il sostituto procuratore De Legibus, mio caro amico di studi, mi ha fatto sapere in via assolutamente confidenziale che sono in corso indagini sulle attività di tal Oronzo De Luridis. Si tratta di reati gravi come corruzione di pubblici amministratori, concorso in peculato, appalti truccati, collusioni con associazioni mafiose ed anche sfruttamento della prostituzione.” Mi si drizzano le antenne. De Cavillis prosegue.

“Non ne siamo sicuri, ma sua moglie potrebbe essere stata coinvolta nell’ultima faccenda. Comunque presto partirà un’operazione blitz nei confronti di quest’individuo, volta ad incriminarlo e impedirgli di assumere cariche politiche, come ha intenzione di fare.

P. lei è il migliore dei miei avvocati. La stimo fortemente e per quanto posso la aiuterò. Aggiungo che, una volta avviate queste operazioni, facilmente assumeremo qualche parte civile nel processo e penso che lei sarà ben disposto a patrocinare.

Per ora non posso dirle altro. Si prenda le sue precauzioni.”

Ringrazio sentitamente il principe del foro; gli auguro ogni bene e torno al lavoro.

Accenno qualcosa ad Ornella. Lei non mi chiede di più; è una professionista e comprende la necessità delle riservatezze. Chiamo Massimo chiedendogli un incontro riservato. Ci accordiamo per un aperitivo in un locale dotato di separé la sera stessa.

Ci vediamo nella tarda serata. Appena sente la faccenda dice: “Qui ci vuole Ennio!” Lo chiama. Non appena sente che si tratta di Oronzo ci dice di non muoverci che viene subito. Non gli par vero di poter fare qualcosa contro il suo odiato avversario.

Arriva in meno di mezzora. Ascolta attentamente e mi dice: “Dobbiamo saperne di più. Attivo la mia agenzia investigativa e anche un informatore segreto che ho presso di lui. In capo a tre o quattro giorni avremo un quadro completo. Tu P. se vuoi e te la senti cerca di prendere contatto con Federica. Se lo fai, ovviamente non far cenno dell’azione investigativa e giudiziaria. Non dobbiamo correre il rischio di mettere lo stronzo sull’avviso. Per il resto acqua in bocca.”

Lo ringrazio e lui: “Non è il caso. Non sai con quanto piacere voglio contribuire ad affossare quel verme …”

Saluto gli amici e torno da Ornella. Le comunico solo che nella faccenda ho coinvolto Ennio. Lei che non è per niente scema capisce che l’oggetto è il De Luridis e che quindi si tratta anche di Federica. Mi chiede se ho avuto sue notizie. “No, purtroppo” Sono preoccupato per la sua sorte; Ornella avverte che sto comunque in ambasce e non chiede di più.

Più tardi accendo il mio portatile; apro come al solito la posta e la vedo subito: una mail di Federica.

Mille pensieri mi affollano la testa. Esito ad aprirla; so che dal suo contenuto potrebbe dipendere il resto della mia vita.

Ornella, che sta sparecchiando, mi chiede “È di Federica?” “Sì. Ora la apro …” “Aspetta che ti lascio il campo” “Non è necessario riguarderà in qualche maniera anche te.” La apro.

“Amore mio non so come fare per chiederti perdono del mio inqualificabile comportamento. Sono stata una vera zoccola. Ti ho tradito ancora e più pesantemente. Come ho potuto anche solo pensare di farmi mettere incinta da un altro per avere un bambino. Non so se potrai mai perdonarmi. Ti chiedo soltanto che, qualunque sia la tua decisione, tu me lo dica in faccia. Tua per sempre Federica.

PS: ti ho mandato in ufficio copia delle nuove chiavi di casa. Ho dovuto sostituire le serrature per estromettere Oronzo.”

“Te l’ho sempre detto che ti ama sempre” “Sì e ne sono contento. E sono tanto contento che non si sia fatta coinvolgere nella prostituzione, ma non è opportuno che corra da lei scodinzolante. È bene che frigga ancora un po’; e che lo stronzo non abbia alcun motivo di sospetto”.

Dopo tre giorni Ennio mi chiama. Ci vediamo alla sua villa ora quasi deserta. C’è Massimo con noi. “Sappiamo per certo che ha cercato di avviare Federica alla prostituzione di alto bordo. Ma è altrettanto certo che lei non c’è stata e che hanno avuto una grossa lite, al termine della quale lei ha minacciato di denunciarlo per violazione di domicilio. Lui le ha fatto vedere che aveva avuto le chiavi di casa da lei e che quindi non poteva denunciarlo. Lei allora ha preso in mano un coltello di cucina ed ha minacciato di tagliargli il cazzo se non andava via subito. Allora il verme si è spaventato e se ne è andato.” Sorrido all’idea della scena di Federica che brandisce il coltello. So già che ha cambiato le serrature.

Poi Ennio ci ragguaglia su altre nefandezze compiute dal verme, per le quali sono state raccolte prove. Verranno prodotte solo dopo che sarà stato incriminato. La trappola si sta tendendo.

Passano dieci giorni e arriva la notizia. Oronzo De Luridis è stato arrestato con accuse varie. Agli interrogatori di garanzia egli, sostenuto dai suoi avvocati mostra alibi e altre menzogne in sua difesa costruite all’uopo. Io sono fatto partecipe da De Cavillis dei fatti in istruttoria. Chiamo Ennio che fa subito pervenire le prove che lui ha raccolto a De Legibus. Con queste ultime le difese di Oronzo crollano. È alle strette, riesce comunque ad ottenere i domiciliari. Prepara una fuga all’estero. Ce lo fa sapere l’uomo che Ennio ha infiltrato nella sua organizzazione.

Due giorni dopo i telegiornali riportano la notizia che Oronzo De Luridis, mentre con un biglietto aereo per Sidney e un passaporto falsificato tentava di raggiungere l’aeroporto, era stato duramente assalito e bastonato da due incappucciati che lo avevano lasciato per terra con fratture varie ed altre ferite non meglio precisate. Una precisazione mi arriva da Ennio il giorno dopo “Ora il cazzo gli servirà solo per pisciare …”

Continua

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