Week end - Prologo

  • Scritto da Paola L. il 19/11/2020 - 13:18
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Tutti i venerdì non vedevo l'ora di scappare dall'ufficio per correre a casa per iniziare il weekend 'al meglio' con mio marito Stefano… ma quel Venerdì ero più agitata del solito e pur avendo chiesto un'ora di permesso per uscire prima non stavo nella pelle e se gli orologi si consumassero a guardarli il mio sarebbe già stato illeggibile.

Io sono Francesca, sposata, anzi felicemente sposata, segretaria amministrativa in una agenzia di viaggi e anche se a una donna non si chiede mai l'età, prima che me la chiediate ve la dico io: 47 anni. Non li dimostro? O voi siete troppo gentili o tutti i soldi che spendo in palestra e trattamenti sono serviti a qualcosa. Comunque sia, Grazie!

Torniamo a noi… volete sapere perché quel Venerdì fossi così in agitazione?  Lo ero perché quel giorno sarebbe venuto a trovarmi mio fratello Maurizio; dopo 4 anni di lontananza tornava da l"Africa dove aveva prestato servizio come medico in una famosa organizzazione sanitaria… 

Sapevo che era atterrato quella mattina a Fiumicino e che nel pomeriggio sarebbe venuto a salutarmi e a trascorrere da noi  il weekend per poi ripartire per non so bene quale altra destinazione…

Fra me e mio fratello c'è sempre stato un legame particolare; nonostante le nostre vite ci avessero distanziato già da diversi anni tuttavia il nostro sentire è sempre stato molto intenso. Dicono che ciò è normale fra gemelli. Ed io che pensavo che averlo avuto fra le gambe anche nella pancia della mamma fosse stato abbastanza… 

"Che ore sono? Secondo me sto ca… cavolo di orologio si è fermato! " chiedevo in continuazione. 

"E' già manna se riuscirai ad andare via all'ora di chiusura… di là c'è ancora un gran numero di clienti!" mi rispose Elena, la mia collega, con tono sinceramente dispiaciuto.

Tornavo sempre a sedere al mio posto di lavoro delusa e sconsolata. ..

Il pensare a Maurizio mi aiutava, mi faceva sempre sorridere, allora come ora, ricordare quando noi due eravamo ragazzini ed io mi scoprivo femmina ammirandomi allo specchio mentre lui mi spiava da quello spiraglio della porta…

Porta difettosa o… ma che importava, a me piaceva! Sapevo o pensavo che dietro a quella porta vi fosse lui… ed io ogni volta, nella mia più completa inesperienza, provavo ad alzare l'asticella. . Un gioco che ci coinvolgeva entrambi ma sempre un gioco: avevamo 11/12 anni! 

Sorrisi, in ufficio, al ricordo di quando lui fece fin troppo rumore ed io "scandalizzata" lo rincorsi urlando fino al bagno dove lui si nascose. 

"Aprimi!..."

Silenzio

"Aprimi o chiamo mamma!"

Silenzio seguito da uno strano mugolio

Mi chinai a guardare dal buco della chiave e… rimasi sconvolta!

"Ridi?" Elena interruppe i miei pensieri "ci hai scassato tutti che vuoi andare via ed ora che forse non potrai… ti metti a ridere?"

"Tranquilla… stavo ricordando una cosa di quando ero ragazzina.. un modo per sorridere lo dovevo pur trovare se no oggi mi metto a piangere!!!"

La mia collega alzò le spalle e si rimise a lavorare sorridendo.

Ricordo ancora oggi lo spavento che provai a vedere mio fratello seduto sul wc, chino in avanti, che armeggiava furiosanente su quel… quel pisello diventato enorme che a stento restava dentro la sua mano; una testa rossa e grossa come non avevo mai visto! 

"Ma cosa gli sta succedendo?" pensai. Avevo già visto il pisello del mio fratellino ma non era mai stato cosi;

" e perché lo strofina in quel modo? Gli farà male?  Certamente si! Guarda come è rosso!"

"Mau…" bisbigliai… "rispondimi ti prego! Dimmi cosa ti succede!"

E poi il dramma… Gli scoppiò in mano! Il pisellino, che conoscevo, tanto crebbe che schizzò spruzzi di uno strano liquido biancastro.

Scappai via… mi nascosti in un angolo in giardino terrorizzata dal pensiero di essere io la causa di quel guaio: a mio fratello era scoppiato il cazzo!

Non ridete! Lo so.. oggi, oggi… ma 35 anni fa era ancora così! 

"Signora Francesca…" mi chiamò il direttore affacciandosi a l'ufficio.. "Può andare ma per lunedì mi faccia avere quel rendiconto… ci lavori nel weekend quando vuole ma per lunedì deve essere qui!"

"Certamente Direttore… " risposi fiondandomi a prendere borsetta e giacca del tailleur chiaro che indossavo… " Stia tranquillo, lunedì avrà tutto sulla sua scrivania…"

Appena il direttore richiuse la porta…

"Lo so io cosa vorrebbe da te sulla scrivania lunedì… martedì  e…" disse sottovoce Elena

Scoppiammo a ridere e mentre stavo per uscire mi fermai sulla porta, mi voltai verso di lei e…

"Il giorno che Stefano farà cilecca… magari ci penserò! "

Ho ancora davanti gli occhi l'espressione divertita, attonita, stupita e anche falsamente scandalizzata della mia collega!

Mi avvicinai a lei e baciandola sulla guancia aggiunsi :

" Non essere gelosa, nel caso, lo sai, prima la do a te!"

Mi tirò la biro dietro mentre scappavo ridendo.

Montai in macchina felice di potermene andare a casa un bel po' prima per poter preparare un bentornato decente a mio fratello oltre ad una cena curata e raffinata, chissà che schifo di robe avrà mangiato laggiù. A tal proposito mio marito aveva pensato di organizzare una cena al ristorante ma poi optammo di comune accordo di restare a casa, sicuramente Maurizio sarebbe arrivato stanco e avrebbe preferito un ambiente più rilassato…

"Mai una volta che in questa città non ci sia traffico! E poi… ma proprio oggi, di venerdì, si dovevano mettere a fare i lavori stradali? Il sindaco se lo può scordare che io lo voti la prossima volta! Strade Libere! Potrebbe essere lo slogan di un nuovo partito, il mio!..."

Per non uscire di macchina a picchiare chi mi procedeva, che aveva il torto di fermarsi per far attraversare anche i ratti, cercai di pensare ad altro…

Si, in effetti, ora che ci pensavo, io e mio fratello, ne abbiamo combinate diverse assieme anche da un punto di vista sessuale. In fondo, convenni, da ragazzini diventammo ognuno il maestro dell'altro per quanto riguardava la conoscenza della sessualità del sesso opposto… io imparai col tempo che il suo pisello non era scoppiato ma che lui aveva goduto come un porco a vedere l'immagine nuda, riflessa nello specchio, di sua sorella e che quella che per me era sembrato un tentativo di impedirne la crescita era il modo cruento con cui i maschi si… masturbavano! Lui imparò che anche noi abbiamo un minuscolo pisellino, un bottoncino che se ben trattato non scoppia ma fa sbavare di piacere una bocca poco lontana molto calda e accogliente… ci vollero piccole ma numerose lezioni ad entrambi ma dopo qualche anno ci potevamo considerare se non esperti, la pratica era scarsa, ma buoni conoscitori!

Già, la pratica! 

"A proposito di pratica! Ma chi cazzo ha dato la patente a sto bria'o?  Scommetto che se gli fanno il palloncino… il palloncino si mette a cantare spontaneamente 'O sole mio' !!!"

"Mmmm, eheh… si, me lo ricordo! Ormai eravamo grandicelli e come usare le mani su l'altro lo sapevamo già  fare… ma quella sera che i nostri genitori ci lasciarono soli in casa superammo un altro esame: l'orale!" 

Ricordavo questo mentre guidavo e imprecavo contro quel ciclista che aveva fatto scattare il rosso al semaforo.

"E se lo arrotassi? Magari mi darebbero anche un premio ma poi faccio tardi per la cena… le premiazioni sono sempre lunghe" pensai.

Eravamo stravaccati sul divano quando Maurizio esordì…

"Ho voglia di una cosa!"

"Se hai voglia di Nutella, alzati e porta il barattolo qui… così la mangiamo assieme" suggerìi io

"No! Non ho voglia di Nutella… ho voglia di un Pompino!"

Risi di cuore…

"Fattelo fare da Giovanna… lei non vedrebbe l'ora"

"No, lo voglio da te!" Disse serio…

Rimasi di stucco ma…

"E tu cosa mi daresti in cambio?"

"Chiedi! "

" Tu me la lecchi fino a farmi godere… e la moto per una sera..."

"La moto no, scordatela!"

"Tu scordati bocca e lingua della tua sorellina e scordati di avere il privilegio di assaggiare per primo la mia patata!"

"Bugiarda! Quanti ne hai già fatti e te ne sei fatti fare? A Paolo ad esempio?"

"Mai fatti…" mentii sorridendo civettuola;

Dopo lunghe trattative, durante le quali le mie mani andarono a rendersi conto del suo stato slacciandogli la cintura e aprendogli la patta dei pantaloni, tecnica di convincimento che ha sempre il suo bel effetto e lui poté verificare il grado di umidità delle mie intimità iniziando col carezzarmi le cosce fino a salire alle mie mutandine con la sua solita mascolina delicatezza, convenimmo che la domenica successiva, nel pomeriggio, avrei potuto usufruire della sua moto per 2 ore in completa autonomia…

Finalmente arrivai a casa dove con non poca fatica parcheggiai. 

Avevamo quasi 17 anni allora. Ricordo ancora quel profumo di maschio nell'avvicinarmi a quel sesso eretto e particolarmente eccitato… il glande lucido e già completamente scoperto e quella piccola boccuccia posta proprio lì 

"Bacialo… bagnalo… leccalo…" ho ancora nelle orecchie quel bisbigliare affannato mentre vi accostavo le labbra…

Ero ferma in macchina, ero arrivata a casa ma mi soffermai a ripercorrere con la memoria quei momenti… dopotutto nessuno mi stava aspettando, non avevo detto nemmeno a mio marito che sarei uscita prima, e potevo prendermi due minuti per me…

Mi ricordo anche ora il suo sapore e l'effetto che mi fece sentire sulle labbra il suo palpitare e non solo su quelle… anche allora, mentre ricordavo, mi sentivo eccitata…

"Prendilo in bocca… troia! Impara a succhiare…"

Quelle parole le sentivo ancora, li, seduta in macchina, e senza nemmeno rendermene conto abbassai una mano sotto la gonna…

Imparai molto allora… come leccarlo… dove leccarlo… succhiarlo… come trattare i testicoli tenendoli in bocca e leccandoli e poi quel gustosissimo su e giù di quel cazzo che mi invitava ogni volta a prenderlo più in fondo, nella gola, fino a soffocarmi…

Si, era vero, avevo già fatto sesso orale ma era stato niente in confronto.

Imparai da lui anche a cosa fare per fargli trattenere il più possibile di eiaculare… il punto in cui stringere per ritardare il momento; Quando venne, poi, mi riempì la bocca di sborra, lui la chiamò così, che riversai sul seno lasciandomela scivolare dalle labbra ma che in parte inghiotii rimanendo piacevolmente stupita del sapore.

Poi venne il suo turno; la sua lingua e le sue labbra sul mio sesso, la sua testa fra le mie cosce… e quel serpente, che si agitava fra le mie labbra più intime, su cui io riversavo il mio piacere.

Li, seduta in macchina, con la mano dentro le mutandine riprovavo quella condizione di allora… mi immaginavo di nuovo quella lingua aprirmi fino a esporre la clitoride su cui allora si avventò procurandomi forse il mio primo vero orgasmo… come in quel momento stavano facendo le mie dita…

"Tutto bene, Signora?" mi riportò alla realtà la vicina 85 enne che si era avvicinata al finestrino…

"Si, Si, grazie, ero solo sopra a pensiero…" risposi, il più possibile cortesemente, mentre mi rassettavo con 'nonchalance'

Scesi e mi avviai verso il portone di casa pensando quanto fossi stata scema ad emozionarmi così per dei ricordi adolescenziali; erano passati almeno 24 anni  dall'utima volta in cui io e Maurizio ci eravamo visti in altra veste.

Eravamo stati incestuosi io e mio fratello? occasionalmente,in un lontano passato, forse si ma mai morbosi, per noi è sempre stato, quando è stato, solo un gioco e come tale lo abbiamo sempre vissuto

"Le chiavi… le chiavi… tanto se suono, Stefano prima che arrivi ad aprire…  faccio prima a cercarle nella borsa… uffa! Odio far le cose così esagitata!"

Rovesciai la borsa sullo zerbino ed ecco apparire le chiavi…

Arraffai e ributtai tutto dentro… 

"Toh! Guarda dove era finito il rossetto che stavo cercando da giorni…" Dicendo così fra me e me aprii il portone ed entrai in casa direttamente nell'ingresso-soggiorno; rientrai ad occhi bassi cercando di far tornare tutto nella borsa, quando alzai gli occhi rimasi impietrita: la borsa mi cadde a terra, rimasi immobile a bocca letteralmente aperta, la mia mente entrò in black-out, ciò che mi si presentò davanti mi gelò…

Il rumore delle mie chiavi a terra fu un tentativo della realtà di svegliarmi ma con scarso successo…

"FRAAAA" urlò,apparentemente felice di vedermi, mio fratello…

Mio marito cadde a terra seduto…

Io non riuscivo a muovermi!

"Sorellina adorata!" continuò come se niente fosse Maurizio.. "Quanto sei bella! Vieni, abbracciami e riempimi di baci!"

Corsi via senza proferire parola, inorridita, sorpresa e ancora incapace di capire cosa stava in effetti succedendo…

"Amore…" cercò di chiamarmi indietro mio marito con un tono tra il supplichevole e l'amareggiato.

Andai in camera mia di corsa, sbattei la porta e mi gettai sul letto in una crisi di pianto isterico! 

Non riuscivo a digerire l'immagine che avevo stampata in testa: Mio fratello in piedi davanti al mobile basso del soggiorno, con un braccio portato all'indietro appoggiato al mobile stesso, stava, in posizione arquata, con i pantaloni abbassati ai piedi e gambe larghe in mezzo alle quali si trovava, in ginocchio, mio marito che guidato dalla mano libera di Maurizio si inghiottiva la sua mazza, da quel che avevo potuto vedere, con sommo gusto!

Avevo già assistito alle scopate del fratellino. Ma cazzo! in questo caso ero tradita da tutti e due… e l'imbecille di Maurizio voleva farmela apparire come una cosa da nulla?

Un marito che fino al giorno prima io consideravo un macho come pochi… che appena può  passa il tempo a farsi scopare in bocca da uno che si e no ha visto tre volte e sempre in mia presenza! Che checca di merda!!

E… il dottore l'Africano?  Quello è mio marito! Come si permette di venire a casa mia e fottermelo così come se niente fosse… ma l'Ebola gli ha mangiato il cervello? Sono sua sorella! Che merda!! Bel rientro in famiglia!!

Ero disperata! No, forse solo sconvolta o… forse scioccata… incredula e soprattutto inspiegabilmente eccitata. 

"Sarà l'effetto dei pensieri avuti prima?" pensai fra i singhiozzi "Ma allora perché piango? Si, loro sono due merde, uno che mi tradisce con un altro uomo e l'altro che non ha il minimo rispetto di sua sorella!"

Mi asciugai le lacrime convenendo che : 

"Sono incazzata! Ecco cosa sono: SONO INCAZZATA! E loro due STRONZI!"

 

Dopo un po' di tempo sentii la porta di camera aprirsi…

"Vattene Stefano! Vai a farti fottere da quello stronzo, anzi, fatemi un favore, andate affanculo tutti e due!" Dissi senza nemmeno voltarmi verso la porta…

"Non sono Stefano, sono Mau.."

Mio marito sapeva tutto dei nostri peccatucci e aveva pensato bene di usare mio fratello per mettermi in difficoltà.

Quel grand'uomo aveva mandato avanti il mio fratellino… ecco come apparire sempre più come 'un uomo di merda!'

 

"Non cambio parere e volontà : andate a fanculo! FUORI DI QUI !!"

Lui, come se nemmeno avessi aperto bocca, sedette sul letto e si sdraiò accanto a me con le braccia incrociate sotto la testa e i piedi con le scarpe sovrapposti; non aveva mai imparato a toglierle quando si sdraiava sul letto o sul divano.

"Ho detto FUORI !!"

"Dai, vieni di là e ricominciamo tutto da capo…"

"Perché?  Mio marito non è stato tanto bravo nel farti un pompino? Dovete ricominciare?"

"A parte il fatto che hai interrotto…"

"Ohh scusate!! La prossima volta suono il campanello per entrare in casa mia…"

"Faresti bene… hai sempre avuto il vizio di entrare di soppiatto nelle stanze, ricordi?" Ridacchiò. Ero troppo incazzata per capire

"Cazzo dici?. ma sei venuto con il cervello in poltiglia?"

Maurizio aveva sempre avuto la capacità  di costringermi a ribattere alle sue sottili provocazioni. Con lui era impossibile troncare un discorso, trovava sempre il modo per obbligarti a prestargli attenzione…

"Invecchi male sorellina se dimentichi … " 

Non risposi continuando a voltargli le spalle ma lui sapeva di avere la mia attenzione

"Ricordi cosa facevi tu quando scopavo, in camera mia, con Marinella??"

Un minuscolo sussulto di riso mi tradì.

"Quando in punta di piedi entravi in camera mia e andavi a sederti sulla poltroncina verde… dove lei non poteva vederti!"

"Mica sono e nemmeno allora ero Guardona! Io ero lì per te! Non potevo mica permettere che mio fratello facesse cilecca…"

"Vedi che anche da vecchietta piano piano ricordi!" Riprese…

"Ti posizionavi in modo che io ti vedessi riflessa nello specchio.."

"Colpa mia se tu eri un guardone? Lo sei sempre stato!" dissi ridendo sommessamente

"No, no! La tua colpa consisteva solo nel fatto che alzavi la gonna mostrandomi la fica e iniziando a masturbarti davanti a me mentre scopavo la biondina… cazzo, come mi eccitavi!"

"Lo vedevo bene…" 

"E che cavolo! Vedere le tue dita aprirti… per esporre la tua vulva spalancata e quella vagina che tu contraevi apposta ben sapendo che la luce ti stava illuminando… le dita che ti carezzavano,  che ti scoprivano la clitoride… che ti penetravano per bagnarsi e ora tornare a carezzarti oscenamente ora a portare il tuo nettare alla bocca! Cavolo! Vedere la tua bocca spompinarti le dita appaiate era travolgente e tutto questo mentre scopavo Marinella…"

Risi compiaciuta..

"Da quello che potevo vedere però ti… aiutava. Dovresti ringraziarmi"

"Eri pazzesca, poi più mi avvicinavo al godimento e tu rallentavi i movimenti sconvolgendomi… Mi sembrava di scopare te invece che lei!"

Mentre parlava il tono diventava più eccitato… poi mi chiese

"Ma tu hai mai raggiunto l'orgasmo quelle  volte?"

"No, aspettavo che tu sborrassi per fuggire via… ricordi? Poi sì, una volta in camera mia 'finivo'... tutta la situazione mica mi lasciava indifferente…"

"Pensa se lasciava indifferente me!" Rideva… poi dandomi uno sculaccione si alzò dicendo…

"Ti aspettiamo di là…"

"Avete il coraggio di chiedermi anche di prepararvi cena?"

"Noooo! Vi invito a cena fuori io… dai, lavati il viso, vieni di là e… parliamo come si deve e dopo usciamo…"

Non attese risposta è uscì.

Prima, mentre lui parlava,una strana idea mi si stava formando in testa… un'idea credo indecente, oscena, per certi versi improponibile ma, certo, che quei due porci non credo potessero obiettare in moralità..

Una idea che cominciava ad affascinarmi e sentir ricordare a Maurizio certe emozioni mi spingeva a voler realizzare…

Mi alzai e in quelle condizioni andai da loro senza curarmi dell'aspetto proponendo… "abbiamo un intero weekend a disposizione; tre notti, siamo in tre, ogni notte, uno di noi a turno diventerà, attivo o passivo, oggetto del piacere degli altri due… senza divieti, senza obiezioni, senza tabù…" dissi in tono pacato, senza guardarli, facendo finta di rassettare la poltrona

"Prendere o… quella è la porta! Se quando torno vi ritrovo qui vuol dire 'sì', se

non vi ritrovo non preoccupatevi di rientrare, la porta per voi non si riaprerebbe! "

Fatta la sparata, mi voltai e mi avviai verso il bagno per  farmi una doccia!

Prima di entrare in bagno mio marito finalmente aprì bocca…

"Di notte e… di giorno cosa accadrà? "

"Vedremo… o ci riposiamo o inventeremo qualcosa. Lui è mio fratello e tuo cognato, appena tornato da un lungo periodo in Africa… tu il mio 'lurido' schifoso marito ed io tua moglie… secondo te in una famiglia normale queste tre persone cosa dovrebbero fare? Come minimo... una vita normale, serena, allegra… e accogliente per l'ospite "

"Poi la sera…" Aggiunse Maurizio mostrando di essere in sintonia, come sempre, con i miei pensieri…

Mi chiusi la porta del bagno alle spalle!

Una bella doccia bollente, buona soluzione per acquietare la rabbia che ancora mi attanagliava; rimasi dieci minuti immersa nel vapore, mi ricoprii del mio  bagnoschiuma preferito, avvolsi i miei capelli in una nuvola di shampoo e balsamo, mi carezzai a lungo i seni, stuzzicai i capezzoli fino a produrmi quel caratteristico sordo piacere che ogni volta mi prende in profondità e prima che il desiderio di godere prendesse il sopravvento finii sciacquandomi con una rapida doccia fredda lasciata scorrere prima sulla schiena poi sulla testa ed infine sul busto, seno e ventre… 

Avvolta nell'asciugamano, dopo essermelo  passato in modo approssimato sulla testa, ancora bagnata, a piedi nudi rientrai in soggiorno dove li ritrovai che si bevevano un brandy in mia attesa. 

Mi avvicinai a Maurizio, gli tolsi il bicchiere di mano, ne bevvi un sorso… gli resi il bicchiere e senza una parola da parte di nessuno dei tre lo abbracciai e lo baciai a lungo in profondità frullando la mia lingua nella sua bocca.

"Bentornato fratellino…" dissi sorridente guardandolo dritta negli occhi e dandogli un colpo secco al ventre con il mio…

Ero sicura che non sarebbe passato inosservato, a mio marito, quel movimento di bacino; provavo un piacere intenso ad avere gli occhi addosso di quello schifoso di Stefano, quel succhia cazzi da strapazzo! 

Il piacere vero, però, lo avevo avuto nell'assaporare di nuovo la saliva di mio fratello, nel sentire quelle braccia calde e forti che mi avevano stretta e… in quel che avevo sentito contro il mio ventre quando lo avevo colpito… come quel pomeriggio di tanti anni fa sdraiati su quel divano, lui in bermuda estivi ed io in minivestito, tirato su dalla mia posizione a cavalcioni sul suo corpo, mentre cercavo di farmi ridare quella foto che mi aveva sottratto; Maurizio, ricordo, rideva passandosela da una mano all'altra per impedirmi di riprenderla.

Quel che sentii fra le gambe durante quella lotta attirò la mia fantasia e mi eccitò; la lotta divenne ben presto scusa per favorire un massaggio reciproco dei sessi e ulteriore arma per ottenere ciò che volevo mi restituisse. 

"Avete scelto a chi tocca essere oggetto del piacere altrui per questa sera?"

"Tu!" rispose pronto mio fratello…

"Ok" risposi senza battere ciglio incontrando lo sguardo un po' sperso di mio marito, uomo di cui fino ad allora avevo apprezzato il carattere deciso…

"Ok" ripetei "Domani sera a te e domenica sera a mio marito… va bene?"

"Per me va bene…" rispose timidanente Stefano

Maurizio approvò sorridendo… 

"Grazie per l'accoglienza".

Sorrisi più ricordando il passato che per la loro disponibilità;

allora smisi di lottare e iniziai a strofinare le mie mutandine su quel gonfiore tirandomi su, sedendomi sul suo ventre, appoggiando le mani sul suo torace. Ricordo il suo sguardo sorpreso e incredulo mentre oscenamente mi agitavo su di lui… e quando venne il momento in cui chiuse gli occhi per godersi quello che di lì a poco sarebbe avvenuto… mi gettai su di lui strappandogli la foto dalla mano e scappai via… 

Puttana e Troia… furono gli epiteti più gentili che mi seguirono! 

"Su! su! Allora aiutatemi a preparare una cenetta adatta…"

Li presi per mano entrambi e me li trascinai in cucina cercando di ricreare un ambiente il più possibile allegro... 


 

P.S. per un commento o un suggerimento, entrambi graditi, : [email protected]


















 

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