La mia vita con Giulia
Giulia è mia moglie, vorrei scriverlo sul cielo, ché tutti lo sappiano. Ricciolina, carina, magrolina, seno piccolo, viso acqua e sapone e labbra dolcissime. Ha il sedere magro e un po' sul piatto, non propriamente da fotomodella, ma a me piace tantissimo e non la cambierei per nessuna ragione. C'è talmente tanto fra noi due che la forma del suo sedere fa parte di lei e mi piace così. È l'unico sedere che mi eccita, con il quale mi abbandono a fantasie e che per me è l'oggetto del desiderio, con il quale nessun altro regge minimamente il confronto. Me la sogno di notte, di giorno, da solo, in sua compagnia, insomma sempre. Se vedo altre donne non dico che non siano belle, ma non riesco ad immaginarmi a fare nulla con loro. Non le conosco, non hanno nulla di interessante, non hanno da darmi niente che Giulia non mi dia già tutti i giorni in quantità sovrabbondante. So bene che se succedesse, per qualche coincidenza astrale, di fare sesso con un'altra donna, la cosa potrebbe anche piacermi fisicamente, perché da uomo so come funziono, fisicamente basta la stimolazione, ma non ho nessun interesse ad imbarcarmi in avventure e storie malate, dato che ho Giulia qui con me, mia moglie da 23 anni che, a pensare come sto bene con lei, sembrano 10 minuti. Del resto non sono mai stato tipo da avventure, nemmeno da giovane quando ero libero e non ancora innamorato. Ho sempre e solo cercato una relazione stabile e con Giulia l'ho trovata.
Giulia è sempre stata un osso duro, non semplice da sciogliere, ma, forse proprio per questo, una sfida continua che non mi annoia mai. Abbiamo anche discusso in passato per questo motivo, ma alla fine lei mi piace così, perché quando conquisto quella vetta sono ripagato di tutte le fatiche, con gli interessi.
Domenica 2 agosto 2020, ore 12:10
Io, Giulia ed Alessandro siamo appena arrivati in spiaggia. Il sole è parziale, il cielo è quasi completamente coperto, ma fa abbastanza caldo e ogni tanto il sole illumina il mare, facendo sentire tutto il calore di un giorno che dicono essere il più caldo di questa estate. Io e Giulia andiamo a fare il bagno, Alessandro resta in spiaggia a leggere fumetti, perché comunque una leggera brezza fa presumere che, al momento di uscire dall'acqua, se il sole non riuscirà a filtrare fra le nuvole, la sensazione sulla pelle non sarà piacevole; questo basta ad Alessandro per stare in spiaggia a leggere, perché il bagno in mare non è una delle attività che lo stimolano particolarmente.
Io entro facilmente in acqua, perché ero appena uscito dalla piscina, in cui avevo fatto il bagno indossando la maglietta che avevo ancora addosso, quindi l'acqua fredda della maglietta mi fa sentire particolarmente calda l'acqua del mare. Giulia indugia un po' di più, non sa se entrare o meno, ma sa che a me fa piacere se entra anche lei, perché da quando sono arrivato qui al mare non abbiamo ancora avuto l'occasione di stare un po' noi due soli e non capita spesso che Alessandro ci conceda il beneficio di farci un po' di coccole da soli, senza monopolizzare il nostro tempo. Del resto lo capisco, ha 11 anni e qui al mare non ha trovato amici della sua età, quindi è normale che si appoggi ai genitori per trovare cosa fare.
Dopo un paio di minuti anche Giulia si butta in acqua ed inzia a muoversi per ambientarsi alla temperatura senza sentire troppo freddo. Lascio che faccia, poi, quando vedo che è più rilassata, le dico: «Scommetto che stai per darmi un bacio». Lei non immagina il motivo, ma sorridento mi chiede: «Ah sì?» e si avvicina poco alla volta, seduta nella bassa acqua della riviera romagnola, per darmi un bacio. Incasso felice il punto a mio favore, ma non mi basta. Lascio passare qualche secondo, poi le dico: «Scommetto che stai per darmi un altro bacio». Lei mi sorride di nuovo, mi dice scherzando: «Hmm, non so» e fa per avvicinarsi di nuovo. Interrompo la scena: «ma tu non sai il perché stai per darmi un altro bacio». «Perché sei viziato» ed appoggia le sue labbra sulle mie. «Sì, ma anche perché stiamo qui un giorno in più, partiremo martedì 11 invece di lunedì 10».
Non credo possa esistere regalo migliore per lei che vedersi la vacanza allungata di un giorno, quando già le avevo fatto la sorpresa di allungarla di due giorni solo 24 ore prima. Iniziamo a chiederci se la cosa possa effettivamente far piacere anche ai nostri figli e decidiamo che ne parleremo con loro a pranzo. Nel frattempo, tutti e due seduti nell'acqua non troppo alta, che ci bagna fino al torace, finiamo con lei in braccio a me ed io appoggiato con un ginocchio ed un piede sul fondale sabbioso.
Le mie braccia la tengono in equilibrio su di me quando arrivano le piccole ondicelle che il mare Adriatico riesce a far passare oltre le scogliere artificiali. Il mio braccio sinistro passa dietro alla sua schiena e la mano le cinge delicatamente il costato sotto al piccolo seno che sembra essere rimasto ai tempi di quando era una ragazzina. Il braccio destro passa sopra alle sue gambe ritratte e la mano fa da appoggio per una sua natica, mentre l'altra natica è appoggiata alla mia coscia. Le nostre teste sono vicinissime e mentre chiacchieriamo sul da farsi, fra una piccola ondicella ed un'altra, ogni tanto ci scambiamo affettuosi baci senza alcun bisogno di avvicinarci ulteriormente.
Dopo qualche minuto sposto le mie dita della mano destra e le rimetto nella stessa posizione, ovvero avvolgendo la sua natica, ma questa volta infilandole sotto al costume da bagno. Lei mi guarda, sorridendo, ma con quell'aria inquisitoria di chi vorrebbe che togliessi la mano da sotto al costume, perché ha paura che qualcuno possa accorgersene. Le faccio notare che tanto sotto il livello dell'acqua nessuno vede nulla (l'acqua dell'Adriatico, con il fondo sabbioso, a quest'ora non è mai particolarmente limpida). Lei accetta la spiegazione e continuiamo a chiacchieare, così, con una mano sul suo culo, senza più il costume che faccia da ultimo baluardo di difesa.
Le onde, anche se piccole, ci fanno muovere un po', ripetutamente, e così il mio anulare, scivolando poco alla volta nel solco delle sue natiche, finisce per appoggiarsi esattamente all'ingresso del suo ano. Io lo sento benissimo con il dito, il suo morbido buchetto è un po' più caldo di tutto il resto e facilmente riconoscibile per la forma invitante. Il mio uccello è già ad una pressione folle, ma lei non dice nulla a riguardo e io quindi proseguo a parlare di questioni dozzinali come se nulla stesse succedendo.
Le onde continuano a cullarci, io faccio un po' di fatica tenerla in braccio a me in modo che non le si bagnino i capelli, ma non lo do a vedere. Anzi, ogni tanto sposto di poco le gambe per ripristinare l'equilibrio e nel frattempo ne approfitto per muovere anche un po' l'anulare, che così inizia poco alla volta a farsi strada. Sento il polpastrello circondato dalla sua carne.
Un paio di onde un pochino più alte mi danno l'occasione per osare un po' di più, tanto ormai è chiaro che a lei non dispiace e così, con due piccole spinte poco più audaci, ma sempre molto delicate e rispettose, sento la prima falange del mio anulare completamente circondata dalla calda carne del suo sedere. Nel frattempo, dentro il mio costume, il cazzo è talmente duro che si scappella da solo, anche se nessuno lo sta considerando.
Non posso più reggere la farsa, la curiosità è troppa, quindi affronto l'argomento direttamente: «ti sto facendo male con il mio dito?». Lei, sempre con un tono scherzoso: «Male no, ma ne farei a meno». Bene, quindi possiamo parlarne, se non altro non dovremo più fare finta che non sia successo nulla e questa è la più importante conquista di oggi. A questo punto posso anche dirle che voglio provare con il mignolo, che essendo più piccolo potrebbe entrare meglio e senza nemmeno aspettare la risposta tolgo l'anulare ed appoggio il mignolo all'ingresso. Con il mignolo in realtà faccio più fatica, perché la prima falange non sta naturalmente dritta, ma va bene, anche questo diventa argomento di cui parlare liberamente.
Le spiego che vorrei poter fare la stessa cosa con il mio pisello, cioè non penetrarla completamente, ma solo così, fino a lì dove non le fa male. È un argomento di cui avevamo già parlato, ma lei ha aveva troppa paura e non credo immaginasse cosa intendevo con "solo un po'". Probabilmente pensava "solo per qualche minuto" o "non troppo velocemente", ma pensava che alla fine sarebbe stato sempre qualcosa che lei non voleva, perché le volte passate in cui abbiamo provato è sempre stato un mio insistere ed un suo cedere, mai un accordo preso assieme. Invece io, l'ultima volta che ne avevamo parlato, intendevo davvero quello, "solo pochi millimetri". Tanto per me il culo di Giulia è talmente eccitante che avrò già i miei problemi a non venire mentre entro quel poco. Ovviamente nella mia testa quel "solo un po'", prima o poi, diventerà "per tutti e 15 i centimetri a disposizione e quando sarà lei a chiedermelo", ma questa è solo la naturale conseguenza dell'iniziare a farlo bene, cioè entrambi d'accordo a farlo, lei perché mi ama e sa che io la amo, sa che non le farei mai del male (mai più almeno), io perché mi sogno il suo culo tutte tutte le notti da prima che ci sposassimo. Tuttavia quel che c'è nella mia testa non posso dirglielo ora, perché se glielo dicessi, lei non ci crederebbe e forse penserebbe che voglio arrivare là a tutti i costi, anche a costo di farle male, che non è vero.
Non appena ci saranno evoluzioni, scriverò la puntata successiva.
Domenica 2 agosto 2020, ore 17:50
Si rientra in mare per il bagno pomeridiano. Questa volta non siamo soli, ma andiamo a giocare in acqua con Alessandro. Giulia è in spiaggia, io la sto raggiungendo di corsa, mentre Alessandro è già a bagno che ci aspetta. Arrivo in spiaggia e, in quei pochi istanti che abbiamo per scambiarci due parole, lei mi chiede come va il lavoro, visto che fino a poco prima lei era in spiaggia ed io in campeggio con il PC sulle ginocchia.
Non ci sono ragioni per giustificarmi e mi sento tranquillo a dirle la verità. Questa sensazione del non dover nascondere niente, perché lei mi giudica più neanche i miei pensieri più intimi, è fantastica: «non stavo mica lavorando, non ho voglia. Ho scritto tutto quello che è successo oggi, così in futuro potrò rileggerlo ed essere sicuro che non sia stato solo un sogno». Lei, con un tono allegro: "ma tu sei matto".
Domenica 2 Agosto 2020, più tardi nella notte
La situazione in campeggio non è delle più favorevoli all'intimità di una coppia sposata con figli, che vanno e vengono ignari delle dinamiche di coppia dei genitori. In roulotte non esistono spazi privati per nessuno ed in vacanza gli orari sono irrilevanti: ognuno dorme o vive quando preferisce, quindi durante la notte le ore in cui tutti e tre i figli dormono profondamente sono probabilmente inesistenti. Si tratta più di ritagliare momenti in cui chi c'è dorme e, chi non c'è, si presume non arriverà per un po'.
Trovare tempi e spazi per stare assieme in intimità e quasi un gioco di strategia, ma io e Giulia abbiamo una buona intesa e ci bastano ormai poche parole o pochi gesti per capirci. Bisogna solo adattarsi un po' sulle modalità, perché la situazione davvero non permette di passare in rassegna tutte le pagine del Kamasutra, ma è necessario potersi ricomporre in pochissimi secondi nel caso in cui le circostanze lo richiedano.
Così un po' dopo mezzanotte le mani di Giulia accarezzavano dolcemente la mia intimità, scivolando piano sulla mia pelle e muovendosi sapientemente sia alla base che sulla punta. Sa usare le mani molto meglio di quanto non sappia fare io stesso su di me e mi basta sentire le sue dita per entrare in quel mondo di sensazioni inebrianti che possono solo intensificare il piacere mossa dopo mossa, tocco dopo tocco, colpo dopo colpo.
Io sono sdraiato sul mio letto, lei in piedi di fianco a me, e mentre si prende cura del mio viaggio verso il piacere, mi lascia osservare da vicino le sue stupende natiche, che ho lentamente svelato abbassandole gli slip. Sento le sue mani muoversi su di me, mentre guardo la sua pelle bianca e stringo nei miei palmi i suoi piccoli glutei, sovrastati dalla pelle abbronzata della schiena più sensuale che abbia mai visto.
Mentre tutte queste sensazioni fisiche abbattono le mie difese, io ripenso alla giornata con lei e a quello che significa per noi. Quel bellissimo sedere di fronte a me, nelle mie mani, non è più oggetto di un desiderio irrealizzabile, ma è il regalo più grande che Giulia mi farà nella vita, assieme al suo amore ovviamente. Mi metto ad immaginare la sensazione, la situazione e le parole che ci sussurreremo quando verrà il momento di entrare dentro di lei da quella porta fino a ieri proibita, per pochi millimetri, ma con il suo consenso. Immagino quelle natiche bellissime attorno alla punta del mio glande. È troppo per oggi, le chiedo sospirando di aumentare il ritmo e vengo.
Vado ai bagni del campeggio a lavarmi, mentre lei si riveste per quel poco che serve in una calda notte di Agosto: slip, un pantaloncino del pigiama corto ed una canotta e si mette a guadare il cellulare sul suo letto. Quando torno le sorrido e le do il bacio della buonanotte, ma una cosa insolita, per il suo modo di fare, attira la mia attenzione. Lei, da vestita, non sta mai a gambe aperte ed ora invece la sua posizione sul letto sembra studiata appositamente per farmi capire che mi desidera. Non ne sono sicuro, ma istintivamente le do un secondo bacio della buonanotte. Lei mi chiede di dare un bacio anche al suo seno ed in pochi secondi ci troviamo sul mio letto, che è un po' più grande, con lei completamente nuda dalla vita in giù, sdraiata sulla schiena davanti a me, a gambe aperte, e la mia lingua che passa sul suo clitoride. Mi chiede di continuare con le dita e in un attimo sento il suo respiro diventare affannoso per poi smorzarsi trattenuto, per evitare di fare rumore.
Non credo di essermi mai accontentato di farla venire una sola volta, quindi, dopo averle concesso qualche istante per riprendersi, ho iniziato a massaggiarle di nuovo il clitoride. Tempo di dirmi:"solo un'altra volta, poi basta, perché rischiamo che arrivi Matteo" e la vedo chiudere gli occhi, inspirare un paio di volte più profondo del solito, sollevando involontariamente quei fantastici seni piccoli malamente nascosti dalla canotta morbida, per poi abbandonarsi al piacere di un orgasmo intenso che le fa sollevare la testa dal cuscino ed aprire la bocca, senza proferire parola, ma solo per permettere all'aria di fluire spontaneamente senza far rumore dentro e fuori dal suo corpo irrigidito dalla libido.
Questa sera è stata anomala rispetto alle nostre abitudini. Di solito o abbiamo rapporti completi e facciamo in modo di venire assieme, oppure prima penso io a lei e poi lei a me. Il contrario capita raramente e non capitava da molto tempo. Non abbiamo quindi molta esperienza in merito ed io stesso non immaginavo che, alla mia età, bastasse così poco tempo, con la giusta stimolazione, per esaurire il mio periodo refrattario.
Lei torna sul suo letto, ma il mio membro non accenna a tranquillizzarsi. Senza mezzi termini, perché ormai il tempo stringe, vado da lei, lo tiro fuori e le chiedo di provare a prenderlo in mano, per capire se davvero ci sia ancora spazio di manovra.
Due minuti dopo, sul mio letto, esplodo ancora una volta sotto i sapienti colpi delle sue mani. Lei vede arrivare Matteo, ci ricomponiamo al volo. Aspetto che Matteo si metta nel suo letto, vada a dormire e torno ai bagni a lavarmi.
Agosto 2019
Sto scrivendo questo flashback ad un anno di distanza, ma molti particolari sono ancora scolpiti nella mia mente, così come le sensazioni sono vivissime e riuscirò a descriverle come se le stessi provando adesso.
Tutti gli anni, per la maggior parte del mese di agosto, siamo ospiti a casa dei miei genitori ed il 2019 non ha fatto eccezione. Stare dai miei offre pro e contro. I contro sono ovviamente la mancanza di indipendenza e di spazi privati: abbiamo una camera da letto dedicata a noi, ma per "noi" si intende la famiglia completa, inclusi i tre figli.
D'altra parte i pro non sono niente male: pasti pronti, gite pagate ed ambiente ospitale e rilassante. Giulia dai miei sta bene, probabilmente più di quanto non stia bene io stesso. Forse per questo motivo, dai miei ha il sonno profondo. Essendo poi agosto, spesso il caldo non manca e di notte dormiamo scoperti e con il pigiama corto. Come tutti i pigiama, anche quelli corti sono larghi. A differenza della roulotte, dai miei dormiamo assieme in un letto matrimoniale. Queste cose messe assieme fanno sì che, mentre il suo sonno è profondo, il mio sia più leggero del solito, perché continuamente stimolato dalla sua pelle abbronzata in bella vista vicino a me e dalla sua pelle bianca che spesso di scopre involontariamente per qualche millimetro, al limite dell'elastico degli slip, lasciandosi osservare e lasciandomi desiderare tutto il resto.
Sta dormendo, sento il suo respiro profondo e per esperienza so capire dal suo respiro se sta per svegliarsi o no. E' girata a pancia in giù, mi dà la schiena, ha una gamba distesa e l'altra ritratta, creando così un facile accesso a tutto il suo tesoro, semplicemente infilando la mano sotto il lasco e ridotto lembo di cotone del pigiama, che malamente copre le sue curve da eterna ragazzina. Appoggio la mia mano sulla natica che sovrasta la gamba distesa. Il suo respiro non cambia per nulla, lei continua a dormire e forse nel cuore della notte ora sta sognando me. Do tempo due o tre respiri per assicurarmi che il suo viaggio onirico si abitui alla sensazione tattile sul suo piccolo e dolcissimo culetto, poi inizio lentamente ad insinuare l'indice sotto l'elastico degli slip .
I movimenti del mio dito sono millimetrici, ma applico una certa pressione per evitare di farle solletico. Ad ogni spostamento faccio una pausa, ascolto il suo respiro e mi assicuro che non si stia svegliando. A volte sposto le dita di scatto in direzione della meta, per guadagnare terreno velocemente: cosi in breve sento sotto il mio polpastrello una temperatura maggiore, una consistenza più soda ed una superficie più irregolare. Sono all'ingresso e lei continua a dormire profondamente. In realtà lo spazio da percorrere non è molto e da qui in avanti è più accessibile, perché l'elastico scorre ormai lungo il solco delle natiche. Ritraggo la mano per lubrificare le dita con abbondante saliva. Con le solite attenzioni, ma mettendoci molto meno per l'assenza degli slip, porto nuovamente il polpastrello a coprire quella calda apertura perianale da rilassare ed esplorare. Lei continua a dormire.
Grazie alla saliva, da qui la strada è semplice. Basta aumentare di poco la pressione, orientare la punta del dito verso l'interno e, mantenendo sempre la forza costante, ma di per sé non sufficiente a penetrare, attendere un respiro dopo l'altro che i suoi spontanei movimenti respiratori compiano la magia, aiutandoli solo a volte con una piccolissima spinta in più. In un attimo la prima falange è stretta nella dolce morsa del suo muscolo sfintere anale interno. Starà veramente dormendo? Non lo so, il suo respiro suggerisce di sì e conoscendola non è una che si presta al gioco, ma il dubbio, forse la fantasia e la speranza che in realtà sia sveglia, restano. Ho il glande che chiede pietà, indugio ancora un attimo dentro di lei, poi ne esco lentamente, anche per non svegliarla, e vado in bagno a liberare la mia libido.
Un giorno di agosto 2018
Non ho mai amato particolarmente i prequels e questo ulteriore flashback potrebbe assomigliargli un po', ma in questo caso mi è semplicemente più congeniale come ordine narrativo.
Nel 2018, ad agosto, la situazione era la stessa già descritta per il 2019, ovvero a casa dei miei genitori, con una differenza fondamentale: fino a prima del 2018 avevo sempre e solo accarezzato Giulia nel sonno, ma non avevo mai osato infilare le mani sotto gli slip, per paura di svegliarla. Una mattina del 2018 si è spontaneamente presentata l'occasione di osare di più.
Erano circa le 6 di mattina e Giulia non è una che si sveglia così presto la mattina, men che mai in vacanza, ma fuori dalla finestra l'alba era già arrivata ed un po' di luce penetrava attraverso le fessure delle persiane. La stanza non era quindi completamente buia come normalmente è di notte.
Giulia stava dormendo in una posizione insolita, almeno per lei. Era sdraiata sulla schiena e faceva ponte fra le anche appoggiate al letto, le ginocchia tirate su, appoggiate l'una all'altra che si tenevano in equilibrio e le piante dei piedi appoggiate al materasso. Tipica posizione di quando è sdraiata, ma sveglia, intenta a fare qualcosa. Se non fosse che in quel momento stava russando di gusto, non avrei mai creduto che stesse dormendo. Inoltre lei non russa quasi mai: può darsi quindi che avesse avuto una notte insonne, riuscendo poi casualmente ad addormentarsi in quella posizione. Il suo russare suggeriva che stesse dormendo un sonno piuttosto profondo.
Ad ogni modo la posizione era ideale, il suo russare un indicatore utilissimo e la scarsa luce che trapelava da fuori un aiuto insostituibile. Non fu una cosa premeditata. Semplicemente l'occasione era imperdibile, ma l'intenzione iniziale era solo di sentire la sua pelle nel palmo della mia mano. Mi accorsi quasi per caso, una volta appoggiata la mano sulla sua natica, che infilare le dita sotto gli slip era particolarmente semplice e che facendolo lei continuava a russare. Qui arrivò la tentazione di osare di più. Era però la prima volta che lo facevo ed il mio cuore batteva così forte e veloce, un po' per l'emozione, un po' per il rischio ed un po' per l'eccitazione, che penso si potesse sentire anche senza appoggiare l'orecchio sul mio torace. Il mio membro era ovviamente duro come la pietra già da prima di cominciare.
In pochi secondi arrivai a sentire, sotto il mio dito medio, il calore, la morbida tensione e la pelle corrugata del suo orifizio anale. L'idea immediatamente successiva fu di lubrificare la zona e non esitai a farlo, muovendomi piano ma non troppo, premendo poco ma non pochissimo e sempre misurando il volume del suo russamento, che non accennava a diminuire. Aumentai a poco a poco la pressione, cercando la miglior direzione per il mio dito. Improvvisamente iniziai a sentire il mio medio penetrare fino alla lunula, in meno di un secondo. Fortunatamente, per abitudine, tengo le unghie molto corte, quindi non rischiavo di graffiarla. Per poter far entrare anche la mia saliva, iniziai a muovere il dito lentamente avanti e indietro, ma senza farlo uscire: non volevo perdere quell'avamposto. In questo modo entrò tutta la prima falange, ma la vera porta da aprire era ancora chiusa. Mi resi conto che la saliva che avevo portato all'ingresso non bastava per lubrificare tutto il canale. Ritrassi piano il dito e lo affogai nella saliva prima di ricominciare l'intrusione.
Questa volta la prima falange entrò subito, essendo il canale già lubrificato fino a quel punto, e fu il turno della seconda falange. Lei russava ed io le massaggiavo quel passaggio che lei aveva sempre pensato fosse inviolabile senza provare dolore. La cosa eccitante, oltre all'atto in sé di entrare dentro di lei da quella porta proibita senza proibizioni esplicite, era sapere che mi si apriva una possibilità per il futuro, perché avrei potuto dirle che aveva già ricevuto il mio dito senza nemmeno accorgersene. Con la seconda falange circondata dalla dolce stretta del suo muscolo, in realtà piuttosto rilassato viste tutte le attenzioni ed il fatto che Giulia stava dormendo e russando tranquillamente, sentii il polpastrello del medio superare completamente la barriera del suo sfintere, che mi stringeva il dito in modo che definirei affettuoso, se ciò avesse un senso. Entrai ancora un po' e mi trovai con la prima falange completamente a contatto con le sue calde e morbide pareti intestinali ed il suo sfintere che ormai risucchiava il mio dito medio quasi per intero. Lei continuava a russare.
Indugiai per qualche istante in quella magnifica situazione, poi ebbi paura, un po' che lei potesse svegliarsi di colpo e un po' che il mio cuore potesse esplodere in un infarto, che sarebbe stato difficilissimo da spiegare, nel caso in cui fossi sopravvissuto. Decisi di ritrarre piano il dito, ma appena uscito mi pentii di averlo ritratto, perché toccandola di nuovo, solo sulla natica, lei si girò su un lato e smise di russare.
In quell'agosto del 2018 ci fu una seconda occasione simile, pochi giorni dopo, questa volta durante la notte più buia, ma lei non russava e la sua posizione non era così favorevole, quindi, appena entrai con la prima falange, lei si girò dall'altra parte, la mia mano scivolò fuori dai suoi slip e la possibilità di ripetere l'esperienza nello stesso modo sfumò. Tuttavia quella prima volta fu fondamentale per dimostrare a me stesso un punto fondamentale: a dispetto delle convinzioni di Giulia, era per me possibile penetrarla da dietro senza farle male. Non restava che capire come spiegarlo anche a lei.
In realtà poi non le dissi mai nulla di queste esplorazioni notturne, c'erano troppe ragioni per non farlo. Lei cosa avrebbe potuto rispondere? Se veramente stava dormendo, come credo che sia, altrimenti potrebbe davvero fare l'attrice professionista, si sarebbe trovata di fronte ad una situazione da lei non autorizzata, ma già accaduta per mano mia e, conoscendo il suo carattere, non ne sarebbe stata particolarmente contenta, indipendentemente da cosa questa situazione potesse eventualmente dimostrare. Se invece, cosa secondo me molto improbabile, lei stava facendo finta di dormire stando al gioco, allora non c'era motivo di dire nulla, se non il fatto di rovinare il gioco e porvi la parola fine. Molto meglio continuare a giocare. Inoltre metterla con le spalle al muro, dimostrandole che non aveva avuto male e sperare che questo potesse convincerla a fare di più, tanto che lei fosse addormentata quanto che fosse sveglia, non era una buona idea. Aveva molto più senso portare lei a capire, pian piano, quanto fosse importante per me quel tipo di contatto fisico e decidere lei, spontaneamente, di volermelo offrire.
Ed ora...
Nel momento in cui pubblico questo racconto sono di nuovo dai miei per il mese di agosto 2020. Troverete qui i nuovi sviluppi della storia appena ci saranno.
Signorello
elcruz
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