A slave cuckold story

  • Scritto da Veronika7 il 28/01/2023 - 12:33
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Il giorno in cui diventai cuckold e schiavo fu quello in cui vidi Silvietta venir fuori da una cassapanca. Ma andiamo con ordine…

Mi chiamo Antonino, e da diversi anni sono fidanzato, o per meglio dire mi trombo, quella fregna stratosferica di Silvietta.

Conviviamo ormai da diverso tempo. Si, avevo sempre avuto il vago sospetto che lei stesse con me principalmente per i soldi, dato che fisicamente non sono Brad Pitt, ma quella settimana di luglio ne ebbi la certezza.

Silvietta non rincasò per diversi giorni. Non mi allarmai perché ogni volta mi rispondeva prontamente su whatsapp. Il terzo giorno senza vederla, mi scrisse “Domani ti sarà tutto chiaro” e così aspettai l’indomani senza farmi ulteriori domande.

Sentivo la sua mancanza da morire, ma il giorno dopo lei mi inviò un indirizzo dove recarmi alle 17 in punto. E così feci.

Arrivai quindi di fronte quel palazzo fatiscente vicino la stazione Termini.

Venne ad aprirmi un uomo di colore.

Un bestione di oltre due metri, super muscoloso e fisicato, sembrava un cestista dell’NBA.

Lo seguii, lui si accomodò su una poltrona con i braccioli.

-Dov’è Silvia?- le chiesi

Lui mi fissò in silenzio per diversi secondi, che mi sembrarono un eternità.

Dopo di che, si alzò, si diresse quindi verso una cassapanca che aprì.

Da lì fuori uscì la mia amata Silvia, completamente nuda, con un collare ed una catena al collo. Lei era splendida, più figa che mai.

Il nero la prese per la catena e la portò di fianco a lui vicino la poltrona, proprio come fosse un cane.

Quant’era bella Silvia! Tette sode, culo scolpito, pelle liscia come la seta, con la sua figa depilata in bella mostra.

-Silvia!- urlai.

Rimasi sconvolto da quella scena, mentre lei aveva un aria da troia divertita.

Lei gli chiese -Ray, posso parlargli?- ed il nero acconsentì.

Silvia quindi mi spiegò -Antonino, sono cambiate molte cose in questi giorni. Io ho deciso di diventare la schiava di Ray…!-

-Cosa? Ma io chiamo la polizia!-

-Chiamala pure, sono perfettamente conscia e consenziente!-

-Ma se sei uscita da una cassapanca! E sei legata come una cagna!-

-Faccio tutto quello che vuole il mio padrone!-

-Ma tu sei pazza!-

-Senti, Antonino, mi sarei immaginata che avresti reagito così. Ma voglio dare anche a te un opportunità…-

-Un opportunità per cosa?-

-Per diventare uno schiavo di Ray…-

-Ma te stai fuori!-

-Solo così potresti rimanere con me…-

-Ma cos’ha Ray di tanto speciale?-

Silvia si girò verso Ray, che fece un cenno di sì con il capo.

Ray mi venne vicino.

-Tirati fuori l’uccello- mi disse Silvia

-Mai e poi mai!- risposi

-Allora vai via!-.

Non volevo tirarmelo fuori.

Non volevo che lo vedessero in erezione. Quella situazione mi stava eccitando da matti.

Ma non volevo nemmeno andarmene via, d'altronde.

Così mi abbassai pantaloncini e mutande, e tirai fuori il mio cazzone in erezione.

-Ora guarda…- fece Silvia, che abbassò i boxer di Ray.

Al posto del cazzo aveva una pompa di benzina.

Io avevo un piccolo lombrico, mentre lui aveva un anaconda.

Il suo pene aveva una bottiglia di vino di diametro, e già da moscio era lungo almeno due volte il mio.

Silvia li prese in mano entrambi, comparandoli.

-Visto?- disse.

Sprofondai in un incubo.

Si, avevo un cazzetto, e allora? Ray aveva il cazzo più grosso che avevo mai visto in vita mia. Ed ora? Che cosa sarebbe mai potuto accadermi?

-Se vuoi continuare a stare con noi due, devi superare due prove…- mi fece Silvia

Sbuffai. Ma il mio cazzo duro non mentiva. Quella situazione mi arrapava da morire.

Sono nato cuckold.

-E sia… qual è la prima prova?-

-Devo legarti le mani dietro la schiena…- 

-Va bene- acconsentii.

Silvia prese un paio di manette. Pensavo de peggio.

Invece ciò che accadde subito dopo mi gelò il sangue.

-Inginocchiati- mi fece Silvia. Non volevo crederci. Ma ubbidii.

Lei calò di nuovo giù i boxer di Ray.

Mi ritrovai quel pisello enorme, ancora moscio, a pochi centimetri da me.

-Succhiaglielo- 

-Mai e poi mai!- urlai.

Ray mi diede una sberla.

-L’hai fatto innervosire. La prossima volta che ti rivolgi a lui così, vai fuori!- mi gridò contro la mia amata. Non avevo altra scelta.

Non potevo neanche prenderlo in mano. Aprii solamente la bocca e quell’enorme melanzana mi entrò dentro.

Che schifo! Non avrei mai pensato in vita mia di succhiare il cazzo di un uomo, tantomeno di un nero. E invece dovetti andarci forte di lingua, visto che non potevo usare le mani.

Lingua e ritmo con la testa, proprio come facevano le pornostar cu sui mi segavo.

Eh già, Silvietta non me lo succhiava mai. 

Mentre io stavo spompinando quel bull sconosciuto.

Ad un certo punto divenne duro, mi sentii soffocare. Ray si era rotto di tutta quella mosceria, e mi prese la bocca ed iniziò a scoparmi le fauci.

Ero immobilizzato, stupefatto, annichilito.

All’improvviso Ray emise un grido animalesco ed un torrente di sborra mi si riversò in gola.

-Ingoiala fino all’ultima goccia, lo sperma di Ray è sacro, lo so bene!- mi ordinò Silvia, che nel frattempo mi tolse le manette.

Ray andò in un altra stanza, e Silvia fu un fiume in piena.

Mi baciò in bocca- Antonino, sei stato bravissimo! Un’altra prova e potrai condividere questo sogno con me!-

Ero allucinato. Ray tornò con una gabbietta legata da un perizoma.

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-E quella cos’è?- domandai

-E’ una gabbia di castità, te la devo mettere per non farti avere più erezioni!- mi spiegò la mia amata.

-E sia!-. Il peggio era passato. O almeno così credevo.

-Fallo vestire nell’altra stanza!- ordinò Ray.

Silvietta mi accompagnò. Ad attendermi c’erano degli abiti da troia.

Non avevo altra scelta.

Silvietta mi depilò, e mi applicò dello smalto rosa shocking su mani e piedi.

Dopo di chè mi mise del rossetto, una parrucca e del fondotinta.

Sembravo davvero una donna.

L’ultimo passo fu mettere dei trampoloni tacco 12 da zoccola, un toppino ed una minigonna.

La gabbietta spegneva la mia erezione.

Non avrei mai pensato in vita mia di avere tali tendenze trans. Ed invece mi sbagliai.

“Era questa la seconda prova!” pensai.

Ma non lo era. Tornai al cospetto di Ray, che mi stesse prono su una specie di gogna.

Mi legò con dei cinturini mani e piedi.

“Qualunque cosa abbia in mente, non sarà mai peggio del pompino con ingoio!”.

-Leccagli la fica!- mi ordinò.

Silvietta era lì di fronte a me.

Se quella era la prova da superare, ero un campione.

Leccargliela era la cosa che mi piaceva di più al mondo.

Lei mi sussurrò all’orecchio -Resisti Antonino! Potremo partecipare assieme alle gang bang con i suoi amici!-

-Non ne vedevo l’ora- ridacchiai ironico.

Iniziai a leccargliela. Che bello il sapore della fica.

Nel frattempo Ray si tirò di nuovo il cazzo di fuori. Sentii la fregna di Silvietta bagnarsi.

Eh già, quel tizio lo arrapava a tal punto da voler diventare la sua schiava.

E per me era la stessa cosa. Il mio pene era stritolato da quella gabbietta.

Sentii una leggera pressione vicino l’ano. Ray mi stava spalmando una crema.

Capii subito. Iniziai ad urlare con tutto il fiato che avevo in gola, ma Ray da dietro mi ficcò una gagball in bocca e chiuse il laccio dietro il mio collo.

Ero completamente fottuto! Nel vero senso della parola! Avrei potuto rimanere in silenzio, almeno avrei avuto una passera da leccare nel frattempo, mentre venivo seviziato.

Sentii una leggera pressione sul mio sfintere. Dopo di che uno squarcio, un dolore lancinante.

Iniziò a colarmi giù del sangue. Ray mi aveva sverginato, col suo immenso cazzo stratosferico. Non potevo né urlare né tantomeno dimenarmi.

Egli iniziò a trombarmi a ritmo di hip-hop. Molto del suo cazzo sporgeva di fuori.

Evidentemente sfiorò subito il mio punto L.

Non sapete cos’è il punto L? E’ praticamente l’equivalente del punto G delle donne, è una zona vicino la prostata ricca di terminazioni nervose, che se stimolata ti fa godere come un porco. Ray non me la stava solamente stimolando, ma col suo cazzo titanico me la stava proprio smontando!

Il mio cazzetto s’indurì nella gabbietta, e dopo la quinta botta di Ray, sborrai come un maiale.

Ray e Silvia se ne accorsero ed iniziarono a ridere come matti.

-Sei nato per essere un trans!- ridacchiò Ray, che continuò a montarmi senza sosta.

Dopo un pò il mio unico pensiero fu.

“Perlomeno stavolta non mi sborrerà in bocca!”. Niente di più sbagliato.

Al culmine dell’eccitazione, egli tirò fuori il cazzo, ma si accorse troppo tardi che la mia bocca era chiusa dalla gagball.

Così si fece avanti Silvietta che si gettò a bomba sul suo glande per prendere in bocca tutto il suo uragano di sborra.

-Non ingoiarla tutta!- ordinò Ray, che aggiunse -Fatene a metà!-.

E così la mia amata mi tolse la gagball e mi diede un bacio appassionato con il solo scopo di trasferire parte della sborra calda e appiccicosa di Ray nella mia bocca.

Da quel momento in poi, inutile dirvi, che la mia vita è totalmente cambiata…

 

FINE

bellissimo racconto, vorrei tanto vivere un'esperienza simile

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